GRANELLO DI PEPE

Una donna scrive di sé

In quest’ ultimo anno di Libero mi sono trovata a confrontarmi con cose decisamente nuove. Prima il mio scrivere, sia sul blog, sia con le persone era notevolmente più tranquillo, lo scriversi per mail sicuramente più fitto. Ma le divergenze d'opinione venivano chiarite quasi sempre con garbo da entrambe le parti. Non sono mai dovuta ricorrere a difendermi con energia da nessuno, non ho mai trovato nessuno che mettesse in dubbio la mia buonafede e prendesse il fatto che non scrivo di certi argomenti perché sono una bacchettona. Andavo per la mia strada, tranquilla che questa via virtuale fosse una come tante per interagire con la gente, ma non certamente l'unica. Mi piace scrivere, lo faccio anche privatamente, questo fin da bambina. Per comunicare con le parole scritte è sempre stata la normalità. Scrivevo lunghe lettere ai miei famigliari, a mio marito, alla mia bimba che non sapeva ancora leggere, ai miei amici, alle mie compagne di scuola, a tutti che facessero parte della cerchia delle mie conoscenze. Sono arrivata qui iscritta a forza da un mio amico. Si era appena conclusa la mia storia di nove anni e stavo veramente male. Lui mi disse che non dovevo sentirmi obbligata di nulla, se volevo uscire con chi m’invitava bene, ma facendolo sempre con senno, dando il numero di telefono all'interessato e scegliendo un posto affollato. All'inizio questo mondo mi era particolarmente oscuro. Sono convinta che se il mio sposo non fosse mancato quattordici anni fa, io qui non mi sarei mai iscritta. Poi in quest'ultimo periodo scontri, insulti che non m'assomigliano per niente, tesi sul fatto che il virtuale non può e non deve emozionare, io che a volte sento scendere le lacrime anche per un libro, una canzone, un film... Poi forse, in questi giorni ho compreso, il virtuale è per me come un serbatoio dove mi sento più libera dalle convenzioni, la vita reale mi prende di più, ho più cose da fare, ho persone da amare, ho una vita da vivere. Il blog è il mio orticello, un piccolo spazio tutto mio, dove pianto le cose che voglio. La vita, per me, è quasi sempre stata lotta, decisioni prese da sola da cui dipendeva il benessere della mia famiglia, lutti importanti, che hanno segnato la mia vita. Eppure non mi sono mai sentita arida o frustrata perché frequentavo anche il virtuale. Pensavo che la forza delle parole, in cui ho sempre creduto, fosse vera anche qui. Poi da circa tre mesi a questa parte, mi sono scritta una lista di dieci priorità della mia vita e ogni volta che rimango male per qualcosa che accade qui dentro, io, la leggo, mi sento più leggera e dal cuore mi viene: "Ma chi se ne frega" che a modo di led si accende sulla mia fronte e se proprio la cosa mi ha reso furiosa vi s'accende anche un bel "Va a fa un culo e curati". Chiara