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Un blog creato da giulia_770.it il 15/01/2008

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Post n°4253 pubblicato il 01 Ottobre 2014 da giulia_770.it





Lezione 1: I saluti e le espressioni giornaliere


Buongiorno -> Ohayou Gozaimasu (pronuncia: Ohaioo Gosaimas. La "h" in "Ohaioo" è aspirata, mentre la prima "s" in "Gosaimas" è a metà tra una "s" e una "z")


Ciao. -> Konnichiwa. (pronuncia: Conniciuà) Questo saluto è piuttosto informale e solitamente si usa tra amici o comunque persone con una certa confidenza.


Buonasera/buon pomeriggio -> Konbanwa (pronuncia: Conbawa. La seconda "n" di "konbanwa" solitamente non è particolarmente udibile nel parlato.)


Arrivederci -> Sayoonara. (pronuncia: Saionara.) Questo tipo di saluto viene usato anche per dire "addio". Generalmente i giapponesi, quando si salutano in modo confidenziale, utilizzano anche "Bai bai" che sarebbe traducibile con il classico "Bye bye".


Io vado. (quando si esce di casa) -> Ittekimasu. (pronuncia: ittechimas.) Solitamente, in risposta si usa dire "Itterashai" (pronuncia: itterasciai) inteso come "vai e torna presto".


Sono a casa (quando si rientra). -> Tadaima. (pronuncia: Tadaima.) Solitamente, in risposta si usa "Okaeri nasai" o più semplicemente "Okaeri" che starebbe a significare "bentornato a casa".


Grazie mille. -> Arigatou gozaimasu (pronuncia: Arigato gosaimas. Anche in questo caso, la prima "s" di "gosaimasu" si pronuncia a metà tra una "s" e una "z".) Come variante a questo ringraziamento, c'è "Arigatou gozaimashita" (pronuncia: Arigatoo gosaimascità. La seconda "i" in "gosaimascità" è sempre muta.) che si usa per:

- Un'azione già avvenuta, da poco, ma che probabilmente non si ripeterà o comunque non in breve tempo.

- Un'azione conclusa, anche da poco, che ha già avuto delle conseguenze. (per esempio, spesso questo tipo di ringraziamento viene utilizzato da un negoziante che ha appena ricevuto un pagamento da un cliente o viceversa. Stessa cosa se una persona ci ha fatto un prestito grazie al quale siamo riusciti a risolvere alcune questioni. Nel momento in cui glieli restituiamo, possiamo utilizzare "Arigatou gozaimashita".)
Un altro modo molto formale per ringraziare è "Doumo" (pronuncia: Doomo.) oppure anche "Doumo arigatou".

Nota: La forma "Doumo" è anche utilizzata per dire "ciao/salve" in maniera molto formale.


Prego. (in risposta a "grazie") -> Dou itashimashite. (pronuncia: Doo itascimascite. La seconda "i" di "itascimascite" è praticamente muta.)


Mi scusi. (usato ad esempio per fermare una persona per strada) -> Sumimasen. (pronuncia: Sumimasen. La prima "m" in "Sumimasen" è quasi muta la maggior parte delle volte.) Questa forma si usa solitamente per chiedere informazioni. E' inoltre una forma cortese e formale di chiedere "scusa" a degli estranei. In certi casi viene anche utilizzato come ringraziamento educato ed estremamente formale. Per esempio, se una persona con la quale abbiamo poca confidenza ci offre un regalo, sarebbe più educato utilizzare "Sumimasen" al posto di "Arigatou". E' traducibile come "mi dispiace per il disturbo."


Prego. (usato per invitare qualcuno a fare qualcosa) -> Douzo. (pronuncia: Doozo. la "z" si pronuncia a metà tra una "z" e una "s") Solitamente è usato per accogliere qualcuno in casa propria, per invitare qualcuno a sedersi o a compiere qualunque altra azione come, per esempio, aprire un regalo.


Buon appetito. -> Itadakimasu. (pronuncia: Itadakimas.) Questa forma si usa prima di cominciare a mangiare, equivarrebbe per l'appunto al nostro "buon appetito". I giapponesi lo usano sempre, a casa o al ristorante.


Che buono! -> Umai oppure anche Oishii. (pronunce: "Umà" e "Oiscii"). Si usa per esprimere la bontà di un piatto/alimento appena assaggiato.
Quando invece si finisce di mangiare/bere qualcosa, si usa "Gochisoosama" (pronuncia: Gocisoosama.) traducibile con "grazie per il cibo".


Sì. -> Hai. (pronuncia: Hai, con l'"h" aspirata.) A volte, per rispondere in affermativo si usa anche "Ee" che equivalrebbe al nostro "Mh!", ma è molto più informale.


No. -> Iie. (pronuncia: Iie.)


Buona notte. -> Oyasumi nasai. (pronuncia: Oyasumi nasai.)


Per favore. -> Kudasai o Onegaishimasu. (pronunce: "Kudasai" e "Onegaiscimas".) "Kudasai" è meno formale di "Onegaishimasu".
Per implorare qualcuno si usa semplicemente "Onegai".


Come stai? -> O-genki desu ka. (pronuncia: oghenchi des ca.) Per rivolgersi ad una persona più confidenziale, come per esempio un amico di lunga durata, si può usare semplicemente "Genki desu ka" senza la "o".


Sto bene. -> Genki desu. (pronuncia: Ghenchi des.)


Stammi bene. -> Genki de. (pronuncia: Ghenchi de.) Una forma più garbata e formale è "Genki de ite kudasai" traducibile come "Stammi bene/abbi cura di te, mi raccomando." Vi sono inoltre altri due modi per augurare a una persona di star bene: "Odaiji ni" (pronuncia: Odaigi ni) si usa solitamente con una persona malata e/o in ospedale per augurarle una buona guarigione e "Ki o tsukete" (pronuncia: Chi o Tsuchete. Il "tsu" si legge più come "tzu".) o "Ki o tsukete ne kudasai" (pronuncia: Chi o tsuchete ne kudasai.) si utilizza per dire "Fai attenzione, abbi cura di te."


Nota: Nello scritto giapponese non esistono i punti interrogativi, ecco perché anche nella scrittura romaji (non kanji) non sono presenti.




 

 
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