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Creato da consumerofdreams il 05/09/2014

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Odio...

Post n°5 pubblicato il 27 Agosto 2015 da consumerofdreams

Le persone ipocrite, con i falsi sorrisi, che ti guardano negli occhi e ti mentono così spudoratamete, con talmente tanta naturalezza che quasi ci credi. Quelle che ti difendono se ci sei e ti distruggono quando non ci sei. gesù quanto le odio...

Le persone che ti cercano solo quando fa comodo a loro. Si comportano come se foste l'ultima sigaretta del pacchetto; la desideri... la consumi e quando hai finito di saziare quel desiderio la getti via consapevole che di pacchetti ne comprerai un altri e altre sigarette appagheranno quello stesso desiderio.

Ecco che quell'ultima sigaretta sono io e tutte quelle persone che, come me, a volte hanno la sensazione di essere usate solo per saziare futili desideri altrui. allora grido: andate a farvi fottere! siete voi che morirete di cancro un giorno!

 Odio quando diamo per scontate le persone. Faccio un esempio: vi sarà sicuramente capitato di uscire con gli amici. A prendere un caffè, una birra, un gelato...

Tra amici, soprattutto quando non ci si vede da un po' di tempo, ci si confidano i segreti, ci si aggiorna sulle novità, sulle conquiste estive. Vi è mai capitato che in quella che si portebbe definire una normale conversazione non siate mai riusciti a concludere voi un discorso perchè puntualmente qualcuno dei vostri adorati amici ha la brillante idea di interromprevi?! 

A me personalmente è capitato e, onestamente, è in quei momenti che vorrei essere dichiarata incapace di intendere e di volere, solo per il gusto di fare una strage ed uscirne illesa... tanto voglio dire se ne vedono talemnte tante di porcherie del genere oggigiorno che è diventato quasi normale.

Ovviamente non lo farei mai, il punto è che quel gesto per quanto banale possa sembrare fa capire che alle persone che hai di fronte e che ami chiamare amici non frega un emerito cazzo di te e di quello che stai dicendo e allora ti sale a rabbia e pensi "al mondo esiste ancora il concetto di rispetto per l'altro?!" a volte ho dei seri dubbi.

 
 
 

Estate

Post n°4 pubblicato il 23 Giugno 2015 da consumerofdreams

Dopodomani ho un esame all'università e l'unica cosa che al momento vorrei fare è stendermi al sole, fuori, nel giardino di casa mia.

Guardo fuori la finestra e vedo questa distesa di verde, il vento che scuote delicatamente le foglie degli alberi. chiudo gli occhi. Per un instante sono quella foglia, scossa anche io dal vento, inebriata da quella leggera brezza estiva. Per un istante non ho alcun pensiero per la testa, semplicemente estasiata dalle sensazioni che mi trasmette l'estate: tranquillità, leggerezza, calma. Apro gli occhi. La consapevolezza del libro che mi attende mi deprime, mi innervosisce. Respiro. Ancora uno. Richiudo gli occhi.

 
 
 
 
 

the invisible (part 2)

Post n°2 pubblicato il 06 Settembre 2014 da consumerofdreams

Ero sempre stato un ragazzo spensierato, uno di quelli che hanno avuto sempre tutto dalla vita senza però lasciaare spazio a presunzioni. Una bella casa, una bella vita, due genitori presenti, un'istruzione degna di questo nome; insomma avevo sempre ricevuto attenzioni tali da garantirmi solide basi per una vita piena eppure in qualche modo dentro di me avvertivo l'assenza di qualcosa e, prima che qualcuno possa pensare che io abbia vissuto una vita troppo materiale e quindi avessi la cosiddetta "sindrome da carenza di affetto", posso assicurare al 110% che i miei genitori non perdevano tempo nell'ostentare quanto amore e ammirazione provassero nei miei confronti. Addirittura talvolta avevo la sensazione che Melinda, mia sorella maggiore, e Paul, il mio fratellino più piccolo, quasi mi odiassero per questo.

Ricordo ancora quel 10 luglio di tanti anni fa, impossibile da dimenticare. era forse il giorno più caldo di tutta una vita, di quelli in cui l'aria era così pesante che quasi la riuscivi a vedere, il sole picchiava forte e l'asfalto del mio vialetto ne rifletteva l'intensità a tal punto che potevi friggerci le uova per tutto il vicinato. ricordo che Melinda e Paul giocavano a mosca cieca  fuori in giardino come solo due ragazzini nel pieno della giovinezza sapevano fare, le loro risate fragorose rimbombavano nell'aria sembrava che il resto del mondo fosse sparito, inghiottito nella profondità di un buco nero ed io assieme ad esso, in quell'istante erano loro due da soli e non importava che io ero lì che quasi a forza tentavo di inserirmi in quello che sembrava essere un perfetto duo perchè loro erano lì a non pensare ad altro che a loro stessi egoisti come non mai. a pensarci ora forse non avrei dovuto fare quello che ho fatto ma in quel momento non ci vedevo più, corsi da mio padre con un passo incalzante di chi non può perdere tempo e mi lamentai con lui dell'accaduto. Subito mio padre si cimentò in giardino dove; ancora ignari di ciò che sarebbe accaduto, Paul e Melinda si gustavano deliziati quel po' di brezza che si era fatta viva come un vecchio amico ritrovato. non mi ricordo eattamente come andarono le cose dopo, ricordo però con chiarezza che non mi parlarono per due settimane come se avessi inflitto loro la peggiore delle torture ma allora avevo solo 8 anni non avrei mai potuto capire.

 
 
 

the invisible

Post n°1 pubblicato il 05 Settembre 2014 da consumerofdreams
Foto di consumerofdreams

Arriva per tutti un momento, nella propria vita, in cui inevitabilmente ci si deve rendere conto di aver perso qualcosa. Non so esattamente quando fosse arrivato per me quel momento né tantomeno avevo idea di cosa o chi avessi perso e il perché. Tutto quello che so è che improvvisamente mi ritrovai solo, solo in mezzo ad almeno una dozzina di persone come se mi fossi, per la prima volta, svegliato dopo un sonno durato 24 anni, come se non mi fossi mai realmente reso conto di cosa significasse essere se stessi. Mi ritrovavo dopo un tempo apparentemente interminabile a scoprire che per tutto quello stesso tempo avessi vissuto la vita di un altro; o forse era quello che cercavo a tutti i costi di propinare a me stesso. Come per nascondere che, per la prima volta, non so come, non ero più l’uomo sicuro di sé, capace di gettare tutti ai suoi piedi senza batter ciglio semplicemente per il gusto di farlo. In qualche modo dovevo dare una spiegazione logica a quello che mi stava succedendo… doveva essere così. Eppure più riflettevo sulla questione più mi convincevo del fatto che tutti i miei ragionamenti non avevano senso e quando finalmente rinsavii mi sentii peggio di prima. Stavo male: Stavo in qualche modo assurdo e ignoto soffrendo. Fisicamente mi sentivo benissimo, sano come un pesce tuttavia inspiegabilmente ero come infetto da un virus dalla manifestazione insolitamente tardiva e mentre trepidante cercavo di fare mente locale per ricordare se mai avessi potuto sorvolare su qualche ipotetico sintomo capii che per fare capo alla questione c’era una sola cosa che potessi fare. Per quanto l’idea non  mi piacesse , per quanto cercassi alternative valide a quello che avrebbe potuto essere se non un tentato suicidio, peggio, dentro di me non faceva che aleggiare la malsana quanto sempre più convincente sensazione che un’analisi  della mia breve vita avrebbe fatto al caso mio.

 
 
 

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