Post n°1373 pubblicato il 18 Luglio 2016 da guidopardo1
Come dardi scoccati con l'arco, devono essere lanciati affinché raggiungano il loro bersaglio. Ai genitori sta indirizzarli, ma il percorso e la meta sono solo loro.
I figli prenderanno sempre la decisione finale sulla loro vita..i genitori hanno il compito di sostenerli ed esserli di aiuto con consigli e dritte affinchè possano fare quelle giuste..bacio^^
Io ai miei figli, più che dare consigli, ho sempre detto quale fosse il mio pensiero. Poi ciò che ritenevano giusto fare lo decidevano loro, possibilmente. :-) Bacio^^ a te
"...Voi site gli archi da cui i FIGLI, come frecce vive, sono scoccate in avanti. L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere; poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco". Kahlil Gibran
Si è vero il suo pensiero è simile al tuo ma ve ben oltre... per questo motivo ho definito quel "quasi" un eufemismo. Cqm bello il post, tratto da ottima ispirazione...
Anche Gibran nonmenziona Dio ma fa solo al rapporto geniore-figlio. "Voi site (riferito ai genitori) gli archi da cui i FIGLI, come frecce vive, sono scoccate in avanti. L'Arciere (come principio morale che guida l'arco) vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce (i figli) vadano rapide e lontane. Affidatevi (voi genitori) con gioia alla mano dell'Arciere (ossia al principio della morale); poiché come ama il volo della freccia (il distaccamento del figlio che diviene uomo) così l'arciere ama la fermezza dell'arco (la consapevolezza imprenscindibile che il figlio è parte di noi ma non ci appartiene)".
Questo per sottileneare che anche se può sembrare doloroso, il distacco dal figlio che prende la sua strada come individuo autonomo, tale dolore cede il posto al diritto sacro dei figli di crescere in autonomia.
Buon week end Guido. Un saluto. Ferruccio
Infatti io dico che percorso e meta devono appartenere ai figli. In quanto a Dio, lo si può chiamare Arciere, Architetto, Creatore, Allah, Buddha, Manitù, eccetera, ma sempre a un essere sovrannaturale è riferito, io credo. Buon proseguimento!
L'arciere non è ne Dio e neanche manitù, ma rappresenta l'integrità morale del genitore che spinge il figlio
verso un percorso libero e di vera indipendenza. Quindi Gibran non fa nessun cenno alla religione ma solo alla forza, al coraggio e alla determinazione dei genitori che attraverso l'amore spingono la propria progenie alla maturità e alla crescita individuale dei figli, senza scegliere al posto loro e senza proteggerli da quell'egoistica attenzione patologica che accomuna molti genitori e che potrebbe impedirgli di farli crescere autonomamente.
Ripeto, non conosco questo Gibran e quindi, non sapendo del suo pensiero, interpreto le sue parole qui riportate semplicemente come le leggo, mentre posso spiegare le mie parole semplicemente come le ho scritte. E io ho letto arciere con la "A" maiuscola, proprio come io cattolico scrivo Dio, come i massoni scrivono Architetto e come i buddisti scrivono Buddha. Io parole come "genitore" e "integrità morale" le scrivo con l'iniziale minuscola. Inoltre se mi devo affidare a qualcuno, io sento di dovermi affidare proprio al mio Dio. Tutto qui.
Guido rispetto la Tua interpretazione personale sulla citazione del poeta K. Gibran, anche se non corrisponde al messaggio che lui voleva esprimere... in fondo la poesia, cosi come ogni forma d'arte, lascia ampio spazio alla visione soggettiva... Scusami l'intrusione, è stato cmq un piacere. Un saluto