¤GIUSTIZIA POETICA*°

Penso dove non sono, e sono dove non penso.

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MY WORLD

Post n°1165 pubblicato il 10 Maggio 2015 da poeticjustice
 

Non esiste un mondo perfetto.
Esiste una pienezza di uniche imperfezioni.
E in tutto questo caotico caos si va in cerca di un senso, di quel luogo non luogo in cui trovarsi e ri-trovarsi, o magari, perché no, perdersi una volta per tutte.
A volte il rumore fuori è così assordante che nemmeno si riescono a percepire i pensieri, soprattutto quelli più fragili, rimangono sepolti in qualche spazio remoto del nostro animo.
Facendo pulizia, una sorta di opera catartica, si trova in quell'angolo nascosto proprio quel pensiero che si pensava dimenticato, perduto per sempre.
Ed invece è rimasto lì, come un'idea pronta a fare capolino, come una luce nell'oscurità.


Capita di sentirsi come chiusi in una scatola senza finestre e senza porte, fuori è tutto luminoso, ma non filtra nulla, è la speranza a farti credere che uno spiraglio c'è.
E quella porta c'è, da fuori tutti sono in grado di vederla, ma se la apre un altro ci si spaventa da quell'intrusione, da quell'invasione nella nostra buia intimità.
Dobbiamo trovarla noi, cercare quei sottilissimi stipiti, seguirli con le dita, crearci una maniglia e aprirla sul mondo esterno.
Ma vogliamo davvero aprirci? Rischiare di vedere tutto più chiaramente o è semplicemente più facile restare chiusi nel nostro guscio?


Viviamo in un habitat che noi stessi abbiamo costruito, magari con fantasia, con invenzione o basato su bugie, ma non è stato il fato a formarlo nella nostra mente.
Prendiamoci la responsabilità di quello che vogliamo o non vogliamo vedere, assumiamoci il dovere di pensare, riflettere e soprattutto di fare qualcosa per tras-formare ciò che causa dolore e male.
Assorbiamo il brutto, facciamolo circolare in noi e poi tramutiamolo in qualcosa di diverso.
L'energia positiva può nascere anche dalla rabbia, così come il fiore di loto germoglia nell'acqua marcia.
E se può una cosa così meravigliosa fiorire fiera nel lercio, allora possiamo dare una possibilità anche ai sentimenti che più ci fanno soffrire.
E' in nostro potere la capacità di affrontarli, di non farci imprigionare dalla paura, di dargli ossigeno e di cambiargli forma.


Non ci sono scadenze di tempo, non c'è una giusta età per imparare a gestire la nostra interiorità, a donargli il giusto spazio e valore, ma è estremamente importante farlo, per poter vivere positivamente e anche perché è l'unica cosa che resterà nel cuore di chi si ricorderà di noi.
Rimarrà la forza dalla quale eravamo animati e non chi eravamo.
Come vogliamo essere allora saremo.
Se in questo momento non ci apprezziamo (interiormente parlando), è nelle nostre mani la scelta di formarci diversamente.
Siamo tutti diversamente liberi di essere ciò che vogliamo ardentemente essere.


A me basterebbe incontrare sulla mia strada Esseri Umani come me, a prescindere dal sesso, dalla credenza, dall'etnia e dall'orientamento sessuale.
Sono sorpresa di quanto si riesca a donare all'altro anche inconsciamente, e non è necessario essere materialmente ricchi, basta solo staccarci dal pre-giudizio, togliere il velo della critica che incombe su noi occidentali, aprire le braccia e avvolgere, co-in-volgere e prendersi cura con passione autentica.
La discriminazione ha causato troppa violenza su questa terra, ma noi possiamo fare la differenza, noi possiamo essere differenti, perché siamo esseri autonomamente pensanti e se vogliamo possiamo non permettere di farci condizionare.


Peace

PJ

 
 
 
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