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Ch'anæ!

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E se non vi piace
cogliate via
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Quando parlate
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SE NON PIACCIONO
I MIEI DIFETTI,
BASTA DIRMELO:
NE HO DEGLI ALTRI!

 



 

 

 

 

 
Creato da: guidopardo1 il 07/06/2008
scrivo andando spesso a capo...

Messaggi di Giugno 2015

 

Il sabato del villaggio...

Post n°1289 pubblicato il 28 Giugno 2015 da guidopardo1

Per tutta la sua esistenza, dalla genesi a tuttora, l’umanità ha mostrato un’innegabile capacità di progredire, arrovellandosi nell’inseguimento della suprema affermazione delle sue capacità. La causale in questo progresso va ricercata nell’impossibilità per l’uomo di raggiungere quella che io chiamerò la “estrema soddisfazione”, cioè l’appagamento di ogni esigenza nel modo più completo. Il cammino dell’uomo è caratterizzato dal suo ricercare, dalla sua sete di sapere e questo nella inane speranza di trovare quel che cerca e di apprendere quel che vuol sapere.

Sperare è vivere e se non si potesse più sperare rimarrebbe solo la malinconica noia di colui che non ha più nessuno scopo nella vita; scemerebbero tutti gli interessi inerenti ai problemi di carattere esistenziale, personale,sentimentale e sociale; balzerebbe, in modo troppo appariscente al nostro io, l’insignificanza dell’esistenza fine a sé stessa.

Quando si spera nella realizzazione di un evento, si riscontrano due possibilità: o si avvera ciò in cui si era riposta la speranza o non si avvera. In quest’ultimo caso è ovvia la frustrazione che scaturisce in colui che sperava, mentre il primo caso si presenta molto più complesso. Nel momento in cui si realizza una nostra aspirazione, ci accorgiamo che non corrisponde pienamente alle nostre aspettative o, pur corrispondendovi, non soddisfa appieno, non basta e ben presto indirizziamo la nostra attenzione, la nostra speranza, verso un’altra meta e ciò sempre nell’illusione che in essa sia risposta la nostra estrema soddisfazione.

Ed è per questo motivo che l’uomo si affanna nei preparativi del sabato e durante questi preparativi egli sogna e palpita e trema e si rasserena per poi, subito dopo, preoccuparsi nuovamente; perché sa, più o meno inconsciamente, che la domenica, nel momento stesso che diventerà presente, si rivelerà deludente, vuota, uguale a tutte le altre. E quindi attribuisce al divenire una rilevanza maggiore che non all’essere e vive l’attimo presente in funzione di quello futuro e questa sua proiezione temporale sorge proprio dal bisogno di sfuggire all’insoddisfazione presente.

Questa estrema soddisfazione che è lo scopo di tutta una vita, questa estrema soddisfazione che è così utopica, irraggiungibile, imponderabile perché mai è ben identificabile in un oggetto, in una persona, in una situazione, ma è sempre in movimento, sempre mutevole, questa estrema soddisfazione, noi non possiamo conoscerla perché in effetti non esiste, almeno non in questa vita, e quindi noi cerchiamo continuamente qualcosa, continuamente ci illudiamo proprio per distogliere la nostra attenzione da ciò che rappresenta il momento presente: l’affermazione della nostra irrilevante consistenza. E speriamo… E il nostro sperare è una predestinazione. E speriamo per tutta la vita.

Fin da quando siamo bambini iniziano le nostre speranze e queste speranze, questi bisogni, crescono con noi. Mentre da bambini sembrava che ci saremmo accontentati del giocattolo, da adulti abbiamo bisogno di comprensione, di amore, di un nuovo sistema di vita, speriamo di cambiare noi stessi, la società, il mondo intero.

D’altronde, se non ci fossero queste speranze, queste nuove rampe di lancio, ci si annoierebbe tragicamente, si sprofonderebbe nella più cupa disperazione. La nostra maggiore aspirazione deve essere quella di avere sempre qualcosa in cui potere sperare, di avere sempre qualche scopo. La nostra salvezza è proprio la possibilità che abbiamo di affannarci nel rincorrere queste bolle di sapone: questo pur frustrante inseguimento ha il  potere di soggiogare la follia latente in tutti noi, alla faccia dello stupido "carpe diem".

(Monet Claude - Le déjeuner sur l'herbe)

 
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Post n°1288 pubblicato il 24 Giugno 2015 da guidopardo1

Vorrei che nella mia mente
soffiasse un vento
come quello di oggi
che ululando veemente
ha spazzato via dal cielo
le piovose nuvole,
e potesse allontanarvi
i sordidi pensieri,
i dolorosi ricordi
e le tristi malinconie,
per donare ancora serenità
al dolente animo mio.
E' un sogno...

(Piano del sogno-Andrii Salivon)

 
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Post n°1287 pubblicato il 21 Giugno 2015 da guidopardo1

Parole inutili
e insulsi pensieri
fomentati dal cuore,
spuntano dalla mente

come un prato d'aghi
fissi sul puntaspilli
della banalità
e della ipocrisia.

Frasi per declamare
simulato sapere
e falsi sottintesi,
coprendo l'insipienza.

Vorrei saper tacere
e in questo mio silenzio
mostrare i valori
che forse posso avere.

Vorrei che mi soffiassi
il dolce sentimento,
per respirarlo avido
vivendo d’emozione.

 
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Post n°1286 pubblicato il 18 Giugno 2015 da guidopardo1

Con la mia scialuppa
solco un procelloso mare
di insidiose emozioni.

Navigo tra flutti,
secche e scogli
per dirigermi esausto

verso il porto sicuro
di due ospitali braccia
dove andare alla fonda.

 
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Post n°1285 pubblicato il 15 Giugno 2015 da guidopardo1

Nel caldo dell'emozione,
i pensieri scivolano sul cuore
come il sudore sulla pelle
sotto il sole d'estate.

Lambiscono l'anima
e dolorosamente la penetrano
come il sangue
quando irrora la carne.

Madido di sterili sentimenti,
mi detergo la mente
da queste roventi gocce
nel torrido momento

e cerco refrigerio...

 

(CaldoTorrido - Igor Amelkovich)

 
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Ultimi commenti

Beh, allora se ne hai scritto per ben due volte, il tuo...
Inviato da: guidopardo1
il 07/02/2024 alle 07:03
 
Era un cuoricino... Č davvero bello questo post...
Inviato da: per_lettera
il 06/02/2024 alle 07:19
 
❤️
Inviato da: per_lettera
il 06/02/2024 alle 07:17
 
Grazie! <3
Inviato da: guidopardo1
il 12/12/2023 alle 06:01
 
Bellissima....
Inviato da: per_lettera
il 11/12/2023 alle 07:14
 
 
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