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Fotografia di tutto rispetto

Post n°388 pubblicato il 18 Giugno 2011 da LivinginFortaleza
 

Tiago Santana nella sua casa a Fortaleza

Appena può fa un salto in una libreria specializzata e ne compra uno, per arricchire la sua vasta collezione di libri fotografici, ben in mostra nel salotto di casa. Ma a forza di guardare e sfogliare quegli degli altri a Tiago Santana è venuta voglia di farne uno lui.. detto, fatto..anche se in realtà nella sua vita non è accaduto tutto in modo così fulmineo..

 Nato a Crato, interno del Ceará, vicino a Juazeiro do Norte, è' in mezzo a questo universo di religiosità, legata ai pellegrinaggi  a Padre Cícero, che Santana inizia ad avvicinarsi alla fotografia. “..un universo visivo  forte”- spiega- “ una vera culla di cultura populare, di arte populare,  di gruppi folclorici, una ricchezza che ha influenzato molto la mia infanzia".  Si era iscritto alla Facoltà di Ingegneria Meccanica ma poi lascia gli studi universitari e decide : il suo obiettivo sarà diventare fotografo.

Ed ecco che dopo otto anni di lavoro (dal '92 al 2000) esce il suo primo libro dal titolo  Benditos (Benedetti) che rappresenta per lui una sorta di apprendistato. E' grazie a questo libro, mentre scatta queste foto, che impara ad essere fotografo. All'epoca non esistevano corsi professionali di fotografia, la formazione era da autodidatta.   Per tradurre in immagini il clima di  Juazeiro do Norte, Santana  opta esclusivamente  per il bianco e nero : solo così si rafforzava quel senso di mistero diffuso del luogo, tutto più concentrato, mentre il colore avrebbe distratto troppo l'attenzione, avrebbe interferito troppo. Il bianco e  nero per lui esprimeva maggiore tensione, pesantezza, forza e voleva anche instaurare un parallelismo con l' antica tradizione della xilografia, fatta solo di bianchi  e neri, duri, senza mezzi toni.  

E' polemico e critico nei confronti del fotogiornalismo brasiliano.." il contenuto interessa sempre meno. E' la velocità l'aspetto essenziale. Assistiamo ad un  vero e proprio regresso". Tutto viene fatto virtualmente, tramite internet o per telefono, senza contatto diretto, senza vivere e sentire più nulla, in maniera del tutto impersonale, un bombardamento visivo. Al contrario, Tiago si butta anima e corpo per mesi dietro ad un progetto, lavora degli anni per realizzare un libro.. segue un percorso inverso alla tendenza diffusa..Non sa se la sua è un'arte o no, ma questo è il suo modo di lavorare ed intendere la fotografia.

Ed infatti due, per lui,  sono le cose fondamentali. La prima è avere un progetto, dedicare del tempo a pensare, riflettere su quella particolare idea, stabilire  le tappe da seguire, quale storia raccontare, e in che modo farlo - "..perchè attraverso le fotografie si racconta, interpreta una determinata situazione". La seconda è avere rispetto. Fra il fotografo ed il soggetto fotografato si crea un rapporto intimo, perchè il primo entra letteralmente nella vita della persona immortalata. Il  fotografo finisce per convivere con i suoi personaggi, come fosse parte integrante della famiglia.

 "Nella maggior parte dei posti dove sono stato a fotografare, abbastanza addentrati ed isolati, sono stato sempre ricevuto come un amico o un parente. C' un grande senso dell' ospitalità. La gente apre le porte della sua casa, apre il suo cuore, la sua vita e  pertanto è necessario fare molta attenzione". Tutto deve essere reciproco e questa apertura deve essere corrisposta.  Parlare diventa basilare, punto di partenza di ogni cosa. A volte arriva in un determinato posto, sta lì solo a chiaccherare con queste persone, per ore, senza scattare una sola fotografia. Santana non è un arido avvoltoio che ruba immagini, ma cerca di stabilire una relazione stretta, umana, di vivere come loro e con loro  e le cose poi magicamente gli accadono davanti, e lui, ecco, semplicemente le fotografa.

O Chão de Graciliano (Il pavimento di Graciliano)  é il secondo libro, prodotto insieme ad Audálio Dantas giornalista autore del testo  definito "arte- reportage" (nato dall'idea di riprendere e riproporre i grandi reportage di una volta). Colpito dalle immagini del Benditos,  il giornalista gli ha poi proposto questa collaborazione, un libro ispirato allo scrittore Graciliano Ramos. O Chão de Graciliano è nato fra il 2003 e 2006, e l'idea era quella di fare con le immagini ciò che lo scrittore aveva così ben fatto con le parole. Molte le immagini di bambini, perchè fra i libri del Ramos che più  hanno ispirato il fotografo c'è Infanzia, autobiografico racconto in cui il protagonista è un bambino oppresso dalla violenza e dalla durezza degli adulti, soprattutto dei suoi genitori.  Per la prima volta nella storia, tale libro fotografico  ha ricevuto un riconoscimento importante, il premio della Fondazione Conrado Wessel, una prestigiosa istituzione culturale, pare una cosa eccezionale, perchè  fino ad ora venivano assegnati premi  solo a fotografi pubblicitari, e questa novità fa ben sperare per la promozione di produzioni fotografiche differenziate. 

Le sue foto hanno in sè -è fuori di dubbio- una connotazione di critica sociale e questa non è nemmeno una novità. Ma Santana lo fa in modo sottile, intelligente, accennato. Non sbatte lì l'immagine in maniera brutale, diretta. Si possono raccontare tante cose senza essere necessariamente così espliciti. Preferisce operare con sottigliezza, non mostrare tutto, ma piuttosto suggerire, esibire solo una parte, un dettaglio..

 ".. ciò che mi interessa, in tale condizione di miseria è la forza delle persone. Anche dentro le avversità peggiori, percepire ciò che esse rappresentano, ciò che esse possono insegnare a tutti noi". L'immagine non deve essere offerta già  confezionata, premasticata e digerita..  bisogna piuttosto lasciare a chi le guarda la possibilità di decifrarla e di riflettere.

E forse è proprio questo che ha colpito Robert Delpire, incantevole vecchietto di 83 anni, ex direttore de Centre Nationale de la Photografie a Parigi, creatore della Editions Delpire, nonchè responsabile della famosa collezione Photo Poche, che pubblica meraviglie fotografiche da  tutto il mondo, operando una rigidissima selezione. Prima di Tiago Santana, solo il celebre Sebastião Salgado ("Sebastião Salgado" 1993 e "Serra Pelada" 1999)  era riuscito,  fra i fotografi brasiliani, ad entrare in questo olimpo editoriale..Considerata una delle più importanti collezioni di libri di fotografia a livello mondiale, la Photo Poche ha di recente - maggio 2011- editato Sertão, 

 71 fotografie tratte dai due precedenti libri di Santana,

 rispettosamente bellissime..

 
 
 
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