Creato da monastero.invisibile il 24/02/2008
Monastero Invisibile
Cronache del Monastero Invisibile di San Cesario di Lecce
Ultimi Commenti
patriziativoglio il 16/09/08 alle 13:21 via WEB
che è sta storia del 15 settembre? Che cosa hai indovinato?
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scalzasempre il 15/09/08 alle 18:03 via WEB
ps la storia-ricordo del lume è bella come tutte le traccie di umanità
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scalzasempre il 15/09/08 alle 18:03 via WEB
ciao monasterYo, visto che la data del 15 sett. l'ho indovinata, ora ho deciso di indovinare un'altra data compilation. Però stavolta non si tratta del vile denaro ma di un suo cugino. La tua cara amica Diana :-p
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Anonimo il 13/09/08 alle 07:57 via WEB
PROSTITUZIONE E LEGGI
ETOS GIURIDICO E NORMATIVA IN TEMA
DI PROSTITUZIONE
IN ALCUNI PAESI
DEL MONDO
GERMANIA
La prostituzione è legale. L'attività dei bordelli è consentita e il favoreggiamento non è più punibile, a condizione che non vi sia sfruttamento.
STATI UNITI
La prostituzione è illegale in tutti gli Stati tranne che in Nevada e Rhode Island. Anche qui, tuttavia, permane il divieto di prostituirsi per strada.
OLANDA
La prostituzione è legale fin dal 1815. Dal 2000 sono legali anche i bordelli. L'Olanda dispone di undici zone «speciali», dove si può lavorare all'aperto.
SVEZIA
Con una legge del 1999, il Paese usa le maniere forti con i clienti delle lucciole. Se vengono colti in flagrante rischiano da sei mesi a un anno di carcere.
GIAPPONE
E' illegale la prostituzione «vaginale», mentre il sesso orale a pagamento è legale.
GRAN BRETAGNA
Fornire sesso a pagamento non è illegale, ma lo sono l'adescamento e lo sfruttamento della prostituzione.
FRANCIA
La prostituzione viene definita «attività che viola la tranquillità e l'ordine pubblico». Sanzionati, quindi, l'adescamento e i clienti.
SPAGNA
Dal '95 la legge non proibisce la prostituzione, ma è punito chi ricatta e sfrutta le prostitute.
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monastero.invisibile il 11/09/08 alle 13:15 via WEB
milena viviamo in una terra stupenda dove anche le spine divengono rose :-)
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monastero.invisibile il 11/09/08 alle 13:14 via WEB
i giornalisti dovrebbero essere attenti per "etica professionale"
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alpha2007 il 08/09/08 alle 21:46 via WEB
Se tutti fossimo degli lettori attenti come te, anche il giornalisti dovrebbero cambiare strategia.
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ladymiss00 il 05/09/08 alle 16:12 via WEB
A me non piacciono molto i fichi d'india, ma hai reso quel tipo di vissuto e ti ringraz<io di cuore per Bodini, che apprezzo sempre e molto, Ti seguo, Ciao Milena
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Anonimo il 02/09/08 alle 20:38 via WEB
Con piacere vedo scritte parole di fratellanza e pacifica convivenza intorno al mediterraneo. Ho sperimentato la pacifica convivenza quando ero bambino in Libia. Si sono uno dei 20.000 e sarei lieto di contribuire alla pacificazione ma la realtà è che noi Italiani cacciati dalla Libia siamo un problema per quest'Italia perché le ricordiamo la sua incapacità di esercitare il diritto e la giustizia. In questi giorni poi basta osservare i blog per rendersi conto che la rabbia degli Italiani d'Italia non si è sopita ma si riaccendono le solite accuse nei nostri confronti appena solo si accenna alla questione (irrisolta) degli indennizzi, subito la rabbia trova le parole per esprimersi nei confronti della categoria privilegiata dei profughi. Non giudicare e impegnarsi per chi soffre l'esilio sperando in un futuro migliore. Posso dire di comprendere cosa vuol dire sentirsi straniero e non accolto, ricordo molto bene come sono stato trattato da straniero in Italia. Non ho odio ne risentimento per questo ma solo amarezza perchè mi fa rivivere eventi ed emozioni che avevo cercato di dimenticare. Se qualcuno/a vuole capire meglio le emozioni provate può leggerne "Castelli di sabbia" disponibile sul sioto web www.tripolini.it
Grazie dell' attenzione
Cordiali saluti
Massimo russo
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Anonimo il 01/09/08 alle 10:10 via WEB
Da "LA REPUBBLICA" di lunedì 1 settembre 2008
LO STRAPPO DEL PAPA EDMONDO BERSELLI Le parole sugli immigrati pronunciate ieri da Benedetto XVI nell`Angelus da Castelgandolfo sono uno strappo al silenzio e alla docile convenzionalità politica di questi ultimi mesi. I Paesi europei, dice il papa, devono accogliere gli immigrati irregolari. Preparare strutture, stringere accordi, produrre azioni per estirpare le ragioni che spingono un`umanità disperata adaffidarsi al mare, sottrarre tante vite alla cupidigia della criminalità. Ma alla fine il teologo, l`uomo della fede e della ragione, il depositario dell`ortodossia e della tradizione cattolica non nasconde il principio di verità che il Vangelo affida ai fedeli così come ai governi. Che in una parola si identifica con una sola, scandalosa, parola: accoglienza.
Naturalmente il discorso di Joseph Ratzinger è un prodigio di sintesi e di equilibrio. Ma nella razionalità ponderata delle sue espressioni, nell`attribuzione delle responsabilità e dei compiti, si staglia precisamente lo scandalo che il capo della chiesa cattolica scorge nelle tragedie delle ultime settimane, evocato dalle immagini dei corpi galleggianti nel braccio di mare sotto la Sicilia e Malta.
Ieri, in pochi minuti, il papa ha lacerato una cortina di mutismo e di sordità. Certo sarebbe una pratica provinciale mettere a confronto la rigorosa ratio del pontefice con le iniziative politiche del governo italiano e deipartiti che lo sostengono, e giudicare le parole del papa come una smentita. Sarebbe una dismisura, o almeno stratagemma inopportuno, portare sullo stesso terreno le ragioni storiche, politiche e filosofiche avanzate dal papa e il programma esposto formalmente e informalmente del cen- trodestra sulla sicurezza e l`immigrazione (più precisamente sul cortocircuito provocatofrasicurezza e immigrazione).
Tuttavia non si va lontano dal vero a valutare i provvedimenti del governo, e più ancora il clima suscitato nel Paese come un programma complessivo di "imprenditoria" politica tesa a creare e sfruttare un clima di diffidenza e di allarme sociale verso gli immigrati. Una politica in cui, più delle leggi approvate, conta l`atmosfera che si determina, con il tentativo di identificare l`altro, ossia l`irregolare, lo zingaro, e alla fine l`immigrato in sé, come un fattore di pericolo e di insicurezza.
In modo poi da far giudicare convenienti e razionali le misure più drammatizzanti, approvate o annunciate, dalle impronte digitali ai bambini rom alla dislocazione dell`esercito nelle città.
Il quadro delineato da Benedetto XVI è tutt`altro:le migrazioni sono un fenomeno, o meglio un processo, storico, che va affrontato con politiche efficaci, ma la cui efficacia non può prescindere dallo spirito della ragionevolezza cristiana. E con questo si dimostra per l`ennesima volta che la chiesa non è assimilabile a una parte politica, e certamente non alla destra, non alla durezza neoconservatrice. Per chi lo avesse dimenticato, fu il più aperto nemico del socialismo reale, Karol Wojtyla, dopo il crollo del muro di Berlino e dei regimi aEst, aparlare dei «granidiverità» contenuti nel marxismo, e a criticare con inattesa asprezza i dogmi del capitalismo.
Con questo, si svela anche la fragilità di tutti quei progetti e di quel complesso di atti ossequienti che la destra italiana ha messo in campo per"catturare" i vertici della chiesa. La perfetta acquiescenza dimostrata negli anni verso le posizioni ecclesiastiche da parte dei seguaci e degli alleati di Silvio Berlusconi può essere senz`altro utile per guadagnare il consenso delle istituzioni secolari del Vaticano, come segreteria di stato, e i suoi ruoli ecclesiali (ma anche politici) preminenti, come la presidenza della Cei.
E fuor di dubbio infatti che su temi come la fecondazione assistita, e relativo referendum, si sia assistito a un formidabile gioco di sponda fra il centrodestra e il cardinale Ruini; così come l`opposizione ecclesiastica alla legislazione sulle unioni civili ha sempre visto uno strenuo quanto poco comprensibile sostegno "laico" da p arte dei parlamentari dell`attuale Pdl. Considerazioni analoghe potrebbero essere aggiunte su qualsiasi tema di bioetica, dalla legislazione sull`aborto al testamento biologico.
Tuttavia una politica fatta per compiacere le stanze vaticane si scontra in ultimo con i grani di verità messi allo scoperto dalla fede e dalla ragione di Joseph Ratzinger. Vale a dire da un altro nucleo di verità non negoziabile del cristianesimo (altro anche rispetto al bene non negoziabile, perla chiesa, dellavitabiologica), che almeno sul piano filosofico fa a pezzi le semplificazioni, le forzature, le manipolazioni con cui la politica tratta una questione umanamente tragica. Certo, il lessico diRalzingernon possiede la carica suggestiva di Wojtyla;
ma se si ascoltala ratio del pontefice tedesco, lentamente si rivela anche la debolezza di chiunque voglia approfittare, per i propri disegni politici, della fede, e infine anche dell`altrui umanità.
[.]
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