J I C K Y

Lady Million EDP. Paco Rabanne per le donne, (e per i pavimenti dell'Autogrill).

Fragola lampone alla Rabanne, miele, fiori dolci sintetici.

Noioso, Rabannata noiosa e pesantissima. Volgare, senza costruzione.

Non femminile, troppo patchouloso per esserlo.

Successo di vendite incomprensibile, forse il prezzo non troppo elevato?

E' piatto, uguale dall'inizio alla fine, eterno come un deodorante per il cesso di quelli di marca... E' il contrario del lusso anche se viene venduto nella plastica color oro.

Anzi la relazione tra succo e flacone è stupida.

Non si sforza minimamente di somigliare a qualcosa di naturale, si getta in faccia sfacciatamente gridando adesso il tuo cesso sa di lamponi!

In certi Autogrill questo odore è il pavimento appena pulito da ogni traccia di vomito di camogli...

Indisposti al voto: 1/5

Lady Gaga, FAME. Molto rumore per nulla...

Orchidea zafferano miele albicocca? 

Fame è arrivato finalmente, e le chiacchiere stanno a zero.

Sephora ce l'ha, ma la delusione pare impossessarsi delle ragazzine al primo sniffar di mouillette.

Delusione. Non siamo noi il veicolo del contagio, ma quel falcone che, privato del tappo sembra una supposta per ippopotami. E quel succo, davvero un rabanne travestito.

E' la dolcezza dei Paco Rabanne Million uomo/donna, con qualche variazione sulla nota fruttata e del safraleine chimico ben riconoscibile.

Colorante nero, speriamo abbiano verificato non macchi!

Somiglia a Someday di Justin Bieber. 

Ambedue hanno il cuore in un gelsomino di plastica strano, e giocano con note fruttate, qui albicocca là pera o mela.

Sinceramente Someday costa meno ed è più accattivante, è costruito con aromi di ultimissima generazione, captive, che qui, se ci fossero vincerebbero il premio nascondino!

Lady Gaga Fame, in sintesi delude:

Voto: 2/5

Jil Sander N° 4.

Rosa, pesca, galbano, prugna, anice, bergamotto

Noce moscata, garofano, tuberosa, dragoncello, violetta, eliotropio, mirra, ylang, gelsomino

Coriandolo, tonka, sandalo, muschio di quercia, patchouli, zibetto, muschio, vaniglia, ambra, legno di cedro.

Jil Sander lo lancia nel 1990.

E' un fiore gigantesco nei colori dell'avorio e dell'oro.
Meno speziato di Coco, e più morbido di Poison.
E' un trionfo di complessità, giocato in apertura attorno alle note della tuberosa,
e nel fondo invece a quelle della combine sandalo legno di cedro.
La vaniglia è ascensionale, è un profumo che gode di un bellissimo accordo ambra.
Elegante e confortevole.
Si spoglia delle sue note gradatamente rivelando così una complessità oggi di rado sul mercato.
E' godibile da cima a fondo,
di ottima fattura il flacone ed il tappo.
Piccolo problema, chissà perché lo hanno recentemente interrotto...
Buttatevi a caccia di questo Santo Graal.

Fantastico.
Voto: 4,5/5

Mitsouko Kai Exo.

L'Artisan Parfumeur, a che diavolo serve quella sfilza di flaconi di robetta e banalità?