MEMORIE DI UNA GEISHA

Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.

 

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UN TEMPO CHE NON CAPISCO… UN TEMPO CHE SUBISCO

Post n°730 pubblicato il 02 Giugno 2012 da gameplayer
 

Scrivere nella mia notte amica... scrivere di un tempo che non ho capito, di un riposo forzato che mi fa sentire prigioniera, scrivere di lacrime che solo la notte lascia libere… Scrivere chiedendomi che senso abbia farlo, scrivere perché la tensione si attenui, perché per un attimo mi senta consolata dalle stesse mie parole.

Sono prigioniera a causa di una frattura  che mi ha portato anche in ospedale per essere operata , visto che avevo  frantumato un  metatarso… Quindi prigioniera della  convalescenza e inoltre devo subire la presenza di un ferro che fuoriesce dal mio piede… che serve  a tenere insieme le mie ossicine sparse qua  e là. Una caduta stupida , delle mie che  però stavolta ha fatto danni.

Non voglio pensare all’operazione che  ho subito in anestesia locale per precisa scelta (mia e del chirurgo, un amico di provata fiducia) meglio dolore piuttosto che un ago nella schiena.

Ma roba passata, sono a casa e lascio trascorrere i giorni, alternando momenti di forte sconforto ad altri di rassegnata apatia.

Ho finito il progetto a scuola, neanche il diavolo mi avrebbe tenuto lontano da quelle classi e devo dire che il rischio corso è stato  ripagato dai ragazzi. Non c’è dubbio, mi sento viva quando sono là…ogni fatica provata  viene dimenticata.

Purtroppo ho anche salutato un mio piccolo amico, il mio Lamentino, che purtroppo stavolta non son riuscita a salvare, mi sono dovuta  arrendere ad una malattia più forte di me, ma non ho mancato,  le mie carezze con le mie lacrime l’hanno accompagnato.

Umore nero, umore triste  è cominciato il mese che odio di più e che prima amavo tantissimo, promessa dei estati magnifiche, mese del mio compleanno, mese in cui, oggi 5 anni fa la mia vita finiva, cominciando il grigio infinito della mia esistenza; finiva su quella strada e in quell’obitorio dove la scintilla del mio cuore, il mio meraviglioso papi  mostrava tutta la sua fragilità umana, e  sul quale ho riconosciuto tutte le ferite che l’hanno portato alla morte, una morte che non avrà mai un colpevole… Una morte che ha spezzato anche la mia vita portandomi via per sempre il mio sorriso e lasciandomi sola in balia di questa tempesta infinita.

Il mio silenzio, i miei “va tutto bene” il sorriso per il mondo, e quella placida tranquillità che  mi richiedono, la mia vita è questo, anche se ogni tanto qualcuno va oltre…e non si lascia incantare dal mondo fiabesco che creo… e leggono la tristezza dei miei occhi e la fatica di quel sorriso. Devo diventare  più brava.

 
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