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Sono tornata, ma non cambiata!

Post n°356 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da violascoppia

Quanto tempo che non scrivo più in questo blog! Ma cosa ho avuto da scrivere ancora in tutti questi mesi? Nulla di diverso da prima. Niente è cambiato davvero, niente si è stravolto, tutto continua come prima. Con una differenza: che è sempre più faticoso. Ci sono prospettive? Sì, forse sì e io faccio finta di crederci, altrimenti tutto quello che vivo non avrebbe senso. Nel periodo trascorso ci sono stati i soliti momenti “al top” (per citare Crozza) e altri da suicidio. E ogni momento bello è stato pagato caro, molto caro, anche se, come sempre, è stato meraviglioso. Per la prima volta mi sono stati concessi 5 giorni di vacanze estive con lui (strappate con le unghie e con i denti), alcuni fine settimana al lago in estate in un posto davvero bellissimo, 15 giorni (in cui mio figli è stato in vacanza) di notti insieme, il viaggio a Venezia ad ottobre, qualche piacevolissima giornata “zen”, come le chiamiamo noi. E venerdì partiamo per tre giorni a Parigi, poi il 21 febbraio andremo al Regio… Sì, lui si è preso molta più libertà dalla sua famiglia, ma non si è staccato. Mi dice che mi ama, che non ha mai amato nessuna come me e che ogni giorno fa un passo in più in questo sentimento, mi coccola, mi tiene, ora, sembra, stiamo cercando una casa più grande da affittare… Io voglio pensare che tutto questo sia vero. E aspetto. Intanto mio figlio è diventato maggiorenne, sta prendendo la patente, ha la ragazza, studia tantissimo per la maturità ed è un vero tesoro. La mia consolazione che non voglio soffocare come una mamma da figlio unico. Il lavoro è sempre uno schifo, anche se forse qualche piccolo movimento positivo c’è. Ed ecco riassunti, in poche parole, mesi di vita, di valigie, di spostamenti, di mattine in cui mi sveglio e non so né dove sono né chi c’è a mio fianco. 

 
 
 

Tornata... uguale!

Post n°355 pubblicato il 21 Giugno 2012 da violascoppia

Sì, è passato molto tempo da quando ho lasciato questo blog. Tante cose sono successe. Dopo il fine settimana a Parigi ne abbiamo fatto un altro a Vienna, sfruttando un suo impegno di lavoro, come sempre magico. Poi, da maggio, nostro anniversario, è cominciato il lungo mese di festeggiamenti fino al mio compleanno e oltre. Cene fuori, fiori, baci, serate insieme in occasione di assenze di mio figlio con la scuola. Tutto è culminato lo scorso week end sul lago di Garda in un albergo stupendo, con un tempo stupendo, un’atmosfera da urlo. Ho persino ballato, venerdì sera, per due ore di fila. E’ tutto una meraviglia. A corrente alternata, come sempre. Mi rendo conto che cerca di darmi tutto quello che può e anche di più perché non sa, non può, non ha il coraggio di darmi se stesso. E di questo ho già parlato a lungo. Mi sono arrabbiata, poi abbattuta, poi ho cercato di dirmi che o lo lascivo o accettavo la situazione così com’era… Ora non mi rendo conto in che fase sono. Esausta sicuramente. Incapace di reagire. Gli dico solo: credo tu possa capire che non è giusto. Questo è rimasto il mio unico urlo soffocato. E nemmeno nel resto della vita non è cambiato niente: sono sempre in cassa integrazione un giorno la settimana, lo stipendio mi viene sempre pagato con un mese di ritardo, i soldi della cassa che ho fatto a marzo non sono ancora arrivati sul mio conto, mio marito è ancora in casa e sempre con la stessa fidanzata. L’unica vera soddisfazione: mio figlio. E’ uscito dal quarto anno del liceo classico con una media dell’8,8. Sono molto orgogliosa di lui, ma mi rendo conto che questo mio morale non alle stelle lede anche il mio rapporto con lui. Quindi, per concludere, niente di nuovo. Almeno dentro di me.

 
 
 

Comunicazione di servizio

Post n°354 pubblicato il 07 Febbraio 2012 da violascoppia

Questa sera sarò da sola a casa "nostra" a pulire. Mi sono comprata un pezzo di facaccia per cena. Una seratina per conto mio. A incassare il colpo che mi è arrivato ieri in ufficio: riduzione di stipendio e cassa integrazione. Per fortuna sono socia!

 
 
 

Tre giorni d’incanto

Post n°353 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da violascoppia

Sì lo so, non ho tenuto conto dei consigli che mi sono stati dati. Ho riflettuto a lungo su tutta la questione. So che, se dovessi essere razionale e anche un po’ egoista (in modo sano) dovrei lasciarlo. Ma in questo momento non me la sento. Non me la sento proprio. Dopo tanti anni di solitudine sentimentale, durante i quali sono arrivata a non sentirmi nemmeno più una donna, ora per me è impossibile rinunciare all’unico affetto che sento di avere. Non sono felice. Ma, per il momento, accetto. E così, venerdì all’alba, sono rientrata nella mia piccola bolla d’amore e siamo partiti per la nostra, come sempre meravigliosa, vacanza a Parigi. Temperature allucinanti (come qui, probabilmente, ma noi eravamo sempre fuori), tutto bellissimo: la città, le passeggiate, i baci, le risate, l’albergo, le due cene guardandosi negli occhi, le carezze, l’intimità, gli abbracci, le cose che non ho mai fatto, come andare sulla ruota panoramica (mai! E’ troppo da turisti, ma noi siamo turisti amore) o fare la visita via Senna… E persino comprare le foto che ci hanno fatto! Abbiamo camminato tanto, scherzato tanto, parlato tanto, fatto l’amore, visto musei, panorami, negozi, gente… E’ stato il nostro primo viaggio all’estero, il primo viaggio in aereo e anche questo è stato emozionante. Mi è sembrato di tornare ragazza. I miei fantasmi sono arrivati solo durante la notte: sì, ho dormito per due giorni fino alle 8, ma continuando a sognare cose angosciati che mi svegliavano di colpo in un bagno di sudore e immediatamente sparivano dalla mia memoria. Poi è finito tutto. Al ritorno eravamo in due posti separati vicino ad altra gente. Sull’auto che mi riportava a casa non abbiamo più parlato ed ora fino a giovedì non lo vedrò più (lui ha una cena alla quale non può proprio rinunciare, martedì). La bolla è scoppiata. La vita è ritornata a scorrere, come sempre. E questo è il destino che devo imparare ad accettare.

 
 
 

I momenti davvero felici della mia vita

Post n°352 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da violascoppia

Di certo, quando mi sono laureata, dopo due anni tostissimi di ricerca d’archivio e lavoro a casa, producendo una tesi in 3 volumi e di più di 1000 pagine. Certo, è stato un lavoro lungo e duro, ma premiato: 110 e lode e dignità di stampa. Con me c’era tutto il parentado, persino mia mamma, che di solito non lascia mai il lavoro.

Il top della felicità la raggiungevo, da bambina, in due momenti: quando andavo in altalena sulla spiaggia dell’Adriatico, in vacanza con nonna e cugini, e quando, nel fine settimana, a volte mi raggiungevano al mare i miei genitori (non hanno mai fatto ferie e quindi non siamo mai stati insieme da nessuna parte). Al loro arrivo passavo dal controllo stretto della nonnina a quello più rilassato dei miei, si andava a mangiare la pizza la sera (non si doveva cenare in pensione finalmente) e si faceva il bagno di mezzanotte!!!

Il primo bacio del mio primo fidanzato non si può certo scordare: mi tremavano le gambe, anche perché non me l’aspettavo. Poi l’ho lasciato, ma quel momento mi è rimasto nel cuore. Anche la prima volta che mio marito mi ha invitato a cenare con lui, all’università, è stato da tremarella: mai avrei pensato di potergli interessare, anche perché mi sembrava stesse dietro alla mia amica (moooolto più bella di me). Per il resto, in questo momento, non sono nella condizione psicologica giusta per vedere altri momenti davvero felici nella nostra vita insieme. Naturalmente la nascita di mio figlio: un’esperienza bellissima, tenerissima, dolcissima.

E’ stato un attimo di forte speranza, che assomiglia alla felicità, quando, in esaurimento nervoso, ridotta a un mucchio d’ossa e pelle, mi sono fatta abbracciare dallo psichiatra che mi aveva appena prescritto la cura che mi ha salvata.

Felicità era anche la notte di Santa Lucia che, nella mia città d’origine, portava i regali ai bambini, andare a sciare la domenica con i miei genitori e mio fratello, vedere una cucciolata di segugi appena nati, la prima vota che ho preso l’aereo (avevo 23 anni), quando per la prima volta, a 20 anni, ho fatto un mese di vacanza al mare con una mia amica, alcune serate trascorse a ridere a crepapelle con gli amici di mio marito.

Venendo al presente, ricordo come felice una passeggiata fatta con lui a Villa Genero il 21 marzo del 2009, poi la prima volta che ci siamo incontrati per stare insieme, l’entusiasmo che avevo quando ho capito di amarlo, la prima volta che abbiamo passato la notte insieme a Milano: era anche il mio compleanno, mi ha portato fuori a cena e, a sorpresa, mi ha fatto arrivare al tavolo una torta con candeline e una rosa: mi sono messa a piangere, nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me. E poi, la settimana che abbiamo passato (incontrandoci la sera) in un residence (mio figlio era in vacanza con la scuola): è stato stupendo poter convivere per tanto tempo. I fine settimana a Venezia (2), le cene a Stresa (anche se i fine settimana a Stresa non sono mai stati del tutto fortunati), la serata a Palazzo Madama per una sfilata di moda (ho vinto anche un premio per un testo che ho scritto), il fine settimana del mio scorso compleanno in una beauty farm per addirittura 4 giorni… La prima volta che ho visto la casetta che abbiamo affittato per quando ci incontriamo e anche la prima volta che l’ho pulita. La spedizione da Ikea per comprare il necessario, le serate all’opera (soprattutto la prima, perché per me è stata una cosa totalmente nuova)… E tanti altri brevi momenti di relax e di risate che ci siamo regalati in questi due anni e mezzo. 

 
 
 
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