Creato da ilnegro il 14/11/2004
Alba sulla vetta della Grigna - Pasturo (LC)
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I miei pensieri sono liberi, non riesco a trattenerli,
non vogliono stare seduti a dormire davanti alla tv,
escono spensierati e felici, e poi corrono veloci,
spesso sono tra dolci colline o su alte montagne,
sulle rive dei laghi e sulle spiagge al tramonto;
a volte invece fuggono dove il sole non tramonta mai,
altre volte corrono dove il sole nasce al mattino :
devo inseguirli, e solo in moto riesco a raggiungerli.
Max.
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Viviamo ormai in un mondo di surrogati, di falsi, surrogati di cioccolato, surimi di polpa di granchio, finto caviale, invece di cucinare facciamo 4 salti in padella, invece di andare a un concerto ci troviamo al pub a sentite una cover band, ascoltiamo sosia di politici, vediamo finte trasmissioni televisive con ex o prox personaggi televisivi, gente che e' stata o sara' famosa, non che E' famosa e che finge di stare in posti esotici fingendosi persone reali.
Paradossalmente uno dei pochi luoghi dove si incontrano piu' persone reali e' proprio Internet, il cosiddetto mondo virtuale.
Sembra che le persone 'vere', stufe di questo mondo che da reale si e' ormai deteriorato in surreale, le persone affamate di realta', si siano trasferite nel mondo virtuale.
Ma perche' dobbiamo rinunciare al mondo reale ?
Perche' dobbiamo limitarci a colonizzare un nuovo mondo rinunciando a quello che abbiamo gia' ?
Forse dovremmo smettere di fare 4 salti in padella e ricominciare a cucinare, bere vino dalle bottiglie invece che dai cartoni, mangiare sano, andare ai concerti, a teatro, se non c'e' nulla in tv spegnerla e leggere un bel libro e non accettare nulla di meno nemmeno dalle persone che frequentiamo.
Riprendiamoci tutto : mondo reale, mondo virtuale, TUTTO !!!
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Ministro Martino
«Andrò a votare e voterò quattro sì. Non solo, avrei preferito che ci fosse stato il referendum, non ammesso dalla Corte costituzionale, sull´abrogazione complessiva della legge. Avrei votato sì anche in quel caso, perché una legge in questa materia sarebbe stato meglio non averla». Se c´è una parola, un concetto, un credo politico caro ad Antonio Martino questa parola è liberale. Ed è proprio da qui che il ministro della Difesa parte per spiegare la sua posizione sui referendum per la fecondazione artificiale. Chi ha votato questa legge sostiene che senza regole l´Italia sarebbe in una condizione da Far West.
«Non avremmo né la giungla né il Far West, ma il comportamento razionale, cosciente e responsabile degli italiani. Chi crede in una democrazia libera lo fa perché si fida del senso di responsabilità e della coscienza dei cittadini».
Margherita Hack:
«Invito tutti i cittadini, e soprattutto le donne, a ricordare l´appuntamento dei referendum sulla fecondazione assistita, referendum contro una legge iniqua e medievale». Le parole sono dell´astrofisica Margherita Hack, tra le figure più importanti del panorama scientifico italiano e internazionale. La Hack, da pochi giorni consigliere regionale in Lombardia (Pdci), si era già impegnata attivamente nel periodo della raccolta firme a favore dei referendum e torna all´attacco contro la legge 40: «Si tratta di una legge antiscientifica, perché impedisce la ricerca sulle cellule staminali embrionali che potrebbero guarire enormi malattie, e di una legge liberticida, perché incide sulla libertà più intima dei cittadini, in particolare delle donne. Inoltre, non si può imporre la morale cattolica a tutti i credenti e non credenti. Per questo, va assolutamente cancellata».
La Hack commenta, inoltre, lo slittamento dell´appuntamento referendario al 12 giugno, ultima domenica utile per il voto: «Un modo di fare subdolo. È evidente che cercano di non far raggiungere il quorum». E a chi sostiene che bisogna boicottare i referendum perché chiamano la gente comune a esprimersi su materie troppo complicate, l´astrofisica replica duramente: «Ma figuriamoci! È una cosa talmente ovvia, invece. Qui si parla della salute e della libertà di avere figli. Mi pare sia una cosa che tocca la gente da vicino, nel suo intimo, e mi pare che chiunque la possa capire». Infine, un appello a tutti gli uomini e le donne di scienza a sostenere la causa del comitato per il sì ai referendum: «Penso che sia doveroso appoggiare il comitato. Io l´ho fatto fin dall´inizio. È nostro dovere contrastare una legge che va contro la scienza e la libertà».
Umberto Veronesi :
«Bisogna spiegare a chiunque, a tutti quelli che incontriamo, ci ascoltano, ci leggono, che bisogna votare e far votare contro questa legge sbagliata. E' piena di contraddizioni», sostiene l'ex ministro della Salute, Umberto Veronesi, intervistato dall'UNITA', riferendosi al prossimo referendum sulla procreazione assistita del 12 e 13 giugno. «Prendiamo l'articolo che vieta il congelamento degli embrioni e impone che tutte le cellule fecondate, fino a un massimo di tre, siano impiantate nell'utero. E' un controsenso - dice Veronesi - Perche' se tutti gli embrioni impiantati attecchiscono, si ha una gravidanza trigemellare creando un problema per la donna e mettendo a repentaglio la salute dei futuri feti i quali, per banali motivi geometrici, di spazio, rischieranno di non vedere mai la luce».
«Se invece, come auspicabile, ne attecchisce una solo significa che gli altri due muoiono, che e' proprio quello che la legge non vuole. Perché è una legge che va contro se stessa: dice di voler proteggere l'ovulo fecondato ma, imponendo di impiantarli tutti e tre (perche' non ammette il loro congelamento) finisce per condannarne a morte uno o due. E dire che basterebbe applicare la norma dettata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità la quale dice di inserire nell'utero un solo ovulo fecondato per volta, mentre gli altri devono essere messi da parte in modo da venir utilizzati se il primo non attecchisce».
«La seconda contraddizione - argomenta Veronesi - riguarda la diagnosi preimpianto la quale, dal punto di vista medico, ma anche logico o del semplice buon senso, non e' altro che l'anticipazione di quella diagnosi prenatale che viene effettuata frequentemente in gravidanza. Bene, in Italia oggi ci troviamo nella situazione, davvero singolare, che è possibile verificare la salute del feto all'interno della madre, ma non quella dell'embrione nella provetta. E non e' finita. La legge 194 dice che, in presenza di malattie genetiche e' possibile interrompere la gravidanza ricorrendo all'aborto. Che è poi quello che avviene da anni nei Paesi europei. Una recente indagine dice che in Europa l'89% delle donne preferisce ricorrere all'aborto se l'esito dell'amniocentesi rivela che il feto e' affetto da sindrome di Down. Ora, visto che stiamo parlando di fecondazione assistita e che esistono le tecniche di diagnosi embrionale, perche' dover aspettare la formazione del feto? Perche' ricorrere a un aborto quando basta decidere di non impiantare l'embrione che presenta un danno genetico?».
«La terza contraddizione riguarda i 31 mila embrioni attualmente congelati e conservati nei vari laboratori italiani, frutto dell'attività degli anni passati. La nuova legge non dice nulla in proposito: sai solo che non li puoi sopprimere e non li puoi utilizzare per scopi di ricerca. Il risultato è che vengono lasciati rinchiusi nei freezer dove comunque sono destinati, prima o poi, a morire. Anche qui il buon senso dice che piuttosto che dimenticarli e lasciarli finire nel nulla sia meglio destinarli alla ricerca. (...) Uno dei settori più promettenti della ricerca biologica e medica riguarda le staminali di origine embrionale, cellule molto versatili, si chiamano totipotenti, con la caratteristica davvero unica di potersi trasformare in qualunque altro tipo di cellula: in questo modo potrebbero rappresentare la soluzione ideale per quelle malattie degenerative come il morbo di Parkinson o l'Alzheimer andando a rimpiazzare le cellule danneggiate. Un filone di ricerca fondamentale: perche' ignorarlo con tanta determinazione?» chiede Veronesi.
Rita Levi Montalcini
Ai quattro quesiti referendari contro la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita bisogna rispondere non solo andando a votare ma votando quattro si' obbligatori.
E' questa l'opinione del premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini che aggiunge il suo nome al lungo elenco di scienziati, biologi e genetisti che hanno dato vita al documento 'Ricerca e salute' per sostenere scientificamente i quattro quesiti referendari.
Ascolta il Premio Nobel per la medicina un attentissimo Giovanni Berlinguer, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica. «Sottoscrivo al 100% quanto detto dalla Montalcini», dice Berlinguer. L'occasione di incontro tra la Montalcini e Berlinguer è un convegno del Wwf sulle modifiche dell'articolo 9 della Costituzione con l'introduzione del concetto di ambiente.
Secondo Levi Montalcini: «l'embrione e' un ammasso di poche cellule privo della linea cerebrale che da' la possibilita' di vita umana». Che cosa dice Berlinguer? «Sottoscrivo al 100% quando riferisce la Montalcini: la discussione se l'embrione e' persona o no - aggiunge Berlinguer - si trascina da molti secoli e sarà probabilmente sempre tale, ai limiti tra la legge, la morale, la scienza e la religione: cio' che non deve essere fatto - precisa Berlinguer - è imporre per legge una credenza ideologica, religiosa e morale a tutti».
E se allora l'embrione non è persona umana, la scienza può "toccarlo"?
I due insigni uomini di scienza annuiscono. «Non vedo perché non si debbano usare gli embrioni sovrannumerari, congelati e destinati a morte certa - chiarisce la Montalcini - per fare ricerca e sperimentazione sulle cellule staminali embrionali che, è arcinoto a tutti coloro i quali sono appassionati di scienza, sono le migliori per le loro qualità intrinseche».
Ovviamente Berlinguer apprezza le considerazioni della Montalcini salvo aggiungere che: «sulle cellule staminali embrionali si gioca un conflitto tra due opposte esigenze - osserva Berlinguer - una che risponde ad un principio dogmatico per cui l'embrione non deve essere toccato, l'altra invece proprio della ricerca scientifica che pretende il loro uso per il bene della gente dal momento che questi embrioni congelati vanno comunque distrutti».
Sia Montalcini che Berlinguer si trovano ancora d'accordo sul fatto che: «non sono da produrre e da creare embrioni a carattere di sperimentazione». Insomma si deve restare nell'ambito della terapia, della ricerca di cura.
Perché ancora non dovrebbe essere consentito, a chi non puo', di poter accedere alla fecondazione eterologa? «E' un assurdo vietare la fecondazione eterologa - risponde Montalcini - non capisco le ragioni di un divieto davvero assurdo». Aggiunge allora Berlinguer: «la procreazione medicalmente assistita è un accrescimento, fermo restando il metodo della scienza, per consentire a chi non puo' di avere figli ricevendo gameti di altri: mi pare questo atto una apprezzabilissima generosita' parentale». Il progresso scientifico insomma non puo' essere fermato dai dogmi. "La scienza crea - prosegue Berlinguer - possibilita' che prima non c'erano e poi ci sono ossia la cura della malattia". Malattia che non e' un accidente ne' opera di un'entita' demoniaca ma e' "un qualcosa a cui - continua la Montalcini - lo scienziato si oppone continuamente". Un ultimo apprezzamento del premio Nobel per la medicina va "al mio amico Renato Dulbecco che - conclude la Montalcini - da genetista illuminato si e' pronunciato per i quattro si' ed io studiosa del sistema nervoso centrale non posso che confermare la giustezza del voto ai quattro quesiti referendari". Insomma da un convegno sull'ambiente due insigni scienziati fanno sapere che "bisogna andare a votare e votare quattro si' obbligatori per il bene dell'umanita'
Renato Dulbecco
La legge 40 è folle. E umiliante per la medicina. Perché impedisce di combattere i killer del nostro tempo. Parola di Nobel colloquio con Renato Dulbecco
È un'umiliazione per la medicina: non è tenero il giudizio sulla legge 40 del premio Nobel per la medicina e presidente onorario del Comitato scientifico internazionale di Telethon, Renato Dulbecco. Lui se ne sta laggiù, nella terra della speranza per ogni bioscienziato, la California che a stragrande maggioranza ha approvato con uno specifico referendum popolare una disposizione che autorizza e finanzia la ricerca sulle cellule staminali embrionali. E guarda al referendum che aspetta la sua povera Italia con un misto di incredulità e sconforto.
No, gli scienziati proprio non capiscono perché, per legge, da un lato si impedisca loro di cercare terapie per i peggiori mali; e, dall'altro, si proibisca di usare quanto hanno scoperto sino a oggi per prevenire la nascita di bambini malformati, destinati a una vita di sofferenze, come fa questa legge con lo stigma sulla diagnosi prenatale. E Dulbecco, presidente emerito del Salk Institute for Biological Studies a La Jolla, è come gli altri: rispettoso di ogni convinzione religiosa, ma profondamente convinto che scienza e religione siano linguaggi affatto diversi, e che, in fondo, la teologia non c'entri niente con la medicina e il suo dovere di curare le malattie: un mandato molto terreno, molto più semplice di qualunque disquisizione etica.
Professor Dulbecco, il 12 giugno gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sul referendum abrogativo di quattro articoli della Legge 40-2004. Uno di questi quesiti propone agli elettori di eliminare le norme che vietano qualunque tipo di ricerca scientifica su embrioni a qualunque stadio di sviluppo, estendendo il divieto non soltanto agli embrioni che si produrranno nel futuro ma anche a quelli sino a oggi congelati. Cosa ci perdiamo?
«Sappiamo ben poco di queste cellule. Ma ciò che sappiamo ci indica chiaramente che possono essere la strada per arrivare a battere i grandi killer del nostro tempo, dall'Alzheimer, al Parkinson al cancro».
Alcuni importanti scienziati sostengono che le staminali embrionali non sono indispensabili. E che le terapie più promettenti si incontrano lavorando sulle cellule staminali adulte che non pongono problemi etici. È d'accordo?
«Questo è un argomento di cui si è dibattuto a lungo e su cui è bene essere chiari. Inizialmente si pensava che le cellule staminali potessero essere trovate soltanto negli embrioni, vero e proprio serbatoio di cellule indifferenziate capaci di generare, e quindi rigenerare in caso di malattia, tutti i tessuti del corpo umano. Poi, si è scoperto, invece, che quasi tutti gli organi hanno cellule staminali progredite che hanno funzioni specifiche in quel particolare organo e che possono essere utilizzate per ripararlo. Non solo, altri studiosi hanno riscontrato come queste cellule d'organo possano dar luogo a diversi tessuti, e questa scoperta ha fatto pensare che si potesse rinunciare alle embrionali. Ma non è così. Innanzitutto perché altre ricerche hanno dimostrato che le staminali dei diversi organi non sono così potenti come le embrionali. E poi, perché, comunque noi non sappiamo esattamente quali siano tutte le loro potenzialità».
Insomma, limitare il lavoro scientifico alle staminali adulte significa rinunciare a sapere cosa c'è dietro l'angolo?
«Esattamente. Ma non solo. Perché noi sappiamo bene che, se è vero che le staminali di ogni organo possono essere utilizzate per riparare quell'organo, e che le staminali del midollo osseo possono funzionare in diversi organi, sappiamo anche che le embrionali possono rigenerare qualunque cosa. Dunque, sappiamo che non c'è paragone tra quanto si può fare con le adulte, e già oggi spesso si fa per fortuna, e quello che si farà con le embrionali».
Cinicamente si potrebbe però dire: questi sono studi che pongono problemi etici, lasciamoli fare agli altri, godremo ugualmente dei risultati della ricerca fatta in paesi che hanno una diversa sensibilità religiosa.
«In Italia questa è la regola. Prenda ad esempio la ricerca farmaceutica: un tempo in Italia se ne faceva tanta e di buona qualità, e c'erano industrie in grado di produrre terapie innovative. Oggi, non è più così. L'Italia è solo un mercato di farmaci studiati e pensati altrove che noi ci limitiamo a comprare senza poter influire sul modo in cui sono stati scoperti o sulle regole che ne determinano efficacia e sicurezza. Sarà così anche per le terapie messe a punto grazie alle cellule staminali».
Questo ha dei costi sul piano della modernizzazione del paese?
«Lei che ne dice?».
Condannati all'emarginazione scientifica, dunque. Ma forse anche un po' opportunisti: quanto è etico mettere la testa sotto la sabbia sapendo che tanto poi godremo ugualmente dei benefici delle staminali?
«Se dobbiamo discutere di questi temi, che esulano l'ambito scientifico, io premetto che rispetto tutte le opinioni. Io ho la mia, ma insomma...».
E qual è la sua?
«Penso che dobbiamo cercare di fare bene il nostro mestiere: cercare terapie per le malattie che affliggono l'uomo. E per far questo è necessario che ci diano i mezzi per farlo. Impedirci di lavorare sugli embrioni non ci mette nelle condizioni migliori».
Ma un paletto alla ricerca deve pur esserci?
«Sì, e in molti paesi ci sono limitazioni all'uso degli embrioni umani per la ricerca biomedica che stabiliscono il limite dei 14 giorni dalla fertilizzazione del gamete femminile, oltre i quali scatta il divieto. Mi pare un limite scientificamente ragionevole e accettabile».
È il dettato della legge inglese. Ma il nostro è un paese cattolico.
«È vero, e nel rispetto delle convinzioni di ciascuno possiamo anche discutere ulteriori limitazioni. A molti, a esempio, sembra ottuso il divieto di utilizzare gli embrioni congelati, risultato di precedenti interventi di fecondazione assistita e mai impiantati nell'utero della madre. Sono embrioni destinati a morire, e a essere buttati via: perché non accettare che siano donati alla scienza per la ricerca di nuove terapie».
È quanto chiede l'Accademia dei Lincei. E quanto molti scienziati cattolici indicano come un terreno di compromesso possibile.
«Ho detto che non esprimo opinioni sulle convinzioni religiose, io mi occupo di cose medico-scientifiche. So soltanto che gli embrioni che giacciono congelati basterebbero a lavorare tantissimi anni e a permetterci di scoprire nuove strade».
Un altro dei quesiti referendari riguarda la proibizione, sancita dalla Legge 40, di effettuare diagnosi precoce sugli embrioni. Secondo lei, ha senso?
«Non ha nessun senso. Mettiamoci davanti a questo piccolo numero di cellule che viene chiamato embrione: potergli prelevare una cellula per sapere se è affetto da malattie gravi a me pare un grande progresso medico, molto utile per l'uomo. Proibirlo è un insulto alla medicina».
Non crede allora che questo divieto sia umiliante per i genetisti impegnati a prevenire queste malattie?
«Noi lavoriamo per battere le patologie che affliggono l'umanità. E molto del lavoro dei genetisti ha proprio come immediata applicazione la possibilità di scoprire le malattie ereditarie. Se la legge impedisce di mettere in pratica questo lavoro, io francamente non capisco perché si continui a fare ricerca scientifica».
Cosa ci preclude allora questa legge?
«Pensiamo alla possibilità che ci offre la terapia genica sull'embrione: prelevare qualche cellula e curare molte malattie terribili che affliggeranno il bambino e l'adulto. Senza il lavoro scientifico sull'embrione questo non sarà mai possibile, ad esempio. Ma l'elenco è lungo».
Lei vota in Italia?
«No».
E cosa consiglia agli elettori italiani?
«Quattro sì. Per battere i grandi killer».
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IL PARERE DELL'AVVOCATO
I tre criteri per valutare una buona legge sulla fecondazione
Nessuno discute sulla necessità di una legge per regolare la procreazione medicalmente assistita. Per dirla con le parole del relatore di minoranza Giorgio Tonini, ex presidente della Fuci, la Federazione universitaria cattolica, non possiamo lasciare regolare questo ambito delicatissimo alla dinamica della domanda e dell´offerta.
Ma ovviamente, in campi così delicati, la migliore legislazione è quella ‘minima´, che lascia spazio alla deontologia professionale, ai Comitati di bioetica, insomma alla società civile nel suo quotidiano articolarsi.
Il relatore Tonini, nel suo intervento in Senato, individuava tre criteri per giudicare una buona legge in questa materia: l´accettazione del pluralismo etico, fortemente, connaturato con le nostre società aperte e liberali, onde evitare guerre civili ‘culturali´; l´adeguamento al contesto sopranazionale, onde evitare declassamenti del nostro paese rispetto alla comunità delle nazioni democratiche; l´armonia con l´ordinamento giuridico nel suo complesso, onde evitare conflitti insanabili fra normative.
La legge 40 disobbedisce a tutti questi tre criteri: è un testo pieno di lacune, difficoltà, contraddizioni, illogicità. Passiamo a esaminarle nel concreto della legge.
L'embrione come persona
Iniziamo dall'articolo 14, comma 1. Questa norma recita letteralmente: "è vietata la crioconservazione e la soppressione degli embrioni, fermo restando quanto previsto dalla legge 22 maggio 1978, n. 194". E´ una tipica norma di compromesso: l'embrione frutto della procreazione medicalmente assistita non può essere soppresso e neppure congelato in nome dei diritti di cui si parla all'articolo 1, per cui l'embrione diventa soggetto di diritti, fermo restando quanto stabilito dalla legge n. 194, cioè senza modificare l'attuale statuto dell'embrione nel momento in cui si trova nell'utero materno diventando feto. La prima parte del periodo si fonda sul principio per cui l'embrione è una persona; la seconda parte del periodo nega questo dato.
Ci troviamo, quindi, nella paradossale situazione per cui nell'ordinamento giuridico italiano l'embrione in uno stadio precedente a quello dell'impianto nell'utero materno è più tutelato del feto.
La diagnosi preimpianto e la prevenzione delle malattie genetiche
Non solo: il presente disegno di legge vieta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita per la prevenzione della trasmissione delle malattie genetiche. Sappiamo che in Italia è diffusa una malattia - nello specifico mi riferisco alla talassemia, che è una patologia grave - che si trasmette per via genetica. Ora, di fronte ad un concepito, portatore sano o malato di talassemia - nel caso di due coniugi portatori sani esiste un 25 per cento di rischio di generare un figlio malato di talassemia - due sono le opzioni etiche tra cui la coppia che si trova in queste condizioni può scegliere: quella di accogliere questa vita oppure quella di sopprimerla attraverso l´aborto terapeutico. Il nostro ordinamento giuridico consente l´aborto terapeutico, e quindi permette di sopprimere il feto affetto da talassemia attraverso, appunto, l´aborto terapeutico. Negli anni si è sviluppata una tecnica diversa che consente di evitare l´aborto mediante la diagnosi preimpianto e quindi la selezione embrionaria dell´embrione sano.
E´ ragionevole prevedere nell´ambito di un provvedimento, che ciò continui ad essere possibile (e non può che essere così, visto che il testo in esame, all´articolo 14, prevede che resta fermo quanto previsto dalla legge n. 194 del 1978), mentre viene proibita la soppressione dell´embrione in vitro ed inibito lo sviluppo della tecnica della selezione embrionaria, quindi della prevenzione delle malattie genetiche, attraverso quel tipo di procedimento? Con il provvedimento in esame togliamo questa possibilità alle coppie portatrici di malattie trasmissibili e di fatto le obblighiamo, nel caso di accertamento di una malattia trasmessa al feto da parte dei genitori, a ricorrere all´aborto.
Torniamo al punto di cui sopra. È logico tutelare di più l´embrione in provetta rispetto al feto in utero materno?
Il consenso della donna
Seconda contraddizione, il problema del consenso della donna. La legge 40 impedisce alla donna di revocare il consenso alla fecondazione dell´ovulo, e quindi al concepimento dell´embrione, dopo la formazione dell´embrione stesso e prima dell´impianto in utero.
Immaginiamo allora, nel caso della trasmissione delle malattie genetiche, l´esempio di una coppia sterile che decide di usare la tecnica di procreazione medicalmente assistita, come questa legge consente, chiede la diagnosi preimpianto e scopre una malformazione grave o una tara genetica dell´embrione: a quel punto si trova nella situazione di non poter revocare il consenso all´iter del procedimento di procreazione assistita, e quindi, in astratto, dovrebbe accettare l´impianto in utero, salvo poi ricorrere all´aborto terapeutico.
Che idea dell'etica proponiamo con una legge del genere, che senso ha un procedimento così contorto? Che cosa deve fare un medico di fronte alla donna che non se la senta più di portare avanti il percorso di procreazione assistita perché ha scoperto, ad esempio (ma questo può anche non essere l'unico caso), che l'embrione è affetto da tare di tipo genetico?
Se la donna cambia opinione e intende revocare il suo consenso, siamo di fronte a quella che il senatore Natale D´Amico, della Margherita, definisce ‘violenza carnale di Stato"´. Infatti, il medico che, a quel punto, accetti di non impiantare l´embrione non lo può congelare, perché sono previste delle sanzioni, non può procedere alla soppressione dell´embrione e quindi, poiché ciascuna di queste regole è assistita da sanzioni gravi a carico del medico, quest´ultimo non ha altra alternativa che chiamare i carabinieri. ‘Ma allora stiamo immaginando un impianto obbligatorio di Stato´, conclude il senatore della Margherita.
Il numero degli embrioni
Terzo tema, terza contraddizione: la legge impone uno ed un solo procedimento tecnico nella fecondazione assistita: la fecondazione di un numero massimo di embrioni, che non può essere superiore a tre, l'impianto obbligatorio di tutti e tre gli embrioni, il divieto assoluto di congelamento e di conservazione. Questa è una tecnica che la comunità scientifica, i medici definiscono come malasanità, una "malpractice", per dirla in inglese. La legge 40 impone un procedimento che, in assenza di legge, potrebbe portare a denunce all´autorità giudiziaria, appunto, per malasanità.
La fecondazione eterologa
Il quarto punto è il divieto assoluto di ricorso alla procreazione assistita di tipo eterologo. Questo divieto assoluto è contraddittorio con una pratica diffusa a livello europeo, e pone quindi l'Italia in una contraddizione forte con l'indirizzo europeo.
Morale: la cattolicissima Spagna dispone da tempo di una legge fra le più avanzate nel mondo e la Grecia si è data l´anno scorso un´ottima legge, nel rispetto dei diritti di tutti e della pluralità delle convinzioni morali.
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FECONDAZIONE.
DIECI DOMANDE, DIECI RISPOSTE PER CAPIRE MEGLIO
1 Che cos'è la fecondazione medicalmente assistita e quando vi si ricorre?
E' l'aiuto che la scienza offre a coppie che non possono avere figli. Può inoltre aiutare coppie fertili ma portatrici di malattie ereditarie o infettive a far nascere bambini sani.
2 Quale legge viene sottoposta a referendum e perché?
Il referendum riguarda solo alcuni punti della legge n°40 voluta dal governo di centrodestra nel 2004. In particolare si chiede la modifica della legge su 4 temi specifici: la salute della donna, l'equiparazione dei diritti del concepito e quelli della donna, la libertà di ricerca scientifica e la cosiddetta fecondazione eterologa (cioè la fecondazione realizzata grazie a un donatore o donatrice esterno alla coppia). Si è giunti ai referendum perché il centrodestra si è opposto in Parlamento a qualsiasi modifica della legge, respingendo gli oltre 350 emendamenti migliorativi che erano stati presentati anche a nome di importanti esponenti della comunità scientifica.
3 Se vincono i Sì esiste il pericolo di un vuoto legislativo con il ritorno al cosiddetto "far west", vale a dire una situazione senza regole e senza controlli?
No, questo pericolo non c'è. Per due ragioni fondamentali. In primo luogo perché i referendum non chiedono l'abrogazione di tutta la legge ma solo, come abbiamo visto, di alcuni articoli che sono dannosi per milioni di donne e uomini. In secondo luogo perché già prima dell'entrata in vigore della legge 40 esisteva in Italia il codice deontologico dei medici che regolava in modo preciso le pratiche della fecondazione assistita. I referendum non vogliono il "far west". Vogliono una nuova buona legge.
4 Cosa implica il referendum n°1 sulla libertà di ricerca scientifica?
Ogni anno che passa la nostra speranza di vita si allunga anche perché medici e scienziati, instancabilmente, cercano e trovano nuove terapie per malattie gravissime che un tempo non si potevano curare. Una legge non può impedire che questa ricerca proceda anche al fine di guarire chi vive con la sola speranza di una terapia nuova per il suo male. Votando Sì al primo referendum sarà di nuovo possibile per i ricercatori usare cellule staminali prelevate da embrioni congelati non utilizzati (vale a dire cellule che, debitamente orientate, sono capaci di moltiplicarsi consentendo la cura di una serie di organi vitali). La ricerca su queste cellule è considerata decisiva per la cura di malattie gravissime come il Parkinson, il diabete, la sclerosi, il morbo di Alzheimer, i tumori. Soltanto in Italia è un problema che investe circa 12 milioni di persone alle quali non è giusto sottrarre una speranza fondata di cura, guarigione e futuro. Abbiamo rispetto per tutte le opinioni su un argomento tanto complesso e che attiene alla sfera stessa della dignità umana, ma poniamo una domanda. Può una legge decidere che un embrione ha più diritti di un bambino di dieci anni costretto sulla sedia a rotelle e che la scienza potrebbe aiutare a guarire? Votare Sì al referendum è il modo per dire che una legge - qualsiasi legge - questa decisione non la può assumere. E non per motivi giuridici o formali. Più semplicemente per il rispetto verso le persone, tutte, e per amore della vita.
5 E il n°2, sulla salute della donna?
Ogni coppia che ricorre alla fecondazione assistita lo fa dopo una lunga riflessione e, facendolo, compie un atto d'amore. La donna che vuole mettere al mondo un figlio è chiamata ad affrontare un percorso impegnativo, sul piano fisico e psicologico. Il secondo referendum ha l'obiettivo di aiutarla a vivere serenamente e nella sicurezza ogni passaggio del suo desiderio di maternità. Come? In cinque modi: Consentendo l'accesso alla fecondazione assistita anche alle coppie fertili che rischiano di trasmettere al figlio malattie genetiche ereditarie o infettive. Non imponendo per legge il trasferimento dell'ovulo fecondato nel corpo della donna in assenza di un suo rinnovato consenso. Permettendo alle coppie portatrici di malattie genetiche l'esame dell'embrione (la cosiddetta analisi preimpianto) prima del suo trasferimento nell'utero della donna. Questo per evitare l'assurdità e la violenza (anche psicologica) dell'impianto di un embrione malato e il conseguente ricorso a un aborto terapeutico. Consentendo il congelamento degli embrioni prodotti con le tecniche della fecondazione assistita. L'attuale divieto obbliga la donna a sottoporsi, in caso di insuccesso, a più cicli di trattamento con possibili danni per la sua salute. La conservazione degli embrioni eviterebbe questa situazione e garantirebbe alla donna il migliore trattamento possibile senza obbligarla a ricominciare sempre daccapo. Revocando l'obbligo di fecondare un numero massimo di tre ovuli, tutti da trasferire contemporaneamente. Quest'ultimo punto è di enorme rilievo: ogni donna ha una storia, un'età e condizioni psico-fisiche diverse. Non si può impedire al suo medico e a lei stessa di valutare come è meglio procedere nell'utilizzo delle tecniche di fecondazione. Imporre per legge il numero di embrioni da trasferire è una scelta assurda e rischiosa perché una ragazza di vent'anni o una donna di quaranta avranno, per ovvie ragioni, esigenze terapeutiche diverse. Può la legge sostituirsi al medico? Noi pensiamo che non possa avvenire e di questo si occupa il secondo referendum.
6 E il n°3, sull'equiparazione dei diritti del "concepito" e quelli della donna?
Questo è un punto decisivo. La norma attuale assicura "al concepito", a partire dall'ovulo fecondato, ancor prima che si formi l'embrione, gli stessi diritti e la stessa tutela giuridica della madre o di un'altra qualsiasi persona nata. E' la prima volta che questo avviene nelle nostre leggi. Ciò perché si è voluto imporre un solo punto di vista, una sola etica di parte. Si è violato così il principio di una laicità dello Stato, ricca di pluralismo etico e culturale. Le conseguenze di questa decisione sono soprattutto concrete e investono la vita di milioni di persone. Facciamo un esempio: se la legge stabilisce che "il concepito" ha gli stessi diritti di una persona nata, il medico non potrà fare nulla nel caso di un embrione con una grave patologia trasmessa geneticamente. Infine affermare, che "il concepito" ha eguali diritti della madre può divenire la premessa per mettere in discussione radicalmente la legge 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza, legge che ha prodotto l'esito positivo della riduzione degli aborti in Italia.
7 E l'ultimo, il n°4, sulla fecondazione eterologa?
Bisogna fare una premessa: alla fecondazione eterologa si ricorre solamente in casi gravi di sterilità. Detto ciò, poniamoci una domanda: si è madre e padre solo quando a nostro figlio abbiamo trasmesso il nostro corredo cromosomico? In altre parole, si è madre e padre solo se il figlio è nato dalla coppia dei genitori? Come sanno tutti, le cose sono più complesse. I bambini adottati hanno un padre e una madre, a pieno titolo. Ed essi non sono meno genitori di altri solo perché il loro bambino è stato adottato. Bisogna tenere a mente questo concetto elementare per comprendere il senso del quarto referendum, che, per l'appunto, vuole consentire la fecondazione assistita anche utilizzando gameti (spermatozoi nel caso degli uomini e ovociti nelle donne) di donatori esterni alla coppia. Se in una coppia la donna accetta di usare il seme di un donatore, vietare questo tipo di fecondazione ha solo due sbocchi: impedire per sempre a quella donna di partorire o costringerla, sempre che disponga dei mezzi economici necessari, a recarsi in uno qualsiasi dei paesi dove la fecondazione eterologa è consentita. Perché vietare quello che in tutti i principali paesi europei è consentito e che era consentito anche in Italia, nei centri privati specializzati, fino all'approvazione di questa legge?
8 Se vincono i Sì può aprirsi la strada a una moderna eugenetica, vale a dire la possibilità di programmare in laboratorio i figli scegliendo sesso, colore degli occhi, etc.?
No, nella maniera più assoluta. Prima di tutto perché gli stessi scienziati respingono con forza questa prospettiva in linea di principio e in linea di fatto. Il codice deontologico dei medici prevede in modo esplicito che ogni intervento sul genoma umano sia teso unicamente alla prevenzione e correzione di condizioni patologiche. In altre parole i soli interventi possibili sono a scopo di cura. Quindi sono ammessi test genetici (la cosiddetta diagnosi preimpianto) solo al fine di rilevare eventuali malformazioni o malattie ereditarie e prevenire così la scelta sofferente dell'aborto. In termini più generali siamo favorevoli a limiti certi e invalicabili (clonazione umana, mamme-nonne, utero "in affitto"). Limiti che anche nel caso di vittoria dei Sì ai referendum rimarrebbero assicurati dalla normativa vigente.
9 La sfida sui referendum è anche una sfida tra laici e cattolici?
Neppure questa affermazione è vera. I referendum investono alcune norme di una legge dello Stato e i cattolici, e credenti al pari dei laici, hanno su questo opinioni diverse. Alcuni sono favorevoli alla legge cosi com'è, altri la vorrebbero cambiare. La realtà è che nel mondo cattolico esiste lo stesso pluralismo - cioè la stessa articolazione di opinioni - presente nel mondo laico. Questa è una ricchezza per tutti, per i cattolici e per i laici, perché consente alle persone di scegliere sulla base delle proprie convinzioni e della propria coscienza.
10 Quali sono le ragioni fondamentali per andare a votare e votare Sì?
La ragione di fondo per andare a votare e votare Sì è nel desiderio di compiere un atto concreto di solidarietà verso chi oggi non può mettere al mondo un figlio. Verso chi soffre a causa di una malattia che domani la scienza potrebbe curare. Questa volta non si vota per un partito e neppure per un candidato. Si vota per una speranza in più. Si vota per una vita migliore. Si vota per aiutare chi è malato a guarire. Si vota per dei valori importanti che toccano l'esistenza quotidiana di ciascuno di noi: vita, speranza, guarigione.
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Oggi ho pianto.
Ho visto il servizio di italia uno sulla liberazione della Sgrena e quando hanno parlato di Nicola Calipari mi sono messo a piangere.
Fa impressione vedere come ci sono delle persone che invece di parlare il loro dovere lo fanno con abnegazione e senza fare tanta scena, anche se hanno a casa una moglie e dei figli, ti fa anche un po' sentire una merda, almeno io mi sento cosi' una merda che piange.
Non riesco a smettere nemmeno ora che sto' scrivendo.
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E' una poesia bellissima di NAZIM HIKMET.
I tuoi occhi
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all'ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questo fine di maggio, dalle parti d'Antalya
sono così, le spighe, di primo mattino;
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d'autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno
che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.
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Il vento e il mare
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Ho fatto un viaggio.
Ho fatto mille sogni.
Ho volato.
Ho girato pagina.
Ho sonno.
Max.
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Volteggiare sopra Le Puy de Dôme - Clermont-Ferrand - Francia
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E' inutile dire che CVD venerdì sera è stata l'ultima presa per il culo ...
Ma passiamo ad altro.
Ieri sono andato a vedere il Carnevale di Ivrea, cioè la famosa battaglia delle arance.
Se volete vedere le foto e i filmati che ho fatto (non sono un granchè a dire il vero), però la situazione non era facile !!!
Il Carnevale di Ivrea 2005
A parte le foto mi sono divertito e trovo che sia una cosa da vedere almeno una volta nella vita, anche se ho preso delle belle legnate ...
Le arance fanno maleeeeeeeeeeeeeeeee !!!
Vedendo tutta quella violenza, anche se era uno sfogo incanalato entro certi schemi, comunque si tratta di violenza pura, di gioia nel fare male e nel farsi male, sangue, lividi, paciugo di arance, sudore, una metafora della guerra nemmeno troppo allegorica ... ebbene vedendo tutto ciò mi è tornato in mente il commento che Baricco ha scritto come chiusa della sua versione dell'Iliade.
Diciamoci la verità, è indispensabile se vogliamo trovare una forma di convivenza civile superiore, se come dice Baricco, vogliamo creare qualcosa di più bello.
Diciamolo : la guerra è bella, è affascinante, è divertente, uccidere e morire sono cose che hanno un fascino assoluto sull'uomo, sono un nostro istinto, sono nelle nostre viscere.
Tutta quella gente che dava sfogo a questo istinto si sentiva meravigliosamente VIVA !!!
Per capire bisogna per prima cosa accettare questa semplice verità e come seconda cosa cercare qualcosa di più bello.
Baricco non dice se secondo lui c'è questa cosa e se c'è cosa secondo lui possa essere.
Io credo di sapere che c'è e anche che cos'è, è un'altro nostro istinto altrettanto atavico e viscerale e ancora più bello a cui dobbiamo lasciarci andare : l'amore.
Non intendo solo l'amore sessuale, l'amore per una donna (o un uomo) ma l'amore in senso ASSOLUTO.
E' grandioso l'amore ma noi lo stiamo dimenticando, diventiamo sempre più aridi e saremo sempre più preda, bramosi come siamo di emozioni vere, della morte.
Io preferisco l'amore !!!
Max.
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Battaglia delle arance - Carnevale di Ivrea 2005 - Ivrea
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oggi sono nervoso
oggi sono agitato
oggi vorrei che fosse già questa sera
oggi devo uscire con lei
oggi spero di capire sul serio che senso ha
oggi so che sarà un'altra delusione
oggi so che di nuovo finirà male la giornata
oggi so che poi dovrò ricominciare
oggi ho ancora una piccola speranza
oggi...
Domani ?
Max.
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Lago di Viverone in inverno - Viverone
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Mi sono tolto due denti, via il dente via il dolore dicono ...
Venerdì scorso mi sono tolto il primo dente, metaforico, ho troncato in modo definitivo una storia per altro senza senso, questa volta però l'ho fatto veramente, in questo caso posso dire veramente che tolto il dente è scomparso anche il dolore, lasciandomi dentro un po' di vuoto ...
Lunedì invece sono andato a togliermi un dente non metaforico.
E questo è stato molto peggio !!!
Da ieri il dolore c'è eccome, eccomi qui con mezza faccia gonfia a prendere antibiotici, fermenti lattici e moment per far passare il dolore ...
Alla fine è meglio strapparsi i denti metaforici !!!
Max.
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Un ponte sulla Senna sulla strada verso Parigi - Francia
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Ieri sono andato a vedere una mostra su Dalì, c'erano molte opere particolari e anche molte sculture.
A parte il fatto che mi è piaciuta la mostra mi è rimasta impressa una frase di Dalì stesso riportata su un pannello :
"L'unica differenza tra me e un pazzo è che io sono veramente pazzo."
Max.
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Scogliera della Normandia - Francia
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Un anno è finito, un altro anno è cominciato ma com'era prevedibile, malgrado tutti i bilanci e le buone intenzioni, nulla è cambiato.
Vedo in molti, soprattutto giovani, una paura di vivere, un disagio per le difficoltà e gli imprevisti, un terrore nell'affrontare i problemi, insomma uno straniamento che mi è difficile capire ed accettare.
La vita è fatta anche di difficoltà, superarle ci rende forti e sicuri di noi stessi, affrontarle è comunque indispensabile per poter continuare a vivere e bisogna accettare anche che non sempre si può vincere, non sempre le cose vanno come vorremmo, anzi, quasi sempre il mondo e le persone che ci circondano sono tragicamente diversi da come vorremmo che fossero.
Io arranco tra mille difficoltà, non sono ottimista, con molto realismo so benissimo che molto probabilmente nulla di quello che desiderò riuscirò mai a realizzarlo, malgrado questo sono ostinato e ci proverò finchè avrò le forze per provarci.
E vaffanculo !!!
:-)
Max.
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Scogliera della Normandia - Francia
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Che assurdità che è il mondo e che assurdità siamo noi e che assurdo è questo nostro cercarci per poi aver paura di trovarci veramente.
Max.
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Le scogliere della Normandia - Francia
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Forse e' meglio cosi', mi sento sollevato, tutto sommato, era una storia senza senso e tu, cosi' giovane, forse hai avuto piu' cervello di me, anche se in modo odioso, sei riuscita a farla finire.
Max.
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Mont Saint Michel - Francia
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Questa sensazione strana che stò provando mi stà logorando, questo sentirsi ad un passo dall'averti, dallo stare insieme, dall'essere felici noi due insieme e poi vedere sempre rimandare quel momento.
Un desiderio immenso di stare con te che resta spesso inappagato e il mio cervellino che frulla ...
Mi sento ad un passo dalla vetta e contemporanenamente ad un passo dal baratro.
Max.
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Un abitante della Normandia - Francia
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La felicita'
Con questa idea in testa gli uomini vanno in cerca di droghe e sensazioni forti, e finiscono inevitabilmente con l'essere dei depressi.
L'unica cosa con cui dobbiamo drogarci e' la vita.
E' il tipo di droga piu' forte e contemporaneamente con gli effetti piu' duraturi.
La seconda idea distorta consiste nel pensare che possiamo raggiungere la nostra felicita', che possiamo fare qualcosa per afferrarla.
La felicita' non e' una cosa e nemmeno una sensazione ma una predisposizione non e' ne' causa ne' conseguenza di qualcosa.
La terza idea distorta sulla felicita' consiste nel ritenere che essa si trovi fuori di noi, nelle cose esterne, nelle altre persone.
La felicita' non ha nulla a che vedere con l'esterno.
Ma cos'e' allora essere felici ?
Siamo felici quando ci sentiamo vivi.
Non quando siamo vivi, perche' siamo sempre vivi, ma quando ci SENTIAMO vivi.
Non capita spesso ma potremmo farlo capitare sempre, dipende da un nostro atteggiamento e da niente altro.
Cosa significa sentirsi vivi ?
Significa tre cose : essere se stessi, essere ora ed essere qui.
Sembra una banalita' ma nella realta' ci riusciamo molto raramente.
La societa', la cultura, le convenzioni, i preconcetti, accettare i nostri lati negativi, le esperienze ... ci sono mille ostacoli per essere se stessi ed e' un percorso, perche' mentre cerchiamo di esserlo contemporanenamente cambiamo.
Questo percorso quindi dura tutta la vita ma molti, moltissimi non iniziano nemmeno a percorrere questa strada e preferiscono vivere come dei burattini, sicuramente non potranno mai essere felici.
Cosa vuol dire essere ora ?
Non basta essere se stessi, bisogna anche vivere il momento, cioe' vivere l'unico attimo possibile, cioe' ora.
Certo bisogna saper fare tesoro del passato e progettare il futuro ma VIVERE solo il presente che e' l'unica realta' che e' possibile vivere.
Non si puo' essere felici nel passato e non si puo' rimandare la felicita' al futuro, se si vuole essere felici bisogna farlo nel presente.
Cosa vuol dire essere qui ?
Non solo il tempo ma anche lo spazio e' fondamentale, anche questa sembra una banalita' ma non lo e' affatto.
Per essere felici bisogna esserlo nel posto dove ci si trova, perche' l'istante infinito del presente si trova li' e da nessun altra parte, la felicita' non puo' stare nel mondo delle ipotesi, e' una realta' tangibile e la devo provare esattamente dove mi trovo in quel momento.
Per capire alcune cose provate a fare un esperimento.
Vi alzate alla mattina e non mangiate, non mangiate nulla, bevete solo acqua, per tutto il giorno, fino alla sera, almeno 12 ore di digiuno totale.
Passate le 12 ore mangiate la cosa che vi piace di piu', che so un dolce, del cioccolato, fate voi.
Gia' nel primo pomeriggio, noterete che gli odori li sentite piu' forti e man mano sempre piu' forti, poi vi sentirete piu' presenti a voi stessi, proverete la sensazione di aver tolto un velo dal vostro cervello, vedrete le cose piu' nitide.
Quando mangerete poi proverete delle sensazioni fortissime, provare per credere !!!
Cosa e' successo ?
E successo che il vostro corpo ha reclamato talmente tanto il cibo, ha mandato fortissime sensazioni al cervello, olfattive, tattili, sapori, colori che il cervello si e' dedicato unicamente a una cosa : mangiare.
Ecco, la felicita' e' questo applicato alla vita e non al cibo, si tratta di vivere l'istante al 100% fare questa semplice cosa : vivere.
Max.
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Volare in Normandia - Francia
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Un sottile strato di malinconia stà velando i miei occhi, ma contemporanenamente forse qualcosa di nuovo mi stà facendo vibrare ...
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Surfing in Normandia - Francia
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Comunque sia, comunque vada a finire, mi rimarranno sempre quegli attimi in cui mi fai provare delle sensazioni fortissime, che spreco sarebbe doverci rinunciare ...
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Tramonto sulle colline nei dintorni di Firenze - Lucardo Alto - Montespertoli - Firenze
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Inviato da: lorteyuw
il 24/03/2009 alle 22:56
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 22:44
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 21:50
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 19:47
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 17:29