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Un blog creato da valerie09 il 21/02/2010

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CHE LA TUA VITA SIA

Post n°37 pubblicato il 03 Novembre 2015 da valerie09

Lascia che la tua VITA sia un giardino di opportunità per essere felice…

che nelle tue primavere, sii amante della gioia,

che nei tuoi inverni, sii amico della saggezza,

…e che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo, perché così sarai più appassionato per la vita,

…e scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta, bensì lo sarà se…

userai  le lacrime per irrigare la tolleranza,

userai le perdite per affinare la pazienza,

userai gli errori per scolpire la serenità,

userai il dolore per lapidare il piacere,

userai gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.

Non mollare mai… Non rinunciare alla felicità, perché LA VITA E’ UNO SPETTACOLO INCREDIBILE!


[Augusto Cury (2003). Diez leyes para ser felices.]

 
 
 

ACCOGLIAMO IL SUO PERDONO

Post n°36 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da valerie09

Custodire e uscire di scena, esserci e sparire, presenza e discrezione, vigilanza e pudore. Farsi da parte è la legge dei padri. Anche se non ricordiamo più nemmeno quanto tempo sia passato da quando ci siamo allontanati, il Padre non smette di sperare nel nostro ritorno. Il Padre è sempre pronto ad accoglierci, nonostante i casini che abbiamo combinato, nonostante il male commesso rubando ai nostri fratelli, deridendoli, sfruttandoli, perseguitandoli, molestandoli, violentandoli o addirittura uccidendoli nel più crudele e straziante dei modi.

Anche il figlio prodigo, dopo essersi allontanato e aver sperperato le sue ricchezze, quando ritornò da suo Padre si aspettava una sonora punizione, si era preparato un discorso di discolpa e invece è stato preceduto da un abbraccio affettuoso, da lacrime di commozione, da parole confortanti. La gioia di un figlio che ritorna è più forte del desiderio di vendetta.

Se noi ritorniamo al Padre, veramente pentiti di tutte le azioni spaventose e vergognose che abbiamo commesso, il Padre sarà là per dirci: “Hai sbagliato” maIl perdono è più forte del tuo errore”. Sembra una follia, una dolce e incomprensibile follia, eppure il Padre ci aspetta a braccia aperte per farci sentire il calore del Suo amore e del Suo perdono. E’ proprio strana la Sua paternità, è impregnata di misericordia. Nel Suo abbraccio non c’è rabbia, non c’è risentimento. E’ un perdono che proviene da un cuore completamente libero dall'egoismo.

Anche noi, figli derubati, derisi, sfruttati, perseguitati, molestati, violentati, dobbiamo diventare Padri e Madri misericordiosi. Dobbiamo arrampicarci sul muro della rabbia che abbiamo eretto tra noi e i fratelli che non ricambiano il nostro amore. Dobbiamo scalare il muro della paura di essere usati e feriti di nuovo. Quando riusciremo a vedere al di là del muro, potremo accogliere coloro che vogliono tornare, con la stessa misericordia con cui il Padre, accoglie noi.

 
 
 

MUOVIAMOCI VERSO LA GENEROSITA’

Post n°35 pubblicato il 25 Ottobre 2015 da valerie09

Ogni volta che facciamo un passo nella direzione della generosità, ci muoviamo dalla paura all'amore. Ma questi passi, soprattutto all'inizio, sono difficili perché tantissime sono le paure che ci impediscono di donare energia, tempo, denaro e persino attenzione agli altri. Paura che sia tutto inutile, paura che l’altro non meriti, paura che l’altro non ci ricompensi, paura che l’altro non apprezzi, paura che l’altro fraintenda, paura che l’altro si approfitti di noi, paura di apparire sciocchi.

Perché noi siamo sempre pronti a giurare sul peggio dei nostri fratelli! Sì, fratelli. Perché discendiamo tutti dallo stesso ceppo, perché siamo tutti figli dello stesso Padre, perché apparteniamo tutti alla Sua famiglia. Se noi riuscissimo a cambiare il nostro punto di vista, se noi riuscissimo a vedere l’altro come nostro vero fratello, allora, forse avremmo meno paura di dedicare parte delle nostre forze e delle nostre risorse all’altro, forse riusciremmo a volergli bene a prescindere che quel bene verrà ricambiato, apprezzato o meritato. Gli vorremmo bene semplicemente perché è nostro fratello, senza aspettarci nulla in cambio, senza interessi di mezzo, senza secondi fini, senza doverci guadagnare per forza qualcosa.

Dobbiamo imparare da nostro Padre, che non punta il dito contro il marciume che c’è nel cuore e quindi nei comportamenti di ognuno dei Suoi figli, ma recupera il germe intatto che Lui ha seminato da sempre in ogni Sua creatura. Dio fruga, tra i nostri rottami e scopre quel frammento di bellezza incontaminata che è sepolta sotto cumuli di bugie e azioni indegne e vergognose che riempiono il nostro modo di vivere. Noi stessi, a volte, non siamo capaci di guardarci allo specchio, perché vedremmo solo brutture, ma Dio scommette sulle possibilità di ognuno di noi, forse non ancora esplorate nemmeno da noi stessi. Dio scommette sul meglio che c’è in ognuno dei Suoi figli.

Solo Dio può dare speranza a questa umanità triste e buia, perché Egli per primo spera in ciascuno di noi. Dio ha un abbraccio grande dentro il quale trovano rifugio: il Giusto e il Peccatore, il Buono e il Cattivo, il Lontano e il Vicino. E ci ama indistintamente senza pensare se noi ignoriamo il Suo Amore o meno, senza pensare se noi meritiamo il Suo amore o meno, senza pensare se noi ricambiamo il Suo amore o meno, senza pensare se noi apprezziamo il Suo amore o meno, senza pensare di apparire sciocco. Ci ama semplicemente perché siamo i Suoi figli. Non è mai sciocco un Padre che ama i Suoi figli. Non è mai sciocco un fratello che ama i suoi fratelli. L’Amore è sempre utile. Anche se non dovessimo ricevere niente in cambio, comunque avremo guadagnato un’umanità più gioiosa.

 
 
 

TORNIAMO A CONDIVIDERE IL DOLORE

Post n°34 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da valerie09

Da un po’ abbiamo perso la capacità di piangere, di provare tenerezza per l’uomo afflitto dal male. Non facciamo più caso a come un essere umano cerca di infliggere ad un altro il maggior dolore possibile; non facciamo più caso alle conseguenze di quegli individui che complottano per far soffrire i loro simili; non facciamo più caso a quei genitori che molestano i propri figli; non facciamo più caso a quel padrone che sfrutta i suoi operai; non facciamo più caso alle donne violentate, agli uomini maltrattati, ai bambini abbandonati. Non facciamo più caso a quanto dolore ci sia nelle prigioni, nelle case di cura, negli ospedali e non ascoltiamo più le grida dei poveri.

NO, non siamo superficiali. NO, non siamo spietati. NO, non siamo asettici. Ma ci siamo semplicemente abituati a convivere con il male. Ma l’abitudine rende stanchi, impotenti, arrendevoli. Dobbiamo riprenderci i nostri sentimenti di amore, di compassione, di disperazione. Dobbiamo fare caso al male e non lasciarlo agire indisturbato. Possiamo fare poco? Quel poco basterà. Non possiamo fare nulla? Possiamo pregare quel Dio dal quale ci siamo allontanati e che abbiamo dimenticato rinchiuso nei vecchi libri di catechismo.

SI’ possiamo rivolgerci a quel Padre che ci sembra inesistente solo perché silenzioso; in verità siamo noi che costringiamo Dio al silenzio ogni qual volta ci separiamo dal suo amore. SI’ possiamo rivolgerci a quel Padre che non si è mai arreso a perderci anche se gli abbiamo voltato le spalle. SI’ possiamo rivolgerci a quel Padre che non smette di attendere il nostro ritorno anche se continuiamo ad ignorarlo.

Il silenzio di Dio non è indifferenza, semplicemente non vuole soffocare la nostra libertà. Il silenzio di Dio non è sordità bensì il Suo cuore si addolora, il Suo volto si solca di rughe perché la nostra partenza è un fallimento per Lui, perché non è riuscito a farci capire che è nostro Padre, perché non è riuscito a spiegarci che il Suo amore non è fatto di cose, possedimenti, denaro, sesso, potere ma semplicemente di affetto, benevolenza e condivisione. Noi sappiamo solo pretendere da Lui vita, benessere e salute ma ci dimentichiamo di ricompensarlo con il nostro amore, ma ci dimentichiamo di pensarlo anche solo un’ora alla settimana andando a messa, ma ci dimentichiamo anche di dirgli semplicemente grazie per quello che abbiamo. Ma noi percepiamo solo il Suo silenzio. Chi può capire il Suo dolore? Chi può contare le Sue lacrime? Chi può raccontare la Sua umiliazione?

Abbiamo un Padre dall’amore smisurato. Abbiamo un Padre che non trattiene chi vuole partire. Abbiamo un Padre che rispetta ogni libertà, anche quella di un figlio scapestrato. Allora fermiamoci un attimo a sentire la tenerezza del Suo abbraccio. Allora fermiamoci un attimo a sentire il Suo dolore quando ci allontaniamo. Allora fermiamoci un attimo a sentire il Suo desiderio di riabbracciarci. E allora quell’attimo diventerà eterno perché non potremo più fare a meno dell’Amore di nostro Padre.

 
 
 

IN ACOLTO DEL SILENZIO

Post n°33 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da valerie09

Parla, non chiacchierare. Cerca la pace interiore e non quell’isolamento che è rifiuto di comunicazione. Nel mondo, parole ambigue sono usate per confondere.

Nella casa di preghiera il silenzio è recupero del gusto di vivere, è ricerca del meglio di sé, è riscatto della propria bellezza. Cerca la solitudine davanti al Santissimo che inonda l’ascoltatore di armonie divine.

Allora la notte non ti farà più paura perché la Parola aggiungerà Vita alla vita e darà senso al sogno di un’alba radiosa.

Nella quiete nutri il desiderio di sconfiggere parole menzognere e di abbattere i muri d’odio. Spudorato chi infrange il proprio e l’altrui silenzio. Pudico chi si ammanta del mistero per riservare il suo corpo a chi ama.

E parla solo al momento opportuno, sussurrando: “Ti voglio bene”. Non moltiplicare le parole ma usane una sola: AMORE.

AMORE per te stesso: solo se ti ami riuscirai ad amare gli altri, dopo aver messo a tacere l’egoismo che ti rende sordo all’altrui implorazione d’amore.

AMORE per questa umanità che sarà salvata dalla preghiera prima ancora che dalla tua lotta contro le ingiustizie.

AMORE per i poveri dai quali imparerai a vivere, pago del sole, di un pezzo di pane e della gioia di un abbraccio.

AMORE per gli amici, eco della Parola che si fa corpo in questi “angeli” mandati ad animare i Silenzi, a formare un coro stupendo diretto dal più grande dei maestri: Cristo!

(Padre Valentino Salvoldi

www.salvoldi.org)

 

 

 
 
 
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