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E' continuata anche nel viaggio in USA l'operazione di maquillage di Papa Francesco. Da un lato una ferma condanna ai preti pedofili, insomma roba mica da poco dato che si parla di educatori che diventano carnefici, dall'altra una rigida intransigenza sui temi cari alla Chiesa.

Come il caso di Kim Devis, incontrata in gran segreto durante il suo viaggio in USA (anche se il Vaticano smentisce). Kim è un'impiegata governativa passata alla ribalta per essersi rifiutata di trascrivere un matrimonio omosessuale. Per il Papa, intervistato da alcuni giornalisti sui casi in cui i funzionari pubblici disobbediscano a leggi dello Stato,  l'obiezione di coscienza è un diritto fondamentale dell'uomo.

Chissà allora cosa avrà pensato il Papa quando, alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, Krzysztof Olaf Charamsa, 43 anni, segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale vaticana e ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede, ha confessato sulle pagine del Corriere della Sera la propria omosessualità e di avere da anni un compagno. Insomma anche questa mi sembra obiezione di coscienza no?

Il prelato polacco ha chiesto meno ipocrisia da parte della Chiesa e ha chiesto che l'amore omosessuale venga rispettato come tale. Charamsa dedica il suo "coming out" ai "tantissimi sacerdoti omosessuali che non hanno la forza di uscire dall'armadio. Ma vorrei che fossero felici perché sono ottimi sacerdoti. Liberi dall'omofobia interiore, sono ottimi ministri di Dio per gli uomini di questo mondo".

Ma alla faccia della libertà sacrosanta dell'obiezione di coscienza, il Vaticano ha sollevato da qualsiasi incarico il prelato augurandogli "ogni bene". Proprio allora il sacerdote polacco ha deciso di fare una nuova conferenza stampa insieme al suo compagno Edward.

Ma sapete qual è la cosa che più mi ha sconvolto di questo elenco di notizie? Che io sono single e casto contro la mia volontà, mentre anche i preti fanno ALL'AMMORE più di me.

Amoon Santo Subito