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Post N° 5
Post n°5 pubblicato il 08 Novembre 2006 da virginiagiuliano
Visita di Barumini e dintorni Il nostro viaggio continua, andiamo nell’interno a Barumini, dove si trova il più importante sito nuragico della Sardegna. Esso è costituito: · da un grosso nuraghe con cinque torri a diversi piani, di cui una centrale e quattro esterne unite da mura a secco con pietre portate della giara di Gesturi; · vicino ad esso i resti del villaggio più recente costruito utilizzando le pietre di quello più antico e di cui rimane ben poco.
Ci spostiamo alla giara dei Gesturi, altopiano basaltico di origine vulcanico, ricoperto da un basso bosco di querce da sughero, abitato da cavalli di piccola taglia tipici di questa zona, e da pecore. Camminando arriviamo in una vasta depressione che le piogge riempiono di acqua, formando un laghetto. Nelle pendici della giara si trovano le domus de Jana. Ritornando a Barumini visitiamo: · il palazzo Zappatas , al cui interno si trovano i resti di un piccolo nuraghe ed un museo dei cimeli e dei documenti della nobile famiglia di origine spagnola, non molto amata dagli abitanti; · il convento dei cappuccini, che ospita un museo di strumenti musicali tipici sardi, tamburi con pelle di capra, strumenti fatti con vesciche gonfiate (di maiali o di pecore) e di corde,flauti di canne a diverse note, che suonano mediante una difficilissima tecnica respiratoria, campanacci dei mammuttones, fisarmoniche ed organi a mantice. Lasciamo Barumini e ci dirigiamo verso Oristano, passando per paesi interni,in diversi di essi le facciate delle case sono affrescate con murales raffiguranti scene di vita di pastori o di contadini o processioni religiose. Nella zone interne dell’isola si percepisce la fierezza dell’antico popolo, che non vuole rinunciare alla propria identità. La Sardegna , a differenza della Sicilia ,è poco popolosa, si cammina in questa parte dell’isola per le strade senza incontrare anima viva, nonostante l’afflusso turistico, molte spiagge come pure lunghi tratti di costa sono spopolati. Alghero
Passando per Oristano ci dirigiamo verso la bella Alghero, ridente cittadina sul mare , i cui abitanti parlano un catalano arcaico. Le strade del centro storico hanno ancora toponomi dell’antica lingua. Decidiamo di recarci per mare alla grotta carsica di Nettuno, le cui concrezioni sono simili a quelle viste in precedenza nella Is Zuddas. Ad essa si può accedere anche scendendo per una scala di 700 gradini, intagliata su un costone roccioso a picco sul mare da poveri carcerati sicuramente col sacrificio di molte vite. Il centro storico, con le chiese, coacervo di stili diversi,i negozi ed i locali caratteristici, e la passeggiata lungo la fortezza a mare, piena di bar e ristoranti, pullulano di vita. Il tramonto ha colori indimenticabili. La sera si va a cenare in un elegante e raffinato locale gestito da un giovane e da suoi amici. Vengono proposti piatti tipici sardi, tra i quali il porchetto Esso è un maialetto di circa 10 Kg cucinato intero al forno a 300 gradi e servito con verdure e patate arrosto. Ma anche in Sicilia, nei boschi dei Nebrodi, nelle trattorie all’aperto, è possibile gustare il maialetto, ma cucinato alla griglia sulla brace. . L’indomani, dopo un tuffo in una tranquilla baia, partiamo per il nord costeggiando il mare.
Stintino e dintorni
Arriviamo così a Stintino. Il paesaggio è mozzafiato, dall’alto possiamo ammirare un mare cristallino dai colori cangianti, blu, azzurro, verde, rosa ed una spiaggia bianca, di fronte l’Asinara, chiamata così per i suoi asini albini, l’isola Piana ed in fondo si intravede la Corsica. A Stintino vi è il museo della tonnara, ma non possiamo visitarlo. Proseguiamo per Castel Sardo, un paese arroccato su un promontorio. All’interno del castello si trova il museo etnografico,con arnesi di vita quotidiana dei contadini e dei pescatori. Vi sono ceste di vaie forme, misure e materiali (giunco, finocchietto, foglie di palma nana, canne) dai disegni colorati geometrici o raffiguranti animali. Esse venivano usate per la biancheria, per la ricotta, per la frutta e così via. Le nasse esposte sono diverse per grandezza, per resistenza dei materiali, molto robuste quelle per la pesca delle aragoste. E’ esposta una imbarcazione di canne intrecciate ricurva solo da un lato, usata in provincia di Oristano. Usciti dal castello giriamo per le viuzze strette, incontriamo una vecchietta che, seduta davanti la porta di casa, lavora ad un cestino e ci dice che la vita è dura, che con la sua arte si guadagna poco ed i giovani fuggono in cerca di altro lavoro. In una piazzetta con una bellissima veduta sul mare vi è una chiesetta di impianto trecentesco, con elementi gotici e barocchi. Dopo, entrati in un bazar, compriamo il mirtillo, il vino del luogo e delle bamboline di porcellana con costumi sardi. Proseguiamo per Santa Teresa di Gallura, vi è un forte vento , facciamo uno spuntino veloce in un locale. Palau e l’Arcipelago della Maddalena
Ci dirigiamo a Palau, dove ci fermiamo in un campeggio in una pineta in riva al mare, accanto al faro. Vi sono delle bellissime rocce granitiche. La sera ceniamo al ristorante del campeggio, gestito da un cultore della cucina sarda, che ha curato la fotografia dei piatti tipici per una pubblicazione del corriere della sera. Ci fa gustare: · il polipo cucinato alla vecchia maniera dalle mogli per i marinai che si assentavano per parecchi giorni,in modo da potersi conservare, e cioè sbollentato e saltato in padella con una salsa di olio, aglio,peperoncino,prezzemolo, pomodori secchi, salati e lavati, ed aceto; · la pasta con salsa piccante,finocchietto selvatico, mandorle e frutti di mare; una grigliata di pesce appena pescato; · dolci tipici con noci, pistacchi e mandorle e vino cotto. In Sardegna vi sono agrumeti,solo nel sud-est dell’isola,oliveti,mandorleti, castagneti,vigneti L’indomani, alzati di buon mattino, ci imbarchiamo per effettuare un giro per le isole dell’Arcipelago della Maddalena. Esse sono disabitate, tranne la Maddalena ed una in cui vi è una base Nato. La Maddalena, unita a Caprera da un ponte, è la più grande, è dotata di porto ed ha una bella passeggiata a mare. L’isola con la base Nato ,dicono, è tutta scavata al suo interno, ma da qui a poco la base sarà smantellata. Andiamo nelle isole di Spargi e di Budelli,dove le acque di alcune baie per i particolari fondali e a secondo dell’inclinazione dei raggi solari assumono colorazioni che vanno dal rosa al verde smeraldo, all’ azzurro. Ritornati a riva partiamo per la Costa Smeralda, ma intanto il tempo è diventato nuvoloso e decidiamo di proseguire fino a Porto Corallo dove pernottiamo. Viste le cattive condizioni metereologiche, che non permettono di apprezzare le bellezze della costa, imbocchiamo la strada di montagna che va verso Cagliari. Le rocce si stagliano taglienti. Si gode un paesaggio vario e selvaggio: gole, torrenti, alberi di corbezzoli di colore rosso (chiamati in siciliano imbriacule ,ingerite in grande quantità fanno ubriacare),querce da sughero. Siamo in Barbagia, attraversiamo Utsei con i suoi murales in bianco e nero, ci rechiamo ai Monti Sette fratelli, chiamati così per il numero delle punte, quindi, andiamo a Cagliari ,dove verso sera ci imbarchiamo per Palermo. Il nostro giro è finito.
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Inviato da: Paola91PeG
il 12/04/2007 alle 19:12