Creato da micio_gatto2014 il 14/04/2014

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CI VUOLE GENIALITA'

Post n°192 pubblicato il 20 Aprile 2014 da micio_gatto2014

Genialità e follia son sempre andate di pari passo nell’immaginario collettivo. Ma si pensava fosse un modo di dire.

E invece la creatività è davvero parente della follia!

 

A livello neurologico infatti i cervelli fantasiosi hanno caratteristiche simili se non a quelli patologicamente compromessi, a quelli malati di schizofrenia sì.

A dimostrarlo uno studio diretto da Fredrik Ullen, dell'istituto svedese Karolinska e pubblicato sulla rivista PlosOne: le persone sane ma molto creative hanno dei deficit in alcuni recettori, proprio come nel cervello degli schizofrenici.

 E in effetti la cosa non mi sconvolge più di tanto.

 Il “genio” – basti pensare a scienziati, scrittori, artisti – soffre spesso di disturbi dell’umore, tanto più che, talvolta, le opere migliori sono dettate da sentimenti tristi o, al contrario, da picchi di euforia: il tipico andamento altalenante non solo di schizoidi ma anche di chi ha un semplice disturbo bipolare.

 

Come allora funzionano i cervelli genialmente malati?

Per capirlo, i ricercatori svedesi hanno anzitutto individuato persone con una creatività superiore alla media tramite test per il pensiero divergente - in genere richiedono di trovare quante più soluzioni possibili, nuove e sensate, a un dato problema.

 

Isolati quindi i volontari più fantasiosi, hanno esaminato le caratteristiche del loro cervello: il sistema dopamminergico di persone sane e altamente creative ha alcune somiglianze con quello di chi soffre di schizofrenia.

 

I test con cui gli scienziati sono arrivati ad individuare le somiglianze tra cervello di chi soffre di disturbo mentale e quello di un creativo, si sono incentrati sulla dopamina, un neurotrasmettitore di cui mancherebbero appunto i ricettori – in particolare il D2 - sia nel caso di elevata capacità ideativa che nel caso di schizofrenia.

 La zona più interessata è il talamo, quella specie di filtro cerebrale che setaccia appunto le informazioni che arrivano in quelle aree della corteccia responsabili, fra l'altro, della cognizione e del ragionamento: se non funziona in modo “sano”, cadono quelle barriere che impediscono alla creatività di sfociare come invece capita nelle menti dei geni e, ovviamente, dei matti.

Ciò spiegherebbe la capacità di fare collegamenti insoliti in una situazione di problem solving e le bizzarre associazioni mentali fatte dai malati.

 

(DAL WEB)

 

 

 

FRANCESCO

 
 
 
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