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Ma a voi piacciono i malls?

Post n°131 pubblicato il 20 Marzo 2010 da gabriellatiganisava

Ma a voi piacciono i malls?

Va bene, per chi non mastica neanche un po’ d’inglese riveleremo che i malls sono quegli immensi centri commerciali la cui diffusione è capillare negli Stati Uniti ed ultimamente abbastanza radicata anche in Italia, seppure siano di minori dimensioni e varietà di prodotti. L’opulenza e l’estrosità americane sono difficili da eguagliare, ma l’asetticità e il senso di smarrimento che essi trasmettono sembra siano uguali. Questi centri, dall’architettura spesso fastidiosamente ipermoderna e dagli immensi parcheggi, sono, a mio avviso, il trionfo della bruttezza e della impersonalità tipiche, ahimé, delle società post-moderne. Spesso essi sono carenti di spazi verdi e ricchi invece di negozi di grandi marche e catene internazionali. Ma, non posso negare che ogni qualvolta, mio malgrado, qualcuno mi chiede di recarmi, provo un vago senso di tristezza. Si, questi malls, saranno anche pieni fino alla saturazione di tanti begli oggetti, utili e assai più spesso inutili, di prodotti di marca, di luci e angoli di ristoro, ma, sono anche ispiratori di depressione e angoscia. Le luci dei neons in particolare sono proprio insopportabili: mi chiedo sempre come faranno le commesse a sopportarle per tante ore… ma le stesse operatrici commerciali (a dir la verità anche loro spesso asettiche e distanti, se non proprio antipatiche, diciamolo!) ostentano un certo inspiegabile senso di superiorità rispetto noi comuni mortali, che non lavoriamo in questi grandi centri, per cui probabilmente , non ci faranno neanche caso! Mi domando se non sarebbe stato meglio, anziché creare questi mostri in cemento, magari sfruttare le stesse aree per dar vita a parchi, giardini, viali alberati. Abbiamo veramente bisogno di questi centri o ne subiamo la presenza? Molte famiglie amano trascorre al loro interno lunghi pomeriggi con i propri bimbi, liberi di scorrazzare senza il rischio di finire sotto qualche auto. Si, saranno anche più al sicuro, ma non farà loro male soggiornare in questi ambienti così poco salutari, con temperature da altiforni e luci abbaglianti? Non sarebbe meglio che portassero i loro pargoli al mare?

Proprio pochi giorni fa sono andata al mercato coperto rionale e qui ho riscoperto il piacere di chiacchierare con simpatici venditori: un arguto commerciante fiorentino, dopo un po’ di piacevoli complimenti, mi ha fatto assaggiare la ricotta fresca e il pecorino fatti dalla ‘su sorella, un pezzetto di pane toscano (avete presente quegli enormi pani di una volta, cotti al forno?) con semi di girasole, veramente squisito… mi ha fatto ridere con i suoi modi di dire e mi ha invitato a ritornare, proponendosi anche come possibile fidanzato! Raccogliendo lo scherzoso invito, gli ho risposto che, vista la bontà dei prodotti della ‘su sorella, non avrei mica sbagliato partito: in fondo cosa c’è di meglio di buoni prodotti serviti con simpatia e genuinità? Con i tempi che corrono e i tanti intellettuali (o pseudo tali) a spasso, dove lo si trova più uno così?

Colgo l’occasione per ricordare che domani, alle ore 18.00, Calderoli sarà presente a Firenze all’hotel Baglioni, per incontrare simpatizzanti e aspiranti tali. Da buona terrona (non mi offendo mica ad essere così etichettata, anzi) cercherò di presenziare, così potrò divertirmi un po’ con le boutade che spesso il ministro leghista rilascia, con grande compiacimento, ai media. Nello stesso tempo cercherò anche di cogliere meglio i messaggi di una forza politica, distante per molte cose dai miei orientamenti politici, ma che comunque riesce ad attirare nella sua orbita per la coerenza dei suoi programmi e il gusto della provocazione che spesso viene frainteso e male interpretato.

M. Gabriella Tigani Sava

 

 

 

 

 
 
 
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