Mondo Parallelo

Qualcuno mi chiede perché sia più facile morire che rispondere alle domande che non hanno risposta. Non ho saputo dire nulla al riguardo proprio perché non trovavo argomenti né prove per chiarire con semplici parole il quesito. Ho solo risposto che ci penserò, che non mi sono mai posto il problema. Qualcuno mi ha chiesto perché sono sempre attento alle cose più serie senza un minimo di superficialità che magari a ragione non guasterebbe, ma non ho saputo dare altro di contro che un sorriso sforzato. Qualcuno mi chiede come faccio a coltivare dentro tanto rispetto per gli altri, e allora ho risposto che quando anche a me è elargito, magari in forma d’intesa, senz’altro di più che un semplice cenno d’assenso col viso, allora lo sento come un impegno da dare ogni momento, per fare di questo il mio segno e vessillo. Lassù, Il rosso sopra i monti e le colline annulla la mia voglia di volare per paura di bruciarmi le ali, e se qualcuno mi vuol fare un piacere, cerchi di non calpestare i fiori del mio giardino: i pensieri più belli che ho innaffiato con cura e riposti nell’angolo più luminoso del cuore, e stia attento, perché sono qui, e poi farei fatica a riprenderli o a farli rivivere; questo è tutto. La luce del mattino mi eleva di grado, se qualcuno mi chiede come, risponda l'artista che mi tratteggiò così, ma adesso mi sembra che non voglia parlare, impegnato com’è nel mondo che si è fermato chiuso nell’odio e nel risentimento, e attorno si vede che non riesce più a girare, ferito com’è dalla mano crudele di uomini senza cuore né amore. E ancora, se qualcuno mi chiederà se, per caso, so di dove viene il sonno che aleggia sugli occhi dei bambini, risponderò magari con quello, che, fatto pensiero, a volte riaffiora e mi sorride portando nei miei occhi quella parte di cuore di bimbo che dimora ancora in me. Sì. Allora dico che quel sonno tranquillo abita laggiù, in un villaggio incantato, dove, tra le ombre d'una fitta foresta fiocamente illuminata dalle lucciole, splendidi pendono due timidi fiori. Quelli che ho colto quel giorno lontano che era solo ieri. Ecco di dove viene il sonno a baciare la fronte dei bimbi. E forse pochi sanno dove nacque il sorriso che ondeggia sulle labbra dei bambini che dormono; io l’ho scoperto perché l’ho chiesto alla luna mia amica, e mi ha confidato che un suo giovane pallido raggio, quando era crescente, ha sfiorato il lembo d'una leggera nuvola autunnale; e così, nel sogno di un mattino bagnato di rugiada, per la prima volta nacque il sorriso che ondeggia sulle labbra dei bimbi che dormono. Lieve e tenera dolcezza di sole che fiorisce sul viso di un fiore che dorme, e che sogna; è quel magico raggio che, quando la madre era ancor giovinetta, dimorava nel cuore, colmo del mistero delicato e silenzioso dell'amore: là sbocciò la dolce e tenera freschezza che fiorisce sul viso dei bimbi, ed io ancora quel fiore lo tengo nascosto e vivo dentro di me, perché solo con gli occhi di un bimbo si colgono i segreti nascosti nel cuore, come quel giorno lontano che era solo ieri, oggi, come domani e… nei giorni a venire.

Giov@nni