Sentimentalmente

Hady Lamarr...Bombshell.

"Qualsiasi ragazza può apparire meravigliosa. Basta che stia ferma e sembri stupida". Era una donna audace, provocatoria e complessa Hedy Lamarr, l'attrice di Hollywood considerata la più bella del suo tempo, gli anni Trenta e Quaranta, capace di conquistare qualsiasi uomo.  Star di kolossal come il Sansone e Dalila di Cecil B. DeMille ma anche protagonista del primo nudo della storia del cinema, nell'erotico Estasi che condizionerà tutta la sua vita e carriera.

Ma Hedy Lamarr è stata molto più di questo:all'età di 5 anni smontò e rimontò uno dei suoi giochi preferiti un carillon di legno con un motivetto austriaco, è stata una studentessa di ingegneria a Vienna dove è nata nel 1914 con il nome di Hedwig Eva Maria Kiesler, interruppe  gli studi quando giovanissima venne scoperta dall'industria cinematografica viennese. Ma la mente matematica e creativa, e la passione per creare oggetti l'avrebbero portata molti anni dopo a inventare, insieme al musicista George Antheil, un sistema di modulazione per la codifica di informazioni da trasmettere su frequenze radio, importante per comandare a distanza siluri e mezzi navali, un'intuizione che sta alla base dei moderni wi-fi, bluetooth e gps. Per anni però Lamarr  fu solo una bellezza di Hollywood e una star .  La sua genialità e la paternità del brevetto vennero riconosciute solo pochi anni prima della sua morte. Lei non ottenne neppure un dollaro dei 30 miliardi che la sua invenzione del 1942 si stima abbia fruttato all'industria bellica e delle telecomunicazioni, in compenso negli anni Novanta il suo lavoro venne riconosciuto e venne premiata con alcuni riconoscimenti che però non ritirò di persona. Il giorno del suo compleanno, il 9 novembre, venne proclamato Giornata dell'Inventore in Germania, Austria e Svizzera.

Tutto questo, e molto altro ancora, è raccontato in Bombshell: The Hedy Lamarr Story, il documentario di Alexandra Dean prodotto da Susan Sarandon che ,dopo la première al Tribeca film festival lo scorso anno ,è arrivato finalmente anche in Italia, il 17 marzo, con un'anteprima a Milano alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli per poi girare l'Italia in una serie di cinema di qualità. Nel film la figlia Denise Loder dice che anche se non si è mai definita tale, sua madre è sicuramente da considerare una femminista: "Certo, non ci sono dubbi: la sua vita è stata un esempio di femminismo. Se fosse viva oggi sarebbe una leader dei movimenti #metoo e Time's Up ne sono certa - dice da New York la regista Alexandra Dean - Oggi la troveremmo alla Silicon Valley, non venderebbe i suoi baci (come fece durante la seconda guerra mondiale per raccogliere fondi per gli Alleati) ma me la immagino combattere per essere presa sul serio dal Marc Andreessen".