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INTERNET

Post n°101 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da luigiarusso

''Mio marito mi tradiva con la tastiera'' La storia di Sofia: «Ha dilapidato i risparmi e distrutto la nostra famiglia»

Questa e' la storia di Mario R., 48 anni, di Milano, impiegato nella filiale di una grande azienda di assicurazioni, padre di tre BAMBINI di 16, 14 e 5 anni. Sofia, la madre dei suoi figli, insegnante alle scuole medie, lo ha lasciato da poco. «Dopo quasi vent'anni di vita assieme, non ce la facevo piu'» confida alle amiche: Mario l'ha tradita per anni. Di giorno, di notte, al lavoro, nei fine settimana, in vacanza. Ma non con qualcuna, o qualcuno. Col computer. «Era sempre stato un fanatico dei videogiochi, ma tutto e' peggiorato una decina d'anni fa, quando abbiamo comprato quel dannato modem» racconta Sofia. «Me lo sento ancora nell'orecchio, il sibilo del collegamento telefonico a Internet a notte fonda». Quando lei, assonnata, lo chiamava per chiedergli che cosa stesse facendo, lui rispondeva che si portava avanti col lavoro arretrato, o che sbrigava la corrispondenza, o che preparava la ricerca scolastica del figlio, fino ad ammettere di aver trovato un gioco elettronico che lo aiutava a prender sonno. Un solitario. E che solitario: «La psicologa mi ha detto che prima o poi quando si convive a tutti puo' capitare di beccare il partner che si masturba, ma beccarlo davanti al monitor con una sola mano sulla tastiera e' stato uno choc» confessa Sofia. Specialmente perche' sullo schermo non c'era nemmeno la classica donna nuda dei giornaletti porno, ma una chat. «Mi sono sentita ferita a immaginare che potesse intrattenere una relazione cosi' spinta comunicando per iscritto con chissa' chi». Superata la crisi del momento, con lui che giura «E' la prima volta, non lo faccio piu'», lei ha cercato di fidarsi. Fino alla successiva bolletta del telefono. Perche', ai tempi del modem, i collegamenti a Internet costavano cari come il fuoco: «Quando ne abbiamo ricevuta una ingiustificabile, e' stato lui per primo a chiedermi di nascondergli il modem, per evitare la tentazione». Salvo poi pentirsi e mettere sottosopra tutta la casa per ritrovarlo, in assenza di moglie e figli. Dilapidati tutti i risparmi, abbandonato dalla famiglia, Mario l'anno scorso ha cercato aiuto da uno psicoterapeuta specializzato in tossicodipendenze. E oggi e' in grado di raccontare la sua esperienza. «Ho scoperto di avere spostato su Internet e il sesso virtuale una compulsivita' che in passato avevo avuto verso sostanze come alcol e droghe, e che altri magari hanno per il cibo o il gioco d'azzardo. Ma Internet e' piu' insidiosa, perche' offre il vantaggio dell'anonimato, della dimensione Mud (Multi User Dimension) per sperimentare con una o piu' identita' online, rimuove le barriere geografiche e apre le porte a tutte le culture> >. Tutto questo puo' condurre a una conoscenza piu' profonda di se' e all'autorealizzazione: ma come in tutte le cose, se si esagera e' rischioso. «Non ho perso il lavoro perche' nelle grandi aziende ci si puo' perdere nel computer senza farsi accorgere...E io sono stato capace di dissimulare bene perche' sono multi-tasking». Si vanta quasi, Mario, di questa sua capacita' a fare piu' cose in contemporanea: giostrando sullo schermo i documenti del lavoro, piu' siti Web, un videogioco di gruppo, l'instant messenger, l'email e una chat. Eppure recentemente e' stato determinato che anche il «multi-tasking» rischia di diventare di per se' una forma di dipendenza. «Anche adesso che cerco di tenermi lontano dalle chat e dai videogiochi, non riesco a fare una cosa alla volta e mi accorgo che - persino mentre guido - ho bisogno di far scorrere i pollici sul cellulare in cerca di un numero o digitando un sms». Sara' anche multi-tasking, ma Mario ammette di aver fatto gia' due incidenti automobilistici perche' intento a comporre o leggere un sms sul telefonino cellulare anziche' prestare attenzione alla guida. Che cosa sta imparando in PSICOTERAPIA sulla sua dipendenza digitale? «E' doloroso, come guardarsi davanti a uno specchio senza trucchi: mi tocca fare i conti con me stesso, preferivo il mio alias digitale» ammette Mario. «Online ci si idealizza grazie ad attributi spesso inventati. L'anonimato, abbinato all'atto di scrivere, intensifica le relazioni e permette di creare legami con enorme facilita'; ma si tratta di relazioni transitorie, formate tra estranei virtuali, a cui spesso e' associato l'inganno (per esempio su eta', sesso, razza o vocazione) per impressionare l'altro internauta: tanto e' difficilissimo verificare i fatti». Ma il successo reale di chi popola Second Life, il portale che offre una Seconda Vita, tutta virtuale, insegna che si puo' vivere online senza fare e senza farsi male. Non lo consola la spiegazione del suo psicologo, secondo cui ci sono psicopatologie ben precise che inducono la dipendenza da Internet: «Mi ha elencato i fattori di rischio, che includono le storie di dipendenza multipla, condizioni psichiatriche come depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d'azzardo patologico, o fattori situazionali come stress da lavoro, contrasto coniugale o abuso infantile...e per consolarmi ha detto che piu' della meta' dei casi di Internet-dipendenza derivano da una patologia associata» . Insomma: non e' colpa sua, ne' di Internet. E la terapia? «La solita di tutte le forme di dipendenza: primo acquisire la consapevolezza del problema. E poi lavorare con un gruppo di supporto». Sofia si e' rifiutata di partecipare a una terapia coniugale, pero' sta valutando la terapia di famiglia per amore dei figli.

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Commenti al Post:
fatamatta_2008
fatamatta_2008 il 30/10/10 alle 18:27 via WEB
Ciao !!! E' un vero piacere trovarti di nuovo in linea...non pensavo che avresti ripreso a scrivere sul blog... Molti tra i vecchi amici ai quali tenevo molto hanno abbandonato Libero...spero che ci potremo sentire più spesso un saluto Lilly
 
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