Post n°3 pubblicato il 13 Aprile 2010 da sionnach.ctd
Sono un ladro di tempo. Lo rubo ai miei datori di lavoro, lo rubavo alla scuola, lo rosicchio al sonno, lo nego alle mie emozioni negative. Non lo faccio semplicemente per poterne disporre come meglio credo, lo faccio per tutelarlo. Lo difendo dai profesionisti dell'azione compulsiva, dagli artisti della routine, dai lavoro-dipendenti, dagli annoiati cronici e dai maniaci del controllo. Il mio tempo non è denaro, il mio tempo è potere: il potere di rimanere mezz'ora in più nella vasca bollente, il potere di spegnere la sveglia, il potere di cucinarmi qualcosa come si deve, il potere di non andare mai di fretta, il potere di riflettere sulle cose, mantenermi in salute, capire me stesso e tutto ciò che mi circonda e soprattutto, il potere più grande: fermarmi ogni tanto e non fare nulla. "La pigrizia occidentale non è ozio. Essa consiste nel riempire le proprie giornate di attività compulsive che ci distraggono dalle cose veramente importanti." (non ricordo la fonte, ma la citazione è comunque precisa). |
Post n°2 pubblicato il 11 Aprile 2010 da sionnach.ctd
Ogni singola storia umana, ogni tragedia, ogni commedia, ogni giornata richiede di raggiungere il suo compimento, ogni particella subatomica richiede il collassare delle probabilità della sua equazione d'onda in una direzione o nell'altra, nulla nel cosmo può permanere in condizione di stasi: in tutto v'è una spinta verso la risoluzione. A tale forza motrice abbiamo dato i nomi più disparati: Destino, Dio, Volontà, fisica quantistica e via dicendo e sebbene possiamo negare che sia specificatamente l'una o l'altra cosa, quella spinta non possiamo fare a meno di percepirla e conformarci ad essa.
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Post n°1 pubblicato il 10 Aprile 2010 da sionnach.ctd
Tanto io quanto il mio doppio siamo convinti di essere l'io originale, in tal senso io e il doppio siamo la stessa persona. A volte mi serve il triplo per provare a stabilire chi sia il doppio, ma il triplo dalla sua posizione privilegiata di meta-io e meta-doppio si dice che in realtà è lui l'io primigenio e categorizza gli altri due me come semplici proiezioni di se stesso, inesistenti in fin dei conti. Al che interviene il quarto e gli fa presente che se quei due non esistono allora non esiste nemmeno l'impulso alla creazione del triplo...Ma così cadiamo nell'impasse ribattono all'unisono i primi tre e provano ad accordarsi sulla creazione di un meta-meta io che possa spiegare la sussistenza di tutti quegli altri. L'io Io prova a spiegare ai miei meta io che se continuano così mi fanno cadere in un labirinto di autoreferenzialità senza via d'uscita, ma quelli non ne vogliono proprio sapere di pensare di non esistere e per dimostrarmelo continuano a farmi odiare, farmi amare, farmi concentrare, farmi distrarre e così via all'infinito... Finchè un bel giorno non mi infilo per caso nell'interstizio tra un pensiero e l'altro e mi accorgo finalmente e con sconcertante chiarezza che beh...in fin dei conti....sono il nulla che si è distratto un attimo a guardare il suo riflesso nell'occhio di qualcun'altro. |
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Inviato da: sionnach.ctd
il 11/04/2010 alle 14:55
Inviato da: stillmad
il 11/04/2010 alle 13:52