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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Maggio 2014

Il vaso rotto...dall'India un buon insegnamento...peccato che là siano i primi a disattenderlo.

Post n°1979 pubblicato il 31 Maggio 2014 da g1b9
 

 

Un portatore d’acqua, in India, aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso alle estremità di un palo che portava sulle spalle.

Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro vaso era perfetto. Alla fine della lunga camminata che l’uomo faceva dal ruscello verso casa, il vaso integro arrivava colmo di tutta l’acqua raccolta, mentre quello crepato ne conteneva ormai  poca. Questo andò avanti per anni. Naturalmente, il vaso perfetto era ideale per il compito per cui era stato costruito e orgoglioso dei propri risultati; viceversa, il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, e si sentiva un miserabile fallito perché era in grado di compiere solo parte del suo compito, così un giorno decise di parlare al portatore d’acqua dicendogli: 

"Mi vergogno di me stesso, e voglio scusarmi con te. Sono stato in grado di fornire solo la metà del mio carico, perché a causa di questa crepa nel mio fianco tutta l’acqua se ne esce durante tutta la strada fino a casa tua. A causa dei miei difetti, non ottieni pieno valore dai tuoi sforzi ".

Il portatore d’acqua disse allora al vaso: "Hai notato che c’erano solo fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? Ho sempre saputo del tuo difetto, e così ho piantato semi di fiori lungo il sentiero dal tuo lato e, ogni giorno, mentre tornavamo, tu li annaffiavi. Per anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la mia tavola e, senza il tuo essere semplicemente come sei, non ci sarebbero quelle bellezze ad abbellire la mia casa ".

La morale della storia: Ognuno di noi ha dei propri difetti unici. Quindi siamo tutti dei vasi rotti. Ma sono le crepe e i difetti che rendono interessante e gratificante la nostra vita. Le persone vanno prese per quello che sono, e in loro bisogna cercare sempre il bene. 

 

Beati i flessibili...


Ricordati di apprezzare tutte le diverse persone della tua vita.

 
 
 

Oltre... senza voltarsi indietro!

Post n°1978 pubblicato il 31 Maggio 2014 da g1b9
 

 Tu non puoi attraversare  l'oceano

 a meno che tu abbia il coraggio

 di  non vedere più 

la spiaggia.


 
 
 

Ana Arabia.... Dopo la visita di Papa Francesco in Terra Santa.

Post n°1977 pubblicato il 30 Maggio 2014 da g1b9
 

 Dopo la visita di Papa Francesco in Terra Santa che ha riempito di emozioni forti il mondo intero, portando la speranza di una pace duratura in quei territori, martoriati dall'odio e dalle guerre, esce , dopo la prima a Roma dei giorni scorsi, il film Ana Arabia, il pianosequenza di Amos Gitai.La storia non può essere "tagliata", né la memoria:  in nome di una coesistenza possibile. Questo bellissimo film non sarà purtroppo in tutte le sale. Bisognerà cercarlo pazientemente per godere  l'intensa emozione di questa unica lunga sequenza di  81 minuti.

 

 

Giovane giornalista israeliana, Yael (Yuval Scharf) si reca in una bidonville di Jaffa per realizzare un reportage sulla famiglia di una donna, ormai passata a miglior vita. Ebrea sopravvissuta all'Olocausto, si convertì poi all'Islam: incontrando il marito della donna, la figlia, la nuora e i vicini, Yael scopre le sfumature di un vissuto che è in netto contrasto con le divisioni e l'odio che caratterizzano - a livello politico e agli occhi del mondo - quei territori.
  Il nuovo film di Amos Gitai è un unico pianosequenza , un film che non ha richiesto montaggio. La macchina da presa  gira  senza interruzione accompagnandoci  in quel cortile, dentro l'appartamento, segue il passo di Yael, che in maniera quasi circolare esplora quella realtà con la stessa cura, e attenzione, con cui ascolta le parole dei vari Yussuf (Abu-Warda), Miriam (Sarah Adler), Sarah (Assi Levy) e Hassan (Uri Gavriel). Lo spettatore non può fare altro che entrare, al seguito della giornalista,vivendo con lei tutto quello che gi accade intorno, un film che qualcuno ha definito senza orologio, infatti non  si potrebbe guardarlo senza smarrirsi.
La storia non si può "tagliare", sembra  dire Gitai, e la memoria prende forma, le sembianze di un cerchio.  Infatti  in questo racconto di dolore e determinazione, ma anche di tradizioni e condivisioni, si trovano gli elementi propri della circolarità - nascita, vita, prigionia, esilio, radici, morte - che non potrà mai terminare, finché a tenerla in vita è il ricordo, e la parola.
E'un film-manifesto sull'importanza della tradizione orale, e come il cinema possa trasformarsi in "strumento di speranza": una volta, come dirà ad un certo punto un personaggio del film, "alla base di tutto c'era il rispetto. Non importava essere arabi, ebrei, cristiani o beduini, si stava insieme come continuiamo a fare noi qui". In un luogo - la Terra Santa - che "alcuni reclamano come proprio, ma che appartiene solamente a Dio", gli fa eco un altro. Quello che conta, nella realtà di tutti i giorni, è proseguire sulla strada della coesistenza. E del dialogo. Che nel film di Gitai, per forza di cose, è elemento predominante e persistente. Allo spettatore viene chiesto molto, è vero, ma è uno sforzo  necessario alla comprensione e condivisione dell'assunto del film.  Poi le parole, e i volti, si allontanano dalla macchina da presa, che punta lentamente verso il cielo  abbracciando poi un'intera veduta di Jaffa. Insieme al terzo movimento della sinfonia n° 1 di Gustav Mahler.

 Da una trasmissione radio Rai1



 

 
 
 

My way...

Post n°1976 pubblicato il 29 Maggio 2014 da g1b9
 

"I stopped telling myself that I’m lost.
 I’m not.
I’m on a road with no destination, I’m just driving with hope that I’ll find a place that I like and I’ll stay there.I’m not lost, I’m on my way."


  Ahunnaya 

 

" Ho smesso di dire a me stessa che  mi sono persa. Io non lo sono. Io  sono su una strada senza meta, sto guidando con la speranza  che troverò un posto dove mi piacerà fermarmi. Non mi sono persa, sono  sulla mia strada"


 
 
 

La Venere di Botticelli a Biella...

Post n°1975 pubblicato il 29 Maggio 2014 da g1b9
 

La Venere  di Botticelli arriva a Biella. Il bozzetto del capolavoro rinascimentale potrà essere ammirato al Museo del Territorio Biellese dal 29 maggio fino a settembre. Il quadro, donato dall’ imprenditore biellese Riccardo Gualino alla Galleria Sabauda di Torino nel 1930, arriverà nel capoluogo laniero dopo una tournée che ha toccato Hong Kong, Macao e Pechino; mentre in autunno  sarà esposto al Louvre di Parigi in una mostra dedicata al Rinascimento fiorentino.

L’opera è un vero e proprio gioiello dell’arte rinascimentale a cavallo di fine ‘400;  infatti,  si tratta di un dipinto ad olio su tela di inestimabile valore, realizzato da Sandro Botticelli nel 1482 e opera preparatoria per la più nota “Nascita di Venere”, appartenuta alla famiglia de Medici ed ora  esposta alla Galleria degli Uffizi a Firenze.

 

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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