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Km di burocrazia e prime "sentenze"

Post n°620 pubblicato il 07 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Oggi la giornata è iniziata, al solito, in Municipio dove il solerte Geom. Pietro (che ci accoglie sempre con un sorriso e grande disponibilità) ha ritirato le schede predisposte ieri e assegnato ancora qualche immobile da ispezionare nei prossimi giorni.
Poi, a seguire, una ispezione in piazza centrale (a fianco dell'Albergo) di due immobili composti da varie unità immobiliari (dove abbiamo ritrovato una signora, piccola e paffuta, conosciuta ieri a casa della figlia, che ci ha raccontato avere un menisco rotto perchè da giovane giocava a calcio!! E che si definisce un libero, non proprio alla Scirea, ma molto efficace!! Davvero simpaticissima!) e poi via a Rieti.

Da qui a Rieti sono 150 km. Pertanto ne abbiamo percorsi 300 per portare le prime 11 schede (le istanze, circa una trentina, che abbiamo fin ora esaminato vengono raggruppate per edifici e mai lasciate per unità immobiliari, in quanto è l'edificio nel suo complesso che valutato e dichiarato agibile!): praticamente, dieci minuti di consegna con un funzionario della Di.Coma.C e quattro ore di auto!
Certo, con un presidente del Consiglio che, praticamente ieri, si vantava di informatizzare e digitalizzare la P.A. questa soluzione fa un po' ridere, ma queste sono le regole del gioco e quindi... ci si adegua.
Di buono c'è stato il ritrovo con Gervasoni e Castellano che sono invece a Capitignano, vicino a L'Aquila, con i quali abbiamo pranzato assieme: si è creato un buon affiatamento e si sta bene, peccato non essere tutti nello stesso posto.

Prende corpo la nostra conoscenza del luogo.
Stiamo osservando splendidi palazzi con appartamenti infiniti, composti di numerosi locali, e con metrature anche di 200-300 mq ripartiti su piu piani (il centro storico è sulla sommita di una collina rocciosa). Pochi i danni, fortunatamente, quasi assenti nelle parti basse, ove le grosse strutture murarie in travertino sono accompagnate da volte in cui si trovano attività commerciali o fondaci (ho imparato eh...qui non si chiamano cantine!!) tavolta davvero suggestivi.
Civitella è stata colpita diverse volte dal sisma: a parte il fatto che è facile intuire come nessuno si sia mai "abituato" a questa drammatica esperienza, c'è da rilevare che i cittadini hanno sempre risposto, dopo gli eventi più significativi, con interventi consolidativi dei loro edifici. Coperture più solide, chiavi e tiranti, solai rigidi o semirigidi.
I maggiori danni riscontrati (riconducibili per lo piu a lesioni di elementi non strutturali, quali intonaci o volte decorative) ci sono stati in unità immobilari o edifici mai ristrutturati negli anni o comunque di una certa vetustà.
Se si pensa che buona parete del centro storico risale al 6-700 del secolo scorso e, solo negli ultimi cento anni ha vissuto eventi importanti, da ultimo quello del 2009 che distrusse L'Aquila e un altro significativo si ebbe attorno al 1950, il fatto di avere pochi danni è sicuramente merito di una attenta capacità dei proprietari di "lottare" contro il rischio causato dai terremoti.
La TV a chi, come me, vive a 750 km di distanza, da una percezione di disastro immane esteso per ampi territori: alla fine, le situazioni più gravi (a quanto mi è dato di capire, non essendomi recato proprio nella zona dell'epicentro) sono poi circoscritte a pochi km.
E, ma questo per la verità viene detto anche dai media, i più colpiti sono fabbricati (vechissimi ma anche, talvolta, piuttosto recenti) inadeguati a resitere alle sollecitazioni sismiche.

Se l'albergo dove pernottiamo non ha avuto alcun danno, ad esempio, nemmeno di piccolissima entità, abbiamo potuto visionare appartamenti in case popolari di una cinquantina d'anni, avere delle lesioni, anche risalenti al sisma del 2009, che ci hanno fatto un po' preoccupare, tanto da segnalare comunque nelle annotazioni queste situazioni.

Oggi nel pomeriggio abbiamo visitato una palazzina di queste, con una ragazza spaventatissima.
La palazzina aveva il piano terra pilastrato, con gli appartamenti che si sviluppano dal piano primo in su, e il vano scale in posizione eccentrica: praticamente, l'esatta individuazione della pessima struttura sotto il profilo della resistenza sismica!
Le ho consigliato vivamente di abbandonare quell'appartamento in cui vive, sia per il fatto che essendo condominiale lei non riesce a far partire interventi di consolidamento delle struttura lesionate dal 2009 o anche semplicemente da una grave vetustà, sia per il fatto di quanto riscontravo dal punto di vista costruttivo.
Sostanzialmente le anticipavo, ancor prima di salire in appartamento, quello che lei ha percepito quella notte, quale parte dell'appartamento presentava le maggiori fessurazioni, e il perchè: le mi mi guardava quasi sbigottita affermando "ma questo è proprio quanto è avvenuto!". Dicendole che la casa che possiede in centro storico era sicuramente migliore di questa, auspico di averla convinta: mi auguro, e lo auguro a tutte le persone nel salutarle uscendo dai loro appartamenti, che qui non si vivrà mai piu un evento similare e, pertanto, nemmeno uno più forte.
Ma visto che gli auspici di positività in questo caso sono figli solo di una codarda visione del futuro, in quanto la zona è comunque sismica e non si può escludere nulla vivendo con le toppe sugli occhi, nel caso di un sisma con epicentro piu vicino, e quindi piu violento, la casa di questa ragazza è proprio della tipologia di quelle che rendono il terremoto un micidiale trucidatore di vite umane.

Ci sarebbe da dire molto anche, infine, sulla "preparazione" della gente, della protezione civile a livello locale. Ma è una parte sulla quale mi riserverò forse il cappello finale a questa mia cronaca quotidiana, in quanto le osservazioni troppo generiche ed affrettate potrebbero far il male delle persone che, invece, stanno operando seriamente (e ne abbiamo incontrate diverse).

Infine, comunicazione di servizio per Alice: oggi ho fatto pranzare Andrea, che fa il timido e non prende il secondo... ma almeno ha mangiato un primo piatto!! Stasera, al solito, ci ha pensato il buon Daniele a fare la controparte. Stai tranquilla, il ragazzo credo stia già dormendo, satollo e soddisfatto! :-D

 
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Si procede ottimamente

Post n°619 pubblicato il 06 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Anche oggi ordinaria giornata di lavoro, con numerose istanze evase.
Orario di lavoro serrato h 8-20 senza pausa pranzo (ma rispetto a ieri ci siamo ricordati di mangiare un po di frutta!!), iniziato subito con una bella soddisfazione: il tecnico comunale ha riscontrato il nostro lavoro riconoscendo una certa completezza documentale (domani l'esame sarà a Rieti, dove ci recheremo a consegnare alla Di.Coma.C le prime schede compilate, e lì sono fiscali!).
Sostanzialmente in Municipio si consegnano di primo mattino le schede del giorno prima, poi nel frattempo che si espletano le ultime parti "burocratiche" (Andrea è precisissimo) io organizzo gli appuntamenti della giornata. Nelle pause (si fa per dire) tra un sopralluogo ed un altro, ci portiamo avanti in albergo, compilando le schede.
Ne abbiamo ormai evase un 70% per cento buono di quelle consegnateci l'altro ieri e contiamo con domenica di chiudere tutto il borgo antico di Civitella del Tronto, poi nei giorni che rimarranno saremo a disposizione per iniziare le frazioni.
Oggi Andrea era un po' tirato, forse i ritmi che impongo a lui ma anche a me stesso sono un po' troppo serrati, però sono (ma lo dico anche per lui perchè poi è matto come me...siamo!) troppo esigenti: siamo qui per questo e non per andare a spasso, quindi diamoci sotto!
Se per domenica primo pomeriggio, come crediamo, termineremo tutte le istanze, ci riserveremo un poco di tempo per rifiatare e visitare la fortezza che sovrasta il borgo antico.

Un po' di variazione sul tema: avviso mia moglie che potrei non tornare! Per colpa di Daniele Zunica, il titolare dello splendido Hotel Zunica (http://www.hotelzunica.it/home.php) che ci ospita. Ogni sera ci delizia di una squisitezza diversa, fatta sempre di prodotti locali sapientemente cucinati dallo chef e accompagnati dal Montepulciano di Abruzzo che ritengo uno dei vini migliori d'Italia. Per finire con dei dessert che, se anche io e Andrea decliniamo, alla fine ci vengono praticamente imposti! " Ma come, volete rinunciare a una delizia del genere??"
Daniele non sa che quando risalirò sulla bilancia, a casa, gli fischieranno le orecchie!!
Comunque, se già mi sembra di aver consigliato a tutti questo splendido borgo a un tiro di schioppo da Ascoli e da San Benedetto del Tronto, non posso che raccomandarvi di passare a trovare Daniele e farvi deliziare dalla sua cucina.

Forse il fatto di serrare così tanto i ritmi del lavoro è anche un po' per "discolparmi": siamo volontari venuti qui per dare una mano, ci ritroviamo invece coccolati dalla grande cortesia delle persone (ormai conosciamo buona parte delle persone che incontriamo camminando su e giù per il borgo anche chiamandole per nome!) e, non da ultimo, da questo guru della ristorazione.
E' inutile: come dicevo ieri, se il profilo professionale si sta rivelando denso di esperienza positiva, e quindi la stanchezza che mi fa chiudere gli occhi mentre scrivo è di certo caratterizzata anche dal cumulo di situazioni nuove e positive vissute, sotto il profilo umano si sta rivelando davvero eccezionale. E, se come professionisti abbiamo sempre ampi margini di crescita, pare sempre invece sempre piu difficile crescere come uomini, soprattutto perchè quotidianamente non siamo capaci di sfruttare le opportunità che invece si presentano. In questi giorni stiamo invece ricevendo tanto e in maniera così naturale che sono sicuro che questa esperienza, al pari di quella di oltre venti anni fa all'AISM di Torino, rimarrà indelebile. E, proprio come quella di allora, quando ci ripenserò tra vent'anni mi sembrerà come fosse vissuta "ieri". E, come quell'esperienza, quel qualcosa che rimarrà "dentro" mi permetterà di essere migliore in altre situazioni di vita!

Sono sicuro che qui tornerò. Potrà essere solo di passaggio (mi sono ripromesso di portare mia moglie ad apprezzare la cucina di Daniele), potrà essere la prossima estate come tra vent'anni, ma ritornerò. Per come sono fatto, instauro sempre un legame forte e duraturo con le persone, i luoghi e le situazioni che mi hanno dato tanto. Quindi, qui, tornerò!

Un po' mi sento abruzzese oggi: mi piace pensare alla positività che respiro in questi giorni che riesce a farmi calare in una realtà del tutto nuova con una naturalezza inimmaginabile. E il lasciarsi andare, nei racconti, negli andennoti o anche solo nell'uso dei termini (qui non nomino più il locale cantina, qui ci sono i "fondaci!") è come respirare il calore che si riceve tra le mura domestiche nonostante siamo a oltre 750 km da casa.

Non so se riesco a rendere l'idea, spero di si. Quello che posso consigliare a ciascuno di voi, è di vivere, in qualche maniera, questo tipo di esperienze almeno una volta nella vita: ci si ritrova a dare, a mettere in campo con estrema naturalezza energie talmente enormi, perchè si percepisce chiaramente come il volontariato che si sta prestando sia sempre troppo poca cosa rispetto a quanto si sta ricevendo.

Notte

 
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Primo giorno. Tra sorprese e soddisfazioni

Post n°618 pubblicato il 05 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Ieri sera tardi ci avevano indirizzati a Fano Adriano. Questa mattina, percorsi i 40 km di strada di montagna che ci separavano da dove abbiamo pernottato (che scenari stupendi della montagna abbruzzese, con centinaia di mucche che pascolavano addirittura ai lati della strada!) siamo arrivati a destinazione. Paesino di 75 anime circa, in una valle che molto mi ricordava la Cannobina. Il Tecnico Comunale ci comunicava che lì il lavoro era terminato e che quindi c'è stato un errore di assegnazione: immediatamente, siamo stati dirottati a Civitella del Tronto: altra ora di auto, altro tipo di scenario. Siamo sostanzialmente al confine con Ascoli Piceno, in una zona collinare bellissima.

Civitella è un comune con un borgo antico di una bellezza straordinaria, che ha superato diverse scosse sismiche, e che dall'ultima non ha avuto, fortunatamente, grossi riscontri di danno. Lo consiglio vivamente a chi volesse fare del turismo in queste zone!

Anche qui le persone sono gentilissime e ben disposte nei nostri confronti: il tecnico comunale ci aveva già preparato una quarantina di istanze da esaminare, pertanto alle 11 eravamo operativi.

Il lavoro è terminato alle 20. Abbiamo anche dovuto ritrovarci una nuova sistemazione, questa volta più vicina, anche grazie al fatto che ho "corrotto" un funzionario de L'Aquila il quale ha agito sul nostro rappresentante della Agepro, il quale anche oggi era dell'idea di farci viaggiare per altri 30-40 km minimo. Ho chiesto che senso potesse avere perdere ogni giorno 1 -1,5 ore di lavoro solo di spostamento: se tutto fila come oggi, entro il week end contiamo di chiudere tutte le istanze assegnate per il borgo antico (centro del paese) e quindi di dedicarci poi alla frazioni del Comune (che ha un territorio davvero vastissimo). Insomma, tutta la zona colpita dal sisma, come detto, anche laddove non ci sono elevate criticità a livello di danno, è gestita in forma emergenziale pertanto ogni tipo di azione diventa difficile (anche solo, appunto, il trovare un albergo).

All'inizio io ed Andrea eravamo un po' "delusi": di fatto, pensavamo di doverci tovare di fronte ad una attività di verifica più impegnativa, con danni evidenti e situazioni valutative più difficili. Invece, di tutte le istanze evase oggi raccolte in tre schede (per ogni edificio, anche di piu unità, va ispezionato dentro e fuori per almeno il 60-70% della superficie e dei locali, e poi va formata una sola scheda), abbiamo rilasciato tutte agibilità in assenza di danno rilevante da sisma (ovviamente, di questo ci siamo rallegrati con le persone, in quanto estremamente positivo per loro!)

Ci siamo poi resi conto che, calandosi nei panni di chi ha subito un trauma del genere, pur non avendo avuto fortunatamente danni rilevanti (il più grosso, fino ad ora, un comignolo che è caduto e una grossa pietra, posta sul tetto a mò di "fermategole" piombata in un cortile), c'è stato - e permane ancora - un grosso spavento.

Proprio poco fa, a cena, Andrea riscontrava come siamo stati "bravi" (passatemi il termine!!) a rassicurare le persone. Personalmente sono dell'idea che il nostro ruolo non debba limitarsi a quello di burocrati che si limitan ad applicazione delle leggi, ma una parola o un azione ben fatta può essere tanto importante (e oggi mi sono reso conto che lo è stato anche di più) di una scheda ben fatta! Soprattutto verso chi è spaventato di lesioni che non sono strutturali e che non comportano alcun rischio per il fabbricato in cui vive!

Le case visitate hanno avuto molte "lesioni" manifestate in crepe superficiali sulle pareti: le persone, non essendo tecnici, ovviamente si sono allarmate e, in un paio di occasioni, ho chiesto il permesso di "spiccozzare" l'intonaco dimostrando loro che oltre alla lesione dello stesso non vi era altro, quindi che le murature erano intatte! Un gesto semplice che però ci siamo resi conto essere importante e fondamentale: lasciando le abitazioni, abbiamo trovato persone più rinfrancate.

Certo, viene da chiedersi se questo ruolo spetta a dei tecnici volontari: la risposta che ci diamo è che, siamo chiamati ad un ruolo comunque importante (quindi la verifica di ogni situazione grave o meno che sia, spetta sempre ad un tecnico, perchè comunque deve essere in grado di definire il livello di rischio del fabbricato) e quindi lo rispettiamo, se possibile dando anche qualcosa in più a livello umano.

Forse una protezione civile comunale più preparata e una cittadinanza informata potrebbe aiutare molto, ma è un discorso che è inutile fare oggi, in questo preciso momento.

In ogni caso continuo a ripetere che è straordinaria la risposta delle persone, che ci accolgono con cortesia e riconoscenti per il nostro lavoro: riuscire a dare loro, oltre che un giudizio formale, anche un po' di serenità, ripaga del fatto che l'impegno da parte nostra è comunque molto (per altro, oggi ci siamo resi conto alle 16:00 di non aver pranzato...).

Quindi, anche nei casi più "facili" dal punto di vista tecnico, vi è sempre una situazione difficile dal punto di vista psicologico che va affrontata: un sorriso, un tono fermo e deciso, la sicurezza di sapere quello che si fa, sono davvero importanti!

Ringrazio tutti coloro che seguono questo mio piccolo resoconto e che in qualche modo hanno manifestato interesse chiedendomi notizie: rispondo qui perchè mi è più facile (durante il giorno non esistono telefonate di altro genere, se non nei pochi minuti di trasferimento e riorganizzazione del lavoro).

Siamo solo all'inizio, ma la convinzione che l'esperienza sia davvero significativa per noi è sempre più forte. Sia dal punto di vista professionale (al quale chi mi conosce sa che tengo moltissimo) sia sotto il profilo umano e personale (e qui, chi mi conosce bene, sa che ci tengo ancora di più).

Domani, salvo sorprese (potrebbero richiamarci in altre zone all'improvviso, se ve ne fosse necessità) dovrebbe essere il primo giorno di lavoro "pieno", quindi di maggior contributo a questo Comune. Alle 8 partirà la nostra giornata, in Municipio, ove consegneremo le schede di oggi e prenderemo alcuni dati necessari al completamento del lavoro odierno, per finire non prima delle 18 i sopralluoghi.

A domani

 
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Accreditati e ripasso del lavoro, da domani si inizia

Post n°617 pubblicato il 04 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Dopo una lunghissima giornata, iniziata all 5 stamattina, siamo finalmente (quasi) a destinazione.
Alle 14 eravamo a Rieti. La procedura prevedeva un primo accreditamento con formazione delle squadre presso il Collegio dei Geometri (le squadre, a dire il vero, erano già formate, vi era solo da formalizzare alcuni nominativi) e comunicazione della destinazione.
A noi ossolani, però, è stato solo detto che dovevamo recarci in Abruzzo, ma ancora non si sapeva il comune.
Alle 15, riunione alla Di.Coma.C, di tutti i tecnici (Geometri, Ingegneri e Architetti). I due funzionari dela protezione Civile Nazionale, hanno fornito le indicazioni procedurali nonchè le raccomandazioni, chiarendo tutte le difficoltà del caso, dovute purtroppo anche ad una difficile organizzazione dei COM (centri operativi comunali, un po' per via, ovvio, dell'emergenza in cui si sono improvvisamente ritrovati, un po' anche perchè, in tempo di "pace" non si sono mai attivate certe procedure che poi, in caso di emergenza, sarebbero state utilissime).
Alle 19 terminata questa fase, siamo rimasti ancora un ora in attesa dei tesserini e del numero di squadra (fondamentale in quanto sta alla base del rapporto con la Protezione Civile, in quanto codice di riconoscimento dei tecnici firmatari delle schede di agibilità).
Alle 20, finalmente, ci veniva comunicata la destinaizone: io e il mio collaboratore a Fano Ariano, in provincia di Teramo, mentre Gervasoni e Castellano vicino a L'Aquila.
L'albergo, a quell'ora, da scegliere tra un elenco fornito in fretta e furia: telefonando, scoprivamo che quello più vicino alla nostra destinazione non aveva camere a disposizione, quindi abbiamo deciso di pernottare insieme agli altri due ossolani (in una struttura a 5 km dalla loro destinazione) mentre domattina percorreremo gli ulteriori 45 minuti che rimangono.
Quindi, dopo un altra ora di auto, alle 21 eravamo in albergo e abbiamo potuto cenare.
Della prima giornata rimane di certo una impressione di organizzazione un po' difficile, vuoi per la situazione emergenziale vuoi per il fatto che, il nostro Paese, di sicuro non ha ancora ben assimilato le prassi di informatizzazione e digitalizzazione.
Ma, una delle cose che ci è stata raccomandata in questi giorni, è la pazienza.
Tutti i giorni dovremo recarci nei COM di primo mattino, prendere le istanze e organizzare i sopralluoghi. Poi uscire, fare tutti i sorpalluoghi (con le molte attenzioni richieste, i tecnici della Di.Coma.C sono piuttosto attenti e pretendono schede perfettamente compilate). Poi, ogni sera, dovremo ritornare nei COM, effettuare le prassi necessarie (copie delle modulistiche da lasciare in comune e quelle da far timbrare per portarle a Rieti, preparazione dei fascicoli, preparazione delle fotografie). A metà settimane e martedì prossimo, ultimo giorno, tornare a Rieti alla Di.Coma.C a consegnare la documentazione.
Ci sono complessivamente 55.000 istanze di cittadini che richiedono la agibilità, ad oggi ne sono state evase 17.000. Quindi di lavoro non ne manca di certo, e ce ne sarà ancora per almeno un paio di mesi.
Quello che rende difficile è la dislocazione degli alberghi rispetto alle zone di lavoro: se non troveremo un albergo piu vicino, ogni giorno avremo circa 1,5 ore di auto da percorrere su strade di montagna (pernottiamo a Montereale, a circa 950 mt di quota). Tempo sottratto al lavoro.
Mi si chiudono gli occhi, siamo tutti piuttosto stanchi dalla giornata.
A domani

 
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Sisma Centro Italia. Si parte

Post n°616 pubblicato il 30 Settembre 2016 da miglioriamo.vogogna
 
Foto di miglioriamo.vogogna

In questi giorni è arrivata la conferma da parte della Agepro e del Consiglio Nazionale dei Geometri.
Io ed Andrea, il mio valido collaboratore, assieme ai Geometri Gervasoni e Castellano sempre del Collegio di Verbania, ci recheremo nelle zone terremotate quali tecnici abilitati alla funzione di censimento danni ed agibilità post evento delle costruzioni.
Sostanzialmente, quotidianamente e per una settimana intera, saremo indirizzati sul territorio a valutare i danni delle abitazioni "incerte" ovvero dovremo stabilire se i danni presenti sono tali da caratterizzare una agibilità, quindi assenza di danno o presenza di lesioni non strutturali che rischino di compromettere il fabbricato, oppure diniegare la stessa in presenza di situazioni di grave rischio.
Nonostante un periodo piuttosto intenso di suo, ho deciso di partecipare a questa esperienza per due motivi: il primo perchè credo che la solidarietà ed il volontariato siano un qualcosa che va fatto di concreto, e riterrei che a fronte del dramma vissuto da quelle popolazioni, il fatto di "perdere" una settimana di lavoro sia davvero una cosa del tutto irrilevante!
Il secondo perchè sono convinto che sarà una esperienza che mi accrescerà molto, sia dal punto di vista umano che sotto il profilo professionale.
Martedì pertanto inizierà l'avventura: partenza di mattino presto in quanto alle 14 dovremo ritrovarci alla Di.Coma.C di Rieti, dove riceveremo le prime istruzioni dai tecnici della Protezione Civile e quindi verremo indirizzati sul territorio ad effettuare il nostro lavoro.
Sarà di sicuro impegnativo: durante il corso di abilitazione effettuato ad Asti nel 2013 (tre mesi di impegno settimanale affrontanto con grande entusiasmo per quanto fu costruttivo ed utile) ci informarono che le squadre dovevano essere composte da tre tecnici: causa carenza, invece, di tecnici (ripeto, ci andiamo su base volontaria) in questa occasione saremo solo in due. Questo renderà di sicuro più impegnativa la valutazione soprattutto dei casi più dubbi: ma avvalendomi di un collaboratore che ha iniziato con me e del quale ho potuto apprezzare quotidianamente una crescita esponenziale per impegno, serietà e competenza, sono sicuro che affonteremo il tutto in maniera ancor più incisiva e sarà quindi affascinante vivere questa esperienza.
Il mio obiettivo è quello di riuscire a scrivere, su questa mia piccola pagina personale, una sorta di diario quotidiano, per condividerlo con chi ne avrà interesse. E' indubbio che la mia esperienza sarà a 360 gradi, perchè vorrei anche capire meglio come "funziona" la gestione post sismica di un territorio sotto tutti gli aspetti. E magari come poter organizzare qualche aiuto diretto e sempre concreto.
E l'occasione sarà davvero importante.
Al nostro riento, come mi ha proposto di recente un caro amico, mi piacerebbe organizzare una serata pubblica in cui raccontare un po' di quanto vissuto. Sono certo che "vivere" dentro certe situazioni e cercare di capire, condividendo con gli altri ogni aspetto, possa essere sempre interessante e utile. Ci penseremo.
Quindi, se non sarò troppo stanco o troppo impegnato, quotidianamente proverò a scrivere qualcosa. Che mi piacerebbe condividere con miei amici, reali e virtuali, che auspico commenteranno e parteciperanno con me.

PARTICOLARITA': tutto ciò parte fin dall'anno successivo all'evento sismico disastroso che distrusse il centro storico de L'Aquila. In spiagga, a San Vito lo Capo, conobbi Michele e la sua bella famiglia. Ci raccontarono della loro esperienza: non persero la loro casa, fortunatamente, anzi, fu tra quelle assolutamente agibili. Eppure, dormirono lo stesso in camper per 4 mesi. Il loro racconto mi colpì parecchio. Cercai di immedesimarmi in loro- Da allora decisi di voler fare qualcosa di diretto. Quindi, alla prima occasione il corso di Asti, un viaggio/studio a l'Aquila e oggi questa esperienza.
Con l'età ho imparato a raggiungere gli obiettivi importanti in cui credo, individuando e tralasciando invece quelli che ritengo inutili. Sono fatto così: e mai come oggi ho la convinzione di fare, nel mio piccolo, qualcosa di importante. Lo devo anche a Michele, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi, in qualche modo, coinvolto così tanto!

 
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