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Portiamo una rosa rossa agli allevatori bufalini che protestano per il piano anti-brucella

Post n°103 pubblicato il 03 Maggio 2023 da max.ive79
 
Foto di max.ive79

 

di Max Ive

L'indotto agricolo e degli allevamenti, con il comparto delle aziende di trasformazione alimentare dei prodotti del primo settore rappresentano la colonna portante dell'economia Casertana. Nemmeno il mare che non è ancora qualificato col titolo di Bandiera Blu, per come sono messi i nostri territori dal punto di vista dei servizi offerti e del rispetto dell'ambiente, risulta essere così redditizio come il comparto agricolo e zootecnico casertano. Pertanto se si vuole tutelare il futuro del Basso Volturno, dei Mazzoni, del litorale Domitio, bisogna protestare, scioperare e sostenere gli allevatori che hanno chiesto semplicemente alla Regione di verificare gli effetti di un piano anti-brucella, tradotto in massacro. Purtroppo quando si interviene pesantemente in agricoltura gli effetti sono dolorosi. È una legge dell'economia agricola quella che sostiene che se abbatti bufale produci povertà, miseria che attraverso l'effetto domino poi coinvolgerà gli altri settori del territorio. Se un imprenditore agricolo o un allevatore sono costretti a chiudere l'azienda, non ci sarà chi si prenderà cura dei pascoli, dei terreni, e delle scelte umane verso i contadi del nostro territorio. Dunque l'abbandono, la desertificazione aziendale e occupazionale, il nulla assoluto per le nuove generazioni che consumeranno mozzarella prodotta con latte importato dai paesi dove non sappiamo nemmeno su quali suoli le bufale si nutrono. Se qui facciamo casino con i problemi della Terra dei Fuochi, e pertanto si possono controllare gli indicatori di contaminazione, figuriamoci in India e Indonesia o in Africa dove l'industrializzazione è avvenuta senza regole e freni, dove a stento c'è un'anagrafe zootecnica. Una mamma oggi mi ha detto che manifestazioni come il blocco della Domitiana danneggiano i bambini che devono andare a scuola. Ebbene, in città civilizzate le scuole dovrebbero attivare la Dad e rendere partecipi i bambini alle lezioni senza fargli beccare l'assenza. In città evolute le scuole dovrebbero fermare l'attività didattica ordinaria e spiegare a mamme e bambini cosa sta succedendo alle bufale e come educare le future generazioni al rispetto del territorio e al diritto al lavoro che va tutelato sempre. I bambini dovrebbero apprendere che non si può restare indifferenti a questi problemi, perché un giorno quando diventeranno sudditi della globalizzazione e dei mercati, saranno costretti a prendere la valigia per trovare dignità sul posto di lavoro, in quanto chi ha gestito qui la politica ha desertificato il territorio dove siete cresciuti, senza porsi delle domande su quello che si sta compiendo. Stesso discorso per chi si lamenta per andare a lavorare o a fare delle analisi. Invece di sparare sproloqui contro la manifestazione, portate un caffè agli allevatori, oppure un fiore (una rosa rossa dei Mazzoni 🌹 termine indicativo di un territorio che i francesi definivano Casa delle rose "Maison des roses) come segno di solidarietà e di condivisione. Un modo per essere meno individualisti ed egoisti, nonché sudditi di chi votiamo e poi ci trasforma in servi.

 
 
 

La canzone “Ragazzo Ombra” del chitarrista ortese Cristofaro diventa una proposta didattica dell'Irc per la pace

Foto di max.ive79

PER ASCOLTARE IL BRANO: https://www.youtube.com/watch?v=cQtr-v7MlBs

CAPUA – ORTA DI ATELLA. Il brano musicale “Ragazzo Ombra” del chitarrista di Orta di Atella, Michele Cristofaro, pubblicato un anno fa e supportato dalla band “The Unknown”, formata da Marco Ortenzo (voce, piano), Leonardo Misso (basso) e Gaetano Ortenzo (batteria), è diventato oggi un testo-progetto per la didattica dell’Irc, al fine di promuovere negli studenti il senso etico della “responsabilità” e la pace in un mondo purtroppo contraddistinto da guerre sanguinose (alcune più note e altre celate). È stato lo stesso autore, il chitarrista Michele Cristofaro, dopo un percorso di studi durato 5 anni, presso l’Issr – Interdiocesano Area Casertana, “Santi Apostoli Pietro e Paolo” a proporre alla docente relatrice di Teologia Morale: Pina Ianniello e alla co-relatrice Assunta Scialdone (professoressa di Etica Cristiana) una tesi incentrata sui valori espressi dalla suddetta canzone, al fine di promuovere nelle scuole e nei ragazzi di oggi il senso della responsabilità negli atti che compiono nei confronti degli altri, al fine di realizzare una proposta didattica tesa a formare una generazione che sia critica nei confronti di chi promuove morte e distruzione con l’uso di armi, della violenza, degli abusi, rendendo infelici milioni di bambini, i quali sono i primi a pagare per le sconsiderate scelte umane. Già un anno fa il brano “Ragazzo Ombra” fu definito “profetico” e un “inno alla luce”. L’obiettivo dell’autore, che oggi è anche dottore in Scienze Religiose, è quello di offrire mediante una proposta didattica ed etica con il canale comunicativo della musica la possibilità di ricercare e trovare il modo di parlare alla coscienza dei ragazzi al fine di ottenere uno slancio verso l’amore del prossimo, volando più alto del male. Durante la seduta di tesi, presieduta anche dal vescovo di Capua, mons. Salvatore Visco, il brano “Ragazzo Ombra” è stato analizzato e presentato davanti alla commissione di valutazione composta: dal preside della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale: don Emilio Salvatore, dal direttore dell'Issr di Capua: don Guido Cumerlato, dal vicedirettore Antonio Romano e dal professore don Agostino Porreca.

Scendendo nei contenuti del testo (oggetto di tesi) che è supportato da un motivo rock, Cristofaro ha presentato così la sua canzone: “Passeggiando per la sua città il ragazzo si accorge che tutto il verde che c’era, pian piano è stato spazzato via dalle numerose costruzioni, soprattutto abusive dove la malavita ha costruito il suo regno. Rassegnato guarda il cielo domandandosi perché anche nella sua città il male? In alcuni posti come la Sierra Leone, dove vi sono eserciti di bambini soldati, che lottano per la fame, costretti al contrabbando dei diamanti per sopravvivere c’è chi cerca di ribellarsi per ottenere la pace. Nel primo ritornello vi è un’esortazione a trovare il coraggio e la forza di non arrendersi mai. Bisogna uscire da quell’ombra in cui la società e l’umanità ci costringe a vivere.  Solo l’apertura nostro cuore all’amore, ci terrà lontano dal male e in questo mondo allora si, che vedremo la luce”.

 

Alla fine della discussione, ovviamente, il candidato-autore della tesi e del brano musicato ha ottenuto il massimo dei voti e il plauso della commissione.

 
 
 

Cerreto incontra associazioni e imprenditori del litorale: “Bolkestein, brucellosi e Puad, sinistra bocciata”

Foto di max.ive79

 

 

BAIA DOMIZIA – In una sala gremita del ristorante Parco Svedese di Baia Domizia, si è tenuto, intorno alle 17, il primo convegno di Fratelli d’Italia sul litorale Domitio. La kermesse organizzata dai circoli di Cellole, Sessa Aurunca e Mondragone, guidati rispettivamente da Pasquale Sangiorgio, Giovanni Morrone e Rachele Miraglia è stata presieduta dall’onorevole Marco Cerreto. In tale sede sono stati affrontati temi quali l’agricoltura, il turismo balneare e la tutela del comparto bufalino. “L’incontro congiunto dei circoli di Fratelli d’Italia– è stato sottolineato dai referenti dei circoli zonali, Morrone, Sangiorgio e Miraglia – rappresenta un nuovo impegno politico del partito della Meloni per il litorale Domizio. La parola d’ordine sembra essere: sinergia territoriale”.

Dopo un intermezzo iniziale con l’omaggio di rose offerte alle esponenti politiche intervenute dai giovani della Gioventù nazionale di Mondragone, è stato affrontato subito il tema del “Turismo breve” in cui potrebbe essere inserito con un apposito pacchetto, pure, il litorale Domitio. Nell’intercalare degli interventi, ovviamente, è stato esplicitato il secco “no” all’insediamento sul territorio di multinazionali che potrebbero mettere in discussione l’economia delle piccole e medie imprese familiari zonali. Sulla gestione dei demani e sulla spinosa questione Bolkestein sulle concessioni per i balneari è intervenuto il presidente del Sib, Marcello Giocondo, il quale ha chiesto un decreto al governo Meloni per il riordino del settore.

Altra problematica l’inerzia decennale nella gestione dei demani regionali in attesa dell’approvazione del PUAD (Piano di Utilizzo del Demanio). Poiché è stato partorito dalla Regione la bozza del Puad, è stato segnalato che molti comuni non hanno ancora elaborato le osservazioni al suddetto documento regolamentativo. Nel contempo se il Governo nazionale non adotterà una legge nazionale sul riordino dei demani, difficilmente tale piano potrà partorire qualcosa di concreto per le spiagge campane. Pertanto Giocondo ha chiesto all’onorevole Cerreto di intervenire in tale senso.

Poi è stata la volta dell’intervento di Antonio Villano presidente degli agricoltori del litorale Domitio che ha denunciato: “L’agricoltura nelle nostre zone è finita… i nostri giovani se ne vanno e le nostre aziende sono costrette a chiudere. I terreni poi rischiano di essere abbandonati”.  Un’altra questione è stata quella della filiera per l’aumento dei pezzi. Per il comparto bufalino, invece,  è stato bocciato il piano regionale di radicazione della Brucellosi, segnalando lo sterminio di bufale , per lo più sane.

Alla fine degli interventi dal pubblico, è stata data la parola all’onorevole Marco Cerreto che ha ringraziato tutti i leader di circolo zonali per aver organizzato tale convegno ed ha toccato subito il tema dell’indennizzo per gli allevatori colpiti dal piano della radicazione della brucellosi della Regione Campania invocando anche un provvedimento per il mancato reddito di questi imprenditori. Poi sulla questione Bolkestein, è stato precisato un secco “no”, non “per difendere rendite di posizione” degli operatori balneari, ma i legittimi diritti degli imprenditori locali che vivono attraverso il turismo balneare. Inoltre, è stata annunciata la visita del Ministro degli Interni il prossimo mese a Castel Volturno, per tenere alta l’attenzione su un territorio gestito male negli ultimi decenni.

Infine, è intervenuto Basilio Tucci, agricoltore di Mondragone che ha raccontato come il suo progetto per il Mercato Ortofrutticolo  sia stato prima preso in considerazione per il Master-plan della Regione e poi stralciato, nonostante sia stato oggetto di un convegno politico del consigliere regionale di De Luca, Giovanni Zannini.

 
 
 

I VIDEO. Le Ma Donne casertane diventano una sfida editoriale che parte da Sant'Angelo in Formis

Post n°100 pubblicato il 28 Ottobre 2022 da max.ive79
 
Foto di max.ive79

 

di Max Ive

CAPUA – Il senso della tenerezza del mistero di Dio che si fa carne, assumendo il volto umano, è ciò che si cela dietro la rappresentazione artistica della tipologia delle Madonne Lactans, in greco definite anche Galaktotrophusa, cioè  Vergini che allattano, a cui la devozione popolare ha attribuito spesso anche il titolo di Madonna delle Grazie. Oggi la teologia ama definire tale genere di raffigurazione mariana come Madonne della Grazia, in quanto rappresentano Maria madre della Grazia, che è Gesù, vero Dio e vero uomo. Poiché non conosciamo e non sono stati descritti nei vangeli le fattezze del volto di Maria, come quello di Gesù, ecco che gli artisti sono stati interpellati ad interpretare le caratteristiche umane di Maria e del Cristo attraverso migliaia di volti che rappresentano la Vergine e  suo figlio.  Questo e altro ancora è emerso durante la kermesse di presentazione del libro  “Ma donne”, madre e vita in Terra di Lavoro presso la Basilica benedettina dell’XI secolo di Sant’Angelo in Formis. Al di là dei contenuti e della struttura del testo, che raccoglie e cataloga gli affreschi relativi l’iconografia mariana della provincia di Caserta, ed in particolare delle 6 diocesi di Terra di Lavoro, durante il convegno culturale sono emerse letture teologiche, iconologiche ed estetiche sul suddetto tipo di raffigurazione della Vergine, che nella storia ha resistito anche alle limitazioni imposte dal Concilio di Trento. La devozione popolare, il sentore dei fedeli di ogni epoca ha permesso alle Madonne che allattano di superare le restrizioni etiche, culturali, religiose, che rischiavano di far cadere nell’oblio del tempo questo tipo di espressione artistica, la quale esplicita nel profondo il dogma mariano di Maria Madre di Dio. Alla manifestazione in questione iniziata intorno alle 16.30 e durata circa 3 ore, innanzi ad una chiesa gremita, sono intervenuti: il vescovo di Capua, mons. Salvatore Visco che ha offerto il suo saluto e ringraziato l’impegno culturale, artistico, e anche religioso, degli autori Francesco Duonnolo (rettore della Basilica di Sant’Angelo in Formis e docente di Arte e Teologia presso l’ISSR Interdiocesano di Capua Santi Apostoli Pietro e Paolo)  e Battista Marello, nonché del fotografo Bruno Cristillo, che hanno reso possibile la realizzazione di un volume avente come scopo quello di delineare, testimoniare e cristallizzare la secolare devozione mariana presente in Terra di Lavoro. Poi è toccato ai rappresentanti d’amministrazione comunale di Capua:  Vincenzo Corcione, assessore alla Cultura, e Carmela del Basso, presidente del Consiglio comunale. La referente della Soprintendenza, Paola Coniglio, invece, ha sottolineato l’importanza dell’elaborazione di questa opera, la quale si inserisce nel virtuoso interesse  e nei perentori sforzi dell’istituzione che lei rappresenta verso i monumenti e il patrimonio artistico della provincia di Caserta. Non  è  mancato all’appello anche l’intervento del responsabile di Beni Culturali Ecclesiastici, Ernesto Rascato, il quale ha rimarcato l’impegno delle diocesi verso la valorizzazione di quelle realtà culturali che i territori di Capua, Aversa, Caserta e dintorni offrono. Il supporto  in termini economici alla cultura è stato, invece, il tema toccato dal presidente della Bcc Terra di Lavoro – San Vincenzo de’ Paolo, Roberto Ricciardi, il quale rispetto a ciò che recita lo statuto dell’ente creditizio che lui rappresenta, si è sentito chiamare in causa verso il nobile fine di promuovere un libro avente lo scopo di valorizzare la cultura casertana. Poi è toccato a Giuseppe Dessi, presidente nazionale dell’Anspi, esplicitare il suo pensiero sul volume, mentre mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, ha rapito l’attenzione dell’assemblea con un’analisi dettagliata e una rilettura teologica sulle immagini mariane, in particolare su quella della Madonna Lactans. Per Di Donna, infatti, la Vergine che allatta esprime il profondo mistero della madre che ha tra le mani Dio fatto uomo e rimanda al dogma di Efeso sulla divina maternità di Maria. Nel contempo con una digressione finale il pastore acerrano ha declinato il senso dell’essere madre: partendo dalla maternità di Maria, passando per quella della Chiesa,  è giunto a definire l’alta vocazione sociale e personale di ogni madre umana. Un pensiero poi alle madri coraggio che lottano per la salute ambientale dei nostri territori e al rispetto della madre Terra rievocando San Francesco.  Dopo i ringraziamenti degli Editori Panaro che hanno curato la stesura del testo in questione,  è stata la volta del critico d’arte, il professore Giorgio Agnisola, il quale ha focalizzato l’attenzione dei presenti sul senso interiore che interpellano le immagini immortalate dal fotografo Cristillo. Infine sono state poste delle domande dal moderatore della serata culturale, il giornalista Luigi Ferraiuolo, agli autori che hanno con le loro risposte, e i loro approfondimenti concluso la kermesse. In particolare don Francesco Duonnolo ha voluto rimarcare un aspetto che ha contribuito alla stesura dell’opera Ma Donne: quello cioè dell’esperienza della “sinodalità” tra le diocesi. A margine dell’incontro è  stata aperta la mostra fotografica delle Ma Donne di Terra di Lavoro, realizzata, sempre da Bruno Cristillo, che sarà visitabile in loco, fino al 13 novembre. 

 

I VIDEO: 

 

https://www.youtube.com/watch?v=YBuoMz5Xo24

 

https://www.youtube.com/watch?v=dzHohZmwmAM

 

https://www.youtube.com/watch?v=WjoMseOAlJc

 

https://www.youtube.com/watch?v=AO106scGhmg

 

https://www.youtube.com/watch?v=JUmxlropzZo

 
 
 

Multiutility Volturno, il sindaco Petrella accerchiato dalle minoranze su debiti, piani di risanamento e garanzie al personale

Foto di max.ive79

 

di Max Ive

CASTEL VOLTURNO. Sono anni che tiene banco nel dibattito politico locale la tormentata questione della situazione economica e finanziaria della Multiutility Volturno, lo società in house, a totale partecipazione del Comune di Castel Volturno, che gestisce il servizio idrico integrato della cittadina rivierasca.

Nell’ultimo Consiglio comunale del mese di agosto la vicenda è tornata al centro del confronto scontro politico, in quanto si vuole capire quale sarà il destino di tale realtà aziendale e soprattutto ad oggi non si conosce con esattezza il futuro degli operai, tecnici e degli impiegati della Multiutility Volturno, per i quali  ci si chiede: a fronte di una liquidazione, o di un ipotetico ingresso di una nuova società nel suddetto servizio gli stessi, poi verranno riconfermati o meno?

In base agli elementi e alle notizie estrapolate dagli interventi politici in città e anche dal conto economico previsionale 2021, già un anno fa era stata evidenziata la capacità dell’azienda di creare reddito nell’esercizio, in quanto sulla base delle ipotesi formulate, si prevedeva un incremento totale dei ricavi da prestazioni del 38,11%, legato principalmente all’incremento delle voci di ricavo relative a “Tariffa idropotabile”, “Dispersioni note in reti private - Recupero Tariffa”, “lavori di allaccio” per incremento nuove utenze. In merito ai costi però veniva rivelato che la voce più rilevante era sicuramente l’acquisto della risorsa idrica (€ 1.650.000,00) considerata per gli anni 2020 e 2021 (previsionale). A questo punto nel rapporto costi e ricavi si prevedeva ancora un significativo squilibrio economico attestato dalla perdita di esercizio pari a € - 457.349,00, con una conseguenziale riduzione della stessa rispetto all’esercizio precedente del 35%.

A fronte degli interventi delle minoranze rispetto alla gestione amministrativa del sindaco Luigi Petrella, un consorzio, una società, un imprenditore rilevano un’azienda quando possono guadagnarci. Osservando la situazione reale della Multiutility Volturno – in base a quanto emerge dal dibattito politico – la stessa riuscirebbe ad incassare il 37% dalle tasse e dai tributi, meno della metà dall’accertato. La domanda che è stata posta al primo cittadino, cosa ha fatto di concreto il Comune visto che da alcuni anni ha una partecipazione totale sulla Multiutility Volturno? La preoccupazione degli esponenti politici locali è data soprattutto dal fatto che il passivo societario è andato ben oltre i 480.000 euro del 2021.

Se a questo poi si aggiunge il dato degli evasori, degli allacci abusivi e che sono segnalate vistose perdite sulla rete idrica di Castel Volturno che farebbe acqua da tutte le parti, in quanto ormai obsoleta (perdita stimata del 25%), ci si chiede come mai poi sono state colte con indifferenza alcune occasioni per intervenire sulle perdite della rete, quali: la formulazione di una proposta progetto all’avviso pubblico nell’ambito dell’asse IV del PON infra-strutture e reti 2014-2020 previsto anche per la Campania?

Ci si è chiesto anche se sono stati esperiti tutti i tentativi possibili per evitare la messa in liquidazione della società.

Il 5 agosto scorso in un rocambolesco Consiglio comunale erano attese tante risposte ai tanti interrogativi posti al sindaco Petrella sulla questione Multiutility. In realtà poi dalla lettura del verbale del civico consesso riportato nella delibera n. 44 dell’8 agosto 2022, della Pubblica Assise, si comprende che il Consiglio comunale ha fornito poche e scarne notizie, se non quella che si sarebbe riunita a breve l’Assemblea dei soci. A questo punto il consigliere comunale Scialla ha dichiarato laconiche le comunicazioni effettuare dal primo cittadino e ha chiesto di conoscere quali fossero le prospettive sia per il servizio idrico di Castel Volturno, sia per i connessi livelli occupazionali; il collega Nicola Oliva, invece era desideroso di comprendere quali potessero essere gli scenari futuri della società e la consigliera Anastasia Petrella si è chiesta, in tale frangente, il perché non fossero pervenute al Consesso le comunicazioni attese da tempo; mentre il rappresentante dei 5 Stelle Guido Schiavulli ha ricordato al sindaco l’interrogazione depositata sulla Multiutility che attendeva una risposta. La fascia tricolore, forse stizzita dagli attacchi provenienti da più parti, ha ricusato il consigliere Scialla il fatto che faceva parte della vecchia amministrazione comunale guidata da Dimitri Russo, ricordando come le vicissitudini della Multiutility Volturno provenivano da lontano e rimembrando come la convenzione stipulata al tempo non avesse prodotto poi risultati positivi. Alla domande sul futuro della Multiutility il sindaco si è limitato a rispondere che “la direzione da prendere fosse stata quella di riportare in bonis la società (quindi recuperare il debito della società) e sarebbero attesi ulteriori sviluppi ad ottobre”. A questo punto il consigliere Oliva ha ricordato, invece al sindaco, che se la reale intenzione fosse quella di risanare la Multiutility, allora perché non si è provveduto negli ultimi 3 anni a presentare un piano industriale finalizzato al risanamento? A questo punto ha annunciato anche un ricorso alla Corte dei Conti. Dai banchi della minoranza, sempre il consigliere Scialla ha infine ribadito che il primo cittadino dovrà impegnarsi in prima persone a risolvere la faccenda prima che lo faccia qualcun altro.

Ebbene, come si puo’ notare dal dibattito politico la vicenda riserverà ancora colpi di scena, anche perché oltre alle parole pronunciate in Consiglio comunale abbiamo cercato di trovare sulla piattaforma internet della società Multiutility Volturno ulteriori notizie sulla situazione economico-finanziaria rispetto all’ultimo bilancio datato 31/12/2020, ma non siamo riusciti nell’impresa, in quanto siamo incappati solo in determine in cui si definisce la società in questione, che ha come socio unico il Comune di Castel Volturno, “in liquidazione”.

Se il sindaco non riuscirà nell’intento di risanare la Multiutility Volturno che fine faranno le 10.000 unità da contrattualizzare per il servizio idrico? E non parliamo del personale che vanta il diritto almeno di essere confermato nell’ipotesi di un assestamento societario o di un cambio di gestione. Ma al momento si aspettano conferme, in quanto l’unica risposta data è solo su un’intenzione di risanare in bonis, ma che deve poi essere resa concreta con piani di risanamento e accordi di ristrutturazione del debito. 

 
 
 
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