Mondo Parallelo

E cento, e mille volte poi chiudere gli occhi per cercar di capire se il mondo appartiene al mio mondo oppure alle stelle che mi bacian le labbra. Raggi di luna mi feriscono la pelle, son quelli che avevo raccolti durante le notti passate a vegliare chino su una tastiera infinita per cercar di sognare. E a poco a poco il sonno che avanza e i primi raggi di sole che mi trovano assorto, il capo posato sui tasti bianchi; nel muro l’impronta d’una nota lasciata dalla mia testa appoggiata sul lungo bianco cuscino. Accanto, vedo le note affiorare su un rigo macchiato di blu, zeppo di segni tracciati alla rinfusa, nella fretta di lasciare un appunto importante, prima di abbandonare l’ispirazione a Morfeo. Ma non ricordo d’aver scritto nulla, magari l’avrò fatto senza sapere, ma non trovo la penna vicino e poi non riconosco quel tratto, sottile. Sì troppo lieve è quello che vedo tra piccole macchie di inchiostro in mezzo alle righe dello spartito. Qualcuno di certo ha voluto lasciare il suo segno facendomi credere d’essere io il padrone di quanto scritto, ma poi sorrido e suonando curioso, leggendo quanto mi si para davanti, mi rendo conto che non posso essere stato io a comporre una musica così strana senza nemmeno una pausa, perché troppo bella; e ad ogni nota una polvere chiara che come argento si posa qui intorno, e mi si appiccica al viso, come un bacio volato per caso da una stella che mi fa l’occhiolino, lì, di fronte alla bianca cornice del vetro vicino.

Giov@nni