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Altro che infantile..

Post n°571 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Riassumere la vita di José Bento Renato Monteiro Lobato è piuttosto complicato, talmente poliedrica è la sua figura..nell'arco di tempo che va dalla sua nascita  1882 - alla sua morte 1948- fece tante di quelle cose, in disparati settori,visse in tanti di quei posti, ricoprì tanti di quegli incarichi, affrontò con veemenza tante di quelle lotte,  pioniere sotto parecchi aspetti,  che alla fine si può dire che visse più di una vita.  Fu prima di tutto un grande scrittore, di letteratura didattica ed infantile per lo più, ma fu anche un sagace editore, un talent-scout si direbbe oggi, imprenditore instancabile, petroliere democratico, ed uno strenuo difensore della brasilianitudine.

Cresce in campagna, a Taubatè dove era nato, e dove apprende i primi rudimenti del sapere dalla madre prima e da un insegnante privato poi. Monteiro Lobaro scopre  a 7 anni il meraviglioso mondo della lettura per ragazzi nella ricca biblioteca del nonno materno, il Visconte di Tremembè. Collabora con giornalini scolastici, divora tutti i libri che trova, colleziona ritagli e testi che lo interessano.  Studia all'Istituto Ciências e Letras a São Paulo e si accorge, nel frattempo, che gli piace anche disegnare. Vorrebbe entrare alla Scuola di Belle Arti, ma il nonno gli e lo impedisce. Il suo destino sarà quello di occuparsi degli affari di famiglia e viene iscritto alla Facoltà di Diritto.

 

Prosegue la sua collaborazione a riviste studentesche, fonda il gruppo letterario Arcádia Acadêmica, di cui poi diventerà presidente, emergendo per il suo senso dell'umorismo, un pò inglese e un pò francese, la sottigliezza, l'originalità dei suoi commenti, anticonvenzionali, diretti. Diplomatosi, ritorna a Taubatè. E' il 1904, conosce Maria Pureza da Natividade ("Purezinha") con la quale si sposa nel 1908, e dalla quale avrà quattro figli Marta, Edgar, Guillerme e Ruth. Fa l'avvocato ma tale professione  è troppo tranquilla per lui. Si butta in progetti imprenditoriali, dapprima sogna di aprire una fabbrica di marmellata, poi un negozio di alimentari, investe nella costruzione della ferrovia locale, successivamente nella costruzione del Viadotto del Chà a São Paulo. Contemporaneamente scrive e manda articoli e disegni a giornali della capitale paulista - A tribuna, Fon Fon, Gazeta de Noticias-  traduce articoli del Weekly Times per O Estado de São Paulo, ed opere letterarie straniere. Si sente sempre come un topo in gabbia, insoddisfatto e desideroso di nuovi cimenti. 

  

A 29 anni, Lobato eredita la Fazenda Buquira, dove si trasferisce con tutta la famiglia ed inizia per lui una nuova fase. Diventa fazendeiro, si dedica alla coltivazione ed all'allevamento, tentando di modernizzarli. Si scontrerà  invece con un ambiente retrogado, ostile. Da un suo articolo sull'argomento" Velha Praga" -una sorta di indignazione per i costanti incendi appiccati nelle terre - che causerà non poche polemiche, scrive il  racconto, poi trasformato nel suo primo libro, "Urupês" (1918), in cui fa la sua comparsa un personaggio -Jeca Tatu - che diventerà assai celebre. E' un contadino (caipira)  pigro ed indolente, assai diverso dalle figure idealizzate dalla letteratura romantica dell'epoca, che diventa il simbolo dell'arretratezza e della miseria delle campagne. Il libro avrà una grande ripercussione, dividendo il paese su tale ritratto, per alcuni fedele, per altri esagerato.  L' esperienza agricola finisce a seguito di una tremenda gelata e di una crisi finanziaria che lo investe e lo costringe a vendere la fattoria. Nel 1916 rieccolo a São Paulo, questa volta nelle vesti di scrittore-giornalista, svolge ricerche, scrive reportages sia per   "O Estado de São Paulo", per  la rivista nazionalista "Revista do Brasil" che più tardi acquisirà, e per una pubblicazione da lui fondata a Caçapava, "Paraíba". 

 Contrario a tutti gli "ismi" provenienti dall'Europa, è fortemente polemico con gli artisti modernisti, non esita ad attaccarli e criticarli.Tacciato di essere reazionario, in realtà Monteiro Lobato desiderava ardentemente che si producesse un'arte esclusivamente brasiliana, autoctona, senza intromissioni ed influenze esterne.  Diventato editore, prima della Rivista do Brasil, poi della casa Editrice Monteiro Lobato & C. ed infine della Companhia Editora Nacional, dà spazio a nuovi talenti, oltre che a scrittori già affermati. Lungimirante e con uno spiccato senso per gli affari, lancia idee che allora erano vere e proprie novità nel campo editoriale.."il libro è come un dolce.. deve essere messo sotto il naso del cliente", diceva.. Di qui l'attenzione alle copertine- accattivanti, dalla grafica impeccabile- nuovi sistemi distributivi con venditori autonomi e distributori sparsi per tutto il paese. Critico sarcastico, affronta tematiche, talvolta di costume, legate sempre e solo al Brasile, impareggiabile la sua inchiesta in ambito folclorico "O Saci Pererê: Resultado de um Inquérito".

 

La sua prima opera infantile "Negrinha e A Menina do Narizinho Arrebitado", con illustrazioni di Lemmo Lemmi, famoso disegnatore dell'epoca - da cui poi nacque il personaggio della bambina Lucia nel libro "Sítio do Picapau Amarelo", venne lanciata poco prima del Natale 1920, ed in gennaio, centinaia di esemplari furono regalati alle scuole - due scaltre operazioni di marketing ante litteram.. Le avventure di Narizinho (ossia Nasino) proseguiranno poi in tanti altri libri, con una prolificità senza pari. Il successo fu immenso e le alte tirature, costrinsero Monteiro Lobato ad occuparsi a tempo pieno dell'attività editoriale, mettendo da parte quella giornalistica. Importa nuovi macchinari di stampa dall'America e dall'Europa, ma per problemi finanziari legati anche a crisi economiche e all'inflazione, nel 1925 dichiara il fallimento. Ma cìò non significò la fine del suo sogno editoriale.

Apre la nuova casa editrice Companhia Editora Nacional, con Octalles Marcondes,  a Rio de Janeiro. Le sue pubblicazioni erano sempre sinonimo di qualità, buon gusto ed enorme successo di pubblico. Continua a scrivere libri infantili con Narizinho ed altri personaggi per lo più legati alla cultura brasiliana, recuperati da leggende e dal folclore, mescolati alla mitologia greca, ai fumetti ed al cinema. Pioniere anche nella letteratura para-didattica, pubblicò testi per insegnare matematica, storia e geografia, in modo divertente.

 

Nel 1927 viene inviato negli Stati Uniti come addetto commerciale per lo stato di San Paolo.  Rimarrà impressionato dalla quantità e qualità delle strade statunitensi, ritenendole causa del progresso americano. Si trasferisce a New York. E' entusiasta delle innovazioni tecnologiche, e farà di tutto per convincere il suo governo  a creare qualcosa di simile anche in Brasile. Dopo una visita alla Ford e alla General Motors a Detroit, fonda un'impresa brasiliana per produrre acciaio. Gioca in borsa e perde tutto, coinvolto nel crack del 1929, e deve vendere le sue azioni della Companhia Editora Nacional. Nel 1931 ritorna a São Paulo sempre più convinto che siano ferro,  petrolio e  strade le tre chiavi per raggiungere il successo. Appoggia  nella sua candidatura a presidente dello stato, Julio Prestes, che, di fatti, una volta eletto realizzerà progetti di sfruttamento del petrolio nel territorio paulista.  Difficile immaginare uno scrittore di libri per ragazzi che diventa petroliere..Monteiro Lobato mette su la Companhia Petroleos do Brasil e fonda varie imprese per la perforazione dei pozzi, ma così facendo è destinato a scontrarsi con interessi politici ostili , sia brasiliani che stranieri.

 

Monteiro Lobato durante la Campagna del Petrolio- Belo Horizonte 1937

Comincerà una lotta dalla quale uscirà impoverito, disgustato ed  ammalato. All'epoca c'era interesse e volontà che si pensasse che in Brasile non ci fosse petrolio.Monteiro Lobato era fortemente convinto del contrario ed affrontò pubblicamente i suoi avversari.  Per alcuni anni si dedicò anima e corpo a tale campagna per il petrolio, sognava idealisticamente un Brasile progredito, il cui popolo, grazie allo sfruttamento del petrolio, avrebbe avuti garantiti degli standard di vita elevati, mentre continuava, per mantenersi,  a pubblicare libri infantili e a tradurre best sellers di Jack London o Rudyard Kipling..Nel suo dossier del 1936 presentato all'Academia Paulista de Letras, dal titolo "Lo scandalo del petrolio", accusò il governo di "non perforare e non permettere la perforazione". Sempre in contrasto con il governo di Getulio Vargas, cui periodicamente inviava lettere di protesta e denuncia, verrà condannato a sei mesi di prigione, per atteggiamento sovversivo. Intellettuali ed amici promossero allora una campagna per favorire l'indulto, permettendogli così di essere scarcerato dopo tre mesi. Nonostante ciò, Monteiro Lobato continuò ad essere controllato e perseguitato dal governo, che fece di tutto per soffocare le sue idee. Fu in quel periodo che Lobato iniziò a denunciare  maltrattamenti e torture praticate dalla polizia.

Partecipa al I Congresso Brasiliano degli Scrittori firmando una dichiarazione di principi democratici, la rivendicazione del bisogno di una completa libertà di espressione del pensiero e della necessità di una ri-democratizzazione del paese.  Vista l' aperta presa di posizione, diventa quasi scontata la sua adesione al Partito Comunista - decisione presa dopo la chiusura e la censura, da parte del governo dittatoriale , di tutte le sue compagnie.. Monteiro Lobato rifiuterà l'invito a candidarsi, ma offrirà tutto il suo sostegno al partito. Diventato direttore dell'Istituto Culturale Brasile- Urss,  per gravi problemi di salute è costretto a lasciare l'incarico. Nel 1946 si trasferisce a Buenos Aires. Ritorna in Brasile l'anno successivo, sotto il governo del generale Gaspar Dutra. Sin dal suo sbarco all'aeroporto, davanti ai numerosi giornalisti giunti ad intervistarlo, Monteiro Lobato sarà fortemente critico nei confronti del regime. Nel suo ultimo libro Zé Brasil, riappare il personaggio di Jeca Tatu,  rielaborato in un lavoratore sem-terra , stritolato dal sistema latifondistico. Tutto il suo disincanto per la democrazia restrittiva del governo Dutra lo riverserà nel testo di protesta A Parábola do Rei Vesgo (la parabola del re strabico), che sarà letto e acclamato dalla folla riunitasi il 18 giugno in comizio nella Vale do Anhangabaù.

 

Due giorni prima di morire, concederà un'ultima intervista in cui strenuamente, fino alla fine, anche con problemi motori, difenderà la campagna "il petrolio è nostro". Monteiro Lobato, intelligente e appassionato uomo dalla mille sfaccettature ma sempre mosso da un forte interesse,  il benessere del suo paese, morirà il 4 luglio 1948 a 66 anni, per spasmi cerebrali.

 
 
 
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