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Post N° 579

Post n°579 pubblicato il 17 Luglio 2006 da lucy_ana

LA CASA SULLA COLLINA...

1) Questa che voglio raccontare non è come tutte le altre storie. In genere ci sono dei personaggi particolari, sono ambientate in un luogo ben definito, ma questa storia no. Potrebbe essere ambientata benissimo fra queste bellissime colline che circonda Como e il suo bel lago. Potrebbe essere localizzata in una grande casa secolare, dalle innumerevoli stanze e con tante finestre che si affacciano sul giardino con bellissime piante secolari, che adornano la casa. Francesca donna sulla cinquantina, sposata e madre di due figli grandi universitari. Così una mattina di maggio dopo una furibonda lite con suo marito, prese la macchina e se ne andò per motivi di salute che aveva bisogno di riposo, per lo stress accumulato sul lavoro.
Il sole che era alto nel cielo, con la macchina, neanche a dirlo, stracarica di bagagli per un lungo soggiorno nella casa sulla collina, già usata altre volte nel decorso della sua vita, quando i bambini erano ancora piccoli, per il fine settimana.

2) La casa ereditata dai suoi genitori, era edificata a due piani, nella parte terrena c’era la grande sala da pranzo con un gran camino a parete centrale e ai lati del camino le grandi finestre che incorniciano la parete. Poi il grande salotto in pelle marrone con poltrone non tanto comodi. Con la libreria, piena di vecchi volumi e libri di narrativa e romanzi d’amore. Uno scrittoio con tanti cassetti sui laterali ed una sedia per poter star seduti, ore.. ore.. a scrivere e già collaudata negli anni precedenti. Sulla parete contornate da grandi quadri e finestre che si affacciano nel giardino e nel centro un gran camino, per scaldare le sere d’inverno.. Nello stesso piano, la grande cucina, dove preparava tanti pranzi per i figli e per il marito. Anche lì c’erano grandi finestre e un enorme camino per scaldare l’ambiente.. Un portico a cinque arcate che si affaccia nel giardino di arredo semplice, come avveniva in genere per i giardini sulle rive del lago, sul retro della casa e l’immenso cortile centrale formato ad U mai ultimato, ha un porticato a colonne, e la volta a botte appoggiata su vecchie mensole e decorata da nicchie e statue.

3) Quando la chiave girò nella serratura, sentì un senso di pace e serenità, attimi di benessere, concepiti come indispensabili complementi che si ha, quando si ritorna nella casa dei genitori. Il viaggio non era stato troppo confortevole, aveva ancora nella mente le urla del marito e quando arrivò, si fermò davanti al cancello a pensare all’uomo della sua vita. alla vita in comune che hanno passato insieme. Era partita con una grande scorta di fogli bianchi, matite nere e colorate.. e il suo computer portatile, amico delle ore solitarie, per scrivere il romanzo, iniziato da molto tempo e mai finito, ma anche per ammazzare un po’ di tempo concesso dal presunto e forzato relax.
Essendo arrivata, quasi all'ora di pranzo, pensava che sarebbe opportuno prepararsi uno spuntino, tanto per rifocillarsi un pò. Aprì il frigo e il forte tanfo l’assalì e la stordì con un odore di formaggio muffo, che qualcuno ha lasciato "per ogni evenienza" circa cinque mesi prima, quando suo figlio più grande è andato un fine settimana con i suoi amici.

4) Richiuse il frigo, sconsolata e afflitta e pensò che era meglio andare a comprare qualcosa al più vicino supermercato del paese sperando di resistere ancora per qualche istante nella cocente macchina lasciata poco prima.
Quando rientrò dalla piccola spesa, nell’attimo di aprire la porta della casa, il strano benessere che avava avuto poco primagli ritornò nell’anima. Sedendo sul bracciolo del divano, voltandosi con il capo in ogni angolo del salotto, mentre scartava un gustoso gelato confezionato dalla carta argentata.
Intorno alla casa il silenzio è sovrano, soltanto qualche uccellino cinguetta. lo sguardo va oltre la siepe, e la città è lontana, così tanto da farle sembrare un posto di beatitudine, proprio quello che cercava.
Deve essersi addormentata così, saranno state più o meno le cinque di sera, si girò e trovò la spesa ancora in un angolo nel sacchetto della spesa, cioè i rimanenti cinque gelati miseramente sciolti in una pozza di crema e cioccolato. Prese uno straccio, per pulire ed aprì il rubinetto e con orrore si accorge di una formica, di due, di tre... Una fila che parte dalla finestra del bagno ed arriva in cucina; una striscia scura d’insetti che camminano al ritmo di marcetta.

5) Andò nella dispenza della cucina per prendere del buon vecchio insetticida in polvere, per spargelo un pò, che unito all'odore del bagno, del gelato sciolto e rende l'aria davvero irrespirabile. Con la candeggina nell’acqua del secchio, cercò di pulire un po’. Con rassegnazione mise a posto il resto del cibo, tappandosi il naso ogni qualvolta aprì il frigo, forse era meglio che lo puliva e così con pazienza si mise a pulire pure quello. Sfinita dal caldo e debole perché non aveva mangiato nient’altro che un gelato e per la fatica che aveva fatto, si mise di nuovo sul divano, sfinita.Iniziò ad imbrunire ed un fresco quasi invernale riempì la grande casa. Si alzò, accese il camino e si accinge a prepararsi la cena. Scaldò il forno e dopo poco, saltò il contatore. Con pazienza va in cerca del contatore, e si ricordò che era in cantina. Scese da una ripida scala con la candela in mano e nel far questo, le viene in mente un personaggio buffo che parlava alla radio tanto tempo fa e spiegava di quando una donna, si trova in casa da sola e il contattore della luce salta e lei deve scendere dalla famosa scala che va in una cantina buia.. e nella mente gli vengono i famosi “Mostri”.

6) Quante idiozie fanno venir alla mente, alle donne che si trovano sole in casa e in una cantina. Nel scendere le viene lo stesso da sorridere. Quando arrivò giù, trovò il contattore istallato alla parete dalla parte sinistra e dopo numerosi tentativi riesce a riaccendere l'interruttore generale. Niente male per essere l'ora di cena! In una cantina tutta sola, si girò in tutti gli angoli, cercando chissà che, vecchi ricordi e nient’altro. Sono tutti lì in quel grande baule nascosto da una vecchia coperta.Salì dalla cantina con un vecchio diario del liceo e un album di foto. Dopo aver spento il forno e messo due tosti e desiderando soltanto un sonno ristoratore per questa giornata massacrante, tra un morso e l'altro un rumore giunge dal giardino.. La ghiaia sotto le ruote di un'auto, quella delle amiche di sempre, quelle che in un istante si autoinvitano per cena. Francesca ascoltò come sempre le storie di nuovi matrimoni, di tradimenti, di divorzi e di nascite desiderati e no.. Tra una risata ed una sigaretta pensò che alla fine, quella cena frugale e"scroccata" non le dispiacendo affatto.

7)Tanti racconti detti tra loro, fino al momento del caffè, preso un quarto d'ora prima di dormire. Ultimi sbadigli fra le risate, commiati con un appuntamento all'indomani al bar del paese, alla solita ora. Così si ritrovò sola e con una pila di piatti, bicchieri e posacenere da lavare. Sorrise guardando con riconoscenza la vecchia cara lavastoviglie. La caricò e mise il sapone e click.. Non parte. Click.. Non parte. Al 20esimo click restò indecisa tra un rosario seduta stante e la demolizione (a mano) dell'infernale elettrodomestico. così piazzò una sedia davanti al portello con la speranza che si riesca a chiudere come si deve. Sentì l'acqua entrare ed iniziare il lavaggio. Salì al piano di sopra sperando che non succeda dell’altro. Si lavò e si cambiò, poi si infilò nel letto.
E' notte. Non potè resistere; si affacciò alla finestra vedendo un cielo nero affollato da brillanti stelle. E con questa immagine chiuse le persiane dimenticando lo smog, il traffico e lampioni della grande, disumana città.. Com'è strana la vita! pensava Francesca con le voci solitarie della notte nella sua stanza da letto.

8) Sdraiata sotto le coperte, per il freddo che gli penetrava fino alle ossa. Proprio ora che il chiarore della lampada sul comodino distingueva a malapena il vago chiarore della federa su cui poggiava i suoi lunghi capelli neri scarmigliati e del lenzuolo dove un bucato distratto aveva lasciato l’odori che sapevano d’antico, ora che i suoi occhi miopi faticava a mettere a fuoco gli oggetti anche alla luce del giorno, infine ci vedeva chiaro.. Aveva avuto tanto tempo per pensare lontano dalla sua Milano, dalla famiglia e dai ricordi fanciulleschi, ultimamente indaffarata al mattino per il lavoro e la sua precaria salute… sempre fuori casa per clienti esigenti e per ospedali e al pomeriggio sempre sdraiata per la troppa stanchezza, dagli amatissimi e vivacissimi figli dietro i quali correva con la sua fantasia, tutto il santo giorno. Chissà che fanno quando sono soli e se sono giudiziosi nelle loro mete da prendere. Anche a Como, la città dove si era rifugiata dopo sposata con suo marito, stesse mete e stessi valori, coetanei e precari nella salute, avevano tutto in comuni, anche la macchinetta per misurare la glicemia.

9) Aveva avuto tanto tempo per pensare quando il suo padre,gli chiedeva ogni momento del giorno: “Ma quando ti sposi?” ed in coro, le sue due sorelle e fratello. E così nell’agosto del '79, precisamente il 26, che era di domenica sera.. gli amici in comune, li fanno incontrare, in una anonima pizzeria vicino al lago, seduti a due capi della tavolata, si scrutavano e si studiavano ogni loro dettaglio, estranei sul loro futuro che li porta nel loro lungo cammino e così nel maggio dell'80, iniziò la loro bella avventura, mettevamo su la loro prima casa.. piccola ma piena d’amore, in trepida attesa, aspettavano il loro primo figlio.. e così scoprì di aspettare il figlio desiderato e nel gennaio, venne alla luce il piccolo Paolo. Per la prima volta stanotte, mentre aspettava il ritorno del mattino, ripercorreva tutti i suoi giorni dei suoi 53 anni, senza rimpianto. Dalla bambina fantasiosa, sensitiva e obbediente che era stata; verso l'ispirata adolescente che, con gli occhi rivolti ad un punto ignoto del cielo, improvvisava i suoi versi di poesie e disegni multicolori, il destino la portava verso l'uomo di sempre.

10) Ora è una donna sposata e madre di 2 figli, che sono la gioia del suo cuore, ma ricorda ogni momento della sua vita, i ricordi gioiosi e i ricordi tristi. Ricorda le sue nozze, con tanta gioia, perché aveva per testimoni i suoi figli.. e si fece mettere l'anello di gemme al dito. Quando prese in mano per la prima volta, la penna per scrivere le sue fantasie, la sua vita, la sua favola.. di figlia sposa e madre. La sua poesia e il suo coltivare nel buio e nel silenzio, per la troppa timidezza, di un poetare per gli altri nelle occasioni richieste di concorsi, in segreto per la paura di sbagliare e giustificare con gli altri il senso dei suoi versi, svendendolo nelle banalità di un pensiero, in una rima. Pubblicare i suoi scritti fuori del suo ambiente e dalla vita provinciale che viveva, sotto falso nome, ora lei non vuole più! Non vuole più nascondersi, vuole uscire allo scoperto e parlare di se. Raccolse le poche forze per alzarsi e accendere la luce, un brivido di freddo le gela il corpo, prende dal letto la coperta stinta e se la avvolge sulle spalle, siede allo scrittoio e incominciò a scrivere le sue fantasie.. e il suo mondo.. Le sue scelte sono importanti ed anche la più piccola della sua scelta può determinare grandi cambiamenti sulla tua vita. Poi nel silenzio della notte, un motore di una macchina che arriva nel suo mondo e la felicità ritorna nel suo cuore.. per dimenticare le liti e le urla del giorno prima e le nuvole nere spariscono con un bacio d’amore.

 
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