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Post n°12 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta
Ma un giorno, un uomo mi dice: “Non capisco proprio che gusto ci si provi a far fare a qualcuno qualcosa che non vuole fare”. È il contrario di tutto quello che ho incontrato finora. Accettare di giocarsi su un sogno, dopo decenni di tortura, è molto difficile: ma prendo tutto il mio passato e mi dico che, se sono uscita da un simile inferno senza abbruttirmi e spegnermi, sono davvero in gamba. Mi dico che ai miei figli, che non mi vogliono né vedere, né parlare, ‘servirà’ di più una madre viva, che ama ed è amata, piuttosto che una madre morta di crepacuore nella depressione. Mai mi sarei immaginata che avrei vissuto dopo i 50 anni quello che non avevo vissuto nemmeno da giovane: amore che è libertà, che allarga il respiro, che commuove, che con delicatezza toglie il coltello dell’odio altrui ficcato nel cuore e ripara la ferita del dubbio su di sé, quello che divide in due. In tre anni, non abbiamo mai litigato. Parliamo moltissimo, ma ci godiamo molto silenzio di cui, anche, abbiamo entrambi bisogno. Abbiamo idee un po’ uguali e un po’ diverse: ce le diciamo; amiamo un po’ le stesse cose e un po’ cose diverse: le facciamo. Abbiamo amici: molti, nuovi e vecchi, alcuni in comune altri no. Amicizie diverse: profondità e, allo stesso tempo, leggerezza. Ci scegliamo la vita semplice che amiamo: piccole cose, bellissime. Problemi economici passano in secondo piano, mentre lavoriamo per i nostri progetti. Pace, tutto il giorno, tutti i giorni. Il dolore per l’assenza totale dei miei figli resta immenso. In un centro antiviolenza ho un supporto psicologico ed anche legale: l’unica cosa da fare è far rispettare me e i miei diritti e reagisco con fermezza alle manovre legali dell’ex marito. Vedremo come andrà. Alcuni parenti, un po’ alla volta, dopo silenzi di decenni stanno riavvicinandosi: mia madre ha perseguitato anche loro, e capiscono che quello che lei diceva di me non era vero. I miei quadri girano per le mostre, ne dipingo tre o quattro insieme ed altri mille mi esplodono in testa. Mi manca solo il tempo per farli tutti. Sto scrivendo un libro. ‘Ti amo perché sei così, proprio così’ mi dice lui, con la sua testa pelata ed i pochi capelli d’argento. ‘Ti amo perché sei così, esattamente così’ gli dico io, con le mie rughettine intorno agli occhi che sono rimasti azzurri. E azzurri rimangono, anche se a volte si riempiono di lacrime. Come domenica, che era la festa della mamma. |
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il 13/06/2009 alle 15:39
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il 08/06/2009 alle 14:28
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il 21/05/2009 alle 06:47
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il 21/05/2009 alle 00:14
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il 20/05/2009 alle 21:16