Creato da farfalla_granata il 30/04/2008

DONAMI LE ALI

Insegnami a volare..

 

 

GRAZIE INTER...

Post n°30 pubblicato il 16 Maggio 2009 da farfalla_granata

 
 
 

Orfeo

Post n°29 pubblicato il 29 Aprile 2009 da farfalla_granata

 

Nel freddo silenzio ti attendo

                 Orfeo

mentre mi cullo ad occhi chiusi

coperta da un solo telo

quello cucito da pensieri immobili.

 

 

Si soffre un solo rumore

quello delle lacrime del cielo

triste nel vederci prigionieri

di una solitudine che fa eco.

 

 

Cercami nel buio dei miei sogni

spezzati quel giorno in cui

morsa dal male del secolo

mi fu negata la luce della vita.

 

 

Allora tu ascoltavi un solo suono

quello della tua poesia

che incatava e prendeva a pugni il fato

che tanto ti aveva rubato.

 

 

Ora ascolta il mio grido:

si nasconde orgoglioso

nel silenzio del mio Ade

come messaggio celato nero su nero.

 

Ma quando il tempo

immortale ci concederà la risalita

per le scale della vita

tu non voltarti mai indietro.

 

 

Ci riconosceremo ascoltando il battito di un unico cuore

                              Il nostro

E guardandoci con lo sguardo più bello

                              Quello dell'anima

 

 

 

Prendi la mia mano e camminiamo insieme...

Euridice

 
 
 

CUORE

Post n°28 pubblicato il 12 Aprile 2009 da farfalla_granata

C'è un posto che preferisco ad altri. E' un posto sospeso nel tempo e di strani confini ed è circondato da colonne che sembrano voler abbracciare tutto. E' un luogo che dà idea di imponenza, di stabilità e sicurezza. Diresti che non crollerebbe mai. E' un posto molto frequentato ogni giorno ma nonostante ciò trasmette una serenità che rimane dentro a forza e rimane lì, almeno fin quando non vai via. E' il posto in cui vado quando cerco un po' di pace mentre tutti vanno lì per cercare Dio. Ma lì Dio non c'è. Almeno non nel senso in cui tutti intendono.

C'è stato un momento in cui la terra ha tremato, un momento in cui le case sono crollate, un momento in cui molte persone sono morte. Come tutti gli uomini piango, come tutti gli uomini prego, come tutti gli uomini cerco un senso a quello che è accaduto. Sì, cerco un senso perchè non riesco ad accettare questa tragedia umana e perchè se neanche questo riesce a farci riflettere allora significa che siamo stati colpiti e seppelliti due volte.

Ma quale può essere il senso di tanta sofferenza?

Nessuna parola può colmare il vuoto lasciato nei cuori e nelle vite. Ci si chiede: "Dov'era Dio in quel momento?"

In questi giorni tutti abbiamo portato una croce e provato la passione di Cristo. Maria ha pianto tutti i suoi figli. Nessun morto resusciterà. Le mura sono polvere. Noi stessi siamo e torneremo polvere. Non esisteranno mai case capaci di reggere catastrofi, non esisterano mai carni tanto forti da non morire.

Ma è nelle grandi sofferenze che anche gli uomini più piccoli diventano grandi. C'è stato sacrificio, c'è stata fratellanza e c'è stato amore. Ed è proprio in mezzo a tanta solidarietà, al dolore condiviso e al conforto di un abbraccio che l'uomo risorge nella sua interiorità.

Il cuore dell'uomo è grande, se c'è il terremoto può tremare, può subire crepe di dolore, ma se c'è l'amore non crollerà mai.

E' il cuore la casa più sicura dell'uomo.

Forse dovevamo capire questo.

E Dio non è nella mia piazza, Dio non è nelle chiese, nè in cielo.

Dio c'è e vive nel cuore dell'uomo.

Forse tutto è accaduto perchè dovevamo ricordare questo. Forse perchè difronte a tanto dovevamo rivalutare l'importanza della semplicità dell'esistenza. Forse perchè almeno per un momento tutti abbiamo pensato:

"Non sono mai stato tanto attaccato alla vita."

                                      

                                          L'Uomo è risorto. Quest'anno.

[Di queste case

Non è rimasto

Che qualche

Brandello di muro

 

Di tanti

Che mi corrispondevano

Non è rimasto

Neppure tanto

 

Ma nel cuore nessuna croce manca

E’ il mio cuore     

Il paese più straziato.]

 

(San Martino del Carso, G. Ungaretti )

 

 

                              

 
 
 

SOLE

Post n°24 pubblicato il 13 Marzo 2009 da farfalla_granata

[Spesso accade che ciò che ci viene costantemente donato ci appare scontato e dovuto. Non si ringrazia più e si finisce di apprezzare ciò che ci viene dato. Quando perdiamo la capacità di apprezzare tutto appare più vuoto indipendentemente se all’origine della perdita di senso c’è una circostanza oggettivamente negativa. Quando si perde una ragione all’inizio prevale comunque l’istinto di sopravvivenza per cui si va alla ricerca di uno stimolo, qualcosa che possa risvegliare in  noi un  interesse che spesso coincide col desiderio di ricevere un’attenzione anche da una persona estranea. Si va alla ricerca di un abbraccio ignorando che se non si riesce a dare la giusta importanza a ciò che ci circonda difficilmente poi  riusciremo a capire il valore degli altri e di ciò che questi possono effettivamente donarci.]

                                            

Il sole è una stella di 4,6 miliardi di anni all’interno della quale avvengono delle reazioni termonucleari che producono energia e di cui noi cogliamo gli effetti più favorevoli: luce e calore.

Io ho sempre pensato che il calore del sole fosse come l’abbraccio di una persona.

 

Un giorno, in seguito alla mia perdita di senso, mi convinsi tacitamente che l’abbraccio del sole non mi bastava più ma non solo, incominciai a vivere nel buio e, col passare del tempo, non riuscivo più a espormi alla luce del sole senza provare malessere, prima morale e poi anche fisico. La luce rappresenta la vita, il benessere e tutto ciò di positivo che in quei momenti non solo non ti appartiene ma che si pone in netto contrasto con ciò che hai dentro. Al risveglio ogni raggio di sole diventava una spada che trafiggeva la bocca dello stomaco per poi farmi piegare in due da dolore. Al malessere faceva seguito la rabbia perché quella stessa visione che a me faceva stare male agli altri irradiava gioia ed energia. Allora un giorno mi rivolsi al sole e chiesi:”Sole, io sto male, ho perso il mio senso. Perché non ti spegni anche tu? Perché non smetti di rendere tutto più bello con la tua luce e il tuo calore dal momento che io non posso godere dei tuoi doni?” A quel punto il sole mi disse:”Ogni cosa per perseverare ha bisogno di un senso ed io non mi spengo perché io non ho perso la mia ragione. La mia ragione è donare luce e calore a ciò che ogni giorno mi fa sentire importante e che mi ricarica con un sorriso. Gli uomini hanno bisogno di me per vivere almeno quanto io ho bisogno di loro per non collassare. Tu sei spenta e non ti accorgi che non ci sei solo tu. Sono proprio gli altri la ragione e finchè ci saranno e ci sarà scambio reciproco di vita esisterà sempre una ragione per esserci.”

Ho ripreso a tendere la mia mano al sole e lui non la rifiutava. Col tempo non provavo più dolore, non prendevo fuoco, non diventavo cenere. Il suo calore, come l’abbraccio di una persona, mi attraversa(va) con la stessa delicatezza di una carezza.

 

Grazie sole per la tua luce,

 grazie per il tuo calore,

grazie perché mi hai ricordato che non sono sola su questa terra e in attesa di quell' abbraccio estraneo io ricevo il tuo.

 

 
 
 

Io e Lui

Post n°23 pubblicato il 05 Marzo 2009 da farfalla_granata

Non ricordo esattamente quando il nostro rapporto ha iniziato a inclinarsi, ma nelle rotture spesso non serve una causa scatenante. Esiste il bisogno, il malessere, il silenzio dell’altro, il rancore e poi l’indifferenza. Il rapporto gela poco a poco fino a spegnersi. E’ stato così anche nel mio caso. Chiedevo un appoggio nei momenti più difficili e ricevevo silenzio tanto da sentirmi spesso sola. Non perché io sapessi fare di meglio. Sempre presa da me stessa dimenticavo le ricorrenze. Siamo passati ad una sorta di separazione in casa. Io e Lui, come marito e moglie litigati, senza rivolgersi la parola, invisibili l’uno all’altro. Orgogliosi fingiamo indifferenza e ci guardiamo con la coda dell’occhio. A volte mi capita di entrare nella sua casa, mai di domenica, facendo finta di passare di lì per caso. Così me ne sto in un angolo a fissare fiori o altro senza dire niente. Ma sono lì, ci sono fisicamente, con la testa e con il cuore. A volte, quando commetto errori per la mia forte ingenuità, mi capita di sentire la sua mano invisibile che corregge il tiro. L’intervento è così evidente che rimane impossibile confutarlo. Infine di notte capita di avvicinarsi e di avere una maggiore intimità. Ed è proprio in quei momenti che sono travolta da una valanga di ricordi e di pensieri. Penso al mio passato e al mio presente. Penso e gli sussurro: “Dio mio, perché hai permesso tanto male?  Perché hai permesso che venissero commessi così tanti sbagli e tante cattiverie?” E lui mi risponde: “Io non intervengo per lasciare a te e agli altri ciò che vi rende realmente uomini e ciò che tu ami molto più di quanto ami me:  Il libero arbitrio.”

 

"Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. Per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti vedevo solo un’orma, proprio nei momenti più difficili della mia vita. Allora ho detto:”Signore, io ho deciso di vivere con te e tu avevi promesso di essermi sempre vicino. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?” E lui mi ha risposto:”Figlio, tu sai che io ti amo e che non ti ho mai abbandonato: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio i giorni in cui ti ho portato in braccio.”                                                 Anonimo brasiliano

 
 
 
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