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Avere cinquant'anni Mica facile

Post n°247 pubblicato il 25 Luglio 2012 da cavallo140
 

Avere cinquant'anni ....

Mica facile avere cinquant’anni

Le visioni dell’uomo cambiano prospettiva: prima dopo aver fatto l’amore con la propria compagna si diceva:”Cara, ti è piaciuto?” oggi:”Hai visto? Ce l’ho fatta anche stavolta!”

Mica facile avere cinquant’anni

La colpa è vostra e solo vostra care donne e dovete evolvervi, adattarvi al progresso. Perché la divisione dell’età dell’uomo risale a quando la vita media era di 60 anni e l’adolescenza finiva con la maggiore età. Oggi, con i progressi nel campo della medicina, l’adolescenza comincia a 18 anni per finire intorno ai 45; quindi un uomo di 50 anni è un giovane adulto che si è appena affacciato all’età matura. Con tutte le conseguenze del caso.

Le prime avvisaglie si hanno una mattina. Ci mettiamo di profilo di fronte allo specchio:”Che ne dici? Ti sembro grasso?” La tua compagna ti guarda con i suoi occhi dolci che paiono dire:”Ma noooooooooooo” ed in realtà pensa ”Rispetto ad un ippopotamo bolso assolutamente no”, ma visto che ci vuole bene tace. Dopo c’è la fase “apnea”: tratteniamo il respiro ed iniziamo a tirare in dentro la pancia e l’unico risultato e quello di diventare completamente cianotici. Lei ci guarda ed ha un inizio di nausea. Infine l’apoteosi finale: di fronte allo specchio, proviamo a tendere i quattro addominali che ti rimangono. Lei ti guarda e pensa a quando avevamo trent’anni ed al nostro ventre a tartaruga mentre ora vede una pancia a medusa e fugge in cucina per non vomitare.

Ci vestiamo e ci presentiamo a lei in ordine perfetto, magari in giacca e cravatta:”Come sto?” e lei esasperata da tale infame spettacolo ci colpisce con una mazzata che ucciderebbe un rinoceronte imbizzarrito:”Da vestito fai ancora la tua figura!”

Da lì si innesca un spirale senza fine di manie.

Una scena tipica potrebbe essere quella in cui lui, il cinquantenne, si toglie la camicia e lei urla:”Ahhhhhhhhh, hai una bestia enorme sulla spalla” e lui risponde:”Ma dai, è solo un tatuaggio”.

Un tatuaggio?! A cinquantanni un tatuaggio? Una volta lo facevano uomini rudi con passati burrascosi al limite della legalità oggi anche il più mite impiegato del catasto ce l’ha. Ma mica disegni da duri: pugnali, spade, ancore, sirene con le tette di fuori, no, un delfino sulla schiena, un panda sulla spalla, attenzione alla farfallina sull’inguine perché a 70 anni, con il rilassarsi dei tessuti, potrebbe diventare un condor.

Credo però che i più istoriati siano istigati dalle loro compagne con il pensiero:”Se quando facciamo l’amore mi annoio almeno ho qualcosa da leggere!”

Tra i più gettonati ci sono gli ideogrammi giapponesi che non sai mai cosa vogliono dire.

E così ti decidi. Vai dal tatuatore, ti avvicini con fare circospetto come quando a 15 anni compravi di nascosto i giornalini porno e ti trovi davanti una ragazzina appena maggiorenne e dici:

“Vorrei farmi un tatuaggio” (bisbigliando)

“Eh?”

“Vorrei farmi un tatuaggio” (come sopra)

“Un tatuaggio?”

“Sì”

“C’è uno che vuole un tatuaggio, hai tempo?” (urlando e rivolgendosi al retro)

“E’ maggiorenne?”

(Squadrando) “Almeno due volte e mezza”

Tu incassi, ma resisti ormai deciso. Entri e ti mettono di fronte ai disegni. Sembri un bimbo in una fabbrica di cioccolato.

“Bello questo, cosa vuol dire?”

“Uomo forte e sincero. Costa 300 euro”

“E questo?”

Il bastardo che ha capito tutto:”Virilità e saggezza, costa 500 euro”

In preda all’eccitazione continui:”E quest’altro’”

“Intelligenza, forza interiore e fortuna. 800 euro”

Ti fai convincere e dopo due ore te ne vai soddisfatto con quattro strisce nere da 800 euro sul braccio che in realtà significano uomo anzianotto e un po’ rincoglionito.

Una volta i cinquantenni si facevano la barba con il taglierino e dopo si cospargevano faccia e tagli con l’Acqua Velva che sapeva di disinfettante, oggi usiamo le cremine.

Tutto nasce perché una conoscente della nostra compagna alla domanda.”Quanti anni mi dai?” risponde tranquillamente:”Cinquantuno”, quando invece ne avete 50 e di solito ve ne attribuiscono 45.

 

Da quel giorno smettiamo di chiedere una stima della nostra età e cominciamo ad esaminarci il viso scoprendovi crepacci e canyon fino ad allora sconosciuti

Fino a quando arrivate da lei:

-         Scusa, non ti sembra che abbia la pelle secca?

-         Certo, da almeno 25 anni, da quando ti conosco

-         Dovrei fare qualcosa,

Lei ti guarda dolcissima, non dice nulla, ma pensa:”Un viaggio a Lourdes dovrebbe bastare”

-         Tu cosa fai per le tue rughe intorno agli occhi?

Lei vi fulmina con lo sguardo: - Le “mie” rughe intorno agli occhi, io non ho rughe intorno agli occhi. Comunque ci sarebbe Adieu rides, addio rughe, tonifica, rigonfia, idrata.

Il giorno dopo entriamo circospetti come quando siamo andati nel negozio dei tatuaggi e ci troviamo di fronte ad una commessa diciottenne,  estriamo   di tasca un biglietto e fingendo di leggere:

-         Dunque mia moglie ha detto Adieu rides…

-         Certo è un’ottima crema, è per le sue rughe vero?

-         Come? Ho detto che è per mia moglie

-         Certo, ma la usa anche lei, lì intorno alle labbra, ed anche nel collo e quelle all’attaccature delle orecchie

Noi siamo entrati semplici cinquantenni in crisi e in tre minuti ci siamo trasformati in Tutankamen

La commessa capisce, ci appoggia in mano la confezione piccola e sentenzia: - Bene sono duecentocinquanta euro.

In trance paghiamo ed usciamo. Alla sera a cena ci presentiamo paonazzi.

Lei vi dice:- Ti sei bruciato?

-         Adieu rides…

-         Ti sei dato 250 euro di crema in viso? Sei pazzo questa crema va data leggermente altrimenti fa l’effetto contrario. Cosa ti aspetti un miracolo?

-         Non mi tolgo 250 euro di crema dalla faccia dopo solo 5 minuti che l’ho messa.

La mattina dopo la faccia sembra un giornale spiegazzato e non ci rimane che trascinarci in ginocchio dalla nostra compagna:” Ti prego dammi una crema contro le rughe”.

Ma non basta ci facciamo tingere i capelli, almeno chi li ha ancora. Andiamo dalla parrucchiera come se andassimo ad una cospirazione, proprio come quando siamo andati per i tatuaggi ed in profumeria, alle 7 di un sabato mattina perché ci vergogniamo a farci vedere dalle altre signore. Tutto sembra filare liscio e nessuna delle persone presenti si accorgerebbe di nulla se uscendo una commessa non gridasse:”Il ragioniere paga la tinta, la messa in piega e le meches.”

Questa mania inizia a scemare quando in ufficio un’impiegata per farsi ben volere ci dice:”Ragioniere si è fatto la tinta?, Lo sa, non si vede per niente” per poi crollare quando una sera ad una festa una giovane signora piacente continua a guardarci, noi ci sentiamo particolarmente in forma, ci avviciniamo e diciamo:”Sentiamo, quanti anni mi dà?” e lei, che vuole assolutamente piacervi e fa la gattina risponde “Guardi, magari ne avrà di più, ma non ne dimostra più di 53!”

Il cinquantenne spesso è affetto da una malattia nota come la sindrome di Highlander che porta decine di migliaia di uomini di mezza età a mettere a rischio la propria salute in nome di un unico, ignobile scopo: la partita di calcetto.

Finora del boom del calcio a 5 o a 7 si sono occupati solo ortopedici o traumatologi definendolo lo sport più pericoloso del mondo; oggi dovrebbe interessare anche gli psicologi perché è assolutamente inspiegabile il motivo per cui questa moltitudine di cinquantenni metta in gioco affetti familiari ed amicizie consolidate. Senza considerare il problema che dal punto di vista soggettivo ciascuno si ritiene un eccellente calciatore a dispetto delle sciatiche, dei girovita da lottatori di sumo e dei piedi a banana (per stoppare la palla al posto del piede dovremmo avere una forchetta) Un altro problema è che non c'è l'arbitro, ovviamente. Tutto è affidato al fair play dei singoli. Fair play, parola dal significato sconosciuto. “Fallo!”. “Ma che cazzo dici? Era palla piena”. “Ferma! Ferma! Era fallo... Ma siete proprio stronzi!”, “Sei un figlio di puttana! “,” Ma sono tuo fratello”,”Non metterla sul sentimentale adesso” E così via, un’ora di turpiloqui, minacce,  ritorsioni. I sorrisi tornano solo nel dopopartita quando ci trascina zoppicando in pizzeria. E lì di fronte a birre medie e quattro stagioni gli animi si placano per culminare nelle risate al momento del limoncello. Di nuovo tutti amici, di nuovo tutti adulti. Macché. A tarda notte, infilandoci nel letto, c'è l'ultima, più privata confessione alla propria compagna:”Sai, stasera sono stato il migliore in campo”.

Mica facile avere cinquant’anni ma ricordiamoci che per essere giovanili, bisogna prima invecchiare.

 

 
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Commenti al Post:
vivosospesa70
vivosospesa70 il 25/07/12 alle 13:01 via WEB
troppo bello...non vedo l'ora di arrivare a 50 anni ^--^
(Rispondi)
 
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