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Post N° 215

Post n°215 pubblicato il 13 Aprile 2007 da Sembrava_Impossibile

NON CAPISCO...

Ormai l’essere single mi è penetrato fino al midollo. Tutto, nella mia vita, è legato alla condizione di single: il mio modo di vivere, il mio modo di fare ironia, il mio modo di essere con tutti i pregi ed i difetti.

Per un certo periodo questo blog si è intitolato “Single per caso”: ero davvero convinto di essere single per sbaglio. Non riuscivo a spiegarmi come, dopo aver lottato tanto, mi ritrovassi abbondantemente sopra i trenta senza uno straccio di gratificazione affettiva. E ridevo di questa mia condizione, sul blog come nella vita di tutti i giorni, convinto che sarebbe stata una fase transitoria.

Col tempo, in realtà, le ferite, le lacerazioni dell’anima e le mortificazioni subite hanno smesso di farsi sentire, ma, in silenzio, sedimentandosi hanno creato una scorza arida e impenetrabile. Dentro questo guscio ho sviluppato la liturgia dei miei comportamenti quotidiani, molto attento ad evitare che qualcuno si avvicinasse troppo: con l’autoironia, il sarcasmo, una buona dose di ironico cinismo, spesso semplicemente scomparendo.

L’ultima volta che sono stato innamorato è stato più di tre anni fa, un’eternità. Poi una lenta agonia. Non credo di essere mai più stato veramente felice da allora. E non mi ricordo cosa dice e cosa fa una persona innamorata. Sono riuscito a difendermi dalla semplice possibilità di farmi male di nuovo, e a tenermi lontano dall’inganno dell’innamoramento: ho cercato di fuggire dalla dipendenza dalle persone, dagli sms, dal telefono, ho rotto legami senza quasi neanche dare la possibilità che si creassero, spesso in maniera gretta e meschina, ho mostrato sempre il nulla che sono in grado di dare. Mi sono affezionato alla mia casa in perenne disordine, al mio letto disfatto, alle cene consumate in piedi, al divano pieno di panni da piegare senza nessuno che me lo faccia notare. Ho imparato a compiacermi del fatto di essere “quello dispari” nelle uscite e nelle cene tra amici, abbandonando il senso di disagio provato in altri momenti.

L’essere single mi si è attaccato addosso come una seconda pelle. Non riesco ad immaginarmi con una persona a fianco. Non saprei dire frasi carine, non saprei essere dolce, non saprei dare sicurezza, non saprei non far pesare il mio vissuto, non saprei dimostrare amore, e forse neanche provarne. Non avrei il coraggio di rinunciare alle mie abitudini, alla mia routine, l’unica in grado di darmi uno straccio di sicurezza in questi anni. Troppo orso per essere un fidanzato, forse troppo poco libertino per essere un vero single.

L’altra sera parlavo con alcuni miei amici. Per loro sono il single per antonomasia. Non riescono a concepirmi con una donna al mio fianco; e neanche con un uomo o con un trans. Single, per definizione. Mi hanno confidato che rimarrebbero sconvolti se mi vedessero in teneri atteggiamenti con chicchessia: avrebbero bisogno di una seduta dallo psicologo per riprendersi. Per me prenoterei un ciclo intero di sedute, invece.

Non capisco, oggi a 36 anni, appesantito nel fisico e inaridito nell’anima, cosa ci possa essere di interessante in me, a parte una casa con mutuo venticinquennale e un posto di lavoro fisso... non capisco… valle a capire certe donne…

 
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