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Vuoi essere un bravo capo? Ecco cosa devi fare ogni giorno

Post n°5976 pubblicato il 27 Marzo 2017 da manu78_it
 

Una ricerca spiega che il boss che tutti vorrebbero è quello che dà valore ai rapporti umani e riconosce i meriti di un lavoro ben fatto. "È importante capire se si è all'altezza del ruolo" spiegano gli esperti. Quindi se vuoi essere il capo che ogni dipendente sogna di avere o al contrario vuoi testare quanto sia speciale (o meno) il tuo superiore, segui le dritte di Sofia Cortesi, finance director di Hays, società di ricerca e selezione del personale specializzata nel middle e top management. % punti chiave che possono cambiarci la vita

Vuoi essere un bravo capo? Ecco cosa devi fare ogni giorno

Tutti vorrebbero un boss illuminato come Brunello Cucinelli, il re del cachemire. I 450 dipendenti della sua azienda-oasi di Solomeo (Pg) staccano alle 17.30, non ricevono e-mail fuori dall’orario di lavoro e ricevono bonus annuali da 500 a 1000 euro da spendere per libri, cinema e teatro. Solo per citare alcune delle sue mosse innovative da filosofo aziendale. Ci sono invece capi e capi: alcuni sono dei veri leader, altri dei semplici manager. Secondo una ricerca di The Boston Consulting Group, condotta su 2000 mila lavoratori in tutto il mondo, il boss che tutti vorrebbero è quello che dà valore ai rapporti umani e riconosce i meriti di un lavoro ben fatto. Perché se detesti il tuo capo, è in primis la tua salute a rimetterci, a tal punto da poter decidere di lasciare anche un lavoro che ami, dice uno studio della Harvard Business School e della Stanford University. «Per questo è importante capire, il prima possibile, se si ha a che fare con un superiore all’altezza del suo ruolo, per riuscire a gestire in tempo una situazione lavorativa, prima che ti risucchi del tutto. È l’intelligenza emotiva a fare la differenza tra un bravo boss o meno, cioè la capacità di riconoscere e capire le emozioni che senti o provochi negli altri, per poi comportarti in modo adeguato» sostiene Travis Bradberry, autore di Emotional Intelligence 2.0 con Jean Graves e creatore di TalentSmart, un noto sito americano di job coaching. Vuoi essere il capo che ogni dipendente sogna di avere? O sei un dipendente, e ti piacerebbe testare quanto è speciale (o meno) il tuo superiore? Sofia Cortesi, finance director di Hays, società di ricerca e selezione del personale specializzata nel middle e top management, ci aiuta a capirlo.


1. Stare ai vertici aziendali non significa essere esonerati dalle critiche. Al contrario, la mossa migliore del capo “perfetto” è quella di sollecitare commenti sul suo lavoro. Chiedere un feedback oggettivo e onesto ai colleghi, mettersi in discussione per capire se c’è qualcosa che non va. Non è un atteggiamento facile da mettere in pratica, ma può dare risultati stupefacenti per conoscere i propri punti di forza e migliorare le debolezze. L’errore da non commettere? Incutere timore e costringere gli altri ad annuire o a dare solo commenti positivi.

2. Il capo non è autorizzato a esplodere nei momenti di tensione. Mantenere la calma è fondamentale, soprattutto quando si occupa una posizione di rilievo all’interno di un’azienda. Perdere la lucidità può portare a decisioni affrettate e poco vantaggiose. Il bravo boss è in grado di riconoscere le situazioni che provocano maggiore ansia e tensione, imparando a gestirle al meglio per non alimentare, a cascata, demotivazione e nervosismo nel contesto di lavoro.

3. Salutare tutti (o almeno i collaboratori con cui si lavora a stretto contatto) ogni mattina dovrebbe essere un appuntamento fisso. Come fermarsi alla macchinetta del caffè. E se si avverte un malessere in qualcuno di loro, non è affatto invadente chiederne le motivazioni, con delicatezza. Anzi, un capo che empatizza con chi sta attraversando un momento difficile è molto apprezzato. Spesso chi è alla guida di un team, mantiene un atteggiamento distaccato e tende a concentrarsi esclusivamente sui risultati e sugli obiettivi da raggiungere adottando uno stile manageriale impersonale che tende a prevaricare i propri collaboratori. Si tratta di un comportamento controproducente che alimenta un clima pesante e poco produttivo.

4. Ci sono delle frasi che andrebbero bandite dal vocabolario di un capo ideale. Secondo una ricerca del sito americano di business e innovazione Inc.com, tra queste spiccano “non ho tempo”: dovrebbe essere pronunciata il meno possibile perché denota scarsa organizzazione.
Ma anche “abbiamo sempre fatto così” sarebbe da evitare: denota un atteggiamento immobile e poco costruttivo, tipico di un boss troppo concentrato su se stesso.

5. I grandi leader motivano ogni giorno le persone con cui lavorano ad alzare sempre l’asticella con nuove, piccole e grandi, sfide lavorative che, a costo di correre qualche rischio, vanno aldilà degli obiettivi standard. Per i dipendenti, questo significa uscire dalla zona di comfort, mentre per il capo vuol dire spingere i membri del suo team verso il successo
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