Creato da poverotroviero il 07/10/2006

Il gioco

delle schegge di vetro

 

 

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Martin Amis

Post n°174 pubblicato il 29 Novembre 2013 da poverotroviero

Lionel Asbo

Dopo essersi registrato alla reception (e aver dato un deposito in contanti), Lionel reperì una mezza pinta di cidro e una bottiglia intera di Wild Torquey. Si sedettero a un tavolo nell'angolo del Bean's Talk. - des, ti sei mai chiesto come mi diverto io a Diston?
- Sì. Qualche volta sì.
- Bé, io non ho più rancori. Non ne ho più. E così, stasera, dopo che tu te ne sei andato, io spacco la faccia a un paio di Nènè. O vado a spaccare la faccia a un paio di deliquenti ignoranti. Niente di che. Gli dò giusto qualche schiaffetto. E poi li butto nel canale. Stasera andrò a cercare quel pezzo di merda che abbiamo incontrato a Jupes. Così magari entro nello stato d'animo giusto.
Lo sguardo perplesso di Desmond espresse la domanda.
- lo stato d'animo giusto per poi farmi una troia. Qui. Su in camera mia-. I lineamenti di Lionel in quel momento furono vicini come non mai a esprimere qualcosa che somigliava al rammarico o a una severa autocritica. - Vedi, Des la mia sessualità, per come sono fatto, ha bisogno della presenza del dolore... Le cose stanno così. Per cui il rapporto con Gina è sicuramente ideale. Per il momento me la scopo in modo normale. E a ogni spinta, spinda, provoco dolore... ma non si può certo dire che gli faccio male, a Gina, o no? Tanto a lei gli piace un po' di grevità. Non si può dire gli faccio male a Gina.
- ...E Gina cosa dice? -
- Ah, per lei esiste solo Marlon.
Uttìo, quei due. Un vero rapporto di amore e odio. Sono come due gatti che si azzuffano, ma le code legate insieme. Lo fa per fare un dispetto a Marlon, perchè devi sapere che lui si tromba la sorella minore di Gina. La piccola Foozaloo. Bè, deve pure reagire no? Tenere duro. Mica è fesso fino a questo punto. E non finirà lì. Vedrai come la fotterà. La macchierà. Non ha altra scelta.

 
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L'Altoparlante

Si dice che dell'impianto hi-fi, tardi anni '70, ereditato da suo cugino, ormai più di vent'anni fa, Andrea abbia conservato un solo  altoparlante: stromento idoneo alla diffusione d'intrattenenti alchimie sonore.

Sembra, però, che tale dispositivo, smarrita presto la propria attrattività, sia a lungo rimasto inoperoso, adagiato su una mensola, seducente polveri dalla stanza.

Si dice, inoltre, che due cavi elettrici pendenti dagli elettrodi dell'altoparlante, animati da una misteriosa tensione magnetica, abbiano trovato agio, di volta in volta, di collegarsi all'antenna della radio, alla presa del telefono - insolenti, capaci per sino di raggiungere il web.

Sembra che sì furbescamente intercettate voci maligne e ingiuriose, chiacchiere e commenti maliziosi, il diffusore acustico, frustrato dal lungo oblio, scuotendo l'annosa polvere dalla propria membrana, abbia cominciato a parlare; riferendogli chiacchiere e pettegolezzi, raccolti via telefono, radio e internet.

Si dice che Andrea, ascoltata la gracchiante voce del vecchio apparecchio, abbia deciso di restituire alla erratica lettura dei blogger la sintesi di tali mormorazioni.

Sembra che in Trastevere, in luogo abitato da voci poetiche, egli stesso le abbia bisbigliate, leggendole per non doverle ricordare.

 

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Morta parte da me

la mia voce,

per approdare alla deriva

dei sensi scolpiti

nelle candide rocce;

ove il tuo viso m'apparve,

ombra d'un sorriso sterile,

solido velario

d'una scena tragica.

 

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