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« ecce poesiail cristo che canta »

NOTAZIONI AL SENSO DELL'ESSERE

Post n°7 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da robisimona

 

1. Una poesia,meglio, la poesia non si spiega (non è cosa da commentarianti). La poesia si legge: la sua essenza sta tutta nella lettura; l'interpretazione viene dopo e accanto quasi per impollinazione.

2. L'ente è volontà; non è solamente voluto (da altro:genitrice, natura) ma è anche volente: si vuole secondo una determinata volontà. Nell'uomo il volente è progettante poter-essere; in altro che sia altro dall'uomo la volontà è voluta secondo i modi specifici e generici.

3. L'uomo va più a fondo di altri nel fondamento dell'ente. Il fondamento dell'ente è l'essere,per cui l'uomo va più a fondo nell'essere.L'essere è l'abisso del-per l'ente. Può l'uomo toccare l'abisso? può l'uomo toccare o essere-prossimo all'essere?L'uomo folle: colui che tocca l'estremo limite abissale lo fa a sua insaputa, forse.

4. Quale profondità, quale abisso nel pensiero del Tempo come Valore. Il Tempo non è cosa extramorale.S-fondando il tempo l'uomo getta ai pesci l'ultimo puntelle metafisico: s'apre all'essere e alla sua abissalità.

5. Poesia dell'Essere come poesia dell'Abisso: non di ciò che esperisce romanticamente l'abisso ma poesia che è poesia abissale. Tuttavia non è ancora abissale l'abisso a cui perviene l'uomo: è il "suo" abisso non ancora però l'Abisso: l'Abisso di tutti gli abissi non può essere sopra o sotto l'abisso; non è il Valore per gli abissi possibili. Ancora l'Abisso è e non è ancora l'Essere.

6. Esperire il carattere della totalità e della fine, dice Heidegger, non è possibile per un ente che esiste nel modo dell'esserci perchè è nella natura di questo ente essere nella non compiutezza, "nell'avanti-a-se". L'esperienza della morte non esperibile se non da chi muore corona e porta a compimento il cammino dell'esserci: l'esserci giunge alla fine del suo essere totalmente. Se solo potesse veder-si ed esperir-si in quest'ultima modalità potrebbe, senza ombra di dubbio, essere prossimo alla essenza dell'essere.

Ma è proprio impossibile accedere all' esperienza della morte? Solamente chi muore può azzardare di dire alcunchè sull'essenza del morire. Che si muore è un data di fatto, che si dice dopo morto è un'altro paio di maniche! Accedere all'esperienza della morte non è possibile per chi in vita esiste. Ma cosa dire di chi in vita passa a differente vita? Alcuni esempi: Platone e la "seconda navigazione", Agostino e le sue "Confessioni", Nietzsche e il suo Dioniso, Rilke e i suoi Angeli. Sembra quasi che in loro non parli il mortale esserci ma ciò che è sempre, da sempre e per sempre, in una parola l'Essere.

7. Pro-ducere, con-ducere: le modalità del passar-si oltre, o ancora l'apertura a cui la Poesia, come sapere altro, perviene nel suo venire. La Poesia produce genuinamente le possibilità di aprimento del e per chi si presta all'ascolto: è lo "strumento" di lotta contro l'invadente oggettivazione tecnica.

 

8. Quante volte abbiamo sfiorato la morte? si dice che per un soffio siamo vivi, ma potremme dire che il contrario è altrettanto vero: per un soffio potevamo non esserlo. Possibilità inquietante quella che ci rammemora il nostro prossimo luogo non-luogo; la cui natura inquieta nel puro non-sapere. Alcuni di voi faranno della finzione la regola della dimenticanza, dell'oblio di sè. Ma è perchè nella dimenticanza hanno piantato radici e destino quasi a mò di spauracchio. Chi invece nella differenza pensa la differenza allora sì che la domanda imperiosamente sale: quale fondamento io la cui figura traballa più di un'ombra impazzita al cospetto del nulla annientante. Potevo non essere: quale il dio che se ne possa in-caricare senza spezzarsi in carico a sua volta.

 

9. E' opera del poeta dio, il modo e l'uomo. Ci voleva una giocosa invenzione, che solo i poeti posseggono in sommo grado, nell'edificare dal nulla quanto poi si è dissolto nel nulla.

Poeticamente il valore viene al mondo; se ne seguiamo l'invisibile genealogia, il punto di arresto è il deserto abitato dal poeta. Togliete dal mondo i poeti e vedrete come il mondo si disfi inabissandosi nel nulla.

10. Non siamo noi a disseppelire i morti, ma sono loro a dissepellire noi dal presente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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Data di creazione: 25/02/2012
 

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