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Fletcher XXIX

Post n°28 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da marlow17






Peter spinge su Imperial Street attraverso Burnaby, lasciandosi a sinistra Metrotown e Kingsway. Con una mano corteggia il volante e con l'altra allunga le dita bianche su per i capelli corti di Rihanna. Lei tiene gli occhi un pò a destra e un pò a sinistra, guardando scorrere le belle villette portatili nella stagliarsi crepuscolare della prima sera. Non sembra avere pensieri superflui, tutto le è concentrato in gola, come un nodo troppo stretto a una cravatta femminile. Il pensiero di tornare da Percace non la fa oscillare particolarmente. Non la entusiasma nemmeno, certo. Ma sa di essere nelle grazie del Dottore e che ogni suo passo sarebbe stato prima cosparso da vaniglia zuccherata. Per Lei è qualcosa che fa soprattutto per Peter e le sue angosce. Si intuisce lontano un miglio che ha paura di perderla e che intende rinchiuderla per un periodo lontano da sguardi troppo interessati. Questo la fa sorridere e sbuffare al tempo stesso. Ma se è per tranquillizzare le fisime del suo unico Amore, beh può andare. Quel Fletcher le ha dimostrato interesse e l'ha incuriosita; non lo ritiene una minaccia per il suo ménage con Peter ma senza dubbio Le ha fatto piacere: essere tentata, valorizzata e corteggiata dona al suo viso soffuso e discreto, la scombinata condotta di Fletcher e le sue avances sono comiche ma dolci e l'hanno fatta sentire alla sommità di una montagna suggestiva, circondata da brezze gradevoli come carezze. Anche la gelosia di Christine le sembra tenera, nonostante avesse avuto degli strascichi in tribunale. Ma la comprende...nonostante la sua bizzarria ci si può innamorare di Fletcher ed è normale che ai suoi occhi Lei sia una piccola vamp desiderosa di attenzione, costasse quel che costasse. Anche la differenza di età porta il suo peso. Christine forse è malsicura e comunque molto legata a quell'uomo. Ha visto il suo terreno di caccia invaso e ha reagito di conseguenza. Per Lei non è nulla più di uno scherzo. Sono a Buckingham Heights, nei pressi del Robert Burnaby Park, all'incrocio fra la sesta e la quarta strada. Notevole come il percorso si sia svolto in un flash, e Lei possa già scendere dall'automobile e respirare quell'aria asettica. Peter apre il bagagliaio e tira fuori il suo povero bagaglio...adesso si avvicina a Lei e la prende sottobraccio. Miserabile coglione, pensa Rihanna. Improvvisamente qualcosa le è andato alla testa, e un moto di odio e di disprezzo per Peter la sopraffà, e gli allunga uno schiaffo. Troppo debole, purtroppo. L'uomo ha un'espressione interrogativa ma continua il suo piccolo trasbordo e posa il bagaglio ai piedi della sua ragazza. "Beh, e questo che vuol dire?". "Nulla di particolare. Improvvvisamente sono nervosa." "E Mi schiaffeggi?". "é così....Mi sballotti da una parte all'altra della Città per placare i tuoi demoni. Sono davvero qualcuno di importante per Te o servo solo a farti sentire più Uomo?". Peter è confuso: il linguaggio di Rihanna lo sorprende e lo denuda. Non si aspettava una qualche reazione e soprattutto non pensava che Lei elaborasse in modo tanto preciso le sensazioni che galleggiano tutt'intorno, nell'aria. Lei gli dà un altro schiaffo, questa volta più deciso, sulla bocca. Peter sente il sangue sulle labbra e le piega il braccio, Lei perde l'equilibrio ma inizia a scalciare, Lui la lascia fare tenendosi a distanza di sicurezza. Quando dalla Villa si avvicina ai cancelli un piccoletto che tiene al guizaglio un pitbull enorme. Di certo hanno visto tutta la pantomima dalle telecamere di sicurezza e lo hanno inviato in esplorazione. "Rihanna?" Fa, avvicinandosi ai gates "Peter?". I due smettono di bisticciare e rivolgono lo sguardo in direzione del piccoletto. è vestito primaverile, con una camicia a fiori e shorts con ciabatte firmate, sulla testa porta un cappellino dei Dodgers. "Il Dottore vi ha notato e mi ha ordinato di venire qua a portare un pò di pace. Poi di farvi entrare." "E quello?".Mugugna Peter indicando il vitello sotto forma di cane che inizia ad abbaiare verso di Loro. "Ah, Dorian è un bonaccione. Lo teniamo per la scena, perchè è di taglia forte, ma non è pericoloso. Ha un bell' impatto sui malintenzionati ma per Chi lo conosce, come il sottoscritto, è rimasto un cucciolo con ambizioni da adulto." Come mai non c'era l'ultima volta che siamo usciti da questo posto?".
Il piccoletto si gratta il mento, appena velato da una rozza peluria e sembra domandarsi per dieci secondi se sia il caso di fornire informazioni a quelli che per Lui rimangono estranei. Poi sospira e si solleva il cappellino rivelando un cranio perfettamente rasato, quindi decide di lasciar traspirare le parole, con un forte accento nel naso :"Sono penetrati nel compound, una settimana fa, hanno portato via alcune cartelle del Dottore." "Oh." Rihanna non è sorpresa: Percace ha in pugno con le sue diagnosi una buona fetta dei pezzi grossi della Metropoli ed è normale che qualcuno intenda mettersi al sicuro nell'eventualità che lo psichiatra desse di matto e decidesse di ricattare a destra e a sinistra. "Sì, vedo anche più telecamere..." Il piccoletto gonfia il petto orgoglioso :"In poco tempo abbiamo rifatto il maquillage a tutto il posto, adesso non ci transita neppure uno spillo travestito da formica. Comunque piacere, io sono Devoy" e con un piccolo telecomando fa scattare i cancelli per accogliere Peter e Rihanna all'interno. Mentre camminano insieme lungo il vialetto di porfido rosa Devoy li riempie di chiacchiere sui mutamenti intervenuti nell'ultimo mese a Villa Percace. Si liscia le piume compiaciuto e si capisce che è arrivato come capetto di tutta una nuova infornata di personale. Peter è abituato alla vecchia condotta e rimane perplesso. Ciò che ricordava era un edificio con grandi prati intorno e fontanelle sparse ovunque, un posto dove si poteva chiacchierare informalmente e lasciarsi cullare dai farmaci accuratamente selezionati. Ora, con gente estranea che bazzica armata lungo i piccoli sentierini e pazienti raggruppati a gruppi di dieci vicino a piscine artificiali, si sente leggermente costernato. Stringe la mano a Rihanna e già si pente di averla riportata in quel posto. Ma i piccoli piedi di Devoy già Li precedono all'interno, almeno quello rimasto uguale. Salgono la scalinata centrale e transitano fianco a innumerevoli uffici: il lungo braccio di Percace. Alla fine giungono davanti alla porta che ben conoscono, dipinta di un bianco stordente e profumata al Diazepam. Devoy bussa e la voce ben impostata del Dottore invita a entrare. Il sottoposto si fa da parte insieme a Dorian e Peter e Rihanna sono nuovamente nell'antro sgargiante del loro Anfitrione. "Bene" sussurra Percace "Non dite che siete venuti solo a ringraziarmi." E sorride, con quel suo viso eterno e ineffabile, la scriminatura bionda da una parte e i baffetti curatissimi.

 
 
 
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