Creato da card.napellus il 11/04/2008
L'importante è accorgersene

AUGURI

 

 

Crederò in Dio quando lui crederà in me!

 

ADOTTA A DISTANZA IL CARD.

Adotta a distanza il Card.

Questo semplice e relativamente economico gesto ti darà un senso di beatitudine mai provato prima.

Al solo costo di un Negroni al giorno (servito al tavolino del Danieli di Venezia), potrai avere la gioia incomparabile di contribuire alla crescita, alla salute e all'istruzione del tuo Card. prediletto.

Lui ti manderà tutti i mesi una foto, una letterina e se gli telefonerai ti parlerà con voce suadente dei suoi progressi nello studio e nella vita.

Inoltre se sei una donna, puoi contribuire anche in modo più interessante, e coinvolgente, allo sviluppo e alla crescita del tuo Card. 

E ricorda, un Card. è per sempre.

 

Area personale

 

DISCLAIMER

ATTENZIONE

Questo blog potrebbe sembrare una testata giornalistica visto e considerato il penoso livello della maggior parte dei quotidiani.

Si tratta invece di un contenitore di stronzare ad elevata densità, e come tale è regolato dalla legge n.173 del 29.02.2001 e dai successivi regolamenti attuativi.

Gli argomenti trattati in questo blog dovrebbero offendere pesantemente la sensibilità di tutti quelli che hanno un orientamento politico o religioso preciso. Non escludo che possano anche offendere qualche minoranza, ma il blog non è stato concepito espressamente per questo.

Nel leggere questo blog potreste pensare di essere idioti, o che sia idiota chi ci scrive. Entrambe le ipotesi sono valide e meritano di essere approfondite.

Il tempo perso qui non può esservi in alcun modo rimborsato.

Non ci sono più le mezze stagioni - di questo non può in alcun modo essere considerato responsabile il gestore del blog.

 

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Messaggi di Ottobre 2014

Catastrofi.

Post n°706 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da card.napellus

Ieri pomeriggio mi sono sorbito quattro ore di corso - obbligatorio, ovviamente - sulla sicurezza presso un nostro cliente. Piuttosto inutile, visto che si è parlato di come scappare, intervenire, mettere in sicurezza le persone all'interno della struttura, mentre la mia attività è sempre e solo all'esterno.

Comunque c'era come relatore una persona - strano davvero - competente, ed è stato anche interessante. La morale che si ricava da queste quattro ore è che la differenza fra un bello spavento e una tragedia è minima.

Allora sono tornato a rivangare il passato, e a ricordare il terribile rogo del cinema Statuto di Torino, dove morirono intossicate sessantaquattro persone solo trent'anni fa, bloccate da uscite di sicurezza sprangate per evitare che qualcuno entrasse senza pagare il biglietto e uccise in pochi minuti da una miscela letale di gas prodotti dalla combustione in scarsità di ossigeno di tende, poltrone e arredi.

In pratica il cinema si trasformò in un gigantesco reattore chimico per la produzione di ossido di carbonio, clorati e cianuri.

Questa tragedia cambio radicalmente le norme di sicurezza nei locali pubblici, come era accaduto dieci anni prima in mezza Europa in seguito a un altro terrificante incidente: il rogo del Club 5-7, a Saint-Laurent-du-Pont, un paese vicino a Grenoble.

In seguito a questa sciagura praticamente fu annientata un'intera generazione della zona, visto che morirono carbonizzati 146 ragazzi fra i 15 e i 25 anni.

Le proporzioni del rogo furono tali che i pompieri, essendo evidente che nessuna persona poteva essere ancora viva nel locale, attesero il giorno seguente per spegnere le fiamme.

In entrambi i casi il bilancio fu così pesante soprattutto per un ingrediente speciale, la stupidità umana. A Saint-Laurent per esempio le uscite di sicurezza del locale, solo due, erano in pratica invisibili, e i cantanti che si esibivano quella sera morirono senza rendersi conto che dietro il tendone del palco, a due metri, c'era una porta. Ma soprattutto le persone rimasero bloccate dai tornelli metallici, che ancora oggi sono visibili vicino al memoriale delle vittime, vero monumento all'idiozia.

 
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Questa NON è roba mia!

Post n°705 pubblicato il 24 Ottobre 2014 da card.napellus
 

Ripeto: questa che segue non è roba mia. Di rado riporto sul blog scritti altrui, ma ogni tanto ci sta. Del resto io darei l'anima per poter immaginare di scrivere così bene, e sarebbe ancora poco.

Si tratta di un piccolo brano tratto da un bellissimo racconto di Italo Calvino, "Il Cavaliere Inesistente", e come tale ogni onore e merito va a costui.

Non ho mai capito perché in Italia a scuola si debba leggere quella ultra-pallosa storia dei Promessi sposi invece che qualcosa di Calvino, o Manganelli, o Gadda. Gente che solo a leggerne due pagine si impara a scrivere come facendo un corso universitario.

"Io che racconto questa storia sono Suor Teodora, religiosa dell’ordine di San Colombano. Scrivo in convento, desumendo da vecchie carte, da chiacchiere sentite in parlatorio e da qualche rara testimonianza di gente che c’era. Noi monache, occasioni per conversare coi soldati, se ne ha poche: quel che non so cerco d’immaginarmelo, dunque; se no come farei?

E non tutto della storia mi è chiaro. Dovete compatire: si è ragazze di campagna, ancorché nobili, vissute sempre ritirate, in sperduti castelli e poi in conventi; fuor che funzioni religiose, tridui, novene, lavori dei campi, trebbiature, vendemmie, fustigazioni di servi, incesti, incendi, impiccagioni, invasioni d’eserciti, saccheggi, stupri, pestilenze, noi non si è visto niente.

Cosa può sapere del mondo una povera suora? Dunque, proseguo faticosamente questa storia che ho intrapreso a narrare per mia penitenza. Ora Dio sa come farò a raccontarvi la battaglia, io che dalle guerre, Dio ne scampi, sono stata sempre lontana, e tranne quei quattro o cinque scontri campali che si son svolti nella piana sotto il nostro castello e che bambine seguivamo di tra i merli, in mezzo ai calderoni di pece bollente (quanti morti insepolti restavano a marcire poi nei prati e li si ritrovava giocando, l’estate dopo, sotto una nuvola di calabroni!), di battaglie, dicevo, io non so niente."

Sublime, leggero e ironico, proprio un esempio di come vorrei saper scrivere (e vorrei poter leggere).

Sarà per la prossima vita. 

 
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Si, è tutto Vero.

Post n°704 pubblicato il 23 Ottobre 2014 da card.napellus

Questo che vedete sopra è Antonio Gramsci al momento in cui ha appreso che "l'Unità", il giornale da lui fondato nel lontano 1921, sarebbe stato salvato dall'imprenditore Guido Veneziani, un nome sconosciuto ai grandi editorialisti, ma ben noto alle casalinghe amanti del gossip, visto che è l'editore dei periodici: StopTop e Vero.

Insomma, è tutto Vero.

 
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Boiate.

Post n°703 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da card.napellus

Fra le assurde boiate che mi passano per la testa, c'è quella di fare un bisenso a frase senza lettere supplementari, ma solo usando la chiave.

Tanto per fare un esempio:

Titolo - Come ringiovanire vent'anni.
Soluzione - S'ignora, signora.

Titolo - Il masochista.
Soluzione - La gogna l'agogna.

Titolo - Lo stitico.
Soluzione - Le feci le feci.

Allergico all'insalata.
Soluzione - Indi via indivia.

Ah, che interessante occupazione!

 

 
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Nessuno ci pensa...

Post n°702 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da card.napellus

Già, nessuno ci pensa mai, ma grazie a me esistono un sacco di cose essenziali e di cui molti non potrebbero più fare a meno.

  1. Il CARDellino, frutto di sapienti incroci fra passerotto e ermellino.
  2. Il CARDigan, caldo  ed elegante capo di abbigliamento che va sempre di moda.
  3. I punti CARDinali, prima che li inventassi la gente diceva "di qua" o "di là".
  4. La CARDiologia e il CARDiofrequenzimetro, utili per evitare l'infarto.
  5. Il CARDo e il CARDamomo, veri tesori della cucina.
  6. Le poesie di CARDucci, un mio pseudonimo, Giosuè non è mai esistito.
  7. RicCARDo III, che ho suggerito personalmente al grande Bardo, lui voleva chiamarlo Pierino Duodecimo.
  8. I CARDini delle porte, che prima non potevano ruotare e si spostavano di peso.
  9. La viaCARD, inventata dalla società autostrade per tenermi lontano.

In questo breve elenco è posta tutta la grandezza di un anziano prelato pseudoporporato che ha fatto tanto per il mondo, senza ricevere alcunché. 

Pregate per lui.

 
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Come evitare l'alluvione a Genova.

Post n°701 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da card.napellus

In fondo è facile. Basta pensarci.

Il modo migliore e più rapido è individuare su una cartina le zone più a rischio, e obbligare per decreto a porre colà - in un seminterrato se disponibile, altrimenti al piano terra - la residenza del sindaco e dei vari assessori. Con l'obbligo di parcheggiare in strada la loro auto.

Nel giro di tre, quattro mesi come per magia si troverebbero i soldi per riqualificare, rifare gli argini, spostare il corso dei fiumi, creare un grande invaso a monte.

Altrimenti ogni anno o due, arriva l'acqua e via le polemiche sui tombini, i torrenti coperti, la pulizia del letto dei fiumi...

 
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Conoscevi le regole...

Post n°700 pubblicato il 07 Ottobre 2014 da card.napellus

Mi riesce difficile concentrarmi per scrivere sempre nuove cazzate. 

Vorrei scrivere di cose serie, ma trovo che non ci sia spazie, mentre per le idiozie, mi sento a corto di idee.

Eppure vivo in un mondo dove la cazzata trionfa, dove lo spazio maggiore viene riservato all'aria fritta.

Per esempio ho avuto una discussione, io che sono cardinale, con alcuni laici che sostenevano le ragioni dei fedeli divorziati, parlando proprio della situazione di una coppia reale.

Non ci sono spazi di manovra: prima di sposarti in chiesa, davanti al prete, duecento invitati, auto noleggiata con coccarde, viaggio intorno al mondo già pagato, devono averti detto che in caso tutto questo non funzioni dovrai rinunciare a fare la comunione.

No, non ti tagliano le palle, non ti flagellano, non ti versano addosso l'olio bollente, ti chiedono di non fare la comunione.

Perché si tratta di una regola - assurda, si dirà - certo, come è assurdo mangiare un branzino arrosto al venerdì con l'idea che sia una forma di penitenza, come è assurdo pensare che visitare un santuario ci fornisca un bonis di duecento giorni di indulgenza. 

Ma è così, e lo sapevi, o comunque dovevi informarti.

E giù a spiegarti che si sono lasciati ma lui non voleva, è stata lei, e ora però anche a lui tocca rinunciare alla comunione... potrebbe andare in una chiesa dove non lo conoscono, ma lui vuole invece fare le cose alla luce del sole davanti agli altri parrocchiani ma non può, anche il prete sarebbe d'accordo ma non si può, in fondo solo lei dovrebbe rinunciare ai sacramenti... 

Io le cose che riguardano la religione a volte non le capisco. Ma invece questo caso è chiarissimo: ci sono regole precise, le conosci, le subisci. Se pensi di non poter rinunciare alla comunione, non sposarti - anzi, fatti frate. Altrimenti vivi e rischia qualcosa, come tutti noi, in ogni caso nessuno ti amputerà un braccio.

Già presto ti toccherà pensare al mantenimento dei figli, ali avvocati, agli alimenti e ai soldi che quell'altra grandissima maiala ti spremerà, lamentarti anche degli aspetti religiosi, no, questo davvero no.

 
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