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Un blog creato da Ekainikola il 17/09/2005

Heartbreak

talking blues for the working class

 
 

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Sembrano perfezioni

Post n°269 pubblicato il 16 Dicembre 2010 da Ekainikola

Sembrano perfezioni, ma risplendono
soltanto agli occhi tuoi: valgono niente;

quanti nemici stanno in un amico
e in quanta quiete si nasconde il ladro!

Quanti cavalli di armoniose forme
non arrivano, deboli, alla meta!

Quanti cammelli, in viaggio, nella notte,
li trattiene il difficile cammino!

Così l'affanno trascina l'amante
dove l'ascesi e l'angoscia si legano:

sventura all'uomo afflitto da ignoranza,
che gli lodano il corpo e non l'ingegno!

È quasi un'ala, a volare, il denaro:
ma già è stroncata, e non rimane un bene:

quanti uomini degni in vile veste!
Si lucida una spada, e non la gemma.


Ibn Hamdīs

 
 
 

La radiazione di Hawking

Post n°268 pubblicato il 29 Luglio 2010 da Ekainikola

Perdita di familiarità. Ossessione di mezza estate. Dopo molto tempo mi ritrovo a scrivere sul blog letto ormai solo da me. Mai visitato neppure quando i blog erano davvero di moda.
Non esce comunque nulla, è solo scrittura terapeutica in una serata noiosa in cui mi sento lievemente depresso.
Il mio stato naturale per 20 anni.
Qualcosa è cambiato da quando ho il posto fisso e una sorta di identità sociale. Mai avuta prima, gadget nuovo, dal quel punto di vista mi sento sistemato. Non si può credere quanto sia terapeutico fare il bancario in the middle of crisis.
Ed invece improvvisamente, complice gatti abbandonati, nonni malati e fidanzate oppresse, ecco ritornare il mio stato psichico delle origini: a bit depressed.
La parte sedata di me è felice: in questo stato la creatività è sempre stata fluente. Da 14enne le poesie di struggimento e i disegni alla William Blake erano il mio pane. Date ad un puberale un apparecchio fisso (non si parla di telefonia), degli occhiali tartarugati e un po' di timidezza e vi solleverà il mondo (non certo il morale).
Come in un buco nero, l'informazione si mescola e ad uscire sono radiazioni fotoniche scombinate come questa scrittura.
Adesso ho venticinque anni e sono a disagio con gli altri ma non più con me stesso. Non mi sono laureato e sento come Sisifo il peso della reiterazione dello sforzo e dell'errore. Soffoco i pensieri nelle serate estive uscendo tutte le sere, bevendo tutte le sere. Volano anni se vivi così. Confused and maybe a bit depressed.
Così torniamo ai 34 di oggi. Nulla a che vedere. Posto definito nel mondo, non quello che sognavo 20 anni fa, ma fa lo stesso che la realtà è cosa dura.
Lievemente depresso per la prima volta da molto tempo, stato mentale speculativo (finalmente) dopo anni di pensieri solo legati alla sopravvivenza economica. Forse è vero che l'ozio è vizioso. Riprendo in mano pigramente la chitarra e non esco. Le note escono male, stridule di corde rugginose. Suono Smiths, quoi d'autre?!
Torno ai miei saggi di fisica, lettura fissa: verso l'infinito ed oltre.
Domani mattina indosserò il mio costume da super bancario e queste rimarranno considerazioni sconclusionate da trentenne carico di nostalgie. Condannatemi per questo.

 
 
 

Oppenheimer

Post n°267 pubblicato il 17 Ottobre 2009 da Ekainikola

 
 
 

La Negra

Post n°266 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da Ekainikola

In questa giornata grigia e incombente, nel giorno più inutile della settimana, in cui  un autunno pesante sembra attendere per poi morderci il culo, mi ricordo del regalo avuto nell'estate del 2008: il concerto di Mercedes Sosa a Milano.

E il ricordo mi commuove. La Negra è morta due giorni fa, il 4 ottobre, giorno della nascita di Violeta Parra, altra cantora e poetessa militante, la cui canzone più celebre "Gracias a la vida" è stato l'inno di Mercedes Sosa.

 
 
 

Tira i fili, marionetta balla...

Post n°265 pubblicato il 04 Settembre 2009 da Ekainikola

ogni uomo deve capire

che tutto può sparire

molto in fretta:

il gatto, la donna, il lavoro,

la ruota davanti,

il letto, le pareti, la

stanza; tutte le nostre necessità

amore compreso,

poggiano su fondamenti di sabbia

e ogni causa determinata,

per sconnessa che sia:

la morte d'un ragazzo ad Hong Kong

o una tormentata a Omaha...

può essere la tua rovina.

tutte le tue stoviglie si spaccano

sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra

e tu sei là, ubriaco,

in mezzo alla stanza e lei domanda:

mio dio, cosa succede?

e tu rispondi: non so,

non so.

 

Charles Bukowski (Burning in Water, Drowning in Flame, 1973)

 
 
 

Yogism of the day

Post n°264 pubblicato il 31 Agosto 2009 da Ekainikola

"Mai rispondere alle lettere anonime..."

 
 
 

"Voi non potete capirci!"

Post n°263 pubblicato il 07 Agosto 2009 da Ekainikola

Dedicated to John Hughes

 

L'altra notte mentre rientravo a casa mi sono imbattuto nell'inguardabile (ed inascoltabile) Pascal Vicedomini, che dalla sua platea ischiana di vippazzi locali e star hollywoodiane, intervistava quell'implacabile checca di Joel Schumacher. Oltre ad aver rovinato l'immagine dei gay di Hollywood, Schumacher è stato anche il regista di uno dei film del mio cuore: St.Elmo's Fire.
Stamattina alla radio ho ascoltato la notizia della morte di John Hughes, che prima di dedicarsi a nani armonici che perdevano aerei, è stato regista di uno dei film più significativi degli anni '80: Breakfast Club.

Questi due sono tra i film manifesto di quello che a posteriori è stato definito "brat pack" (banda di monelli), piccolo movimento cinematografico trasversale di inizio anni '80, che metteva al centro dei propri film gli adolescenti, i loro disagi, le grandi prove che la giovinezza ti sbatte davanti e che gli adulti (troppo stronzi per accorgersene) bollano come cazzate di ragazzi.
Vi faccio una domanda: avete mai sofferto come quando a 16 anni vi siete guardati allo specchio e vi siete accorti che eravate così soli al mondo? Tra brufoli e apparecchi, vi sentivate incompresi e inascoltati. Solo la musica, alcuni libri e qualche videocassetta che esprimevano i vostri disagi e i vostri sogni.

Tra le pieghe degli sbuffi della New Wave inglese potevi ascoltare "There Is A Light And Never Goes Out" e gli Smiths per darti refrigerio.
Così, tra i megamuscolari Rambo-Rocky-Commando-Conan, potevi trovare un film come Breakfast Club, dove vedevi un po' di te stesso e soprattutto una meravigliosa Molly Ringwald a cui poter pensare mentre ti facevi la pugnetta della sera.

 
 
 

Saint Morrissey

Post n°262 pubblicato il 17 Luglio 2009 da Ekainikola

 

 

"... Così come dietro ogni cinico c'è un idealista deluso, il ribelle , per quanto bastardo possa essere, in senso letterale o metaforico, non può non amare la Madre Patria. Ed è per questo che la trova intollerabile. Il patriota ribelle, come l'espatriato, è innamorato di un idea; ed è un amore più appassionato, pericoloso e artistico di qualunque altro amore.Creature meravigliose e complicate, i ribelli sono spesso irremovibilmente legati proprio alle cose che li hanno oppressi e soffocati e che li hanno trasformati in dissidenti, costringendoli al proprio autoesilio: Manchester (o qualsiasi altro luogo n.d.r.); giorni grigi, pioggia impietosa; noia mortale; mentalità ristretta; invidia meschina; birra calda; code per il sussidio di disoccupazione; tutti i giorni come la domenica; disparità sociali; risse nei pub."

Mark Simpson

 
 
 

Estiquaatsi!!! (pron. Esticazzi!!!)

Post n°261 pubblicato il 16 Luglio 2009 da Ekainikola

"Alla presentazione del calendario di Cristina Del Basso c'era anche Fabrizio Cimmino del Grande Fratello 9"

fonte: www.corriere.it 16/07/09

 
 
 

Iran Today

Post n°260 pubblicato il 23 Giugno 2009 da Ekainikola

 

Lettera aperta di un'iraniana al suo popolo e all'Occidente

Tutto e' nero.Tutto ha perso il significato. Anche la lotta virtuale su internet. Su Facebook vedi tutti gli utenti con la stessa foto con i nomi cambiati. Non riconosci più gli amici.

Ti dicono di fare la stessa cosa. Ti dicono che gli studenti che in Italia hanno partecipato alle manifestazioni al rientro in Iran sono stati arrestati o si sono visti ritirare il passaporto. "Non tornare in Iran", ti dicono e tu senti un vuoto nel cuore. Fino a poche settimane fa ti sentivi soffocata perche' avevi paura di dire quello che pensavi. Oggi tremi nella prigione dell'angoscia di non poter piu' tornare nel tuo Iran. Pensi agli occhi della ragazza pochi secondi prima della sua morte, li ha visti tutto il mondo. Sta morendo e le dicono "non aver paura" e muore. Non so se ha avuto paura. Non avevo visto morire nessuno. In lei ho visto morire il mio Paese. Nei suoi occhi che si perdevano nel nulla ho visto morire l'umanità. Ebbene ti dici che non hai niente da perdere. Tanto ormai abbiamo perso tutti. Siamo dei grandi perdenti.

Abbiamo perso il nostro Iran. Ha perso la democrazia, cosi' come hanno perso i nuovi amici occidentali dell'Hitler iraniano. Anzi. Qua dobbiamo parlare di tanti Hitler. Stringetevi la mano e fate un brindisi con l'Occidente adesso che l'Iran non esiste piu'. Il nostro grido soffocato verra' forse ricordato dalla storia.
Il nemico e' nostrano. Segue le orme d'Israele. Le folle disperate degli iraniani intorno ai cadaveri morti mi ricordano i palestinesi. Quasi la stessa disperazione, ma la stessa identica angoscia, perche' l'Iran e' ormai occupato.
Noi abbiamo votato, loro ci hanno ucciso e l'Occidente ha taciuto. Voi fate brindisi alla vostra vittoria. Noi piangeremo la nostra rovina.

Solo fino a pochi giorni fa, verde era il colore della speranza. Oggi e' il colore del sangue, del lutto, della perdizione, degli occhi che si spengono per un Paese.
"Non avere paura", mi dico. Eppure piango e tremo. Ho sempre pensato a quelli che per aver detto la verita' dovevano vivere lontano dal Paese. Oggi vedo me e i miei amici tremare afflitti dalla paura. E' immisurabile la profondita' di questo dolore.
Ci hanno dimenticato tutti. Perfino il buon Dio sembra non voler sentire le nostre grida. E io non so piu' cosa rispondere agli amici atei. Hanno un sorriso amaro. Come se mi volessero dire "avevamo ragione noi".
Urla un'intera nazione. E il mondo sta a guardare tutto in silenzio. Aiutateci a rompere il silenzio. Aiutateci a tenere vivo il verde. Aiutateci a salvare quel poco che e' rimasto dell'Iran. Aiutateci a credere che l'umanita' esiste ancora. Non vi chiediamo molto: basta portate qualcosa di verde, fosse anche una semplice foglia attaccata sulla camicia.
E tu, buon Dio Onnipotente, se esisti davvero muovi almeno un dito.

Nardana Talachian, per tutti i ragazzi in piazza a Teheran


(tratto da PeaceReporter.it)

 
 
 

Dialogo buddhista

Post n°259 pubblicato il 22 Giugno 2009 da Ekainikola

- Maestro, qual'è la natura ultima della realtà?

- Domandalo a quel palo!

- Non ho capito...

- Neppure io.

 
 
 

Anarchistas

Post n°258 pubblicato il 14 Giugno 2009 da Ekainikola

 
 
 

Finestra sul volto

Post n°257 pubblicato il 22 Maggio 2009 da Ekainikola

Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell'universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno.

Eduardo Galeano

 
 
 

José Marti - "Riversa, cuore, la tua pena..."

Post n°256 pubblicato il 10 Maggio 2009 da Ekainikola

Riversa, cuore, la tua pena
dove non si possa vederla,
per superbia, e per non essere
motivo di pena altrui.

Io ti amo, verso amico,
perché quando sento il petto
ormai troppo oppresso e disfatto,
divido il peso con te
.

Tu mi sopporti, tu reggi
nel tuo grembo amoroso
tutto il mio amore doloroso,
tutte le mie ansie e pene
.

Tu, affinchè io possa nella calma
amare e agire bene, acconsenti
a intorbidire le tue correnti
con quanto mi opprime l'alma
.

Tu, affinché io passi fiero
per la terra, e senz'odio, e puro,
ti trascini, pallido e duro,
mio amoroso compagno
.

La mia vita così si incammina
al cielo limpida e serena,
e tu porti la mia pena
con la tua pazienza divina
.

 
 
 

José Marti

Post n°255 pubblicato il 10 Maggio 2009 da Ekainikola

Cultivo una rosa blanca
en junio como enero
para el amigo sincero
que me da su mano franca.

Y para el cruel que me arranca
el corazón con que vivo,
cardo ni ortiga cultivo;
cultivo la rosa blanca.



 
 
 

L'ora del lupo

Post n°253 pubblicato il 21 Aprile 2009 da Ekainikola

L'ora del lupo, il momento più buio della notte.
Il momento in cui Yehudah ish Kariot si rende conto di ciò che ha dovuto fare.
Soppesa e guarda, Yehudah, e pensa al teatro che ha recitato con Caifa.
L'onta che avrà su di se non pesa stanotte.
Pesa la mancanza e pesano le monete che hanno comprato il tradimento verso Yehoshua.
Yehoshua che gli ha chiesto di caricare su di se questo fardello.
Ma Yehudah non pensa alla storia del futuro, all'empietà.
Yehudah non chiede "perché a me".
Yehudah piange per amore.

 
 
 

Catalogo delle teste di cazzo viventi (a Nick's Diary)

Post n°252 pubblicato il 20 Aprile 2009 da Ekainikola

La questione resta aperta: testa di cazzo, necessità sociale o genetica?
Volendo cominciare dal sottoscritto, beh posso dire un po' di entrambe le caratteristiche.
La "testa di cazzo" della mia categoria è quella che trova una giustificazione alle stronzate, alle mancanze e alle perdite.
Le "teste di cazzo" del mio clan amano ululare alla luna, al destino, al cattivo di turno, e se credono a dio. Ma non fanno niente di più.
A volte si lamentano, ma sanno di non esserne legittimate fino in fondo.
Le "teste di cazzo" della mia specie, accumulano le occasioni per poi sprecarle tutte insieme. Ci piace lasciare le cose a metà...

 
 
 

A Victime's Tale (diario di bordo del capitano Nick)

Post n°251 pubblicato il 09 Aprile 2009 da Ekainikola

Niente mi deprime di più delle proiezioni che organizziamo al cineclub. Non so bene in effetti perché mi ostini a farlo. Ad ogni modo la prima serata della rassegna dedicata a Kubrick s'è risolta in 5 spettatori, me compreso, e con Lorenzo che a metà film è dovuto scappare a casa per sopprimere il suo povero cane malato di cancro...

 
 
 

two hundred Darwin

Post n°250 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da Ekainikola

 

"È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l'una dall'altra, e dipendenti l'una dall'altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, prese nel loro più ampio significato, sono la legge dell'accrescimento con riproduzione; l'eredità che è quasi implicita nella riproduzione; la variabilità per l'azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell'uso e non uso; il ritmo di accrescimento così elevato da condurre a una lotta per l'esistenza, e conseguentemente alla selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l'estinzione delle forme meno perfette. Così, dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più alto risultato che si possa concepire, cioè la produzione degli animali superiori. Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione di vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola; e nel fatto che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l'immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi."

 

Charles Darwin, Tratto da "L'origine delle specie", 1859

 
 
 

two hundred Lincoln

Post n°249 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da Ekainikola

« Or sono diciassette lustri e un anno che i nostri avi costruirono, su questo continente, una nuova nazione, concepita nella Libertà, e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.


Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui diedero la vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest’atto. Ma, in un senso più vasto, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo.


I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o detrarre. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò ch’essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.


Sta piuttosto a noi il votarci qui al gran compito che ci è di fronte: che da questi morti onorati ci venga un’accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l’ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano; che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo di popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra. »

Abramo Lincoln, "discorso di Gettysburg" 19 novembre 1863

 
 
 
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