Creato da williamsommerset il 28/05/2008
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FENOMENO: Mobbing & Stalking

Post n°6 pubblicato il 11 Settembre 2010 da williamsommerset
 

Gironzolando per la rete, mi capita spesso di imbattermi in blog e commenti a riguardo del fenomeno che sicuramente merita particolare attenzione ma mi colpisce il fatto che nel portare a conoscenza questo fenomeno, si estremizzi al punto tale che il problema pare abbia un solo colore il “rosa”.

E allora mi viene spontaneo affermare che forse e' ora ed opportuno fermarsi un attimo e riflettere. Il problema non e' solo al femminile ma riguarda entrambi i sessi. Spesso le azioni di Mobbing e Stalking vengono perpretate anche nei confronti degli uomini e non solo delle donne. La differenza sostanziale sta nel fatto che gli uomini difficilmente procedono ad una denuncia vuoi perche' si sentono forti (ma in realta' sono molto piu' deboli delle donne) vuoi perche' il portare a conoscenza eventi del genere significherebbe perdere di credibilita'. E poi, comunque, a quei pochi casi dei quali si viene a conoscenza e che riguardano gli uomini, la comunicazione in merito (media, forum e quant'altro) "non attribuisce lo stesso rilievo che attribuirebbe se a subire fosse stata una donna. Per cui a questo punto verrebbe da dire che la mia affermazione e' maschilista e quindi discriminatoria per le donne: "assolutamente no", la mia affermazione e' che il fenomeno aime' non ha sesso ma interessa e colpisce l'individuo a prescindere dal sesso, dalla cultura o etnia e allora il problema sta nell'attivarsi, sicuramente come viene fatto, ma orientando l'attenzione sul fenomeno che tendenzialmente deve portare a riflettere, a partecipare ed a prendere posizione sia sotto l'aspetto relazionale che giuridico ma il tutto finalizzato al benessere comune: uomini e donne – poiche' in fondo si e' entrambi vittime e colpevoli in egual misura (a seconda di chi pone in essere una condotta antisociale che spesso sfocia in comportamenti criminali). Cosa fare?, innanzi tutto insistere su di una cultura di base appropriata sul fenomeno, indirizzare una richiesta ai politici affinche' intervengano con l'emanazione di leggi semplici e appropriate ma atte a disciplinare ed arginare gli eventi. A livello individuale necessiterebbe una presa di coscienza sulle relazioni famigliari e una co-operazione tra maschi e femmine senza discriminazione alcuna di ruoli, di competenze di diritti e doveri. Sicuramente il tutto ed "immediatamente" non e' sufficiente, ma chi ben incomincia e' a meta' dell'opera!.

Qualcuno nel commentare potrebbe asserire che la mia e' "utopia", libero di farlo, ma per cortesia evitiamo almeno di nasconderci dietro all'indifferenza e piuttosto attiviamoci in prima persona, di sicuro la partecipazione reale non puo' che portare che ad un miglioramento e aggiungo: uomini e donne forse e' ora di riflettere sul serio non solo per il nostro futuro ma in previsione di quello dei nostri figli (e questo vale non solo per chi decidera' di averne)!

Ovviamente il tutto e' riconducibile ad un mio pensiero, ma sono sicuro che anche i vostri commenti al riguardo, avranno una loro valenza.

 
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PROPULSIONE ALLA VITA

Post n°5 pubblicato il 10 Aprile 2009 da williamsommerset
 
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Non e' mia, ma credo che meriti attenzione:

Ogni errore, ogni evento negativo che segna la tua esistenza...non comporta un obbligo a dimenticare ma... un invito ad essere cosciente: la vita continua...e non puo' un brutto episodio essere piu' forte di te e fermarti..., al contrario, deve essere un qualcosa che ti spingera' e ti spronera' ad andare avanti, a fare del tuo meglio, questa e' la tua vera forza! Rammentalo, soprattutto quando tutto intorno a te sembra precipitare all'infinito!

 
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Aggregarsi e' possibile ?

Post n°4 pubblicato il 28 Novembre 2008 da williamsommerset
 
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Durante la mia giornata lavorativa, in orari diversi, sono portato a muovermi all'interno del comprensorio cittadino e a volte anche oltre.

Cio' mi porta ad incrociare e/o incontrare un considerevole numero di persone. Tra cui, imprenditori, professionisti, operai, impiegati, studenti etc. In pratica una eterogeneita' di soggetti.

A prescindere dalle persone ed indipendentemente dal rapporto per il quale mi relaziono con esse, sia di lavoro che di semplice amicizia, ultimamente la mia attenzione si e' focalizzata sul fatto che: incontrandosi per strada, in un ufficio, in un luogo pubblico o a seguito di un qualsiasi evento, circostanza e/o tempo, l'incontro avviene nella forma di totale indifferenza, ci si ignora e' quasi come se l'altro soggetto
fosse un fantasma impercettibile. In alcuni casi, viene lanciata un'occhiata che appare piu' come un fulmine a ciel sereno.

Considerato che l'uomo dovrebbe essere portato per natura ad aggregarsi, non certo in branco come fanno gli animali, ma di sicuro neanche a dissociarsi, nella piu' totale indifferenza.

E pensare che in alcuni casi, un saluto o anche solo un cenno di saluto, un'azione tendente ad esprimere gentilezza quale ad esempio cedere il passo, un sorriso o anche solo una smorfia tendente al sorriso, potrebbe essere il collante per far si che il prossimo e noi stessi ci sentissimo parte integrante di un sistema ove il "relazionarsi" seppure in forma riservata, diverrebbe l'elemento piu' importante della nostra vita senza che in cambio ci vengano chiesti investimenti.

Eppure, nonostante non ci costi nulla, proseguiamo imperterriti nel nostro cammino, assorti nei nostri pensieri cercando soluzioni al problema che ci assilla. A volte ci sentiamo soli, incapaci a risolvere il problema poiche' non ne conosciamo la soluzione. Magari non siamo in grado di scinderlo in piu' parti, che affrontate singolarmente diventerebbero gestibili e quindi "risolvibili". In quel dato momento ci rendiamo conto di essere sempre piu' soli, vorremmo aiuto, ma non troviamo nessuno che si fa avanti.

Tutto questo e' ovvio, siamo noi stessi che abbiamo scelto di essere soli in mezzo alla folla, non siamo capaci di relazionarci, troppa indifferenza.

La nostra scelta e' sempre la stessa nell'egoismo piu' assoluto all'insegna dell' io e nessun altro!

E' documentato: cresce il numero dei soggeti affetti da "ansia depressiva" dovuta all'isolamento.

Forse mi sbaglio, ma se continuiamo cosi' la strada che stiamo percorrendo non ci porta da nessuna parte, anzi...!

Secondo voi, mi sfugge qualcosa? - Vi l'invito a dire la vostra.

Willy

 
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Il dubbio..

Post n°3 pubblicato il 27 Novembre 2008 da williamsommerset
 
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E' da un po' di tempo che mi frulla in mente e questa mattina piu' delle altre volte, sara' perche' mi ha colpito riscontrare un assillo di un "Amico" genitore.

Faccio ordine e vi invito al dialogo:

- generalmente le attese di un figlio sono quelle di essere supportati dai genitori soprattutto sotto l'aspetto economico;

- un genitore si aspetta dal figlio riconoscenza e, in alcuni casi disponibilita' futura quando eventualmente sara' lui a trovarsi in difficolta' che potrebbe non essere solo economica.

Un genitore, generalmente vive a pieno l'impegno che ne deriva dalla funzione e manifesta una concreta dedizione per il figlio attraverso l'educazione, l'esempio, interviene nelle scelte orientate all'immediato e spesso in previsione del futuro.
Non sempre le cose vanno per il verso giusto, a volte il dato atteso fornisce un risultato diverso e iniziano i problemi.

Il figlio sostiene che il genitore che si e' prodigato ha voluto vivere la vita del figlio come se fosse sua , e lui figlio non ha chiesto nulla.

Sottolinea che l'unica incombenza richiesta nella qualita' di genitore è che ha il dovere di provvedere a sostenerlo soprattutto economicamente, dati i tempi.

A questo punto, il dubbio che mi sorge e':

- forse, nella qualita' di genitore commettiamo, seppur a fin di bene, un grosso errore in quanto bisognerebbe lasciare ai figli ampio spazio e fare in modo che si rendano conto che cio' che si ha non cade dal cielo, che non arriva per grazia concessa e soprattutto, non vi e' obbligo alla pretesa del "dovere".

Secondo il mio punto di vista, un genitore che e' sempre propenso ad essere disponibile nei confronti di un figlio, corre un rischio, non aiuta realmente il figlio ma lo rende (metaforicamente) "portatore di handicap" ovvero non in grado di camminare con le sue gambe.

E allora cosa fare? - quale consiglio dare all'amico?

A voi, la vostra!

 
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A proposito di... Amicizia

Post n°2 pubblicato il 12 Novembre 2008 da williamsommerset
 
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Continuo a credere che l'Amicizia, quella sulla quale personalmente investo sia in corso di esaurimento, che strano: eppure spaziando nei blog, visionando alcuni profili, continuo a rilevare "skills" degni di attenzione poi, "puff" si sgonfiano e viene fuori la reale personalità di chi si iscrive e paventa scopi di vera "amicizia" ma al contrario vengono fuori carenze di ogni genere e gusto.
Poco male, non tutto il genere umano deve necessariamente "relazionarsi".

A domanda, se questa mia affermazione vuol essere una provocazione ed un invito a dire la propria: la risposta e' si!.

Willy

 
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