Creato da indignati_2011 il 25/06/2011
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Perche' ai parassiti fanno comodfo le province e non le abolisco ......

Post n°8 pubblicato il 06 Luglio 2011 da indignati_2011

Q

uattro milioni di euro di risparmio all'anno non possono bastare. Tanto regalerebbe alle casse dello Stato l'abolizione delle 110 province che pesano sull'erario per circa 12 miliardi, sempre all'anno. Un complesso di 4.200 amministratori tra presidenti, vicepresidenti, assessori e consiglieri, che gravano sui conti pubblici soprattutto al Sud (4,5 miliardi) e al Nord Ovest (3,9). Che le province, spesso inserite nel calderone degli "enti inutili", siano più un danno che una risorsa è cosa nota, e da molti anni. Eppure, nel 1992 erano 103 e nel 2010 sono salite a 107 (con l'istituzione di Monza-Brianza, Fermo e Barletta-Andria-Trani), senza contare le tre autonome di Bolzano, Trento e Aosta.

Il fronte comune di chi vorrebbe abolirle, dunque, dura sempre il tempo di una campagna elettorale. Chi poi arriva a Palazzo chigi si trova immediatamente dalla stessa parte di chi siede nei palazzi delle Province e che naturalmente non ha alcuna intenzione di mollare il posto. Il motivo è semplice: più dei buoni bilanci, contano i rapporti di forza politici, i posti da assegnare in quota a questo o quel alleato, le catene di comando.
Per questo il centrodestra martedì ha bocciato la proposta dell'Idv per abolire gli enti locali. Ha preso la stessa decisione del Partito Democratico, che pensa sì a livello nazionale,  ma anche a livello provinciale con le 47 giunte rette direttamente da propri esponenti. Antonio Di Pietro ha parlato di una "maggioranza della casta" e dato dei "traditori" agli alleati democratici. Una prova dell'ostracismo Pd la danno i numeri della Camera: 225 no, 83 sì (da Idv e Terzo Polo) e 240 astenuti, tra cui proprio 43 deputati democratici). Come ha scritto Elisa Calessi su Libero di oggi, mercoledì 6 luglio, per far passare il provvedimento sarebbero bastati 155 voti a favore (i votanti erano 308): se i voti democratici si fossero sommati agli 83 di Idv e Terzo Polo la legge sarebbe passata. Anche Pier Ferdinando Casini è amareggiato: "Mi dispiace molto che il Pd abbia perso l'occasione di fare una cosa saggia. Potevamo mandare il governo in minoranza.... Avremmo dato un segnale".

Il segretario
Pier Luigi Bersani, però, non ci vuol sentire: "Noi abbiamo una nostra riforma, non ci vengano a fare tirate demagogiche". E via coi sofismi. Il problema delle province, ha spiegato Dario Franceschini, va inquadrato in un "ridisegno dei livelli dello Stato", non lo si può ridurre al capitolo dei "costi della politica". Sopprimerle porterebbe poi a un "vuoto legislativo". Però, siccome votare no potrebbe apparire "contrario alla necessità di fare le riforme", per non sbagliare si astengono. E intanto iol cittadino paga ...

Commenti al Post:
ildisgustato
ildisgustato il 12/07/11 alle 22:36 via WEB
E' logico aspettarsi che chi governa e anche chi e' alla opposizione abbia un suo progetto globale in cui il tema delle province non haa piu bisiogno di " ulteriori riflessioni " . Quindi che la prfoposta sia sdtata bocciata principalmente dal Pd in quanto " vogliamo studiare cosa fare " e' una presa per i fondelli . Quando smetteranno dfi studiare quando saremo falliti ? E vedrgognoso ... ho letto oggi su un quotidiano di una citta di medie dimensioni , che solo in stipendi ( per la privincia ) se ne vanno 20 milioni di euro all'anno !!! Uno spreco che grida vendetta !!!
 
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