favole e scorpioniUno dei tanti, diverso da tutti |
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
Post n°68 pubblicato il 22 Marzo 2009 da fabio1972dgl
Francesco è un ragazzino di sedici anni, bello, con spalle già larghe. Se ne sta seduto in disparte dentro gli spogliatoi della palestra, fruga nervosamente dentro lo zaino e con le labbra soffia in alto il lungo ciuffo che ha sulla fronte. Gli occhi, d'un azzurro cielo paradiso si muovono frenetici e scrutano tutt'intorno. Si muove lento, aspetta che tutti i suoi compagni finiscano di svestirsi prima di farlo anche lui. Sbuffa, finge di essere immerso in chissà quali pensieri, finge pigrizia. Non gli va di spogliarsi insieme agli altri, non gli va che qualcuno lo veda nudo. Non è per timidezza, lui ha un segreto da difendere. E allora si muove lento. Fa cenni con la testa come a dire "arrivo arrivo" ma più lo dice e più si frena. Aspetta che tutti spariscano dalla sua vista. Francesco ha il suo segreto, una cosa che nessuno deve sapere. I suoi testicoli sono dispari. E sono tre. "Non ti spogliare mai nudo davanti agli altri", così gli raccomanda da sempre sua madre. E Francesco non si spoglia. Sa che è diverso, sa che nessuno lo deve vedere mai. Quante volte si è fermato da solo e nudo davanti allo specchio? Spalle braccia occhi gambe mani e piedi. Tutto perfetto e a coppie, due e ancora due. E quella maledetta palla li in mezzo, venuta chissà da dove. Come avere un grappolo d'uva tra le cosce, come avere un chiodo in mezzo alla fronte, come avere un buco dentro al cuore. E l'abbraccio di sua madre è solo un pianto insopportabile. "Non ti spogliare mai nudo davanti agli altri". L'undicesimo comandamento, tutto per lui. "E davanti a chi mi potrei spogliare?" Con Sara vorrebbe confessarrsi, di lei è innamorato davvero. Le scrive così una poesia, per farle intendere qualcosa: Jih Lo è un chirurgo cinese, Francesco legge da sempre su internet e sui giornali le sue gesta in ambito medico. E' considerato un luminare della chirurgia mondiale anche se è contestatissimo dai suoi colleghi per i suoi metodi poco ortodossi. I giornali spesso lo bollano come uno squallido stregone in cerca di notorietà, ma molti risultati parlano per lui. JIH LO DIVIDE TRE GEMELLI ATTACCATI DALLA TESTA Jih Lo in patria è quasi sconosciuto. Considerato un memico dalla nomenclatura al potere che spesso in passato ha criticato aspramente, vive quasi in clandestinità. Riceve in un lugubre stabile più simile ad una vecchia fabbrica che ad un ospedale. Tornato dalla Cina Francesco si ritrova nuovamente solo, con tutto il peso del suo problema addosso. Pensa alle donne con squilibri alimentari, troppo grasse o troppo magre, o ai tanti ragazzi divorati dall'acne, o a quel tizio al bar della stazione con quel neo grosso e peloso proprio in mezzo alla faccia. Ma nessuno di loro ha un problema come il suo, niente è paragonabile alle sue tre palle. Spesso ricorda quella sera d'estate al mare, quando in vacanza con i suoi genitori ebbe il suo primo incontro d'amore. O di disamore. Francesco è un cinquantenne invecchiato male. Seduto su una panchina al parco riordina i soliti pensieri in testa. Della bellezza di un tempo non gli rimangono che le foto e gli occhi azzurri cielo paradiso. La terza palla invece è sempre li, più tonda e pulsante che mai. Da tempo ha smesso di sognare qualsiasi tipo di svolta mentre di notte è perseguitato dal solito incubo con quelle maledette luci che rimangono spente solo per lui. Seduto sulla panchina del parco Francesco guarda il mondo passare. Fa un freddo della malora e in lontanaza sente un cane abbaiare chissà quale affanno. Un altro buco in mezzo al cuore.
|
Post n°67 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da fabio1972dgl
Egidio non aveva amici, non ne aveva mai avuti. Con il passare degli anni si era abituato alla cosa e si era convinto che fosse anche giusta la sua solitudine. Le persone, pensava, non s'incastrano tutte perfettamente le une alle altre. Ce ne sono anche di solitarie, per indole, non affini a nessuno. E lui appunto era una di queste. Egidio era un tipo preciso. Preciso con l'ordine, il lavoro, la gente. Si poteva definire una persona inquadrata, stabile. Dentro in realtà bolliva. L'immobilismo dentro cui viveva si mangiava giorno per giorno parti cospicue di tutto il suo essere, sgretolandolo fino alle ossa. La sua vita, se ne rendava conto, scivolava via, come se ad un puzzle ne venissero staccati i frammenti ad uno ad uno. La sua vita non si era mai incastrata la vita, così come i suoi piedi non avevano mai calcato la strada giusta. Egidio passava otto ore al giorno tra i numeri facendoli combaciare e pareggiandoli in dare come in avere, senza sbagliare nemmeno il più decimale degli arrotondamenti. A casa era uguale. Sparpagliava i suoi puzzles sul tavolo, che poi osservava, numerava, ed esattamente incastrava anche nel più difficile disegno. In tanti anni un solo puzzle non riuscì a risolvere: dalla sacra Sindone, il volto di Gesù. Fu una delusione per lui accorgersi quasi alla fine che nella confezione mancava un singolo pezzo. E non fu di certo lui a perderlo, di questo era sicuro. Scrisse una lettera di protesta alla casa produttrice del gioco ma non ricevette alcuna risposta. Allora ne scrisse un'altra ancora più risentita ,in cui chiese addirittura i danni morali. Dopo un mese gli arrivò una scatola del gioco identica a quella che aveva ma senza le scuse che si aspettava, anzi, con una sarcastica annotazione: "Si cerchi da solo il pezzo che le manca". Il mattino dopo non andò al lavoro. Rimase a letto volutamente e ci rimase tutto il giorno fino a che non fu di nuovo notte. Poi si mosse come un automa. Aprì un cassetto e cercò un taglierino. Prese il veliero quasi ultimato e pronto per salpare e lo distrusse. E così fece per tutti i puzzles da lui completati negli anni: Parigi, le Alpi, la Via Lattea, due gatti siamesi, un quadro di Magritte e tanti altri ancora. Lavorò per tre notti di fila finchè non trovò un pezzo simile a quello che gli mancava. Con la lametta gli diede la forma e l'arrotondomento che gli servivano e attaccò il pezzo mancante al volto di Gesù, proprio sulle labbra. Appese il puzzle in soggiorno, come fosse un quadro. Quel volto ora sembrava parlargli: Sussurava ad Egidio un nuovo orizzonte, pezzi di cielo uniti ad altri pezzi di cielo, fatto di angoli smussati e tagli alla precisione Raccolse tutti i frammenti rimasti in giro per casa e li mise tutti dentro uno scatolone con l'intenzione di spedire tutto alla svelta. Poi prese carta e penna e scrisse sul bigliettino una sola riga: "HO TROVATO IL PEZZO CHE MI MANCAVA". (Auguri di buon Natale a tutti) |
Post n°66 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da fabio1972dgl
Le notti le passavo al Blackout uno dei bar più scalcinati e rozzi di tutta la provincia. Lo scelsi proprio per la sua trascuratezza perchè in fondo mi faceva stare bene. Nonostante la dentro tutto fosse malandato l'insieme galleggiava una spanna sopra lo squallore. E una spanna sopra era già abbastanza per me in quel periodo. Di giorno annegavo ben al di sotto. La prima volta che entrai al Blackout ero già ubriaco da un pezzo. Avevo da tempo rotto con tutti gli amici, e nell'abbandonarli ero rimasto solo. Non frequentavo nessuna donna in particolare, a parte una pazza che ogni tanto mi faceva compgnia con la sua solitudine. Si chiamava Sofia, una ragazza con un sedere enorme e la pancia piatta. Non mi piaceva ma ogni tanto ci si trovava a fare serata. Non sempre finivamo a letto. Lei non sempe ne aveva voglia e io non sempre arrivavo ad averne la forza. A parte lei ero praticamente solo con le serate tutte libere. Quella sera litigammo, ed io entrai al Blackout interrompendo il mio girovagare senza senso sulla statale. Uscivo appena dopo cena e ci si trovava sempre li, i soliti quattro, cinque con il barista. Io invece scesi dalla gru. |
Post n°65 pubblicato il 06 Settembre 2008 da fabio1972dgl
Al bivio anzichè andare diritto prendo l'autostrada. Guido e intanto chiamo il caporeparto. Pronto, si sono Fabio, oggi non posso venire al lavoro, mi è successa una cosa. No, oggi non vengo, magari entro sul tardi. Porto mia madre in un posto e mio padre in un altro, sai loro non guidano. Si fai pure il foglio, metti ferie, metti rol, metti quel che ti pare, firmo io. Si lo so che c'è tanto da fare, ma ora sono in autostrada. Metto giù. Cammino per Orta. S. Giulio, tra i suoi vicoli e le rughe. Turisti inglesi ridono sguaiati davanti ad un cartello scritto in inglese. Vado a leggerlo anche io, ma non trovo l'errore. Fissano la casa dove anni fa apparve su di un muro l'immagine di padre Pio. Mi fanno alcune domande. Mai visto padre Pio in vita mia rispondo. Scattano foto, al cartello e ridono ancora. Cammino e la pioggia è sempre più fitta. Ed io che volevo andare al mare. Il caso ci cammina a fianco e ci tiene per mano, forse non c'è bisogno di saltare. Inutile cercare di afferrarlo, è lui che ci tieni stretti, qualche volta è come un abbraccio e ci fa una carezza altre volte se ne frega e ci lascia da soli. |
Post n°64 pubblicato il 11 Luglio 2008 da fabio1972dgl
"Sono Giovanni". No Giovanni, non ti prendo per pazzo, per fumato, o per altro. |
IO
Io amo, non corrisposto, l'ozio
scrivo due post al mese
uno lo pubblico
l'altro lo cancello
questo mese ho pubblicato quello sbagliato:
questo.
Se qualcuno
per caso,
trovasse una bozza piena d'amore
sappia
che era la mia.
Rimasta mio malgrado
lettera morta.
DA LEGGERE E RILEGGERE
DINO BUZZATI - Un Amore -
JOSE' SARAMAGO - l'Uomo Duplicato -
ERRI DE LUCA - Il Contrario di Uno -
CHARLES BUKOWSKI - Panino Al Prosciutto -
JOHN FANTE - Chiedi Alla Polvere -
MUSICA IN AUTO
GOMEZ - Split the Difference -
NEGRAMARO - Mentre Tutto Scorre -
MAD SEASON - Above -
ROLLING STONES - Hot Rocks 1964-1971 -
VINICIO CAPOSSELA - Canzoni a Manovella -
Inviato da: Cassandra_nagra
il 30/04/2012 alle 18:30
Inviato da: aural2
il 19/04/2012 alle 15:00
Inviato da: laTremenda76
il 29/08/2011 alle 00:19
Inviato da: lucciko75
il 23/08/2011 alle 10:41
Inviato da: lucciko75
il 17/08/2011 alle 12:56