Creato da miglioriamo.vogogna il 14/05/2007
il Blog di Fabio Iacopino
 

Area personale

 

Ultime visite al Blog

sandrino15varo6energieagmiglioriamo.vogognaUghetto74geniuslocimedolepiropiromichiluboposerio.vinmoschettiere62Eracliteo99LolieMiumatelettronicafante.59mo
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Link preferiti

https://www.miglioverde.eu

 

 

 

 

COMMENTI

I commenti al Blog sono aperti a tutti. Si prega di non abusarne e di attenersi alle questioni ed alle tematiche di cui il Blog si occupa. Si avvisa che l'autore si assume tutte le responsabilità sul contenuto dei commenti. Il Blog non si assume nessuna responsabilità sui commenti inseriti, essendo questa un'area a disposizione degli utenti. In caso di commenti diffamatori, minacciosi, o comunque lesivi dei diritti di altri, i file di log saranno consegnati alle autorità competenti, che potranno risalire agli autori dei messaggi.

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30      
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Messaggi di Giugno 2016

Migranti. Solidarietà o benevolenza?

Post n°615 pubblicato il 02 Giugno 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Riporto da Wikipedia: solidarietà ha come suo significato principale una forma di impegno etico-sociale a favore di altri. Il termine indica un atteggiamento di benevolenza e comprensione che si manifesta al punto di esprimersi in uno sforzo attivo e gratuito, teso a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di un aiuto.

Ne consegue che il principio di solidarietà è quel forte legame di interdipendenza che dà valore alla socialità e che lega ogni persone umana al contesto di appartenenza.

Tale principio ha a che fare con quel vincolo particolare che spinge ciascun individuo verso una sempre più convinta unità degli uomini e dei popoli, riconosciuti come uguali in dignità e diritti.

Il termine solidarietà si fa risalire all'espressione “in solidum” presente nel diritto romano: con essa si intendeva uno speciale vincolo giuridico, l'obbligazione solidale, che legava ciascuno dei contraenti a rispondere per l'intero e non solo per la propria parte.

La premessa di cui sopra mi sembrava piuttosto necessaria.

La questione migranti assume un connotato particolare: celandosi dietro allo spirito buonista della pseudo-solidarietà, la politica maschera tutti i propri limiti e difetti, trovando sempre, nella popolazione chi, disposto a non passare per “razzista”, in qualche modo, difende (magari involontariamente) il sistema che viene imposto dall'alto.
Preciso che personalmente sono vicino a persone che, in qualche modo (vuoi le guerre o anche solamente il miraggio di vivere in una società ove alla fine, i benefici superano i sacrifici, almeno per una buona parte della popolazione) costrette a lasciare il proprio Paese di origine per andare a cercar fortuna da altre parti. Questo solo al fine di non esser tacciato io di razzismo, dai buonisti di turno!

Perchè mi sento di fare delle osservazioni piu ad ampio raggio.

Sentire chi, oggi, paragona questo flusso migratorio a quello degli italiani dei secoli scorsi (da sud a nord o dall'Italia alle americhe) fa piuttosto sorridere (amaramente, ovvio!)

E' bene precisare, anzitutto, che il flusso migratorio delle popolazioni africane sta avvenendo da qualche decennio e non da oggi! E i primi “marocchini” non erano trattati come i primi terroni? Eppure, alla fine, abbiamo saputo far loro spazio, integrarli, dar loro case popolari e pari diritti. C'è da dire che, a molti che ho conosciuto, certi “diritti” (che rientrano si in un contesto sociale del “diritto di solidarietà”) non sono stati regalati: ci sono extracomunitari che svolgono lavori che noi italiani non vogliamo più fare (dal pizzaiolo ai lavori dei campi, giusto per fare degli esempi).

E pertanto, mi sento in dovere di rilevare come l'integrazione, seppure con qualche ovvia difficoltà (la solidarietà è un sentimento che non si acquista al mercato), è piano piano avvenuta e le varie comunità locali hanno saputo in qualche modo far spazio a persone che sono entrate (spesso) in punta di piedi.

Oggi però è tutto diverso.

Il cittadino medio osserva che, da un lato, dopo aver lavorato 40 e passa anni, arriva una Fornero e inizia a ridiscutere dei suoi diritti (che non sono solidali, ma egli ha lavorato anni e anni con la convinzione di garantirseli, versando mensilmente lauta parte del suo compenso, salvo poi capire, troppo tardi, che non era affatto così).
Il cittadino medio osserva che, per i servizi (ospedali, strade, scuole, ecc...) i soldi non ci sono più (salvo osservarli, ovvio, negli annunci e nelle previsioni delle campagne elettorali...).
Il cittadino medio osserva sbigottito che da qualche anno ormai, sta prendendo piede un sistema politico che non si basa più sulla riconoscenza della sovranità popolare (leggi elettorali assurde, governi imposti e non eletti, unioni dei comuni con rappresentanti non eletti direttamente, e in previsione pure un senato di non eletti), che ha un peso enorme nelle scelte che vengono imposte.
Il cittadino medio, osserva, infine, che sono sempre di più la tasse ed imposte che deve pagare, a fronte di tutto ciò.

Insomma, il cittadino medio, è stanco. E' impaurito. E' sconfortato o quantomeno disorientato. Personalmente, ho 42 anni: quando prenderò la pensione? Non mi è dato di saperlo: intanto, però, so quanto sto pagando all'anno per quel miraggio...
Come si fa, pertanto, a sostenere con troppa leggerezza che l'italiano deve essere “solidale” nei confronti dei migranti?
L'italiano, ne sono sicuro, non ce l'ha direttamente con queste persone, però mi pare piuttosto scontato che se la prenda “contro” un sistema che non riesce più a garantire nulla se non questi pseudo diritti di mantenimento sociale (e, attenzione, non solo ai migranti, ma anche a buona parte di noi italiani, dai politici in primis ma non solo...).

E la prima cosa che dovrebbe garantire un Paese, è il diritto al lavoro (non certo ai sussidi, ai contributi, ai rimborsi ecc... solite “manne” italiche su cui troppi ancora contano di campare): oggi lavorare in Italia è diventato difficile.
Ora: i flussi migratori sud-nord o Italia-America erano basati alla ricerca di condizioni di lavoro migliori, oppure alla ricerca di sussidi, mantenimento, benefit ecc...?

Oggi siamo divisi, non sulla solidarietà, bensì su due aspetti: c'è chi si indigna perchè alla fine “noi italiani non riceviamo lo stesso trattamento” (e a questi auguro quanto prima di ripercorrere il flusso migratorio al contrario e di andare in Africa a vivere in condizioni ben peggiori) e chi, invece, “ci sono grosse difficoltà di lavoro e di welfare, come facciamo a mantenere ancora (anche) queste persone, e per quanto le dovremo mantenere?”.

Pertanto, per questo parlare di “solidarietà”, oggi, ha poco senso: la solidarietà sta avvenendo da decenni. Oggi è, invece, un qualcosa di diverso: una parte di popolazione è molto preoccupata. I segnali di ripresa economica stanno solo negli annunci (pre elettorali o pre referendari, non a caso) di Renzi e ministri vari: quotidianamente il riscontro non è così tangibili, anzi.
E riempirsi la bocca di paragoni con il passato e con altri flussi migratori, anche per quanto poi si osserva nel merito di “affari” delle cooperative, di comportamenti mondiali (destabilizzazione della Libia), diventa quanto meno un esercizio di buonismo di basso profilo.

Insomma, ci sono grossi problemi di lavoro, e dall'altro canto, gestione di enormi flussi di denaro che alla fine gravano su troppe poche persone. Fino a quando reggerà questo sistema?

C'è poi, infine, un aspetto non secondario.

I sindaci che non sanno nulla e che vedono imporsi dai prefetti l'arrivo di queste persone, in strutture messe a disposizione da privati.
Di certo, mi suona strano che pure i parlamentari, quali esponenti più vicini a quel governo di cui il Prefetto è un rappresentante diretto sul territorio, siano proprio del tutto all'oscuro... (e non è una polemica: la cosa è grave e preoccupante! Se davvero sono all'oscuro, c'è da porsi qualche domanda in termini di democrazia, e avrebbero dovuto farsi sentire pesantemente, se invece non lo fossero, c'è da porsi qualche domanda sul perchè mentono alla cittadinanza)

Personalmente, ciò che rilevo e trovo ancor più grave, è che il parere del popolo non sia più richiesto né necessario. Tutto viene imposto direttamente dall'alto. Sia la convivenza con i migranti (sulla quale, fine a se stessa, a mio avviso non ci sarebbe nessun problema) sia con i loro benefit (sui quali gli italiani, come detto, hanno avuto modo di avere ampia informazione televisiva e di comprendere come ci sarebbe anche del marcio dietro).
Ma soprattutto, le comunità non si rendono conto che dietro a questo disagio, e dietro all'auspicio che richiama ad una (presunta) solidarietà sociale, la politica nasconde tutti i propri fallimenti: da sindaco mi sarei indignato e avrei lottato (non “contro i migranti” ma “contro il prefetto”) per ribadire il concetto di sovranità popolare. “Devo” ospitarli? Ok, va bene, lasciatemi parlare  PRIMA con i miei concittadini, e assieme DECIDIAMO come, dove e per quanto!
Anche perchè una comunità informata e partecipe è una comunità che trova unità di intenti.
Rabadisco quanto espresso in apertura ove ho citato la definizione di solidarietà: essa è prima di tutto un atteggiamento di benevolenza e comprensione!

La benevolenza, che nella comunità vogognese va sicuramente per la maggiore, è oggi l'unico motivo di positivo comportamento civile: però manca la comprensione, altro sentimento fondamentale, che poteva far gestire meglio tutta questa situazione e quindi farla sfociare in vera solidarietà!
Pertanto, nessuno oggi può dire di essere “solidale”, in quanto manca uno dei requisiti fondamentali! E sfido chiunque a dire di essere "informato" e di avere "capito" la situazione!
E, anche ad averla tardivamente, la comprensione, potrebbe far scattare si il sentimento della solidarietà (con il rischio, che non è da escludere, anche del contrario!), ma di certo, rimane quell'amaro in bocca sul fatto che, nella gestione di questa vicenda, non c'è stato alcun principio democratico e, cosa che a me fa ancora più male, nessun risentimento con volontà di ribadirlo con forza! Non sarebbe servito comunque a nulla? Magari non nella scelta imposta (che credo sarebbe stata tale) ma di certo avrebbe fatto capire alla comunità che è viva e consapevole che, al di sopra dei rappresentanti (eletti o non) ci dovrebbe essere sempre il cittadino e mai il contrario.

Fino a che non capiremo questo, continueremo a subire le scelte dall'alto, arrivando, come oggi, a digerirle attraverso il buonismo o la benevolenza, nel migliore dei casi, ma capo chino e a spirito ferito.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Tag

 

INFO

BLOG IN AGGIORNAMENTO

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963