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Giornata un po' triste

Post n°622 pubblicato il 09 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

La giornata di oggi mi ha rattristato un po'.

Avendo finito il centro storico di Civitella (siamo stati bravi, evase circa 40 istanze tra mercoledì pomeriggio e questa mattina) nel pomeriggio abbiamo iniziato i sopralluoghi nelle frazioni. E abbiamo riscontrato una realtà diversa. Di 7 schede Aedes compilate (su altrettanti sopralluoghi) ben 4 inagibilità dichiarate e 1 inagibilità parziale con provvedimenti (ovvero: nelle prime 4, ordinanza del Sindaco e divieto di utilizzare l'immobile, nell'altra, invece, sarà possible usare una parte ma occorrerà effettuare degli interventi di messa in sicurezza che abbiamo prescritto).

Sono stati i primi due sopralluoghi che mi hanno rattristato: due edifici, ristrutturati da circa venti anni. Muratura di mattoni pieni, senza catene o cordoli in c.a. (solo il secondo aveva un tetto con soletta in laterocemento e dei cordoli di gronda che, però, invece di fare il bene strutturale del fabbricato lo appesantivano non poco...).
Nel primo fabbricato abbiamo notato una formazione di un cuneo dislocato a livello fondale nella muratura portante sul lato est e un altro a livello del primo piano in corrispondenza della scala: praticamente, dei tagli in diagonale che attraversano tutta la muratura dall'esterno all'interno, rendendola praticamente debole e a rischio crollo. Oltre a varie situazioni di lesioni dei maschi murari, degli intonaci e dei pavimenti (anche qui, fratture e lesioni varie che, pur non attraversando completamente murature e tramezzi, richiedevano attenzione).

Nel secondo fabbricato, il cuneo dislocato era appena sotto la copertura: una copertura pesante e "spingente" che durante l'azione del sisma ha sollecitato quella porzione d'angolo, dislocandola. Anche qui, altre lesioni, dovute anche ad eccentricità della costruzione (il fabbricato principale ha reagito diversamente dall'accessorio ad esso ammorsato, provocando fessurazioni di rilievo sia sulle murature sia sui pavimenti, una sorta di fenomeno di "distacco").

In entrambi i casi, rispetto alle situazioni rilevate nel centro storico, l'effetto del sisma di agosto è stato molto più sentito: anche laddove qualche lesione era preesistente e dovuta al terremoto dell'Aquila, dopo agosto si è avuto un sensibile peggioramento. Ne ho personalmente dedotto che il motivo possa essere da ricercarsi nella stratigrafia del sottosuolo.

Quello che mi ha rattristato è vedere la reazione dei proprietari. Due coppie di sessantacinque/settantenni. Entrambe avevano ristrutturato tali immobili non più di venti anni fa. Per altro con cura per il particolare, rendendoli davvero suggestivi e carini (classica muratura in mattoni pieni rossi oppure in travertino con ricorsi sempre di mattoni rossi, copertura in coppi, e interni con legno a vista, pietra, pavimenti in cotto).
Durante il sopralluogo, come sempre in questi casi, abbiamo cercato di mantenere un profilo piuttosto pacato, tranquillo, facendo notare, mano mano che avanzavamo nella verifica, tutte le lesioni degne di nota.
Solitamente, prima di arrivare a comunicare l'esito, in particolare se negativo, ho sempre dedicato qualche minuto a spiegare bene la natura del nostro ruolo ed il significato che ha l'agibilità data per la Protezione Civile.
Quando ho comunicato loro, in entrambi casi, che eravamo impossibilitati al rilascio di un giudizio differente dalla inagibilità totale (praticamente, come credo di aver detto su altri post, con l'agibilità si attesta che nel caso di un sisma analogo per intensità all'ultimo avuto, la struttura verificata deve garantire l'indennità degli occupanti) non ho potuto esimermi dal notare la loro reazione: hanno reagito con consapevolezza e con composta pacatezza. Se lo aspettavano, sicuro. Ma non una imprecazione, non un cenno di disperazione, non una maledizione. Dopo migliaia e migliaia di euro spesi per una ristrutturazione complessiva, soli  pochi anni prima, ritrovarsi a dover fare i conti con l'impossibilità di utilizzare l'immobile e dover mettere di nuovo mano al portafoglio, avrebbe giustificato qualsiasi gesto di rabbia. Invece nulla.

In entrambi i casi siamo stati ringraziati, con un sorriso (anche per la cortesia, indubbiamente hanno capito bene il tatto che abbiamo utilizzato).

Il terremoto credo rappresenti la situazione "migliore" di indifendibilità dell'uomo: se da un alluvione o da un incendio puoi in qualche modo difenderti, dal terremoto diventa tutto più difficile. Non è sufficiente allontanarti, non è sufficiente avere un qualcosa a fianco che ti difenda, non dà preavvisi. L'unica arma è quella di cercare di vivere in costruzioni il più solide possibile: oggi abbiamo avisto anche una costruzione di circa 30 anni, con largo uso di cemento armato. Con la scossa che si è avuta, non ha praticamente subito alcun danno (se non una disconnesione di tegole, figlia più di una cattiva progettazione dell'architetto, a mio avviso, che del terremoto...).

Non tutti, però, possono permettersi case nuove, solide o comunque ristrutturazioni che permettano di adeguare i loro fabbricati: e allora vivono con la speranza e l'auspicio dettato dal fatto che "Civitella è sulla roccia", "Civitella non ha mai avuto sismi che abbiano generato vittime", ecc... ecc...

Oggi, pertanto, un'altra lezione che ho imparato: ho visto la dignità di una popolazione, che le TV si ricordano di riprendere solo quando piange nei momenti più bui (quando, a mio avviso, andrebbe solo lasciata in pace) e non invece quando reagisce, sobria, impostando nuovamente -e per l'ennesima volta - la propria vita (che sarebbe, invece, di esempio a tutti noi), con una consapevolezza e una fierezza che, almeno nel sottoscritto, hanno lasciato il segno.

Domani ultimo giorno di sopralluoghi: spero vivamente di assegnare solo agibilità.

 
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