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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi del 27/03/2015

Cercasi interprete di sogni disperatamente...

Post n°2495 pubblicato il 27 Marzo 2015 da g1b9
 


  Mi sono chiesta spesso se i sogni abbiano un senso, se vogliano esprimere qualcosa di noi, se vogliano darci dei segnali, se non siano altro che un momento di sonno particolare , perchè, dicono gli esperti,  il sogno rientra in uno dei periodi del sonno, per cui si sogna sempre, ma sono rare le volte che si ricorda un sogno . Almeno a me capita così; ricordo i sogni spaventosi, quelli che ti svegliano e ti ritrovi terrorizzato in un bagno di sudore, col fiatone, ricordo i sogni dolci, quelli che interrompi al risveglio e  non sai se sono sogni o realtà e non vorresti interrompere, poi ricordo i sogni strani, nonsense, quelli che ti viene voglia di raccontare perchè non trovano spazio nemmeno nella mia fantasia.
 Mi dicono che raccontare i sogni faccia bene, allora cercherò di raccontarvi la mia avventura di stanotte, forse, se qualcuno leggerà, potrà darmi una spiegazione.
 Non so chi fosse il mio accompagnatore ed io ero quella che sono ora, una signora di una certa età invitata ad una festa di Berlusconi, si, proprio lui,  e pensare che per questa persona ho avuto sempre la massima indifferenza, nè amore, nè odio, poichè odio la politica  da anni, non vado a votare da altrettanti e credo che non ci tornerò fin quando mi accorgerò che il voto viene rispettato.
Ed eccomi in questa casa a forma di elle con tetto semicilindrico,due navate enormi , altissime, interamente dipinte da  terra  a soffitto, una specie di  Cappella Sistina, ricordo il predominare dell'azzurro come sfondo agli affreschi, che non saprei descrivere  se non per l'ammirazione che suscitavano in me, che, come una formica persa nell'immenso , aguzzavo la vista per godermi queste meraviglie... non un mobile, una sedia, poltrone e divani... nulla , solo mucchi di grandi ombrelloni. La casa era vuota,  se parlavo al mio amico sconosciuto mi rispondeva  l'eco delle mie parole. Percorsa una delle navate, l'unica che avesse uno sbocco oltre l'ingresso, mi ritrovai in una galleria, sulla quale si  aprivano decine di camere da bagno, direi bugigattoli, il tutto rivestito di piastrelle bianchissime,  alla pulizia delle quali attendevano strane goffe donne con bimbi al seguito, che sguazzavano in un carretto colmo di ogni giocattolo potessi immaginare.. la musica... una nenia proveniva da una finestra che s'affacciava  su un cantiere, dove  si teneva questa festa. Arredo gigantesco, che avrebbe fatto la sua figura nei due immensi saloni vuoti,  gli invitati, sprofondati nelle poltrone parevano formiche... Pioveva a dirotto e c'era un andirivieni di inservienti che portavano ombrelloni, come quelli che avevo visto prima.. Ricordo che tentai  di tornare indietro, convinta di essere in un manicomio, ma sono stata trattenuta da uno spazzolone che indossava un casco da motociclista  raffigurante  la chioma di Berlusconi... Per fortuna mi sono svegliata, da stamattina questo sogno mi frulla in testa, non riesco a capire perchè, non mi ha spaventato, non mi ha divertito, mi ha lasciato invece un malessere...
  Non vi nascondo che preferisco sognare ad occhi aperti, quando , sulla nuvola delle emozioni, vivo momenti di favola..

 
 
 

La porta sbarrata...

Post n°2494 pubblicato il 27 Marzo 2015 da g1b9
 

 

Perché anche i passeggeri? Nei giornali come nelle case si ragiona con i pochi elementi a disposizione, ma è impossibile interrompere il percorso ossessivo dei pensieri. Di solito un depresso la fa finita in solitudine. Al più associa al sacrificio i familiari stretti, che considera una prosecuzione di se stesso. Ma il copilota che ha mandato l’aereo tedesco contro la montagna ha deciso di coinvolgere nel commiato degli sconosciuti. Peggio, degli sconosciuti che aveva appena incontrato. Lo immaginiamo all’imbarco, o sulla porta della cabina prima del decollo, mentre sorride alla comitiva di turisti e fa un cenno di saluto alla scolaresca in gita premio. Dopo avere visto in faccia le persone che gli erano state affidate, come ha potuto tradirle? Non si può neanche dire che, accecato dal suo male insondabile, a un certo punto abbia creduto di essere rimasto solo. Se ha chiuso la porta per impedire al comandante di rientrare in cabina, significa che era consapevole della realtà. Per compiere l’atto che lo ha isolato dal mondo doveva sapere che oltre quella porta c’era il mondo. E che lui lo stava condannando a morte.  

Non basta la depressione a spiegare una strage, così come nel caso dei terroristi islamici non basta la fede. Ci vuole il delirio di onnipotenza. E il culto della morte simbolica. Con la sua parte irrazionale il copilota avrà stabilito che proprio l’aereo, la sua vita, diventasse la sua morte. Il resto, centoquarantanove esseri umani, gli sarà sembrato un effetto collatere .

Massimo Gramellini

 

 
 
 
 
 

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