Heartbreaktalking blues for the working class |
Post n°269 pubblicato il 16 Dicembre 2010 da Ekainikola
Sembrano perfezioni, ma risplendono
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Post n°268 pubblicato il 29 Luglio 2010 da Ekainikola
Perdita di familiarità. Ossessione di mezza estate. Dopo molto tempo mi ritrovo a scrivere sul blog letto ormai solo da me. Mai visitato neppure quando i blog erano davvero di moda. |
Post n°267 pubblicato il 17 Ottobre 2009 da Ekainikola
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Post n°266 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da Ekainikola
In questa giornata grigia e incombente, nel giorno più inutile della settimana, in cui un autunno pesante sembra attendere per poi morderci il culo, mi ricordo del regalo avuto nell'estate del 2008: il concerto di Mercedes Sosa a Milano. |
Post n°265 pubblicato il 04 Settembre 2009 da Ekainikola
ogni uomo deve capire che tutto può sparire molto in fretta: il gatto, la donna, il lavoro, la ruota davanti, il letto, le pareti, la stanza; tutte le nostre necessità amore compreso, poggiano su fondamenti di sabbia e ogni causa determinata, per sconnessa che sia: la morte d'un ragazzo ad Hong Kong o una tormentata a Omaha... può essere la tua rovina. tutte le tue stoviglie si spaccano sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra e tu sei là, ubriaco, in mezzo alla stanza e lei domanda: mio dio, cosa succede? e tu rispondi: non so, non so.
Charles Bukowski (Burning in Water, Drowning in Flame, 1973) |
Post n°264 pubblicato il 31 Agosto 2009 da Ekainikola
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Post n°263 pubblicato il 07 Agosto 2009 da Ekainikola
Dedicated to John Hughes
L'altra notte mentre rientravo a casa mi sono imbattuto nell'inguardabile (ed inascoltabile) Pascal Vicedomini, che dalla sua platea ischiana di vippazzi locali e star hollywoodiane, intervistava quell'implacabile checca di Joel Schumacher. Oltre ad aver rovinato l'immagine dei gay di Hollywood, Schumacher è stato anche il regista di uno dei film del mio cuore: St.Elmo's Fire. |
Post n°262 pubblicato il 17 Luglio 2009 da Ekainikola
"... Così come dietro ogni cinico c'è un idealista deluso, il ribelle , per quanto bastardo possa essere, in senso letterale o metaforico, non può non amare la Madre Patria. Ed è per questo che la trova intollerabile. Il patriota ribelle, come l'espatriato, è innamorato di un idea; ed è un amore più appassionato, pericoloso e artistico di qualunque altro amore.Creature meravigliose e complicate, i ribelli sono spesso irremovibilmente legati proprio alle cose che li hanno oppressi e soffocati e che li hanno trasformati in dissidenti, costringendoli al proprio autoesilio: Manchester (o qualsiasi altro luogo n.d.r.); giorni grigi, pioggia impietosa; noia mortale; mentalità ristretta; invidia meschina; birra calda; code per il sussidio di disoccupazione; tutti i giorni come la domenica; disparità sociali; risse nei pub." Mark Simpson |
Post n°261 pubblicato il 16 Luglio 2009 da Ekainikola
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Post n°260 pubblicato il 23 Giugno 2009 da Ekainikola
Lettera aperta di un'iraniana al suo popolo e all'Occidente Tutto e' nero.Tutto ha perso il significato. Anche la lotta virtuale su internet. Su Facebook vedi tutti gli utenti con la stessa foto con i nomi cambiati. Non riconosci più gli amici. Ti dicono di fare la stessa cosa. Ti dicono che gli studenti che in Italia hanno partecipato alle manifestazioni al rientro in Iran sono stati arrestati o si sono visti ritirare il passaporto. "Non tornare in Iran", ti dicono e tu senti un vuoto nel cuore. Fino a poche settimane fa ti sentivi soffocata perche' avevi paura di dire quello che pensavi. Oggi tremi nella prigione dell'angoscia di non poter piu' tornare nel tuo Iran. Pensi agli occhi della ragazza pochi secondi prima della sua morte, li ha visti tutto il mondo. Sta morendo e le dicono "non aver paura" e muore. Non so se ha avuto paura. Non avevo visto morire nessuno. In lei ho visto morire il mio Paese. Nei suoi occhi che si perdevano nel nulla ho visto morire l'umanità. Ebbene ti dici che non hai niente da perdere. Tanto ormai abbiamo perso tutti. Siamo dei grandi perdenti. Abbiamo perso il nostro Iran. Ha perso la democrazia, cosi' come hanno perso i nuovi amici occidentali dell'Hitler iraniano. Anzi. Qua dobbiamo parlare di tanti Hitler. Stringetevi la mano e fate un brindisi con l'Occidente adesso che l'Iran non esiste piu'. Il nostro grido soffocato verra' forse ricordato dalla storia. Solo fino a pochi giorni fa, verde era il colore della speranza. Oggi e' il colore del sangue, del lutto, della perdizione, degli occhi che si spengono per un Paese. Nardana Talachian, per tutti i ragazzi in piazza a Teheran
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Post n°259 pubblicato il 22 Giugno 2009 da Ekainikola
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Post n°258 pubblicato il 14 Giugno 2009 da Ekainikola
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Post n°257 pubblicato il 22 Maggio 2009 da Ekainikola
Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell'universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno. Eduardo Galeano |
Post n°256 pubblicato il 10 Maggio 2009 da Ekainikola
Riversa, cuore, la tua pena |
Post n°255 pubblicato il 10 Maggio 2009 da Ekainikola
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Post n°253 pubblicato il 21 Aprile 2009 da Ekainikola
L'ora del lupo, il momento più buio della notte. |
Post n°252 pubblicato il 20 Aprile 2009 da Ekainikola
La questione resta aperta: testa di cazzo, necessità sociale o genetica? |
Post n°251 pubblicato il 09 Aprile 2009 da Ekainikola
Niente mi deprime di più delle proiezioni che organizziamo al cineclub. Non so bene in effetti perché mi ostini a farlo. Ad ogni modo la prima serata della rassegna dedicata a Kubrick s'è risolta in 5 spettatori, me compreso, e con Lorenzo che a metà film è dovuto scappare a casa per sopprimere il suo povero cane malato di cancro... |
Post n°250 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da Ekainikola
"È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l'una dall'altra, e dipendenti l'una dall'altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, prese nel loro più ampio significato, sono la legge dell'accrescimento con riproduzione; l'eredità che è quasi implicita nella riproduzione; la variabilità per l'azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell'uso e non uso; il ritmo di accrescimento così elevato da condurre a una lotta per l'esistenza, e conseguentemente alla selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l'estinzione delle forme meno perfette. Così, dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più alto risultato che si possa concepire, cioè la produzione degli animali superiori. Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione di vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola; e nel fatto che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l'immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi."
Charles Darwin, Tratto da "L'origine delle specie", 1859 |
Post n°249 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da Ekainikola
« Or sono diciassette lustri e un anno che i nostri avi costruirono, su questo continente, una nuova nazione, concepita nella Libertà, e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione così concepita e così votata, possa a lungo perdurare. Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui diedero la vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest’atto. Ma, in un senso più vasto, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo. I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o detrarre. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò ch’essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono. Sta piuttosto a noi il votarci qui al gran compito che ci è di fronte: che da questi morti onorati ci venga un’accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l’ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano; che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo di popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra. » Abramo Lincoln, "discorso di Gettysburg" 19 novembre 1863 |
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