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Lo scoppio del CARRO

Post n°195 pubblicato il 27 Aprile 2011 da gabriellatiganisava
 

LO SCOPPIO DEL CARRO

 

La colombina vola dritta sulla Pasqua dei fiorentini!

 

Si perde nella notte dei tempi la cerimonia dello “scoppio del Carro” o del Brindellone, nomignolo con cui i fiorentini additano il carro pasquale.

Tanti importanti avvenimenti della città di Firenze si intrecciano alla storia di questa antichissima cerimonia, le cui origini sembra risalgano nientemeno che all’epoca della prima Crociata (1096-1099), guidata da alcuni nobili, tra i quali Roberto di Normandia (Francia del Nord), Raimondo di Tolosa (Francia del Sud), Tancredi (Normanni) e Goffredo di Buglione (Lorenese), promossa dal papa Umberto II (suo il celebre “Dio lo vuole”) per liberare la Terra Santa dal dominio musulmano (i Turchi Selgiucidi avevano conquistato Gerusalemme, la Siria e l’Anatolia).

Secondo la tradizione storica, sarebbe stato un giovane nobile fiorentino, Pazzino, della famiglia de’Pazzi, ad issare l’insegna bianco e rossa dei suoi commilitoni, sulle mura di Gerusalemme, espugnata dai cristiani nel luglio del 1099 (e ricaduta nelle mani del sultano Saladino nel 1187), dopo cinque settimane di assedio. Come premio il Pazzino avrebbe ricevuto da Goffredo di Buglione (Bassa Lorena), tre schegge del Santo Sepolcro che, il soldato di Dio, dopo la costituzione del Regno di Gerusalemme, al suo rientro dalla Palestina, avrebbe riportato a Firenze e qui esse sarebbero state custodite dapprima nella Chiesa di Santa Maria Sopra a Porta, poi nella Chiesa di San Biagio e in ultimo, a partire dal 1785, nella Chiesa dei Santi Apostoli. La festa del carro simboleggia la distribuzione del fuoco benedetto alla cittadinanza.

 Sempre secondo quanto tramandato dagli storici (ma sull’attendibilità delle fonti sorgono però alcuni legittimi dubbi), ogni Sabato Santo, i giovani fiorentini erano soliti riunirsi nella Cattedrale dove ardeva il fuoco acceso con le scintille delle tre schegge di pietra del Santo Sepolcro. Più avanti nel tempo, si pensò di trasportare il fuoco santo dentro la Cattedrale con un piccolo carro e, forse a partire dal Trecento, fu introdotto l’uso dei fuochi artificiali.

Quando la famiglia Pazzi, che per molti anni aveva avuto il “monopolio” della festa, fu allontanata dalla città in seguito alla celebre congiura contro i Medici, il governo cittadino decise di porre fine allo scoppio del carro, pur mantenendo tuttavia l’usanza di distribuire il fuoco benedetto al popolo, riunito intorno alla Cattedrale e al Battistero. La decisione risultò così impopolare tra i fiorentini che lo stesso governo repubblicano ritornò sui propri passi e decise di ripristinare i festeggiamenti così sentiti dalla popolazione. Nel 1497, un’altra vicenda storica influenzò il regolare svolgimento della cerimonia, ossia la cacciata de’ Medici, dovuta anche alle predicazioni del frate domenicano Girolamo Savonarola. L’allontanamento dei Medici permise il rientro in città della famiglia de’ Pazzi la quale riacquistò i suoi privilegi, tra cui quello relativo alla “gestione” della cerimonia del carro, che per volere della stessa famiglia de’Pazzi, doveva diventare più sontuosa e importante. Fu infatti allestito un carro (lo stesso in uso ai nostri tempi) più grande e più robusto, a tre ripiani, che ha subito numerosi restauri, soprattutto dopo l’alluvione del 1966. I fuochi posti sui tre piani del carro erano incendiati da un razzo (a forma di una piccola colombina bianca) che i fiorentini chiamano tuttora la “colombina” e che viene fatta scorrere su una corda fissata tra il Duomo e il Battistero. Dalla traiettoria del volo della “colombina” si traevano anticamente auspici per il raccolto: oggi invece, lontani dalle credenze delle popolazioni rurali, si pensa che il volo non interrotto della stessa, sia segno di un buon anno per la città di Firenze.

 

‘I Brindellone è solitamente accompagnato, dinanzi al Duomo, da un corteo di musici, sbandieratori e armati del Calcio Storico Fiorentino. Alle ore undici, puntualmente oramai da tanti anni (ma in passato probabilmente si osservava un orario differente), quando in Duomo si alza il canto Gloria in excelsis Deo, viene dato fuoco al razzo-colombina, che va ad incendiare i fuochi pirotecnici distribuiti sul carro pasquale. Accompagnata dal festoso scampanellìo delle campane, una pioggia di fuochi colorati (per l’edizione 2011 anche il viola della città e quelli tricolori dell’Italia) avvolge il Brindellone, fino ad oscurarlo quasi per intero. I fiorentini incrociano le dita: anche quest’anno la colombina fila dritta, senza intoppi: la città può quindi ritornare alla quotidiana routine, fatta di arte, turismo e una sottile, quasi impercettibile ed alterna pioggerellina, che anche oggi, Domenica di Pasqua, ci ha simpaticamente “benedetti”.

 

 

Fonti:

 

Festività fiorentine. Tradizioni e ricorrenze dell’anno. a cura del Comune di Firenze, Assessorato alle Feste e Tradizioni.

 

Franco Cardini, Europa e Islam, Laterza, 2008

 

 

Gabriella Tigani Sava

 

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