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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Ottobre 2014

Per favore non chiamatemi Senatore, ho impiegato una vita per diventare Eduardo."

Post n°2229 pubblicato il 31 Ottobre 2014 da g1b9
 

 

Sono passati trent'anni da quando Eduardo De Filippo ci lasciò, ma quello che se andò via fu il suo viso malinconico, scarnito, la sua voce velata, quasi afona , eredità degli abiti umidi indossati nei primi camerini, scavati nella roccia. Se ne andò portandosi via la sua grande umanita, la sua sottile ironia.  Prima di visitare Napoli si dovrebbe leggere l'opera di questo immenso autore ed attore , che recitava se stesso con tutta la poesia della simpatia, della generosità, della furbizia , dell'umanità della gente di  Napoli, la poesia del sole, del mare, della musica di Napoli, la poesia dei profumi del cibo napoletano .Persino le stelle cantate da Eduardo hanno una brillantezza diversa. Non fu solo erede della tradizione comica iniziata nel Seicento, ma reinventò quest'arte della farsa napoletana e della commedia dialettale. Poi incontrò Pirandello, lavorò con lui  ed incominciò a lavorare al progetto di un teatro nazionale, che realizza  con le commedie degli anni quaranta e cinquanta, dove si parla dell'uomo, della famiglia,della società contemporanea, in maniera poetica, toccante, oltre il folkclore locale. Di solito si pensa a lui come ad un autore comico, ma non si ride leggendolo. A teatro si rideva invece perchè era l'attore che coloriva, calcava i personaggi e riusciva a  portare sul comico anche il momento più  drammatico. Oggi ho riletto alcune sue poesie, toccano l'anima fino in fondo e mi è tornata in mente una frase, che disse durante un'intervista:" Per favore non chiamatemi Senatore, ho impiegato una vita per diventare Eduardo."

 

           a... b... c... d...


Nu fugliett' 'e quaderno aggiu truvato
ncopp' a nu marciapiede. Pè capì
che steva scritto me l'aggiu piglaito.
Lettere grosse e storte: A... B... C... D...
Mille quaderne, mille guagliuncielle:
scriven' eguale, 'o stesso, a chell'età.
Però quanno se fanno grussicielle,
stu carattere eguale chi t' 'o dà?
Nun capisco, se guastano p' 'a via,
nun trovano cchiù pace... ma pecché?
Stùriano pè cagnà calligrafia
e ognuno scrive cumme vò parè.
Ce hanno criato ' na manera sola,
chi cagne è pè superbia,
t'ho dich'j'...
'E guaglinucielle, quanno vann'a scola,
scriveno tutte eguale: A... B... C... D...

 

 

Quanno parlo cu te

A parlà c' 'a luna e ' sole
songo buone tutte quante:
nnanz' 'a luna tu te ncante
e te miette a ragiunà.

Spicialmente 'a luna chiena
me risponne a tuono, a ssisco,
e me dice: "Te capisco,
saccio che ne' vuluto dì".

Nnanze a te pure me ncanto,
tu però, quanno me siente,
nun capisce 'o riesto 'e niente!

Ma sta luna, fusse tu?

 

'a neva

Nu sole spaccaprete
fatt'a fferz' 'e lenzole
menate dint' 'e bbarche
e ncopp' a tutt' 'e case
ammuntunate sott' 'o Vesuvio
e ncopp' a vocca soja
zucchero in polvere,
cumme si 'e pressa 'e pressa
a uocchio a uocchio
$avesse fatto
uno muorzo surtanto
'e na pasta bignè.
E che cielo!
Nu cielo a tavuletta
trasparente e turchese.
Accussì scenne a Napule,
ncopp' 'o Vesuvio,
'a neve

 

 

 

 
 
 

L'amore..onda alta..

Post n°2228 pubblicato il 31 Ottobre 2014 da g1b9
 

 

 

 
 
 

La telepatia è possibile?

Post n°2227 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da g1b9
 

 

Una ricerca europea parla del primo esperimento di comunicazione riuscito, tra India e Francia

  In uno studio pubblicato sulla rivista americana PLOS one, dei ricercatori sostengono di essere riusciti a trasmettere per la prima volta un messaggio mentale semplice tra due persone a distanza di migliaia di chilometri.

L'esperimento è stato condotto tra l'India e la Francia. Uno dei due soggetti aveva degli elettrodi in testa che trasmettevano via internet le sue attività cerebrali - messaggi semplici tipo "buongiorno" e "ciao" - in forma di elettroencefalogramma. Un computer convertiva questi impulsi elettrici in un codice binario - il linguaggio della macchina - prima di inviarli a un altro computer che li trasmettesse all'altra persona, in Francia, sotto forma di flash luminoso. Quest'ultimo non poteva né sentire né vedere le parole, ma è stato in grado di interpretare i segnali luminosi e capire i messaggi. Quel che si dice, appunto, trasmettere telepaticamente.

"Volevamo vedere se era possibile comunicare direttamente tra due persone leggendo le attività cerebrali della prima e poi trasmettendole a un'altra a grandissime distanze tramite i sistemi di comunicazioni esistenti, come internet", ha spiegato Alvaro Pascual-Leone, professore di neurologia alla facoltà di medicina di Harvard, co-autore della ricerca.

Allo studio hanno preso parte anche dei ricercatori dell'università di Barcellona, della firma di robotica e neuroscienze spagnola Starlab e della società francese Axilium Robotics. La data ufficiale è il 19 agosto: un primo passo nell'esplorazione di altri mezzi di comunicazione, secondo i ricercatori, arrivato dopo una decina di anni di tentativi.

I vantaggi che potrebbero derivarne non mancano: "Pensiamo che potrebbero esserci degli scambi diretti tra computer e cervello umano in un futuro non troppo lontano, che permettano una comunicazione da un cervello all'altro quasi automatico e creino delle nuove possibilità di relazioni sociali". Ad esempio, comunicare con delle persone paralizzate o incapaci di parlare.

Alcuni autori esterni hanno però segnalato dei conflitti di interesse. Tre dei ricercatori sono infatti dipendenti della firma Starlab a Barcellona, che ha finanziato parte degli esperimenti.

Nel 2013 dei neurobiologi dell'Università Duke nella Carolina del Nord (Usa) erano riusciti a trasmettere delle informazioni tra due ratti tramite una forma di telepatia

 Huffington Post.

 
 
 

Memoria masochista...

Post n°2226 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da g1b9
 

 

Memoria masochistica


È la legge della memoria masochistica: via via che brandelli della sua vita sprofondano nell'oblio, l'uomo si sbarazza di ciò che non gli piace e si sente più libero, più leggero.

 

 

Milan Kundera

L’ignoranza

 

 
 
 

Quello che manca...

Post n°2225 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da g1b9
 

 Anni fa, quando da poco stavo sul web, tra gioie e grandi delusioni, parlai di questo con un amico (max6_66, che ultimamente ha traslocato  perchè insofferente alla pubblicità di Libero), il quale scrisse per me questo racconto. Ebbene, attraverso le sue parole compresi cosa significa avere un profilo ed un blog, qual'è e quale deve essere il suo posto nella mia vita. Ancora oggi lo ringrazio! Auguri Massimopiero per la tua nuova avventura!

Quando ci si avventura in territori per noi nuovi e sconosciuti è normale essere improvvisamente assaliti da momenti di angoscia. La prima volta che sono stato in un posto molto lontano da casa mia ho vissuto alcuni attimi di panico. A qualche anno di distanza il ricordo assume i contorni affettuosi e divertenti che sono propri della situazione, una volta che il tempo ha compiuto la sua operazione più classica: la trasformazione della carta vetrata in ovatta.

Se dovessimo immaginare la situazione ideale, poco gli corrisponde come l’essere in un paese tropicale, sul mezzo del giorno, sorseggiando un cocktail su una spiaggia bianchissima. Per i maschietti si potrebbe aggiungere l’essere circondati da bellezze locali con corpi scolpiti e la pelle color dell’oro. Vabbé, pane al pane, Anche per le femminucce. Comunque, la prima volta che mi sono trovato in questa situazione, ho provato un grande immediato appagamento pensando a dove mi trovavo. Mi sono anche guardato intorno per alcuni minuti, con la cannuccia in bocca ed il sorriso ebete, pensando che in quel momento non mi mancava proprio niente. Ed è proprio al termine di quell’attimo che una strana sensazione ha generato un brivido che ha attraversato tutto il mio corpo. Dalla sensazione alla certezza: pur in presenza di un sole abbagliante, il mio corpo non produceva ombra. Dopo anni di silenziosa ma costante presenza, per la prima volta nella vita, la mia ombra mi aveva abbandonato. Appena il tempo di balzare sotto un ombrellone, guardandomi con circospezione intorno per verificare se nessuno si fosse accorto di questa mia grave mancanza.

Il sudore sulla fronte riusciva a malapena a raffreddare oscuri pensieri legati a esseri maligni che non si riflettono negli specchi, film dove il protagonista si accorge solo alla fine di non essere più in vita, racconti del terrore dove il proprio corpo salta tra una dimensione reale ed una irreale, tra l’esistere e il non esistere. Il dubbio di non essere una persona che in quel momento stava vivendo veramente quell’esperienza che fino a pochi istanti prima sembrava rasentare la perfezione, mi aveva fatto sprofondare nell’ansia. Anche l’immediata consapevolezza che nemmeno tutte le altre persone di quella spiaggia avevano l’ombra era riuscita a consolarmi più di tanto. Ho passato il resto della vacanza rinchiuso in albergo, con le finestre chiuse e la luce accesa, cercando di risollevarmi con l’ombretta artificiale così generata. Poi la vacanza è terminata e sono riuscito a mettere tutti i chilometri che c’erano tra quella spiaggia dei dannati e la mia rassicurante casa, dove ho avuto la fortuna di tornare in una bella giornata di sole che mi ha permesso di ritrovare immediatamente la mia inseparabile compagna.

Che poi, la nostra ombra è sempre la stessa, o quella che ricompare all’alba, dopo una notte di assenza è un’ombra nuova, rinata come rinasce il sole del giorno successivo ? E quando dopo il tramonto andiamo a dormire, l’ombra svanisce, muore, o giace invisibile nel letto al nostro fianco ? E quella generata dalla luce artificiale che illumina le nostre stanze è una mera supplente, o la stessa fedele compagna con un altro vestito, che quando l’oscurità ha preso possesso del mondo esterno alla nostra casa si è già messa il pigiama ed è pronta per la notte ?

Nella fascia di latitudini comprese tra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno, il Sole raggiunge lo zenit due volte l'anno. In altre parole, in ogni luogo compreso tra i tropici, per due giorni all'anno esattamente a mezzogiorno, il Sole è perfettamente perpendicolare. In quel momento quindi non si vede la propria ombra, che rimane nascosta e rintanata esattamente sotto i nostri piedi.

L’uomo colloca la propria nascita ed esistenza al centro dell’universo. Quello che vede o percepisce esiste, quello che non vede non esiste. La realtà è opposta, perché niente è vero, e vero può essere tutto…….basta crederlo per un momento, e poi mai più. E poi di nuovo, e poi sempre. O per sempre mai più.

 

Vorrei sapere dell'acqua del mare,

se invecchia, se muore!

ci sarà la più giovane,

quella che più viva si muove:

e l'altra, quella che spuma,

quella che stracca s'abbatte alla spiaggia,

è forse la vecchia? Vi fa

ridere questo pensiero

dell'acqua bambina,

dell'acqua vecchia del mare?

(Luigi Pirandello “La favola del figlio cambiato)

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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