Creato da card.napellus il 11/04/2008
L'importante è accorgersene

AUGURI

 

 

Crederò in Dio quando lui crederà in me!

 

ADOTTA A DISTANZA IL CARD.

Adotta a distanza il Card.

Questo semplice e relativamente economico gesto ti darà un senso di beatitudine mai provato prima.

Al solo costo di un Negroni al giorno (servito al tavolino del Danieli di Venezia), potrai avere la gioia incomparabile di contribuire alla crescita, alla salute e all'istruzione del tuo Card. prediletto.

Lui ti manderà tutti i mesi una foto, una letterina e se gli telefonerai ti parlerà con voce suadente dei suoi progressi nello studio e nella vita.

Inoltre se sei una donna, puoi contribuire anche in modo più interessante, e coinvolgente, allo sviluppo e alla crescita del tuo Card. 

E ricorda, un Card. è per sempre.

 

Area personale

 

DISCLAIMER

ATTENZIONE

Questo blog potrebbe sembrare una testata giornalistica visto e considerato il penoso livello della maggior parte dei quotidiani.

Si tratta invece di un contenitore di stronzare ad elevata densità, e come tale è regolato dalla legge n.173 del 29.02.2001 e dai successivi regolamenti attuativi.

Gli argomenti trattati in questo blog dovrebbero offendere pesantemente la sensibilità di tutti quelli che hanno un orientamento politico o religioso preciso. Non escludo che possano anche offendere qualche minoranza, ma il blog non è stato concepito espressamente per questo.

Nel leggere questo blog potreste pensare di essere idioti, o che sia idiota chi ci scrive. Entrambe le ipotesi sono valide e meritano di essere approfondite.

Il tempo perso qui non può esservi in alcun modo rimborsato.

Non ci sono più le mezze stagioni - di questo non può in alcun modo essere considerato responsabile il gestore del blog.

 

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Messaggi di Maggio 2015

Rieccolo.

Post n°748 pubblicato il 27 Maggio 2015 da card.napellus

Ripubblico a distanza di anni un raccontino che serve a dare un'idea di cosa intendo io per amicizia - quella vera.

PENA ESEMPLARE

Imputato, avete niente da dire a vostra discolpa?

No, vostro onore. Non so ancora per quale motivo mi sono macchiato di un tale abietto crimine, e se ora ci penso mi sembra impossibile. Tuttavia non posso negarlo.

Questa vostra tardiva sincerità vi fa onore, ma non serve più. Ciò che è fatto è fatto, e non esiste un modo per rimediare. Solo una pena severa ed esemplare potrà mettere la parola fine su questa terribile vicenda.

Ne sono convinto, vostro onore. Non chiedo altro se non di procedere quanto prima, perché mi sarebbe impossibile vivere a contatto dei miei simili sapendo che essi conoscono la mia terribile colpa.

Avvocato della difesa, avete niente da aggiungere?

No, vostro onore. Fino a ieri, quando ancora pensavo sinceramente all’innocenza del mio cliente, ho fatto il possibile perché venisse scagionato, ma adesso voglio evitare che si possa anche solo pensare che io volontariamente coprirei chi ha commesso un simile delitto. La sua è una colpa troppo grande, al punto che nemmeno riesco a pronunciarne il nome, tale da non meritare alcuna forma di clemenza, e io stesso chiedo di applicare la legge con la severità necessaria.

Avvocato dell’accusa, quale è la sua richiesta?

Un crimine come quello di cui si è macchiato l’imputato, che il mio collega della difesa ha giustamente evitato di nominare, cosa che farò anch'io, risparmiandomi così il dolore di pronunciare una simile, orrenda scelleratezza, merita la pena più severa.
Il nostro ordinamento non prevede più la pena di morte, avendo da secoli noi raggiunto la liberazione dalla morte e dalla schiavitù dell’invecchiamento, chiedo perciò che l’imputato sia mandato a vivere una vita mortale mediante il trasferimento della sua coscienza, mentre il suo corpo resterà ibernato. Vostro onore delibererà su quale pianeta, ma in base all’estrema gravità degli addebiti io consiglio che la condanna sia scontata sul pianeta Gramanas.

Capisco, signor avvocato, il suo buon cuore e il desiderio di non calcare la mano, ma quella che lei prospetta è una pena troppo lieve. Verrà invece spedito sul pianeta Terra…

L'imputato che fino ad allora aveva scoltato in silenzio con il capo chino per non incrociare lo sguardo dei presenti, caccio un grido che lacerò l’aria: Nooooooo, la prego, dovunque ma non in quella fogna galattica!

Imputato, contegno, non ho finito… sul pianeta Terra, dicevo, all'inizio del ventunesimo secolo, nel continente Europa, nella nazione Italia.

Noooo… Pietà… Meglio dieci vite mortali nelle miniere di Gramanas, meglio cent'anni nel mare di metano del pianeta Horbax, meglio bonificare le paludi dall’atmosfera solfidrica di Merissa. La prego, pietà!

 

Faccia silenzio e non dia spettacolo. E la prossima volta ci pensi su prima di mentire a un amico, criminale!

 
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Géraldine.

Post n°747 pubblicato il 19 Maggio 2015 da card.napellus

La vidi arrivare dal binario sette, e la riconobbi subito: eppure erano passati sedici anni!

Mi avvicinai cercando di frenare l’impazienza, mi sembrava che le gambe volessero correre e solo con uno sforzo riuscii a mantenere un minimo di contegno. Tuttavia a due passi da lei mi cadde l’ombrello, che nemmeno mi fermai a raccogliere.

- Anna! Quanto tempo è passato! –

Vidi i suoi occhi sbattere, segno che anche lei cercava di ricordare o forse che come me non pensava possibile quell’incredibile, fortuito incontro. Ma passati dieci secondi il volto le si illuminò e la bocca si aprì a un sorriso che mi fece tornare indietro nel tempo in modo repentino e violento.

La spiaggia libera, il grande telo da mare che portavo sempre con me in moto d’estate, lei che offriva la sua pelle al sole, coperta solo da un piccolo slip rosa acceso, un sacco di tela con dentro le sole cose che potevano interessarci in quei giorni spensierati: una birra già imbevibile e una bottiglia di tè freddo anch’esso ormai tiepido, i suoi enormi occhiali da sole, una rivista che fingeva di leggere quando metteva a rosolare la schiena, qualche crema.

Ripresomi dai ricordi l’abbracciai subito. Anche considerando il fatto che era vestita in modo consono al periodo autunnale, notai che aveva preso qualche chilo, e mi parve più alta, certo per colpa dei sandali con il tacco che portava. Ai tempi della spiaggia e delle nostre gite in moto sotto ai suoi piedi non c’era che un centimetro di gomma.

- Ma dimmi, come stai? Vivi sempre a Varese? –

- No, abito da anni a Reggio Emilia. In un piccolo paese tranquillo fuori città, ho un appartamento proprio sopra al negozio di alimentari. Una comodità! –

- Che cosa incredibile, vedersi dopo tanto tempo e riconoscersi subito. Ma cosa hai pensato? Io appena ti ho vista ho detto: guarda l’Anna, è uguale a tanti anni fa! Invece immagino che tu abbia pensato: guarda Enrico, ma come è invecchiato!

- No, ma cosa dici Enrico, anche tu non sei cambiato poi tanto. Subito non ti ho riconosciuto, è vero, ma è stato un attimo. Adesso minuto dopo minuto mi sembra di ricordare tutto di te.

La presi per mano e mi diressi verso il bar fuori dalla stazione. Non so cosa hai da fare, gli dissi, ma almeno per un’ora sarai solo mia come quando avevamo trent’anni.

Lei mi strinse la mano e mi sorrise ancora mentre attraversavamo la strada. Entrò per prima e si sedette a un tavolino.

- Cosa prendi tesoro? Ricordo che adoravi il chinotto. Ma forse ora è ancora troppo freddo. –

- Prendimi un caffè, e se non ti dispiace guarda se hanno un tramezzino commestibile: è da stamattina che non mangio niente, ho sempre paura del mal di treno. -

- Agli ordini Anna. –

Dopo tre minuti ero anch’io al tavolino con lei.

-  Ma ora che lavoro fai, Enrico? –

- Sono sempre in movimento, adesso seguo le vendite in Italia di un grosso produttore di articoli per officine meccaniche. Hai bisogno di un trapano, o di una fresa? -

- Ecco, una fresa in soggiorno ci starebbe bene. Com’è, grande? -

- Si, troppo per un appartamento cittadino! Sei sempre impiegata in banca? –

- Veramente lavoro in campo ospedaliero, assistente anestesista. Mi sono laureata una decina di anni fa, dopo qualche difficoltà… sai, mia madre è stata immobilizzata in un letto per sei anni. –

- Mi spiace… il fatto è che dopo quell’estate meravigliosa non sono più riuscito a rintracciarti. Ora non dovrà più accadere. Dammi subito il tuo telefono, l’indirizzo, una mail, qualcosa! –

- Si, è giusto, non perdiamoci più di vista… scrivi: geraldine.delapage@gmail.com

- Geraldine?

- Si, Géraldine. Géraldine de la Page.

 
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Un sogno!

Post n°746 pubblicato il 08 Maggio 2015 da card.napellus

Insomma, ci sono state le elezioni in Inghilterra - intendiamoci, del risultato mi importa ben poco - e si è subito notato qualcosa che ci fa capire quanto sia lunga la strada per l'Italia per avere finalmente una classe politica all'altezza.

Non si erano nemmeno finiti di lavare i bicchieri dove avevano brindato Cameron e i suoi, che i leader dell'opposizione Nigel Farage (1 solo deputato pur avendo il 13% dei consensi, la legge elettorale inglese è spietata), Ed Milliband (capo dei laburisti) e Nick Clegg (che fino a ieri era al governo, ma da domani tornerà nel nulla visto che i conservatori hanno la maggioranza assoluta) avevano rassegnato le loro dimissioni.

Ecco, un sogno per gli italiani: finisce lo scrutinio, uno vince e gli altri SI TOLGONO DALLE PALLE. Non perché siano degli incapaci, ma perché HANNO PERSO e così tornano a fare quello che facevano prima, o quel che cavolo gli pare. Ma non li vedremo più in televisione a dire cazzate o a dire che se pure non hanno vinto, non hanno nemmeno perso.

Dicevo, un sogno... un luogo dove uno che ha preso pur sempre un voto su sette ottiene un solo seggio, dove un alleato di governo se ne va senza storie perché capisce che adesso la sua presenza non è più necessaria, dove in tre giorni si ha il nuovo governo... 

 
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