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La fondazione di Tel Aviv

 

La Palestina nel 1947: i due stati

 

 

Il ratto perotto

Post n°21 pubblicato il 11 Novembre 2011 da genserich

Lo ha detto il gatto

che un brutto ratto tutto matto

era a letto e ha fatto un rutto,

il tetto non ha retto e s'è rotto.

Han detto al gatto:

'il ratto sotto il tetto è Perotto'

e il gatto sul tetto ha detto:

'sei Perotto ?'

e il brutto ratto tutto matto

sotto il tetto che s'è rotto:

'Quarantotto !'

 
 
 

Vogliamo un mondo migliore, ma alla fine diamo sempre ragione ai cretini

Post n°20 pubblicato il 17 Luglio 2011 da genserich

Mille discorsi contro il razzismo, mille discorsi sul genocidio degli Ebrei (ricordo la suora, giustamente, che alle Medie ci faceva vedere le immagini della shoah), perchè è giusto che si sappia, mille discorsi sui poteri forti che tengono nascoste le verità alla gente. Ecco una verità che ci è stata tenuta nascosta, nei libri di storia non se ne parla: il genocidio di 6milioni di Ucraini perpetrato da Stalin. E' chiaro che nelle case editrici aleggiava un po' di aria rosso comunista, i quali tenevano nascosti i crimini del Comunismo, per contribuire alla propaganda politica del PCI. Se nascondi un misfatto, in un certo senso ne sei corresponsabile, su questo non si scappa. Ne parlai con due persone, i quali risposero adducendo a scuse per giustificare la condotta del loro partito: 'in Italia nei libri di storia si parla solo di storia italiana...' come se noi non studiassimo la Rivoluzione Francese o la Scoperta dell'America (ma forse perchè l'ha scoperta un italiano; se l'avesse scoperto un uzbeko, invece del genovese Colombo, magari non la studiavamo nemmeno !). In Italia ci dev'essere un'imposta di bollo di 100 € per ogni volta che si dice 'è vero, hai ragione'. Si lamentano TUTTI dei poteri forti che nascondono la verità, nel momento in cui si parla di un caso del genere, la gente come reagisce ? giustifica il potere forte che ci ha tenuto nascosta questa verità. Provai a ragionare, ma sapete come sono gli Italiani: pensano di essere furbi, di fronte l'evidenza, danno risposte evasive. Sono convinti di essere furbi, ma alla fine si dimostrano cretini. Hanno mostrato ignoranza (neanche sapevano del genocidio degli Ucraini) e stupidità (fanno i finti sensibili di fronte ai crimini della destra, ma poi sono menefreghisti quando si parla di quelli della sinistra). Come si fa a NON definirli come dei cretini. La sera vado a dormire contento per aver dato una lavata di testa a questi due cretini.

La stupidità, una volta che è partita, fa fatica va a fermarsi. Questi due vanno a lamentarsi da un'amica in comune, perchè gli ho maltrattati (poveri, sono andati a piangere da mammina). Bisognerebbe spiegare a suddetta signora che prima di dare giudizi, sarebbe opportuno sentire la controparte. Perchè a dar retta ai cretini, si perdono gli amici (e si resta col cretino). Secondo tale signora dovrei ravvedermi ! 'Ravvedermi' di cosa ? Ho semplicemente dato una lavata di testa a due cretini che ritengono che il genocidio di 6milioni di Ucraini è un episodio talmente banale da non meritare menzione nei libri di scuola ! sono stato semplicemente coerente coi mille discorsi buonisti che mi han fatto a scuola e in chiesa, sui genocidi che bisogna conoscere, sui poteri forti che ci nascondono le verità perchè vogliono tenere ignorante il popolo. Erano allora tutte puttanate !? Che poi è mai possibile: quando discute un ignorante con una persona che si prende la briga di studiare prima di parlare, i terzi danno sempre ragione all'ignorante. Una regola che non ammette MAI eccezione.

Va bene, mi ravvederò. La prossima volta che sentirò qualcuno che dice: 'Hitler ha fatto bene ad ammazzare Ebrei, Zingari e Froci !', risponderò, da ravveduto: 'non condivido, ma rispetto la tua opinione. In fondo gli ebrei non sono simpatici nemmeno a me'. Ma fatemi il piacere di farvi un profondo esame di coscienza: tutti a parlare di un mondo migliore, ma alla fine gira e rigira, si da sempre ragione ai cretini. 

 
 
 

Il fattore infedele

Post n°18 pubblicato il 17 Giugno 2011 da genserich

   Or egli disse ancora ai suoi discepoli: "Vi era un uomo ricco che aveva un fattore; e questi fu accusato davanti a lui di dissipare i suoi beni [Lc 16,1-18]. Allora egli lo chiamò e gli disse: "Che cosa è questo che sento dire di te? Rendi ragione della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio fattore".

E il fattore disse fra se stesso: "Che farò ora, dato che il mio padrone mi toglie l' amministrazione? A zappare non son capace, e a mendicare mi vergogno. Io so cosa fare affinché, quando io sarò rimosso dall' amministrazione, mi accolgano nelle loro case Chiamati dunque ad uno ad uno i debitori del suo padrone, disse al primo: "Quanto devi al mio padrone?”

Quello rispose: "Cento bati di olio".

Allora egli gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siedi e scrivi subito cinquanta".

Poi disse ad un altro: "e tu quanto devi".

Ed egli disse: "Cento cori di grano".

Allora egli gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta".

Il padrone lodò il fattore disonesto, perché aveva agito con avvedutezza, poiché i figli di questo mondo, nella loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. Or io vi dico: Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste perché, quando esse verranno a mancare, vi ricevano nelle dimore eterne. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è ingiusto nel poco, è ingiusto anche nel molto. Se dunque voi non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? E se non siete stati fedeli nelle ricchezze altrui, chi vi darà le vostre? Nessun servo può servire a due padroni; perché o odierà l' uno e amerà l' altro, o si affezionerà all' uno e disprezzerà l' altro; voi non potete servire a Dio e a mammona".

Gli apostoli: “questa parabola ci è oscura, spiegacela Maestro”.

Gesù: “Il fattore è Dio. Il fattore è ognuno di noi. Tutto ciò che abbiamo non ci appartiene: ogni cosa ci è sta affidata da Dio. Il fattore pecca di cattiva amministrazione, perde i suoi beni ma è anche pigro, non vuole e si vergogna di fare altri lavori. Usando i beni di Dio per aiutare i bisognosi, si acquista degli amici che gli torneranno utili. Quindi usate i vostri beni per farvi degli amici che potranno tornarci utili quando potremmo averne bisogno noi. Non chiudiamoci né diveniamo egoisti quando le cose ci vanno bene, in quanto questo può ritorcersi contro”.

 
 
 

Beatitudini

Post n°17 pubblicato il 17 Giugno 2011 da genserich

  Nel giorno dello Shabbat, Gesù amava leggere e commentare il Tanakh/Antico Testamento assieme ai suoi discepoli; e sempre più persone si aggregavano, incuriositi dalle loro discussioni. Ed egli, vedendo le folle, salì sul monte e, come si fu seduto i suoi discepoli gli si accostarono. Gesù salì sopra un monte affinché tutti potessero vederlo e ascoltarlo.

Andrea: “saliamo sul monte come fece Mosè per prendere la Legge!”

Gesù: “solo che Mosè salì da solo, invece ora voi salite insieme a me. Perché un tempo Dio parlava agli uomini per mezzo dei profeti. Oggi, proprio grazie all’opera dei profeti, è come se fossimo tutti profeti”

Gesù poi disse: “Mosè che tanto fece per il popolo di Israele, per un errore, Dio gli ha impedito di entrare nella Terra Promessa. Che forse Dio sia cattivo e vendicativo ? è la Natura, che Dio ha creato, non perdona e punisce gli errori. E’ la natura delle cose che è impietosa: Dio è severo con noi, proprio per ricordarci che la Natura è impietosa. Se camminate lungo un dirupo e sbagliate a mettere un piede, la Natura non perdona, voi cadete giù. Un piccolo errore vi costa la vita. Non è Dio che non ci perdona: Dio ci avverte che la realtà in cui viviamo non perdona. Dio è severo con noi appunto perché ci ama. Dio ci ama e vuole la nostra felicità, per questo si è manifestato a noi”  

Un uomo si alzò in piedi e disse a Gesù: “Maestro, dov’è la felicità?”

Gesù: “la felicità non è fatta di gioie momentanee, effimere; che quando finiscono peniamo per la loro ricerca. La felicità sta nell’essere sereni, nell’avere un equilibrio interiore, nel saper godere quel poco che si ha, senza essere bramosi di troppi desideri: più desideriamo più siamo frustrati se i nostri desideri non si realizzano; e la frustrazione corrode la nostra anima, ci rende cattivi. Dobbiamo cercare la beatitudine dell’animo”

Nel testo originale in greco per ‘Beati’ è usato il termine Mακάριοι [Makàrioi], tradotto comunemente con “beati”. Nell’accezione usata per esempio dal poeta Pindaro si riferisce alla condizione in cui si è liberi delle cure e delle preoccupazioni quotidiane, condizione in cui si credeva stessero gli dei dell’olimpo. Beati… è la prima parola che sentiamo dire nella sua predicazione ne sta ad indicarne lo scopo: la ricerca di una felicità interiore, intesa come serenità ed equilibrio psichico. Gesù ci sconsiglia di seguire quelle felicità effimere e materiali, cui una volta terminato l’effetto immediato, ci porta a ricercarlo, col rischio di cadere nel vizio e nella frustrazione. Anche se Gesù di fatto da un elenco di persone gradite a Dio.

Lo stesso uomo: “e chi sarebbero coloro che sono beati?”

Allora egli, aperta la bocca, li ammaestrava elencando le beatitudini [Mt 5,1-12], dicendo: "Beati voi poveri, intendo i poveri  in spirito, chi non è cioè attaccato ai beni materiali,  perché vostro è il regno dei cieli. ¹

Beati coloro che piangono, piange chi soffre, chi è pentito, chi è sensibile, perché saranno consolati e perché rideranno. Come disse Isaia [61,2-3]: Il Signore mi ha mandato a portare agli infelici la buona novella, a fasciare le ferite del cuore, a consolare tutti gli afflitti, ci sarà per loro una gioia eterna” ,

Beato l’uomo che ha sofferto, egli ha trovato la vita! [Tm 63]

 Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra, come scritto nei Salmi  [37,11]. La calma è la virtù dei forti, con la calma si ottiene tutto.

Beati chi ha fame, perché sarete saziati; e beati anche coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Come vi è scritto nei proverbi [21,21]: chi segue la giustizia e la misericordia troverà la vita e la gloria”

Un uomo interruppe Gesù e disse: ‘cosa intendi per fame di giustizia ? intendi dire che seguissimo tutti la tua parola, nessun colpevole può sfuggire alla giustizia civile. Oppure intendi che chi sfugge alla giustizia civile in questa vita, non vi sfuggirà in quella ultraterrena. Oppure intendi che saremmo tutti uguali: che il ricco che commette un reato sarà giudicato allo stesso modo di un povero e debole; che il figlio del povere, ha le stesse possibilità di diventare un medico del figlio del ricco ?”

Gesù: ‘intendo tutte queste cose. Dobbiamo cominciare noi ad essere giusti: non giudicate con pesi diversi l’amico e il nemico; non siate magnanimi nei confronti dell’amico e severi coi nemici. E chiunque tutore della Legge, magistrato o poliziotto, ostacola consapevolmente il corso della giustizia, agevolando il colpevole, sia considerato esso stesso come se avesse commesso lui stesso quel reato. E siate consapevoli che chiunque riesce a sfuggire alla giustizia di questo mondo, non sfuggirà a quell’altra’.

Gesù continuò: ‘Beati i puri di cuore, che non hanno sentimenti maliziosi, che non hanno pregiudizi e sono equanimi, perché essi vedranno Dio.

Beati coloro che si adoperano per la pace e non mettono zizzania tra gli uomini, perché essi saranno chiamati figli di Dio. 

Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. E faccio riferimento alle persone vittime della giustizia intesa qui come giustizia civile, quella che di nome dovrebbe garantire “giustizia” ed equità ma spesso nella storia è stato ed è ancora un arma utilizzata dai potenti per sottomettere e controllare i più deboli.

Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi".

¹  Nella tradizione giudaica i termini ‘anawin e ‘aniyim indicavano i poveri in senso sociologico che ponevano la loro speranza in Dio, non trovando appoggio nella società. C’è chi intende i poveri di spirito i “vigliacchi” dell’epoca, quelli privi del coraggio e delle virtù guerriere e non avevano voglia di morire in guerra. Si noti che Luca dice semplicemente “Beati voi, poveri” come anche nel Vangelo di Tommaso [Tm 59]; Matteo ha voluto specificare che non è la ricchezza in se negativa, quanto l’attaccamento alla ricchezza. Un uomo poteva avere molti beni, ma essere nel contempo povero nello spirito in quanto non era legato interiormente a quei beni.

 
 
 

Catechismo Shintoista da bambino

Post n°15 pubblicato il 21 Gennaio 2011 da genserich
 
Foto di genserich

Sinceramente non ricordo nulla di quando andavo a catechismo. Però mi ricordo dei Cartoni Animati giapponesi. Alcuni autori di Cartoni, cercavano di trasmettere i valori dello shintoismo attraverso i Cartoni Animati. Ce n'era uno in particolare, che mi è rimasto impresso: un Cartone basato sul calcio (non Holly&Benji, prima); avevo 7-8 anni. Si chiamava Akakichi No Eleven, "Gli undici rosso sangue". Già il metodo: comunicare ai bambini col loro linguaggio: un Cartone Animato sul calcio !

Il liceo Shinsei assume un vecchio portiere, Matsuki, per formare una squadra di calcio. Il fuoriclasse della squadra è Shingo Tamai, ribelle dotato di grande talento. Con duro lavoro e lezioni tecniche, la squadra prende forma. Anche Tamai lavora duramente, e poco alla volta impara a giocare per la squadra, rinunciando al suo individualismo. Si gioca il torneo giapponese dei licei: ogni volta gli avversari sembrano più forti e i loro fuoriclasse + bravi di Tamai. Ma grazie al duro lavoro e alla miglior e organizzazione tecnica (valori fondamentali nella cultura giapponese), gli avversari venivano battuti.

Vinto il torneo nazionale, ora lo Shinsei affronta una squadra brasiliana. Stavolta le capacità di Matsuki ed il talento di Tamai non bastano: i brasiliani sono troppo forti. Si va per la rivincita, ma (e questo mi è rimasto molto impresso) tutti i fuoriclasse delle squadre battute si aggregano allo Shinsei. Superati i rancori e le vecchie rivalità, ora conta solo una cosa: battere i brasiliani.

Hanno cercato d'insegnarmi che una sola è la verità, mentre le altre sono menzogne che vanno derise, insultate. Hanno cercato d'insegnarmi, in ambito religioso, politico, morale, che bisogna conoscere solo la propria idea, e che conoscere le idee altrui può essere dannoso. Hanno cercato, ma io ho avuto sempre presente quel cartone: come la squadra dello Shinsei per vincere aveva bisogno dei fuoriclasse delle altre squadre, per avere un'idea vincente bisogna prendere il meglio da ogni pensiero. Non una verità e mille menzogne, ma mille punti di vista della verità (alcune + vicine, altre + lontane), capirne le ragioni e anche farle proprie.

Il Giappone, un paese che non fa differenze; un paese dove si può essere Shintoisti, ma anche Buddisti e Cristiani; un paese dalle grandi tradizioni ma apertissima ad acquisire elementi di altre culture. Il Giappone, semplicemente un paese vincente. Che mi senta un po' Shintoista ?  

 
 
 

Capire cos'č la mafia

Post n°14 pubblicato il 22 Novembre 2010 da genserich
 
Tag: Mafia

Per mafia viene intesa qualsiasi organizzazione criminale complessa. Ma per me è qualcosa di + complesso: sì un'organizzazione criminale, ma è territoriale e profondamente interconnessa con la società. Qualcuno ha ipotizzato che la mafia in sicilia sia nata, ai tempi dei grandi latifondisti: costoro avevano degli intermediari con i quali gestivano le loro terre e i mezzadri. Questi intermediari erano molto temuti e potenti ed avevano dei tirapiedi che lavoravano per lui (i picciotti). Nel momento che con la riforma agraria il latifondismo decadeva, questi intermediari non hanno rinunciato al loro potere, continuando a chiedere il dovuto sotto forma di pizzo, e cominciando a darsi a traffici criminosi (contrabbando prima, droga poi).

La mafia per me ha origini + profonde: si origina quando si crea un vuoto nell'autorità civile. Il sud Italia per esempio, nel medioevo era una terra ricca e ambita. Fintanto i suoi dominatori erano Normanni e Svevi, questi s'interessavano all'amministrazione del territorio. Dagli Angioini in poi, invece, chi governava il mezzogiorno pensava solamente al potere, lasciando l'amministrazione locale a se stessa. In queste condizioni, in ogni paese o quartiere, una famiglia o un gruppo di persone diventava potente, arrivando adirittura a sostituirsi al potere civile. Una persona che cercava lavoro, poteva chiedere alla mafia, una donna tradita, poteva chiedere giustizia alla mafia, e così via. Quello che oggi è il pizzo, all'epoca probabilmente era una "tassa". Il pizzo inoltre serve ad evitare che altri si arricchiscano, acquisendo quindi potere, minacciando la leadership della famiglia dominante.

La famiglia dominante, la mafia, è interessata soprattutto al proprio potere e alla propria ricchezza. Ci tiene all'ordine della comunità, ma per tornaconto personale. Questo sistema di cose condiziona anche la mentalità della gente. E' lo stesso Falcone, mi pare, a dire che il siciliano è mafioso, ma attenzione, non perchè il siciliano è criminale, ma nel senso che la sua mentalità è figlia di quelle stesse situazioni che ha portato alla nascità della mafia. La mafia non nasce come una organizzazione criminale nel senso che noi diamo al termine: la mafia nasce per compensare un vuoto di autoritàcivile, anche se il gruppo a capo usa immediatamente metodi crimonosi per mantenere il primato. Adesso al sud c'è un potere civile, ma le vecchie famiglie mafiose rimangono. Semplicemente non vogliono rinunciare al loro potere e ai privilegi della loro condizione per andare a lavorare. Non hanno quasi + compiti di giustizia presso la popolazione, continuano a chiedere il pizzo e si sono evolute  in organizzazioni criminali nel senso moderno del termine.

La mafia viene vista in un alone di romanticismo, specialmente all'estero. Uomini d'onore, che vivono con un codice d'onore, che applicano la giustizia, uccidendo per vendetta. Vengono visti come uomini di carattere quando non sono altro che degli scansafatiche, vigliacchi che si sentono forti solo perchè fanno parte di un'organizzazione, che tramite il pizzo vivono del lavoro altrui.

Ho accennato alla mentalità mafiosa. Posso solo parlare per esperienze personali, avendo un ramo della famiglia originaria del nord della Germania e uno originario del sud Italia, stando attenti ai particolari, una certa differenza di mentalità in senso mafioso la si percepisce, che alle volte non è nemmeno negativa (dire mentalità non vuol dire che tutti la pensano in un modo, ma che una buona parte di popolazione tende a pensarla a quel modo). Ripeto mafioso non vuol dire criminale: la mentalità mafiosa nasce laddove non è esistite un potere civile, quindi il singolo non è abituato a riconoscere dei valori superiori. Dare ragione ad un amico o a un famigliare quando sappiamo che ha torto per me è un atteggiamento mafioso, perchè nego dei principi morali superiori, con i quali giudico le azioni degli uomini a prescindere del loro legame che hanno con me. (diverso è lo "spezzare una lancia" nei confronti di un amico: ne riconosco il torto ma lo difendo come persona). Io difendo te affinchè tu difenda me è da mafiosi. Il difendere un qualcosa a cui appartieni a prescindere è da mafiosi (la propria famiglia, il proprio territorio, la propria religione).  Il considerare il lavoro come qualcosa di disonorevole, o pensare che certi mestieri danno + dignità rispetto ad altri è da mafiosi (il mafioso si da al crimine appunto perchè non ha voglia di lavorare, perchè considera il lavoro disonorevole). Le grandi nazioni (USA, Giappone, Germania... sono fondate sulla cultura del lavoro).  

 

 
 
 

Brevissima storia del pensiero politico

Post n°13 pubblicato il 01 Novembre 2010 da genserich

Nel XVIII secolo in Gran Bretagna si vedono contrapposti due scuole di pensiero politico: i Liberali che promuovevano la piena libertà del cittadino e di impresa. Padri del pensiero Liberale sono Locke, Hobbes, Voltaire, Rosseau, Kant. Sono l'espressione della classe borghese. I Conservatori sono hanno una concezione dello stato che deve essere + presente, che da regole proprio in nome del bene comune, contraria a stravolgimenti sociali, per un progresso graduale. Nel 1848 viene pubblicato il manifesto del Partito Comunista, ad opera di Marx ed Engel; la teoria si basa sulla considerazione che gli uomini sono tutti uguali e che non si doveva avere + la distinzione tra servo e padrone. Tutti dovevano partecipare in egual modo alla ricchezza; lo stato, che è null'altro che la volontà di tutta la massa, doveva essere omnipresente. Nel 1891 con l'enciclica Rerum Novarum ha inizio la "Dottrina Sociale della Chiesa", la politica di Centro, proprio perchè si interpone tra i Liberali a destra e i Comunisti/Socialisti a destra. [Il pensiero Conservatore è tipico del nord Europa, protestante, mentre a sud, nei paesi cattolici, viene a mancare]. I Cattolici vogliono uno stato presente, per aiutare le classi + disagiate, ma non omnipresente, nè stravolgimenti sociali come i Comunisti. I Cattolici sono propotori di una politica morale rigorosa (contro aborto, divorzio...). Nel 1909 si costituisce il partito Laburista in Inghilterra, mentre in Germania prendeva piede il Socialismo Riformista Socialdemocrazia): vista l'impossibilità di una rivoluzione sociale, il progresso sociale doveva avvenire legalmente: non viene + messo in dubbio lo stato Liberale, con la libera iniziativa e i commerci. Ma lo stato doveva "nazionalizzare" tutte le imprese che avevano importanza per il funzionamento dello stato. C'erano anche diversi punti di vista del pensiero Liberale: quella espressione della borghesia imprenditoriale, favorevoli alla libera iniziativa, alla minor presenza dello stato (- tasse); poi c'era quella + favorevole alla libertà dell'individuo, che farà proprie alcune istanze del socialismo (la libertà delle classi povere passa attraverso il suo benessere) comunemente nota come "Progressismo". Con la Repubblica di Weimar  nasce il concetto di Partito Interclassista, cioè non più partiti espressione di una particolare classe sociale, ma partiti che abbiano una visione dello stato + globale, cioè fautore di una politica che interessi tutta la popolazione. Negli anni '20 nascono movimenti cosidetti Nazionalpopolari [+ comunemente conosciuti come Fascisti], un miscuglio di ideologia ipernazionalista e socialriformista, che vuole uno stato forte, possibilmente una dittatura. Nella teoria il dittatore doveva fare il garante del benessere di tutti i cittadini, cercando di creare equilibrio tra tutti gli elementi che formano uno stato. I Conservatori oggi sono diventati Liberalconservatori, che può sembrare una contraddizione (all'inizio erano avversari); in verità i Conservatori non hanno mai messo in dubbio la concezione di stato Liberale, volevano uno stato presente ma quasi ogni iniziativa doveva essere in mano a privati. Figli del pensiero Conservatore sono i cosidetti partiti Conservatori (o  + propriamente socialconservatori, per distinguerli dai liberal conservatori): i liberali di Haider in Austria, la CSU bavarese, i popolari di Blocher in Svizzera, la Lega di Bossi in nord Italia. Difensori della libera iniziativa, contro gli eccessi dello stato sociale, rigorosi in materia di immigrazione.  Negli anni '80 nascono i "Verdi", i partiti ecologisti. Semplici Pacifisti ed Ecologisti in Italia, realtà + complessa in Germania, per esempio. I Grune tedeschi sono favorevoli al libero mercati, difensori dello Sato Sociale, ma nemici dello statalismo e dell'assenteismo. Pacifisti sì, ma hanno votato a favore dell'invio di truppe nelle missioni di "pace" all'estero.

 
 
 

capire le donne IV: le debolezze

Post n°12 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da genserich

Nei giornali femminili spesso si legge di donne con mariti bravi e amanti focosi. Il commentatore di turno (spesso un psicologa) parla di debolezze, di compensazioni... ma, in maniera provocatoria, non era meglio una volta quando venivano chiamate "puttane" ? [puttana, dal francese putaine, meretrice, a sua volta dal latino putidu, puzzolente] Così la donna, di fronte a questo bivio esistenziale, poteva dire "allora sono una puttana, e sono fiera di esserla" oppure "ma se faccio così sono una puttana, e non mi va di esselo", tirandosi indietro da certi comportamenti. Puttana, una parola forte, ma che aiutava una donna a trovare la sua dimensione. Certo, la colpa è anche dei maschi che usano questa parola sempre di sproposito. Penso che oggi parlare di debolezze e compensazioni non si faccia altro che creare confusione: la donna traditrice oggi è diventata una poverella che ricerca comprensione, mentre la donna forte capace di controllare i propri impulsi sia diventata una bigotta autorepressa, incapace di vivere la vita con pienezza.

Io non amo l'esaltazione della debolezza: non la giudico, non la condanno, ma nemmeno si può usare la parola "debolezza" per giustificare ogni comportamento sconveniente.

 
 
 

Capire le donne III: rapporto estetica-intelligenza

Post n°11 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da genserich

Brutta è intelligente, bella è stupidina. Balle. Ce ne sono di bellezze intelligenti e bruttezze stupide. [Non mi piace definire le persone stupide o intelligente: preferisco parlare di diversi tipi di intelligenza, ma per questo post faccio un'eccezione]. Anzi, lo spirito influenza anche l'aspetto fisico:i buoni sentimenti abbelliscono una persona; la cattiveria, la frustrazione, la stupidità l'abbruttiscono. Ma dove nasce allora questo pregiudizio ? c'è un fondo di verità ?

Avevo conosciuto una volta due amiche, le classiche amiche/nemiche, alla ricerca di uomini, quelle tipe ora complici, ora in competizione. Una era bbona, l'altra brutta. Quella bbona pensava che sarebbe bastato buttare le sue tette in mezzo un gruppo di maschi, come un pescatore butta l'amo nell'acqua, per essere corteggiata. Quella brutta invece, con lo stesso scopo, usava armi più raffinate, il discorso pseudo intellettuale, la cucina (prendere gli uomini per la gola), cercava insomma di apparire come una donna di qualità.

Ne consegue che quella bbona appare stupidotta, perchè non s'impegna in discorsi intellettuali. Quella brutta invece appare come + intelligente. Ma avvendole conosciute e parlandoci, per quanto possa contare il mio giudizio, sembravano essere scemotte tutte e due; anzi, quella brutta ancor di + (perchè se non si è capaci di ragionare ma si pensa di essere furbi, allora si che si è stupidi). Le classiche che partono per esser corteggiate e finiscono per corteggiare loro.  

 
 
 

Capire le donne II (e anche un po' gli uomini)

Post n°10 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da genserich

La nostra natura di uomini (e donne) percepisce la bellezza come manifestazione di salute. E siccome vogliamo figli sani, preferiamo i belli. Oggi le ragazze ripetono quasi tutte allo stesso modo "che non interessa un ragazzo per il suo aspetto", quando mi pare che le ragazze si relazionino con il primo ragazzo per cui provano un po' di attrazione fisica. La verità è che se una ragazza dica "lo voglio bello", faccia un po' la figura della superficialotta.

Ma quanto conta la bellezza in un rapporto ? se si immagina un rapporto solo dal punto di vista sessuale, è chiaro che si ricercherà soprattutto una persona bella (a priori il sesso "viene meglio" con uno bello che con uno brutto). Ma se in un rapporto ricerchiamo altre cose, ricerchiamo l'affidabilità per metter su famiglia, interesse comuni o affinità intelettuale, allora la componente bellezza diminuisce d'importanza. Poi magari lo si trova bello & affidabile, bello & affine intelettualmente.

Se conosco due ragazze il mio primo interesse andrebbe verso quella carina; ma possono bastare 5 minuti di discorso per trovare un'affinità intellettuale con la sua amica bruttina. E dall'affinità intellettiva scaturisce l'attrazione fisica. Ma se io non ricerco ne affinità intellettiva, nè nient'altro, allora sarò esclusivamente interessato di quella carina. 

 
 
 

Cerco di capire le donne: il tradimento

Post n°9 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da genserich
 
Tag: donne

Una cosa mi chiedo delle donne: come mai tra loro non ci sia un tacito accordo del tipo: "io non desidero il vostro uomo e voi non desiderate il mio". Beh, forse la maggior parte sono così, non desiderano l'uomo delle altre; mentre altre non disdegnano la competizione, desiderando l'uomo altrui, per poi frignare se magari qualcuna ruba il loro di uomo. La verità va cercata nel profondo: l'uomo è essere razionale, e pensa la donna come essere razionale; sbagliato: la donna è istintiva. Premetto, l'uomo è razionale, ma c'è l'uomo razionale-puro, razionale-intermittente, nulla-razionale, razionale-a modo suo, e così via. La donna è istintiva, ma non è forse un termine appropriato: nella donna non c'è la distinzione mente-corpo, il corpo è un prolungamento della mente e viceversa. In pratica, la donna ragiona col corpo, questo è l'istinto femminile. E certo istinto femminile può essere più efficace di tanta razionalità.

Tipo, una donna è presa tra due uomini: uno bello con un bel lavoro, ed uno buono, affidabile ma sfigato. La bellezza è sinonimo di salute, se ha un bel lavoro è intelligente, diciamo che il primo ha dei geni vincenti. Il secondo, se pur possa essere un marito affidabile, ha dei geni perdenti. E' chiaro che la donna dovendo scegliere di avere dei figli con geni vincenti, e un marito affidabile, è portata a scegliere il primo caso. (Chiaro, poi dipende da caso a caso). Tra gli uomini non ci sono troppe differenze con gli altri animali.  Poi la donna che ha scelto il vincente si ritrova ad avere le corna: semplice, l'uomo portatore di geni vincenti si vede corteggiato, e si sente il dovere di seminare il suo gene il più possibile. E' la natura: nei mammiferi si riproducono solo i migliori. Lo sfigato non è moralmente migliore: semplicemente accetta la sua condizione.

Tornando al discorso iniziale, talune donne, istintivamente, sono alla ricerca del gene migliore, fa nulla se sta già seminando altrove. Quindi nessun tacito accordo.

 
 
 

Turismo proletario

Post n°8 pubblicato il 24 Agosto 2010 da genserich
Foto di genserich

Andate voi a visitare le belle città dove risiedevano i sovrani con le loro regge imponenti e i bellissimi parchi. Andate e sognate una vita in quei luoghi, mentre io vado a visitare i luoghi dove la maggior parte degli uomini ha vissuto e lavorato, i luoghi del proletariato. Ho visitato le acciaierie Volklingen, nei pressi di Saarbrucken, immenso complesso industriale, oggi chiuso. Ho visitato il porto di Amburgo con l'annesso quartiere magazzino (foto). Quando andate a Berlino voi andate a visitare la reggia di Charlottenburg, mentre io vado a vedere i quartieri alveare di Marzahn, costruiti dalla Repubblica Democratica per il proprio proletariato. Andate voi nei complessi turistici, dove vanno tutti. In Spagna andate nelle località turistiche dove vanno tutti gli italiani, mentre io vado a Huelva, bella cittadina industriale e portuale ma non turistica, e vado al mare a Punta Umbrìa, frequentato al 90% dal proletariato spagnolo.

 
 
 

Kaliningrad 10 e lode

Post n°7 pubblicato il 20 Maggio 2010 da genserich
 

Sono partito venerdì, con l'aereo, Malpens-Riga e Riga-Kaliningrad, con l'AirBaltic, compagnia lettone, e sono ritornato lunedì, sempre via Riga. Pensavo di essere l'unico folle a farsi un fine settimana a Kaliningrad, invece sia all'andata che al ritorno ho incrociato una famiglia ed un gruppo di crucchi che avevano avuto la mia stessa idea.

Ammetto, appena fuori dall'aereoporto, salito su di uno scuolabus fatiscente, con scritto in cirillico Kaliningrad-aereoporto, senza orari che è partito appena fosse pieno, un po' di apprensione l'ho avuta: "ma che c###o ci faccio qui!?". Ma appena imboccata la nuovissima autostrada e entrati in città ogni timore è svanito: Kaliningrad è una bella città, moderna, pulita ed ordinata. E molto, molto viva.

Il centro ruota attorno una grossa piazza e dai vialoni che da esso si diramano. Ho perso il conto di quanti centri commerciali c'erano (almeno 5), di stile teutonico, con le marche + conosciute. Un McDonald's era in fase di apertura, ma già sono presenti alcuni fast food locali. Vi era anche un mercato. I negozi erano aperti anche la domenica e complice una bella giornata, tantissima gente in giro. Le ragazze erano molto eleganti, oltre che belle (6 su 10 portavano i tacchi a spillo), i ragazzi un po' meno, ma cmq ben curati e rasati. Unico difetto, gira troppo alcool.

Non solo il centro con i suoi Business center: tanti parchi, frequentatissimi, e ognuno aveva delle giostre per bambini, laghetti, dove si potevano affittare delle barche a remi. La prospekt Mira, il vialone riamsto quasi intatto dalla guerra, ideale per chi volesse fare due passi nella vecchia  Königsberg. Si possono fare due passi lungo il fiume Pregolja, dove per un tratto hanno ricostruito degli edifici che ricordano quelli della vecchia Königsberg, con annessi locali e ristoranti. Perchè Königsberg era famosa per la sua atmosfera ovatta, i suoi caffè e le botteghe lungo il fiume che fungeva da porto. Una città che è viva un po' dappertutto.

La Kaliningrad che è nata per far dimenticare Königsberg, ma che adesso vuole ritornare ad esserlo. La Kaliningrad che ha festeggiato i 750 anni della fondazione di Königsberg, perchè Kaliningrad è una bella città senza passato, mentre Königsberg è una citta dalla fortissima identità senza presente. Un signore russo mi ha detto che ormai Königsberg non esiste più, mentre una signora mi confida che dovrebbero ricostruirla com'era prima, perchè Königsberg era una città di una bellezza devastante.

Kaliningrad è fatta di casermoni sovietici ormai degradati e tipiche palazzine del mondo germanico, eredità di Königsberg, non ben curate come in Germania, però. Le uniche costruzioni "antiche" sono le porte e le cittadelle che facevano parte della vecchia cinta muraria. E' una città che è ancora in fase di ricostruzione: pian piano risistemeranno tutto.

Kaliningrad è la capitale dell'Ambra e si vede: il museo dell'Ambra si trova dentro una cittadella, mentre la famosa resina fossile si vende un po' dapertutto: negozietti dentro il museo, mercatino appena fuori il museo, negozi che vendono i prodotti più rinomati si trovano in centro, l'aereoporto ha due negozi, tutte attività che vendono solo esclusivamente oggetti in Ambra. Anche i chioschi vendono delle collanine d'ambra.

Celebre è il Königsberger Dom, il duomo, che i sovietici hanno ricostruito fedelmente. Al suo interno vi è la tomba di Kant e annesso museo. Inoltre è presente una Cappella Luterana. I kaliningradesi hanno preso un sottomarino, due vecchie navi da guerra e invece di dismetterle, le hanno parcheggiate lungo il molo, hanno fatto una costruzione con all'interno, tra l'altro, un mini acquario, e hanno chiamato il tutto Museo Oceanografico. All'esterno di tale museo, dei signori fermano le persone per proporli un giro in barca per visitare la città e il porto dal fiume. Anche lo zoo è molto frequentato. I chioschi sono dappertutto.

La vita notturna non so com'è, non posso girare una città per 24 ore. so che ci sono diversi locali un supermercato e un fast food aperti 24 ore e altre attività aperte fino ora tarda (almeno di quelli che ho visto) fanno supporre una vita notturna vivace.

Promuovo Kaliningrad 10 e lode: felice di aver scoperto una città che mi ha sorpreso positivamente. Ne ho parlato con la ragazza dell'agenzia viaggi, mi ha confidato che Kaliningrad non è consigliato da nessuna guida. Kaliningrad, forse non da adesso, ma a breve sarà una metà da prendere seriamente in considerazione. Per me è stato un vero piacere scoprire una città ancora "vergine" dal punto di vista turistico, a parte qualche crucco nostalgico e da altri russi; perchè si ha il contatto diretto con la gente del luogo. Vedere delle persone che attaccano bottone e si sorprendono "ma perchè proprio Kaliningrad !?" come è capitato a me. Prendiamo Praga per esempio, città di una bellezza indescrivibile, ma talmente tanti turisti che per il praghese sei solo il miliardesimo turista. Senti parlare talmente tanto italiano che non sembra nemmeno di essere in vacanza. Ho detto alla ragazza dell'agenzia che Kaliningrad come metà turistica è ostacolata dalla burocrazia (visto d'ingresso) e dal fatto di essere una città moderna: il turista vuole il pavè, vuole l'orologio che quando scoccano le ore, escono le statuine. Lei mi ha risposto che non è quello, è una questione di moda: il 99% delle persone va in un luogo perchè ci è già stato un amico ed ha detto che è bello.  

Kaliningrad, una vacanza "vera".

 
 
 

Uno strano sogno

Post n°6 pubblicato il 07 Maggio 2010 da genserich

Un'aliena è sul computer riceve un messaggio assolutamente incomprensibile. Con la tecnologia a sua disposizione, risulta che il messaggio arriva dal davanzale della sua finestra! L'aliena chiede spiegazioni ad uno scienziato, che le dice che dentro il davanzale probabilmente è presente un universo perchè ogni atomo è in realtà un'universo e che la dimensione delle cose è relativa anch'essa. L'universo in espansione non è altro che un davanzale che si sta riscaldando alla luce di una stella. "Se volessi mettermi in contatto con quella persona" chiede l'aliena, "nel momento stesso in cui hai ricevuto il messaggio" risponde lo scienziato "la civiltà della persona che ha mandato il messaggio, si è sicuramente estinta". Attenzione quando si manda un sms o un E-mail, protrebbe essere "letta" dagli alieni.

 
 
 

Viaggio a Kaliningrad, per non dimenticare le mie origini color d'ambra

Post n°5 pubblicato il 28 Aprile 2010 da genserich
 
Foto di genserich

Era la tedesca Kònigsberg, la città di Immanuel Kant, dell'Ambra (90% dei giacimenti mondiali si trovano nella regione), del problema dei 7 ponti (se sia possibile con una passeggiata seguire un percorso che attraversa ogni ponte una e una volta sola e tornare al punto di partenza) e del mio bisnonno Paul Bauke. La città dei konigsberger klopse (polpette) ancora oggi piatto tipico tedesco, mentre il formaggio Tilsit, che troviamo anche in Italia, prende il nome da una cittadina vicina.

Fondata dai Cavalieri teutonici, abitata da una popolazione mista tra immigrati tedeschi e gli indigeni Prussi (affini a Lettoni e Lituani). Oggi è abitata da Russi, o forse Kaliningradesi, perchè i suoi abitanti stanno sviluppando un'identità propria. Poco importa se non ci sono + i miei parenti alla lontana, rimane pur sempre la mia città dei miei antenati. La Prussia Orientale che miliardi ho guardato di volte su di una cartina, la vedrò dall'oblò dell'aereo. Sarà un viaggio avventuroso, ma son sicuro ne varrà la pena.

Non solo le mie origini, Kaliningrad ha le 3 caratteristiche che cerco in una città da visitare: bella, tranquilla e fuori dalle mete abituali (pare non ci siano Mc Donald's). A stare in mezzo a tanti turisti, non sembra nemmeno di stare in vacanza. Bella, sì, perchè la vecchia Kònigsberg era paragonata addirittura a Praga ! cosa sarà rimasto nella nuova Kaliningrd, lo scoprirò. Di certo non mi annoierò, perchè ce n'è da visitare: museo oceanografico, museo dell'Ambra, le vecchie porte della città, il ricco zoo, il giardino botanico, i centri commerciali, le stradine lungo il fiume Pregel, la cattedrale con la tomba di Kant, i numerosi parchi... mi dispiacerà non andare sulle coste della Samland a cercare nella sabbia granelli d'ambra !  

 
 
 

Ich bin ein Berliner (io sono un bombolone)

Post n°4 pubblicato il 22 Aprile 2010 da genserich
 

Berlino, città dei cento villaggi, perchè è l'unione di cittadine, paesi e villaggi, una volta autonomi, ognuno dei quali conserva ancora le sue caratteristiche. Nella Prussia antica, i proprietari terrieri (Junker) non vedevano di buon occhio il sorgere di una borghesia; la necessità di una classe borghese, spinse i re di Prussia ad accogliere gruppi di Calvinisti olandesi, Ugonotti ed ebrei scacciati dalle loro terre d'origine. Questa classe borghese farà di Berlino una città di tradizione Liberale, ai quali si aggiunge una componente Socialdemocratica nella classe operaia delle aziende cittadine.

Nel XIX secolo a Berlino studiano e insegnano i migliori filosofi: Hegel, Schopenauer, Kierkegaard. Agli inizi del XX secolo è uno dei maggiori centri di ricerca scientifica del mondo: tra gli altri anche Einstein risiede alcuni anni a Berlino. Nel XX secolo la massima espressione cultura è la Repubblica di Weimar e Berlino ne era la sua capitale. La tradizione liberale di Berlino farà sì che i Nazionalsocialisti trovino poca simpatia in città: nelle elezioni del 1933, mentre l'NSDAP avrà il 47% dei consensi, a Berlino non supera il 25%.

Berlinese era Gustav Stresemann, politico liberale. Convinto interventista durante la Grande Guerra,  si convertì, per convenienza o convinzione, al pacifismo. Il coraggio di cambiare idea. Durante la sua attività politica, cercò di dare credibilità alla Germania presso i paesi occidentali. Sognava una pax Europea, fatta di nazioni quasi disarmate. Ottenne il premio Nobel per la Pace. La sua morte e la crisi finanziaria del '29, aprì le porte al Nazionalsocialismo, e tutto il suo lavoro fu vanificato.

Berlinese era Marlene Dietrich, attrice. Fuggì in America, parteggiò per gli Stati Uniti durante la guerra. Fu filmata baciare soldati americani, mentre i suoi concittadini veniva bombardati. Le dissero che fosse una rinnegata, ma lei non rinnegò mai le sue origini tedesche, non cambiò mai nome, rimase sempre Dietrich. Semplicemente per Marlene, la scelta tra il Bene e il Male, prescindeva dall'amore per il proprio paese. "Chi non è in grado di odiare il padre e la madre, non è degno di me" diceva Gesù.

Berlinese era Walther Rathenau, politico progressista di religione ebraica. Rathenau fu uno dei principali propositori della politica di assimilazione degli ebrei tedeschi. Egli sostenne che gli ebrei dovevano opporsi sia al sionismo che al socialismo, e che dovevano invece integrarsi nella corrente principale della società tedesca. Questo, disse, avrebbe eventualmente portato alla scomparsa dell'antisemitismo. Integrarsi senza perdere le proprie caratteristiche, per prevenire scontri razziali.

La Berlino dinamica, dove tutti salutano "Ciuss" e l'anno dopo "Ciao", perchè suona meglio. La Berlino di chi non vanta mai la sua città, ma ti parla di tutti i difetti dei Berlinesi, perchè animati da quella sana insoddisfazione di chi è alla ricerca di un mondo migliore. E chi ricerca un mondo migliore, lo sta già creando. La Berlino pigra ma anche laboriosa, dove i tifosi dell'Union Berlin la domenica lavoravano gratis nella ristrutturazione del loro stadio, per non grave sulle casse della società e per non mendicare alle istituzioni. La Berlino dei tifosi dell' Hertha BSC, che cantano 'Nur nach hause geh'n wir nicht', solo verso casa noi non andiamo, perchè il berlinese si sente cittadino del mondo e si trova a casa ovunque.

Il berlinese è notoriamente conosciuto per il suo essere schietto, dice sempre ciò che pensa; le sue battute taglienti, l'avere la battuta sempre pronta, anche in situazioni macabre (tipico umore nero dei berlinesi), scherzano su cose che in altri luoghi vengono ritenuti tabù.  Ammetto che essere così schiettamente berlinesi non è facile in Italia, ma perchè mi dovrei adeguare, perchè dovrei rinunciare a questa libertà di dire ciò che penso ?

Berlino, la mia città. 

 
 
 

La filosofia del dubbio: lo Scetticismo

Post n°3 pubblicato il 17 Aprile 2010 da genserich
 

Alcuni ricercatori propongono una loro teoria. Le loro conclusioni vengono contrabattute da altri studiosi: costoro vengono definiti scettici. Si sente dire: gli scettici negano... ma la frase è errata, gli scettici non negano, perchè negare vuole dire affermare una verità opposta. Lo scetticismoo è invece la filosofia del dubbio, non della negazione. Lo scettico autentico non nega una teoria perchè ha dei pregiudizi, ma perchè esige che chi sostiene determinate tesi, le dimostri (scientificamente) come inequivocabilmente vere.

Lo scetticismo si forma come scuola di pensiero in epoca ellenistica (V-IV sec a.C.). La scuola proponeva il dubbio come unica azione logica possibile e come filosofia di vita. Le virtù che gli Scettici insegnavano erano l'Afasia (l'arte del silenzio), l'epochè (la sospensione del giudizio) e l'atarassia (l'impertubabilità dell'anima). Storicamente lo scetticismo non ha mai avuto fortuna nella storia del pensiero umano: l'uomo ha bisogno di certezze come punti di riferimento, anche a costo di sbagliare, per evolvere. Dal dubbio fine a se stesso non si può costruire nulla.

Lo scetticismo al servizio di dio. Col Cristianesimo vengono proposte delle verità che vanno accettate per fiducia (fede), l'antitesi di quanto propugnato dallo scetticismo. Un certo atteggiamento scettico viene proposto dal Cristianesimo nei confronti dei suoi avversari: l'impossibilità di questi di affermare tesi assolutamente convincenti è la dimostrazione che le uniche verità sono quelle di fede. Ma con la Rivoluzione Scientifica (Galilei) questa convinzione da parte della Chiesa Cattolica decade.

Lo scetticismo oggi propone la filosofia del dubbio come filosofia della tolleranza. Ho delle idee, ma dubito, perchè è possibile che il mio avversario possa avere ragione. Quindi lo rispetto. Lo scettico, oggi come allora, è contro la credulità, il dogmatismo, la superstizione, specialmente se questi limitano la libertà del singolo individuo. Lo scettico può essere favorevole al sapere scientifico, in quanto l'unica capace di proporre verità inequivocabili; ma nello stesso tempo critica la fiducia assoluta nei confronti della Scienza. In sostanza lo scettico è aperto a tutto, ma nello stesso tempo, ne dubita.

In ultima analisi lo Scetticismo ha lo stesso valore di una spezia, come il pepe. Non si posso preparare pietanze a base di pepe, nulla si può generare dal dubbio fine a se stesso. Ma il pepe rende saporite altre pietanze, così il dubbio rende positivi gli altri pensieri, cancellandone gli estremismi e gli eccessi causati dal dogmatismo. 

 
 
 

Cose infinite

Post n°2 pubblicato il 11 Aprile 2010 da genserich

Voltaire affermava: "due sole sono le cose infinite, l'Universo e la stupidità umana". Einstein condivise in parte: "per quanto rigurda l'Universo, non sarei tanto sicuro".

 
 
 

La questione israeliano palestinese

Post n°1 pubblicato il 02 Aprile 2010 da genserich
 
Foto di genserich

  Una guerra senza fine, che non sembra trovare soluzioni. Ma come nasce. La Palestina era parte dell'Impero ottomano, abitata in maggioranza da popolazioni arabe; nel XIX secolo vi era una comunità ebraica di 10.000 unità. Nasceva il movimento Sionista, che aveva lo scopo di aiutare gli ebrei che volessero andare a vivere nella terra d'origine. La Palestina era scarsamente abitata, per lo più desertica, e i coloni si piazzarono in zone disabitate. Questo popolo errante, ora chiamati da qualche governante perchè buoni mercanti, ora perseguitati, sentivano la necessità di costituire una loro entità politica. Nel 1918 la Palestina diventa protettorato Britannico. Gli Inglesi erano favorevoli alla formazione di una patria israeliana in una parte della Palestina. Ma alcune rivolte scatenate dagli arabi nel 1920 e nel 1929, aggiunte alla ormai incontrollata entrata di ebrei in Palestina, portò i Britannici a cercare di porre un freno. I quali proposero la creazione di uno stato israeliano in Uganda, onde evitare che la situazione diventi incontrollabile in un loro possedimento. [La Bibbia prende essenzialmente forma quando il popolo ebraico era in esilio a Babilonia. Nasce allo scopo di mantenere integra la cultura ebraica. Il concetto di "Ritorno" alla terra d'origine è alla base del pensare ebraico]

  Certamente non è piacevole che una popolazione straniera si stabilisca su di un territorio non loro e dica: "questa non è più la tua terra, ma la nostra". Un po' come se oggi i cinesi diventassero la maggioranza di un determinato quartiere, e dicessero "questo quartiere non è + parte dell'Italia, ma è ora parte della Repubblica Popolare Cinese". Ma la palestina non era una nazione, era solamente una regione geografica, parte dell'impero Ottamano prima, dell'Impero Britannico poi. Inoltre i movimenti di popolazione hanno sempre fatto parte della storia dell'uomo, la colonizzazione di terre disabitate. Pensiamo alla colonizzazione delle Americhe. Ma in america gli indigeni sono stati scacciati dagli europei, in Palestina gli ebrei si sono limitati ad occupare territori desertici e disabitati, li hanno messi a cultura, e perciò non ritengono di aver rubato nulla.

  Nel 1948 i Britannici pongono fine al loro mandato sulla Palestina, che viene divisa in due entità politiche: uno stato israeliano ed uno arabo. Potrebbero coesistere in pace, invece no. Paesi esterni alla Palestina decidono di cancellare Israele dalle cartine geografiche: Egitto, Transgiordania, Libano, Siria ed Iraq attaccano. Per Israele è la guerra della disperazione. Riescono ad attuare la controffensiva, dove distruggono diversi villaggi palestinesi e causano migliaia di profughi. E' vero, è triste, ma quando lotti contro il tuo annientamento, ancora una volta, 4 anni dopo la fine della Shoah, contro nemici numericamente più forti, allora non puoi non essere spietato. La guerra finisce, Israele ottiene una vittoria miracolosa. Lo stato Palestinese cessa di esistere. Perchè l'Egitto si annette la striscia di Gaza e la Giordania si annette la Cisgiordania. Lo stato palestinese cessa di esistere a causa dei loro confratelli arabi. Poerelli i palestinesi, usati dalle nazioni arabe come testa d'ariete contro Israele, si ritrovano tra incudine e martello in una guerra più grande di loro.

  Nel 1967 Israele muove una guerra preventiva contro Siria, Egitto e Giordania. la guerra viene vinta in soli sei giorni, ed occupa Striscia di Gaza, Cisgiordania e alture del Golan. Quei territori non verranno più restituiti perchè sono d'importanza strategica dal punto di vista militare, e Israele vuole tenerne il controllo. Dalle alture del Golan i Siriani bombardavano in continuazione la Galilea, quindi Israele non pensa di restituirle. Tel Aviv dista a pochi chilometri dalla Cisgiordania, che se vi si concentrasse un esercito arabo imponente che decidesse di attaccare, la difesa di Israele sarebbe quasi impossibile; ecco perchè il suo controllo è determinante. Israele è piccola, è come la Puglia. Per questi motivi Israele può concedere ai Palestinesi solo piccole porzioni di territorio. [La vergine da alla luce un figlio per dare una pace senza fine al trono di Davide. Sappiatelo o popoli, armatevi pure, sarete disfatti, formate dei piani, svaniranno, date degli ordini, non avranno effetto, perchè Dio è con noi. Isaia].

  Come se non bastasse, i Palestinesi sono sempre stati guidati da politici corrotti che hanno avuto il solo interesse di fare il gioco degli arabi a cancellare lo stato ebraico più che occuparsi del bene dei palestinesi. Poveri cittadini palestinesi, imbevuti di cattiva propaganda vengono mandati a fare i kamikaze, al solo scopo di fare il gioco dei loro capi corrotti. Chiaro che Israele non può essere tenera con loro, chiaro che devono costruire muri per difendersi. Potevano convivere, potevano coesistere due stati nel 1948, ma le nazioni arabe non hanno voluto. Un dato significativo: nel 1948 le popolazioni circasse e druse della Palestina, benchè di religione islamica, hanno giurato fedeltà allo stato israeliano (tanto da servire anche nell'esercito) perchè hanno capito che conviene stare dalla parte degli Israeliani. Nel 2004 il primo ministro Sharon fa evacuare 8mila coloni ebrei dai territori dei palestinesi: una certa volontà da parte degli israeliani di creare la pace, c'è.

  Perchè si da tutta la colpa ad Israele, dimenticandosi che in tutto il medio oriente, è forse l'unica democrazia, la nazione col più alto livello di diritti civili.  Dicono che Israele è ricca, come se la ricchezza fosse una colpa. Si sono stabiliti in un deserto, l'hanno fatto fiorire, hanno costruito città dal nulla; Israele oggi è una nazione moderna con una ricchezza che nasce dal lavoro. Questo perchè gli Ebrei hanno un'intelligenza sociale ed una cultura del lavoro che forse non ha pari nel mondo. Perchè gli Ebrei hanno una religione vera!

  Mi domando come mai in ambienti cattolici in Italia, generalmente si parli spesso male di Israele e degli Stati Uniti; due relatà, che nello schifo di questo mondo, pur tra limiti e contraddizioni, rappresentano qualcosa di positivo, in quanto riescono a garantire un certo livello di diritti civili e libertà alla propria popolazione (sono forse cose che dio non gradisce?). Non si parla, invece, male dei governi governanti africani, menefreghisti e corrotti. La verità sta nel fatto che Stati Uniti sono una nazione che si basa sui principi del protestantesimo e dell'illuminismo mentre Israele è una nazione giudaica; realtà culturali e religiose antagoniste a quella cattolica. Se si cresce nella convinzione che la propria religione sia l'unica vera autentica religione, ma altre realtà religiose, riescono a creare qualcosa di positivo, inteso come benessere per i propri cittadini, allora inconsciamente percepisci che altri riescono ad applicare meglio i principi di dio. E queste realtà vengono attaccate: questo il motivo dell'eccessiva propaganda contro Israele e Stati Uniti.

 
 
 
 
 

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