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Monastero Invisibile

Cronache del Monastero Invisibile di San Cesario di Lecce

 

 

« senza peli sulla linguavento »

dentro romeo e giulietta

Post n°199 pubblicato il 07 Maggio 2008 da monastero.invisibile

Oggi sono stato a vedere DENTRO ROMEO E GIULIETTA da W. Shakespeare. Una sola persona che mi legge sa cosa significa che ho provato la stessa emozione, identica, ora come allora….
 
 
ROMEO E GIULIETTA 
 
 
 
da W. Shakespeare
con: Francesca De Nicolais, Fabio Rossi, Andrea De
Goyzueta, Riccardo Feola, Pasquale Passeretti, Elias
Zoccoli, Luigi Morra, Raffaele Ausiello,Tonia Garanta,
Desiree Parisi, Velia Esposito, Manuela Schiano, Martina Mirra e Sara Panzese
adattamento e regia: Pino Carbone
 
 
R: ...se io profano con la mia mano indegna questo santuario è un peccato gentile...le mie labbra..come due pellegrini,chiedono la grazia,di riparare la rude offesa,con un dolce bacio..
 
 
 
 
G: buon pellegrino,non disprezzare la tua mano..
che ha dimostrato solo devozione..perchè i santi hanno mani che i pellegrini toccano con le mani!,ma palmo contro palmo,questo è il bacio dei santi!
 
 
 
R: i santi non hanno labbra,come le hanno i pellegrini?
 
 
 
 
G:si pellegrino!ma servono solo per pregare!
 
 
 
R:allora mia santa,concedimi che le labbra preghino come le mani,o la fede diventa disperazione!
 
 
 
G:i santi non si muovono...ascoltano chi prega...nient'altro...
 
 
 
 
R:e tu non muoverti mentre mi esaudisco da solo...dalle mie labbra LE tue labbra hanno tolto il peccato..
 
 
 
 
 
G:e le mie lo hanno avuto dalle tue!
 
 
 
 
R:lo hai avuto dalle mie labbra?che incoraggiamento soave..allora rendimi il mio peccato!
 
 
 
G:baci come un dio!
 
Una grandissima emozione, soprattutto una grandissima Francesca Nicolais……

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Commenti al Post:
monastero.invisibile
monastero.invisibile il 07/05/08 alle 23:12 via WEB
L’intento di questa rilettura di Romeo e Giulietta è quello di fare un processo all’amore, che passa inevitabilmente per un processo agli amanti e ad una condizione:quella della detenzione di corpi, di uomini, di parole e di stati emotivi. I due innamorati, infatti,sono costantemente osservati, spiati, ascoltati,privati della loro intimità,posti al centro della scena,in un piccolo e umiliante spazio:una gabbia, sporca, arrugginita,scomoda,che impedisce loro persino di assumere la posizione eretta. A vigilare su di loro e sull’intero spettacolo c’è il principe di Verona, aiutato, spesso, assecondato, da frate Lorenzo che si impegna a rispettare la volontà del testo e del principe, interpretando un ruolo, quindi, più che un personaggio: quello del confidente, di colui che tesse la trama. C’è poi la nutrice che deve essere la persona più vicina a Giulietta. Deve,come il frate,aiutare i due amanti.”Deve” e non può,quindi,assolutamente sottrarsi. Il principe, rispettoso e quasi ossessionato dal testo, porta avanti il gioco teatrale “costringendo” tutti i personaggi del lavoro shakespeariano a rivivere, o meglio, a ricostruire la tragedia di Romeo e Giulietta. Questi, infatti, dopo essere stati svegliati e annunciati, con l’appello dei loro nomi, che mette in relazione il personaggio e l’attore, vengono costretti ad indossare ridicoli costumi e trucchi da clown e a ripercorrere il testo e le dinamiche che condurranno alla morte di Mercuzio, Tebaldo e dei due giovani amanti. Le strade di Verona, ma potrebbe essere un qualsiasi altro posto,un qualsiasi altro spazio chiuso architettonicamente o simbolicamente, sono lo scenario dove si consuma la follia dell’odio e della violenza. La storia di Giulietta e di Romeo, il loro violento amore, cresce, va avanti nonostante la irrispettosa e invadente presenza degli altri personaggi che spiano ogni loro sguardo,ogni loro atto, compreso quello sessuale, annunciato al microfono da una Giulietta ansiosa e imbarazzata. Il principe aziona continuamente la macchina teatrale. Porta avanti, rispettoso,ma guardiano dei personaggi e degli attori,lo spettacolo, svelando anche i suoi più nascosti meccanismi.E’ questa la loro detenzione.E’ questa la detenzione dei personaggi, ma prima ancora degli attori. E’ l’esibizione forzatamente pubblica.E’ la restrizione dello spazio abitabile: infatti svolgono la loro azione drammatica in uno spazio che li comprime fisicamente ed emotivamente.E’ soprattutto l’essere costretti a delle relazioni forzate, imposte.Relazioni che innescano delle dinamiche che sono proprie del teatro e che l’attore sceglie di costruirsi attorno.Sceglie la detenzione.
 
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