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... come fiordalisi in un un campo di grano. (D. Bonhoeffer)

 

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120 milioni nostri, per i giornali vostri

Post n°656 pubblicato il 04 Marzo 2012 da Fajr
 

 

 

Che pluralismo garantisce chi, di anno in anno, deve contrattare col potere politico una “donazione” che pareggi i bilanci, o con quello economico inserzioni pubblicitarie fuori mercato?

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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 04/03/12 alle 21:46 via WEB
giornali che poi non legge nessuno....
 
rypdal
rypdal il 04/03/12 alle 23:58 via WEB
Toh, la discreta moral suasion del colle mi fa tornare in mente un link che avevi messo ics tempo fa a un video su youtube, di tale Mario Albanesi, che parlava di una corrente ("centrista") interna al fu PCI, di cui non ricordo il nome, monologo in cui citava un giornaletto dell'attuale titolare del Colle, che era finanziato tra gli altri da Fininvest, Ligresti e altri. Ero parzialmente scettico, anche perché il personaggio faceva affermazioni che, evidentemente, dal suo punto di vista dovevi prendere per buone in quanto da lui stesso garantite. Però quando poi leggo queste altre... Come in America, dove democratici e repubblicani sono i principali schieramenti "contrapposti", ma devono entrambi fare a gara a chi è più patriota (come chi gridava più forte davanti allo schermo che rimandava le immagini del "nemico" in 1984), e ciascuno di loro ritiene sacro il diritto di ogni cittadino di tenersi un fucile sul comodino o in cucina nel cassetto delle posate.
 
 
rypdal
rypdal il 04/03/12 alle 23:59 via WEB
I Miglioristi: ecco che mi è tornato in mente.
 
   
Fajr
Fajr il 05/03/12 alle 23:09 via WEB
Un po' di storia
 
     
rypdal
rypdal il 06/03/12 alle 07:13 via WEB
Lo leggerò più tardi (è lungo). Comunque il mio scetticismo riguardava le certezze di Albanesi riguardo ai numeri e ai soggetti. Non mi sembra un personaggio molto obbiettivo, tant'è che in altri video fa delle affermazioni "affreuses". Diciamo, come riassunto di un riassunto, che non crede a niente di ciò che è di destra o di centro, e si beve tutto ciò che è di sinistra (ciò che lo è secondo quanto scritto sull'etichetta, non secondo quanto subodorabile o dimostrato dai fatti).
 
     
Fajr
Fajr il 06/03/12 alle 10:02 via WEB
Non mi interessa granchè Albanesi, ma che la corrente di miglioristi sia quella che ha dettato le scelte del Pci dagli anni craxiani fino ad oggi è indubbio. Pur essendo minoranza è riuscita da dentro al partito a svuotarlo completamente di senso conducendolo a quella "cosa" indistinta e sciapita che è oggi il PD. All'epoca giustificavano le loro tesi sventolando il pericolo dell'estremismo di sinistra rappresentato dall'1 per cento di DP e quindi proclamamdo indispensabile l'unione con il CAF, oggi vaneggiano intenti modernisti che altro non sono se non respirazione bocca a bocca di un capitalismo moribondo.
 
     
rypdal
rypdal il 06/03/12 alle 17:00 via WEB
Ocio a non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato (o prima che sia morto di suo). Tra l'altro cosa verrà dopo, mai dovesse finire, non lo sa nessuno. A naso direi niente di quanto abbia già avuto la sua occasione. L'erede del capitalismo o meglio del sistema in cui domina il capitalismo potrebbe essere qualcosa che "non piace" né al capitalismo, né a chi lo avversa. Forse comunque ha influito anche il "crollo del muro". Il sistema sovietico era stato il pilota del comunismo. La sua fine, che fu la fine dell'etichetta che aveva appiccicato addosso, ma al tempo stesso quell'etichetta era la sostanza del comunismo reale, poté mandare in crisi il credo di molti "militanti". Del resto poi è indubbio che a Roma, chi si sia abituato a certi agi si preoccupi di mantenerli, ben più che di mantenere viva la propria fede (se mai ne ha avuta una verace).
 
     
Fajr
Fajr il 06/03/12 alle 17:20 via WEB
Basterebbe sbirciare un po' in Cina e India e si capirebbe cosa verrà dopo il capitalismo dopo la sua stessa affermazione mondiale grazie alla caduta del muro... sboing!
 
     
rypdal
rypdal il 06/03/12 alle 20:06 via WEB
Paesi un po' lontani, già non vedo cosa succede qui! Cina va abbastanza di moda, India no, a parte che in questi giorni per via dell'arresto dei due militari del san marco. In effetti per quel che ne capisco il sistema cinese è quello più vicino a ciò che posso immaginarmi del "nostro" futuro. Tra virgolette perché potrebbe anche riguardare solo certi paesi, mentre altri farebbero la fine "dell'Africa". In ogni caso ciò che immagino sarebbe, nel "nostro" mondo, un sistema ordinato dalle forze che attualmente governano il capitalismo. Come in Cina le redini del capitalismo cinese sono tenute dagli eredi del comunismo (e si può ben dire che si tratta ancora di una sorta di post-comunismo reale) qui sarebbero tenute dagli eredi del capitalismo. Cioè insieme al crollo del capitalismo come forma gestionale, non ci sarebbe il crollo del capitale e nemmeno di chi lo detiene, che semplicemente modificherà le regole. Solo che prima di arrivare a tanto ci dovrà forse essere qualche disastro, perché per mettere in piedi siffatto ordinamento è necessario annullare la competizione fra troppi stati, competizione che obbliga a mantenersi nel capitalismo e che se non viene risolta con quello, lo potrebbe con le armi.
 
     
Fajr
Fajr il 06/03/12 alle 21:11 via WEB
Tu ragioni come se ancora l'Europa contasse qualcosa. Non hai visto l'ultima puntata di Presadiretta. Gli indiani (e a maggior ragione i cinesi) non ci pensano proprio né in termini di autorevolezza né in termini di peso sul mercato. I loro numeri sono talmente lontani dalla pochezza nostra (in termini di popolazione, di trend in crescita, di margine di sviluppo...) che possiamo battere i piedi quanto vogliamo sul tavolo delle relazioni economiche, finanziarie, commerciali tanto loro possono fare a meno di noi. Quando racconto che la mitica "Bialetti", marchio emblema della creatività e produttività italiana, è di proprietà indiana e che non c'è più alcun stabilimento qui che produce la mitica moka non vengo creduta. Devi assolutamente vedere il servizio di Presadiretta dedicato all'India. E' la realtà di oggi. Perciò, caro frì, di che capitalismo e capitalisti parliamo? dove abitano? a che impianto filosofico e morale si riferiscono? che cosa mantengono del capitalismo storico e cosa trasformano a ritmo infernale e su un piano di valori e principi completamente nuovo e "irriducibile" a ciò che è conosciuto e praticato finora? chi ce lo racconta tutto ciò? quattro giornaletti che per giorni interi non ha di meglio che discettare sull'amico di dalla che recita una poesiola in chiesa?
 
     
Fajr
Fajr il 06/03/12 alle 21:13 via WEB
 
     
rypdal
rypdal il 06/03/12 alle 21:59 via WEB
La puntata la guarderò un'altra volta, visto che non ho neanche l'adsl (che palle 'ste protezioni sui diritti d'autore, magari cinesi e indiani le spazzeranno via perché non ci sarà più nessun diritto che abbia senso salvaguardare con costosi trucchi del menga). Bando ai catastrofismi, messa così sembra che dovremmo essere spazzati via, mentre se mai qualcosa lo sarà (e non sappiamo cosa), sarà soprattutto la fuffa. Mi riferisco a Europa e America. Una parte dell'Europa (tra cui l'Italia) ha buone probabilità di diventare "terzo mondo". Poi a contare sono sempre, in primis, le risorse energetiche, di cui l'uomo spesso si dimentica credendo di aver fatto tutto con le proprie forze e con le proprie manine. Penso che la Cina, per esempio, anche finché era una nullità come potenza mondiale da tutti i punti di vista, non era per questo succube del mondo occidentale. Per la Cina, la Cina restava il centro del mondo. Non per la sua vastità, ma perché è normale così. Lo stesso varrà per un qualsiasi africano in un qualsiasi paese dell'Africa, anche quando morisse di fame. Il resto della gara, quando sta fuori da te, per te non esiste. E se non esiste per te, allora è relativo e dunque non esiste "in assoluto". Questo solo per dire che per chi sta qui l'Europa (come territorio, non come entità "nazionale", economica, eccetera) continuerà a essere più importante di Cina e India. Detto questo, anche in relazione alla competizione economica, siccome l'elemento centrale a mio avviso resta la scorta energetica, come si fa a sapere chi se ne aggiudicherà la fetta più grossa? Dipende anche dalle tecnologie per nuove forme di sua produzione, e anche in questo chi può dire chi arriverà per primo?
 
     
rypdal
rypdal il 06/03/12 alle 22:01 via WEB
mentre se mai qualcosa lo sarà (e non sappiamo cosa): intendevo "non sappiamo quanta parte".
 
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