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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi del 05/12/2014

A Thousand kisses deep. A Leonard Cohen's song.

Post n°2290 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da g1b9
 

 

Questa immagine  evoca un inganno, la 'via delle illusioni perdute', un'immagine della vita di tutti i giorni, con le sue tentazioni e le sue disillusioni. In effetti esiste davvero una 'Boogie Street' a Singapore. Una strada molto attraente, dove si può trovare di tutto, una di quelle strade che esistono dovunque e,di notte, quella stessa strada diventa la più sensuale di tutta la zona. E' la strada della droga e del sesso e di tutti gli inganni che queste attività comportano, un inganno che diventa più crudele quando si invecchia .
 Questo è il senso di questa bella canzone, l'accorgersi che nulla va bene nella vita, il desiderio di cambiare.. ma poi che c'è di più confortevole, gratificante che sprofondare in mille baci?
A Thousand Kisses Deep è una canzone che riassume abbastanza bene la sconfitta  che ci affligge.  E' il sentimento che ci dice che tutto è solo temporaneo e senza sostanza, che dobbiamo vivere la vita come se fosse tutta vera, mentre la realtà è aldilà dell'umana comprensione. Al giorno d'oggi abbiamo compreso buona parte dei meccanismi che regolano l'essere umano, ma  ci rendiamo conto che tutto ci sfugge.  E pur tuttavia siamo spinti ad andare avanti..

 

 

Profondo un migliaio di baci

I pony galoppano, le ragazze sono giovani
 I pronostici sono lì per essere vinti
  e per poco che tu vinca,eccoti
 la tua piccola serie di successi
 E ora sei riunito qui  per scommettere
 la tua invincibile sconfitta,
 vivi la tua vita come se fosse vera,
 nel profondo di un migliaio di baci.
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E a volte quando la notte rallenta,
  disgraziati e  persone miti,
 raccogliamo i nostri cuori e 
sprofondiamo in un migliaio di baci.
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Il cane nero...

Post n°2289 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da g1b9
 

 

La depressione è una vera e propria malattia, una malattia terribile, la più terribile. È il "male oscuro", come il più profondo? Perché ci tortura? Cosa abbiamo fatto per meritarci una simile punizione, anche se non abbiamo nulla da farci perdonare? Abbiamo commesso un delitto? Siamo pronti a pagarne il prezzo. Qualunque castigo ci sarà inflitto lo subiremo. Perché solo attraverso le braci ardenti del pentimento, la nostra coscienza si risveglia e si riscatta, ci rimette in pace con noi stessi.

Quale maleficio s'insinua nella depressione? Chi decide che dobbiamo passare sotto le sue forche caudine, inermi e inerti, subendo e soffrendo?

Perché la natura che ho sempre amato e onorato e che considero il più grande dei doni elargiti da Dio all'uomo, mi diventa ostile? Perché gli alberi, di cui avevo gioiosamente accarezzato le foglie, rispettandole anche quando, ingiallite, d'autunno cadono foderando romanticamente i viali, sono diventati fantasmi? Perché il mio cane, anche il mio cane, il mio caro meticcio Cirillo che mi ha sempre tenuto la più tenera e discreta compagnia, si trasforma in una creatura indifferente e, se abbaia, fastidiosa? Perché i libri, che sono la mia vita, perdono ogni interesse? Perché distrattamente, meccanicamente li sfoglio senza leggerli e, se li leggo, lo faccio solo per dovere? Perché un film, i miei film culto, se mi capita di guardarli, non li vedo, perché quando la mente è altrove è difficile richiamarla? Perché tengo alla larga gli amici e, quando mi sono vicini, è come se fossero assenti? Perché la mattina non mi alzerei mai? Perché passerei la giornata a letto? Perché invidio l'ultimo clochard che incontro per strada, alla stazione, sui gradini di una chiesa? Non ha niente, non ha nessuno, vive alla giornata. Sì, ma vive. Io muoio. Quanto vorrei essere al suo posto, sepolto in una scatola che sembra una bara! Affamato, assetato, compatito da tutti. Il destino si è malvagiamente accanito contro di lui, ma gli ha risparmiato i morsi del "cane nero".

Il "cane nero", il "male oscuro", un'ossessione senza fine, che non ti dà tregua, non si placa mai. Una landa che ti si conficca nel costato, un coltello che ti scalca il cuore, un punteruolo che te lo trafigge e lo fa a brandelli. Chi non conosce questo morso feroce ti esorta a farti coraggio, a mettere alla prova, sino a sfidarla, la volontà, costringerla a reagire e a volgere a tuo favore il tuo dramma.

Ma la depressione è la malattia della volontà, è la sua perdita totale, il suo annullamento. Tu ti senti ancora peggio perché ti senti incompreso. Ma come ti può comprendere chi non è mai entrato in questo antro infernale, chi non ha mai varcato la soglia di un tenebroso labirinto senza fili di Arianna, senza bussola, senza niente? Un labirinto dove tu sei solo con te stesso, o quello che di te stesso rimane. E, intorno, minotauri, vampiri, draghi, serpenti, paludi melmose che t'inghiottiscono, baratri in cui precipiti senza rendertene conto. E strade tortuose che ti portano fuori strada e ignori dove ti condurranno. Tu vaghi, smarrito come un demente, agitato come un naufrago che non trova la riva, che non sa dove gettare l'ancora, perché l'ha perduta. Che cerca una zattera, la vede in lontananza, ma non riesce a raggiungerla e poi eccola svanire, sfocandosi e confondendosi con il più torbido orizzonte.

Esasperato e disperato, t'illudi di trovare uno sfogo nel pianto. Versi, singhiozzando, tutte le lacrime che hai nel cuore, ammesso che qualche frustolo ti sia rimasto, e vorresti morire, morire subito, di un colpo, e di colpo farla finita, non pensare più a niente, suggellando un'esistenza che non avresti mai immaginato così sadica, crudele, iniqua.

T'imbottisci di psicofarmaci, che ci vogliono, ma ben dosati: mai abusarne. L'effetto si fa sospirare e una mattina ti svegli con un'ansia che sfiora l'angoscia, ma che non è angoscia.

Piano piano, impercettibilmente, le ante della tua finestra si dischiudono, ma non puoi ancora affacciarti. Solo uno spiraglio, che vagamente fa filtrare un pallido raggio di luce. È l'inizio della rinascita. Ma non illudetevi: ci vuole pazienza.

Roberto Gervaso


 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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